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  Epidemia Covid-19: Cos'e' e cosa fare  
Roberto Biancastelli (ex dirigente di ricerca Istituto Superiore di Sanita') - Anguillara Sabazia (RM) - 11 maggio 2020
  "CRUSCOTTO" di Sabato 16/1 con link utili per navigare nel presente LAVORO  
LINK:
3/1 Assembramenti
-
4/1 Nuovi virus
-
7/1 Decessi
-
9/1 Mutazioni
-
9/1 Zone rosse
-
11/1 FINE allarme
-
11/1 N.tamponi
-
14/1 Fondo
16/1 ore 18:
ALLARME ROSSO
focolai
Piemonte
(scarsa immunita')   -  
Cessato allarme
(da 11/1) focolai
Italia
ma pericolo
ESTERO
INDAGINI:
Come riaprire i
ristoranti
? - Quanti sono gia' immuni?
Il 30%
- Il
fondo in Italia
e' alto (9.5%) ma cala con le zone rosse - La
curva viola
Sars-CoV-2
continuera' a salire
?
NO
- Sono ancora tanti gli
immunizzati
dalla 2 ° ondata?
SI
(da NON vaccinare)
CLIC su:
OGGI
o
OGGI Piemonte
o
OGGI Italia
o
CURVA Italia
o Nuovo virus:
23/12
o 24/12
o 29/12
o
IDEA
Come
NAVIGARE
nell'ipertesto: clic su OGGI e poi nel browser: Back torna indietro
o Home torna qui'
RIASSUNTO:
In questo lavoro si studia l'andamento temporale dei contagi utilizzando i
dati del Piemonte
con il relativo
grafico del Piemonte
insieme ai
dati di tutta Italia
con il relativo
grafico di tutta Italia
. Da questi dati, forniti giornalmente dal Ministero della Salute, noi cerchiamo di ricavare il massimo di informazioni possibili
sull'epidemia Covid-19.
Quello che distingue questo lavoro da altri e' l'analisi dell'andamento dettagliato dei dati dei contagi non aggregati:
questi dati, costati un lavoro enorme per la loro raccolta, sono una miniera di informazioni preziose, se si sa come estrarle, e
noi lo stiamo facendo per imparare quanto piu' possibile su questa pandemia.
Si riescono cosi' a comprendere tutte le particolarita' dei dati, deducendo informazioni importanti tra cui l'esistenza di due
diverse
modalita' di guarigione
delle persone infettate, con tempi di guarigione di 6 giorni e di 30 giorni.
Un altro argomento interessante riguarda l'ipotesi del raggiungimento dell'
immunita' di gregge
in Italia: dai dati dei contagi pubblicati, e non da modelli teorici, si ricava il tempo medio di guarigione, con il quale si
stima che il numero totale di persone contagiate e quindi delle
persone immunizzate
potrebbe gia' essere vicino al 70% della popolazione italiana (per questo e non per altro, i nuovi contagi starebbero
diminuendo ovunque in Italia).
Le
CONCLUSIONI
preliminari a cui siamo giunti il 19/12 riguardano anche l'ipotesi dell'esistenza di un nuovo virus in Italia.
Obiettivo di questo lavoro e' anche quello di acquisire un po' di quella capacita'
previsionale
, di cui ci sarebbe tanto bisogno per gestire al meglio questa pandemia.
Il lavoro e' svolto in forma cronologica per cui le parti valide sono soprattutto quelle degli ultimi giorni, pertanto si
suggerisce di partire dall'ultimo aggiornamento come
inizio della lettura
.
SUMMARY:
In this work we study the
data
of the infections in a particular region of Italy (Piedmont) with the relative
graph
together with the
data
of the infections of all of Italy with the relative
graph
, provided daily by the Ministry of Health, to obtain the maximum possible information on the Covid-19 epidemic.
It is possible to explain all the particularities of the data, on which no type of aggregation is applied, deducing
particularly important information including the existence of two different ways of
healing
for the infected people, with healing times of 6 days and 30 days.
Another important result concerns the achievement of "
herd immunity
" in Italy: from the data of the infections published
by the Ministry of Health (not from theoretical models) the average healing time is obtained, with which it is
estimated
that the total number of 70% of the Italian population are already infected and are thus immunized. Indeed during
the second epidemic wave the number of infected people rised to the peak, then dropped because the number of
infected people significantly reduced due to immunity acquired with the previous infection.
We first show a list of preliminary
CONCLUSIONS
we reached on december,19 also concerning the possible evidence of a new virus in Italy.
The descent of the contagion curve continues until it reaches the equilibrium background level of the asymptomatic epidemic
(between 1% and 3%).
When the curve reaches that level, it should no longer be necessary to strictly close the economic activities as, if
the curve has dropped to the bottom level of the asymptomatics, from which it started, it means that many of the people
encountered by viruses are no longer infectable for some time, because they are immunized and the viruses have difficulty
in finding infectable ones (the virus is always the same).
Of course, if we form many gatherings of people we help him to come into contact with more people and thus it may be able to
find an infectable body but if the contagion curve has dropped so much to reach the bottom of the asymptomatic (which is the
zero for the curve), the people still infectable must not be so many and therefore the curve will no longer be able to grow
much (i.e. Rt<1 remains).
The Piedmont
graphs
demonstrate this conclusion, because the evaluation made of the number of extra infections produced
by the gatherings of people om Christmas shopping in Piedmont, up to two weeks after the reopening from the "red to the orange
zone", is compatible with ZERO.
The aim of this work is also to acquire some of that
forecasting
ability, which would be so much needed to better manage this pandemic.
We apologize for choosing the italian language because this paper is mainly addressed to the italian people working
about this pandemic.
The work is carried out in chronological form so we suggest to start reading from the last input
DATA
.
PREMESSA:
Il lavoro e' svolto in forma cronologica e la FRECCIA lampeggiante, nell'indice che segue, indica il
LINK
all'aggiornamento piu' recente, dove iniziare la lettura.
Siccome la comprensione del fenomeno che si sta studiando progredisce nel corso dei giorni, le parti che precedono
l'ultimo aggiornamento (ci sono sempre scritte le date per questo) potrebbero contenere idee non piu' valide,
perche' superate dalle scoperte successive, e non sono state corrette per conservare la storia di come si e' svolto
lo studio. Le parti piu' recenti vanno considerate in continuo corso di aggiornamento.
Quindi il testo non va letto come un libro ma come un diario del lavoro di studio, che si sta svolgendo e le
parti valide sono soprattutto quelle degli ultimi giorni.
Lo studio e' fatto da un fisico, senza competenze specifiche in medicina e virologia, che ha sentito l'obbligo morale
che impone a chiunque possa portare un contributo di farsi avanti. Quello che dovrebbe rendere lecito un tale intervento
e' la capacita' che hanno i fisici di estrarre dai dati tutte le informazioni nascoste, che altri non riescono a
vedere. Cosi' possono fare scoperte che poi, per essere vere, devono essere convalidate sperimentalmente
(metodo scientifico, Galileo Galilei 1564-1642).
Quanto scritto riporta solo le idee personali dell'autore, senza nessuna pretesa di oggettivita', e sono dirette
ad un pubblico maggiorenne, non impressionabile e non specialistico (anche se credo che gli specialisti non
disdegnino di leggerlo per i vari argomenti di ricerca trattati sull'epidemia Covid-19) ed intende fornire ai lettori
alcune informazioni utili per ridurre i rischi di contagio: siamo infatti convinti che molti contagi avvengono per
impreparazione e potrebbero facilmente essere evitati se si fosse un po' piu' informati su come i contagi avvengono.
Il Covid-19 e' una brutta malattia e parlarne puo' creare angoscia e ferire le persone piu' sensibili, per cui ne
sconsigliamo la lettura a queste persone.
In genere non e' piacevole leggere per imparare: in questa lettura pero' e' proprio il caso di fare un piccolo sforzo,
perche' potrebbe essere in gioco la salute (se non addirittura la pelle!).
Il nostro consiglio al lettore e' di appuntarsi le cose che non sapeva o che ritiene particolarmente utili per farne poi un
buon uso personale.
Le informazioni presentate sono state raccolte dall'autore da organi di stampa perche' ritenute utili allo scopo di aiutare a
proteggersi dal virus.
Nella lettura tenete presenti le date indicate, perche' i vari brani sono stati pubblicati cronologicamente
in giorni successivi, mentre l'epidemia si andava estendendo ed ogni brano riporta i commenti relativi a quel particolare
momento dell'evoluzione dell'epidemia.
E' facolta' e responsabilita' del lettore avvalersi o diffondere le indicazioni qui' fornite.
INDICE CRONOLOGICO: (Clicca per accedere, Indietro per tornare qui')
- CONCLUSIONI PRELIMINARI (19 dicembre 2020)
- Come si sviluppa un'epidemia
- L'epidemia Covid-19
- Come limitare i contagi
- ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 (dal 17/11 al 15/1/2021)
- ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 (al 16 gennaio 2021)
  INIZIO
IN EVIDENZA:
- SORPRESA: CI SONO DUE DIVERSE COMPONENTI NELLA DISCESA DEI CONTAGI (30 novembre 2020)
- RAGGIUNGIMENTO DELL'IMMUNITA' DI GREGGE (2 dicembre 2020)
- IPOTESI IMMUNITA' DI GREGGE: QUANTI SONO GIA' IMMUNIZZATI ? (3 dicembre 2020)
- EFFETTO DELLA RIAPERTURA DEL PIEMONTE IN ZONA ARANCIONE (4 dicembre 2020)
- EFFETTO DELLA RIAPERTURA DI ALTRE 9 REGIONI (5 dicembre 2020)
- IL MIRACOLO FORSE MANCATO DEI VACCINI (5 dicembre 2020)
- QUANDO   CI   SARA' LA TERZA ONDATA   ?   (14 dicembre 2020)
- CONCLUSIONE PRELIMINARE IMPORTANTE   (15 dicembre 2020)
  IMPORTANTE
- LA SECONDA ONDATA DELL'EPIDEMIA IN PIEMONTE (22 dicembre 2020)
- DUBBI SULLA REALE SIGNIFICATIVITA' DEI DATI (22 dicembre 2020)
- LA VARIANTE ITALIANA DEL SARS-COV-2 (23 dicembre 2020)
- STUDIO INIZIALE DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS (24 dicembre 2020)
  NOVITA'
- STUDIO COMPLETO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS (29 dicembre 2020)
  RECENTE
- UN'IDEA ORIGINALE SUL VIRUS (31 dicembre 2020)
  ORIGINALE
  CONCLUSIONI PRELIMINARI:  
  (19 dicembre 2020)
Anticipiamo una sintesi dei risultati piu' importanti, per risparmiarvi di cercarli in un testo ormai diventato
piuttosto lungo.
- L'ANNUNCIO DEL NUOVO VIRUS:   (28 dicembre 2020)
Ho appreso ora dal sito di TGCOM24, che persone piu' qualificate di me, come il presidente della Societa' Italiana di
Virologia Arnaldo Caruso, hanno annunciato la presenza in Italia di una "variante italiana" del virus molto simile
alla famigerata variante inglese, che circola da agosto in Italia.
Questo costituisce una verifica sperimentale, per me sufficiente, della nostra ipotesi, dedotta dalle peculiarita'
riscontrate nelle curve dei contagi studiate in questo lavoro: l'esistenza di una variante italiana del virus da noi
scoperta fin dal 30/11.
Sostituiro' tutti i condizionali da me usati quando parlavo del nuovo virus con degli indicativi, che avevo
timore di usare per non creare allarme nei miei lettori (parlavo solo di componente a guarigione rapida in 6 giorni
del Sars-CoV-2 invece di una variante del virus, di cui ho cominciato a parlare piu' chiaramente solo dopo il 21/12).
Sono pienamente convinto che quelle particolarita' da me riscontrate nei dati sono effettivamente la manifestazione
della presenza di un nuovo virus, dalle caratteristiche che potrebbero essere anche peggiori del Sars-CoV-2.
Lo sapremo dopo l'Epifania o forse anche prima, osservando se la zona rossa nazionale disposta dal 24 dicembre riuscira'
a far sparire i picchi, rimasti dopo la fine del ciclo del Sars-CoV-2 nel
grafico del Piemonte
degli ultimi due mesi. Se questo accadesse, ci permetterebbe almeno di poterne controllare la diffusione.
"Stay tuned", perche' potrete capire molte altre cose di questo nuovo virus, anche quelle spiacevoli perche'
purtroppo ci sono, che comincero' a pubblicare da domani nello
STUDIO COMPLETO DEL NUOVO VIRUS.
Dobbiamo conoscerlo se vogliamo venirne fuori presto e bene !
- UNA CURIOSITA' SULLA VARIANTE INGLESE DEL VIRUS: (21 dicembre 2020)
L'esistenza nelle infezioni da Sars-CoV-2 in Italia di una componente di guarigione rapida (in soli 6 giorni invece di 30)
presenta delle proprieta' dell'infezione sorprendentemente simili a quelle della variante inglese del virus, comunicate dal premier
britannico contemporaneamente con l'annuncio del lockdown di Natale in UK. Ci e' venuto spontaneo allora
confrontare
queste proprieta'.
- LA "SCOPERTA" DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS:   (23 dicembre 2020)  
Vedi lo
STUDIO IN CORSO
  NOVITA':  
Studiando i picchi periodici, che compaiono tutti numerati in rosso nel
grafico di tutta Italia
(tutti i lunedi'), abbiamo raggiunto la convinzione che sono l'evidenza empirica della presenza di una NUOVA
VARIANTE ITALIANA
del Sars-CoV-2 (in quanto compare nei test di ricerca di questo virus), che per ora e' solo una previsione ancora
da scoprire sperimentalmente, ma che costituisce la spiegazione perfetta per tante di particolarita' rilevate nelle
curve dei contagi, che altrimenti non si riescono a comprendere (cliccando, potete vedere le
motivazioni
di questa affermazione).
Questa ipotesi potrebbe essere preoccupante, perche' il breve tempo di guarigione osservato (6 giorni) quintuplica i
contagi (facendo cosi' apparire questa variante del virus 5 volte piu' contagiosa), ma potrebbe quintuplicare anche
le immunizzazioni e cosi' il suo effetto potrebbe anche essere positivo, in assenza di seri danni all'organismo
delle persone infettate (da accertare). Purtroppo pero' finora sembra che la durata dell'immunizzazione non superi un mese.
Se fosse una variante del Sars-CoV-2, gli anticorpi dell'uno potrebbero proteggere anche dall'altro virus (l'immunita'
acquisita e' secondo noi la causa della decrescita della curva dei contagi del Sars-CoV-2 e quella che poi
rende inutili le restrizioni (nella fase di decrescita della curva), come abbiamo
verificato
essere di fatto accaduto ora in Piemonte.
In questo caso, al termine dell'ondata epidemica, cioe' ADESSO, dovremmo avere gran parte della popolazione
immunizzata (per 8 mesi, secondo la Monash University di Melbourne per i guariti, forse meno per gli infettati
asintomatici), e quindi senza bisogno di VACCINI e tanto meno di ZONE ROSSE per un tempo certamente non breve.
L'entita' del problema che stiamo affrontando e che ci ha indotto ad ipotizzare l'esistenza di un
NUOVO VIRUS e' evidente in questo
grafico del Piemonte
degli ultimi due mesi. Il problema attuale sono i picchi, rimasti dopo la fine del ciclo del Sars-CoV-2.
Contiamo che, con le restrizioni della zona rossa, nei prossimi giorni i picchi si possano ridurre fino a sparire
(altrimenti saremo nei guai).
Noi continueremo a riportare tutto quanto impariamo su questo nuovo virus quotidianamente.
Questa variante pero' potrebbe non essere una nuova minaccia ma addirittura un aiuto, anche per le vaccinazioni, se
aiutasse a creare immunita'.
Soprattutto se questa variante del virus producesse pochi danni all'organismo: trattandosi di coronavirus, potrebbe
anche essere come il raffreddore (se siamo fortunati). Allora nessuno chiuderebbe le frontiere con l'Italia e, come
paradosso, potrebbero addirittura venire apposta per prenderselo, come una forma di vaccinazione naturale gratuita!
- COSA VOGLIAMO CHE ACCADA:   (28 dicembre 2020)  
Il problema che dev'essere risolto e' la presenza dei picchi che ci hanno indotto ad ipotizzare l'esistenza di un
NUOVO VIRUS dal
grafico del Piemonte.
Questi picchi continuano a persistere in Piemonte, sempre con la stessa ampiezza dell'1.5% negli ultimi 30 giorni malgrado
le restrizioni in atto (zona arancione e rossa).
Ci aspettiamo che i picchi scompaiano con la zona rossa nazionale che dura fino all' Epifania. Stiamo a vedere.
- IL FONDO DEGLI ASINTOMATICI: L'epidemia e' iniziata ai primi di ottobre, partendo da un livello iniziale di
contagi intorno a 3% della popolazione.
Questo era un livello di fondo naturale dei contagi che abbiamo attribuito alla presenza di una moltitudine
di persone infette ed asintomatiche, presenti ed anche misurate d'estate, con percentuali sulla popolazione dell'1% a
luglio, 2% in agosto e del 3% a settembre. Essendo sempre presente questo fondo di contagi (12 mesi all'anno), le curve
che grafichiamo non arriveranno mai a zero ma si appiattiranno su questo livello di fondo per ora impossibile da
azzerare.
Nel presente articolo questa presenza l'abbiamo attribuita all'
epidemia degli asintomatici
(sempre presente, anche se invisibile, costituita dall'equilibrio dinamico continuo tra persone che si infettano
inconsapevolmente senza sintomi e asintomatici che smettono di esserlo perche' guariscono).
- LA SECONDA ONDATA: L'ondata epidemica mostrata nella curva dei contagi del
Piemonte
inizia a crescere, arriva ad un picco e poi scende, fino ad arrivare al livello del fondo degli asintomatici, da cui
era partita, e si appiattisce a quel livello (dov'e' ora).
E' chiaro perche' la curva e' salita: l'arrivo del
freddo
ha prolungato il tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente (cioe' in grado di contagiare) aumentando cosi'
l'esposizione della popolazione al contagio.
E' meno chiaro perche' poi la curva sia scesa a zero (che e' il livello del fondo degli asintomatici: 1.5% in Piemonte).
Certo non sono state le varie restrizioni, che sono state adottate 15 giorni dopo che la discesa era gia' iniziata (nel
grafico
, in cui ogni colonnina e' un giorno, sono indicate le date d'inizio delle zone rossa ed arancione del Piemonte).
Noi crediamo di aver capito la causa della discesa, che e' naturale.
In entrambi i grafici esaminati in questo lavoro sono presenti dei picchi di contagi che appaioni periodicamente ogni
7 giorni, in cui la curva dei contagi prima sale in 2 giorni e poi ridiscende in 4 giorni, sicuramente per guarigioni delle
persone infettate piuttosto rapide,
in soli 6 giorni
(quando le infezioni normali e quelle ospedalizzate richiedono circa 30 giorni per guarire).
Questo tempo di guarigione di soli
6 giorni
invece di 30 gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell'epidemia, perche' favorisce un avvicendamento 5
volte maggiore degli infettati, che poi rimangono immunizzati per un tempo abbastanza lungo.
Quindi se l'epidemia dura un mese, con un valor medio dei contagi del 10%, non abbiamo il 10% di immunizzati ma un numero 5
volte maggiore, il 50%.
Siccome l'epidemia e' iniziata ai primi di ottobre e sta ancora durando a Natale, si capisce bene perche' la curva dei contagi
sia scesa: semplicemente la curva e' scesa perche' i virus hanno avuto sempre piu' difficolta' a trovare persone che NON
siano state immunizzate da una precedente infezione.
- L'IMMUNITA' DI GREGGE: Questo risultato fa capire che con il Covid-19 l'immunita' di gregge si raggiugerebbe
presto ma sarebbe solo temporanea, perche' le persone immunizzate (anche con un vaccino) perderebbero abbastanza presto
la loro immunita' e se non faranno tutti il richiamo del vaccino in tempo utile, ci sarebbero sempre persone infettabili,
con grande soddisfazione dei virus Sars-CoV-2.
- CONFRONTO CON LA "SPAGNOLA" DI UN SECOLO FA: Se le nostre deduzioni sono giuste, tra un mese in Piemonte non
s'infettera' quasi piu' nessuno ma non per sempre, come accadde invece per l'influenza "Spagnola" un secolo fa (che per questo
scomparve, per l'immunita' permanente).
Purtroppo abbiamo informazioni che pazienti, gia' contagiati da Covid-19 e poi guariti, si sono reinfettati qualche mese dopo.
Questo significa che per la forma e le loro proprieta', gli anticorpi del Sars-CoV-2 non attribuiscono un'immunita' permanente
ma vengono smaltiti, sia pur lentamente, dall'organismo, cosicche' l'immunita' acquisita con l'infezione scompare dopo qualche
mese.
Questo renderebbe il Covid-19 un'infezione molto peggiore della Spagnola, perche' sarebbe in grado di provocare
epidemie ricorrenti (ogni 8 mesi, secondo la durata dell'immunita' stimata dalla Monash University di Melbourne), in una
popolazione che non riuscirebbe mai ad ottenere un'immunita' permanente, neanche con i vaccini, perche' sarebbe troppo
difficile in un tempo inferiore a otto mesi riuscire a ripetere tutte le vaccinazioni su cosi' tante persone in tempo utile.
Questo virus sembra avere tutte le caratteristiche di una "tempesta perfetta".
- LA TERZA ONDATA DI COVID-19: Per quanto detto finora, la
terza ondata
secondo noi non dovrebbe esserci nei prossimi sette mesi, poi dovrebbe salvarci l'estate e nell'inverno successivo la vaccinazione,
se sara' fatta al momento giusto (troppo presto non va bene, soprattutto se si e' positivi al test sierologico).
Ci rendiamo conto di essere in minoranza, se non soli, a sostenere che i contagi stanno scendendo perche' le persone infettate,
che risultano ora immunizzate, sono gia' moltissime ed in numero crescente finche' l'epidemia e' in atto, grazie a quel
tempo di guarigione di
soli 6 giorni
da noi "scoperto", che quintuplica i contagi.
La durata dell'immunita' "naturale" e' di 8 mesi (secondo una ricerca della Monash University di Melbourne).
Non dobbiamo trascurare pero' una reale
preoccupazione
legata all'efficacia dei vari gradi di immunita', acquisita dalle persone infettate e poi guarite, soprattutto nel periodo
del
freddo invernale
, quando l'intensita' delle cariche virali presenti nell'ambiente aumenta. Nei prossimi mesi invernali ci sara' percio' un
confronto tra queste cariche virali piu' contagiose e la protezione dell'immunita' naturale conseguente all'infezione (ma
vale anche per l'immunita' da vaccinazione), che ci aspettiamo possa variare da persona a persona.
E' una bella lotta, speriamo che non vinca il virus!
- INUTILITA' DELLE RESTRIZIONI. Possiamo spiegare anche quest'altro
risultato sorprendente
, trovato con misurazioni sui dati e non con congetture: il numero di contagi extra generati dagli assembramenti conseguenti
alla riapertura del Piemonte in zona arancione NON hanno prodotto alcun contagio in piu' per ben 15 giorni dopo la
riapertura. Secondo noi questo fatto e' dovuto all'immunizzazione che ha reso inutili le chiusure: quando di
persone contagiabili ce ne sono poche, e' inutile chiudere le attivita' economiche per tenere le persone distanti, perche'
il risultato e' trascurabile (ma i costi no).
Il risultato sarebbe MOLTO diverso se la chiusura venisse fatta quando l'epidemia e' in fase crescente, perche' allora di
persone infettabili ce ne sarebbero molte ed il distanziamento prodotto dalla chiusura impedirebbe alla curva dei contagi
di salire e si salverebbero molte vite umane.
Per questo motivo, se siamo nel giusto, in Piemonte sarebbe inutile procedere ad ulteriori
restrizioni
nel periodo natalizio, perche' la maggior parte della popolazione e' stata gia' temporaneamente vaccinata, con
un vaccino efficientissimo: il Sars-CoV-2.
Non sappiamo se questo risultato possa essere esteso anche ad altre regioni ma la nostra analisi, fatta su una regione pilota,
il Piemonte (con dati non inquinati da altre regioni), potrebbe essere facilmente ed in breve tempo ripetuta per qualsiasi
altra regione d'Italia, usando i dati gia' esistenti. Ovviamente i tecnici possono fornire pareri diversi ma in un paio di
settimane si capira' chi ha ragione; intanto e' responsabilita' dei governanti ascoltare scienziati e tecnici per cercare poi
di fare le scelte migliori.
Avendo citato il Sars-CoV-2 come vaccino efficientissimo, non vogliamo rischiare di essere fraintesi percio' chiariamo bene
una cosa: chi s'infetta subisce dei danni permanenti all'organismo, perche' i virus distruggono le cellule umane usate
per replicarsi ed i tessuti umani interessati perdono per sempre le loro funzionalita' e rimangono solo tessuti cicatriziali
inerti. Percio' e' assolutamente meglio non infettarsi.
- IL NOSTRO PARERE SULLE RESTRIZIONI DI "NATALE":   (23 dicembre 2020)
Le seguenti ragioni ci inducono a non valutare positivamente le onerose restrizioni adottate dal Governo per il periodo tra
Natale e la Befana:
- I livelli dei contagi che abbiamo esaminato sono quelli nel
grafico del Piemonte
e nel
grafico di tutta Italia
, per le altre regioni non esprimiamo giudizi.
In questi giorni di dicembre le curve dei contagi sono scese molto, essendo nella fase finale della seconda ondata, e
mostrano di restare stabilmente vicine ai loro livelli minimi di
fondo
, che sono i livelli indicati con linee verdi nei grafici e che abbiamo attribuito ai contagi prodotti dall'epidemia invisibile
degli asintomatici.
Ci sono due cause che inducono a prendere decisioni sbagliate:
- Osservare il numero dei decessi e' sbagliato, perche' le restrizioni intervengono sul livello di contagi attuale e non su
quello che ha provocato quei decessi (di un mese prima): il passato e' ormai passato e non si puo' fare nulla.
- Osservare l'indice di trasmissibilita Rt, che corrisponde alla pendenza della curva (il coefficiente angolare della
retta tangente), e' sbagliato perche', quando la curva si appiattisce sulla retta (verde) del fondo degli asintomatici, le
fluttuazioni naturali dei dati influenzano in modo eccessivo il calcolo di Rt (da un punto all'altro la pendenza sembra "ballare"
molto) e se si media troppo si perde sensibilita'. Si deve anche e soprattutto valutare il livello assoluto dei contagi
(cioe' l'ordinata).
Sentiamo dire in TV, anche da persone importanti per il ruolo che rivestono, che e' meglio mantenere la "guardia alta",
perche' i decessi sono troppi o perche' Rt sta risalendo. Dovrebbe essere chiaro ora perche' non sono criteri
corretti per decidere sulle restrizioni.
Malgrado i numerosi affollamenti della gente nei negozi per gli acquisti di Natale, prima della chiusura in zona rossa non
sembrano essersi registrati aumenti di contagi degni di rilievo (basta guardare gli ultimi punti a destra nei due grafici,
Con tutto quel caos di assembramenti NON c'e' stato alcun incremento dei contagi significativo.
La curva del Piemonte e' gia' ai minimi ed i sacrifici che comportera' la zona rossa dovrebbero servire almeno ad abbassare
ulteriormente questi livelli gia' minimi (quindi si potrebbe guadagnare poco, a fronte di grossi oneri sociali ed economici).
Il livello apparente del
fondo
, che e' di 9.5% nel grafico di
tutta Italia
appare troppo alto per essere dovuto agli asintomatici ma risulta alto per un'
anomalia
nei dati forniti, che andra' corretta dal Ministero della Salute (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come
facciamo noi).
- La zona rossa e poi quella arancione del Piemonte sono servite a poco, perche' la diminuzione dei contagi che
si vede nella
curva del Piemonte
era cominciata gia' 15 giorni PRIMA della chiusura "rossa" e non sembra aver subito poi alcun miglioramento dopo la
chiusura.
Che alla riapertura arancione non c'e' stato alcun peggioramento in termini di incremento dei contagi e' stato anche dimostrato
numericamente
e si puo' percio' concludere che le restrizioni in Piemonte non sono servite a diminuire i contagi in modo apprezzabile.
Abbiamo anche spiegato le cause di questo insuccesso, che ora si sta per ripetere con le restrizioni di Natale in Piemonte e
probabilmente anche in molte altre regioni d'Italia (per sapere quali basta osservare le relative curve dei contagi).
Infatti dall'andamento della curva dei contagi in
tutta Italia
, che si e' appiattita anch'essa sul "livello di fondo", abbiamo l'impressione che lo stesso discorso possa essere vero anche
per molte altre regioni d'Italia.
Per essere chiari, esagerando ma solo un po', riteniamo che i contagi gia' stanno allo zero, che e' il fondo degli
asintomatici, e percio' non ci dovrebbe essere alcuna possibilita' di abbassare ulteriormente il numero dei contagi gia' basso
(in quasi tutte le regioni, basta controllare) e quindi restrizioni e zone rosse ora NON servono.
Per la durata di un mese dopo la conclusione di un'"ondata" epidemica, come ora, si potrebbe anche riaprire
TUTTO, ma senza "libera tutti" cioe' continuando a mantenere le giuste cautele, tra cui l'uso delle mascherine
(perche' ci sono anche gli altri virus, come l'influenza), e monitorando scrupolosamente l'eventuale comparsa di nuove
varianti del virus, che potrebbero avviare una loro diversa ondata epidemica.
La curva dei contagi da una risposta abbastanza "pronta": in 2 o 3 giorni, se le cose vanno male in una regione, si
dovrebbero veder salire i contagi, per cui i danni di possibili errori potrebbero essere limitati.
- RIDUZIONE DEL NUMERO DI TAMPONI ESEGUITI:   (28 dicembre 2020 e 11 gennaio 2021)  
In TV abbiamo sentito oggi manifestare delusione per la diminuzione del numero di tamponi eseguiti, perche' all'estero ne
fanno di piu'.
Quando si tracciavano i contatti delle persone trovate positive al tampone, ho sempre scritto in questo lavoro che piu'
test si facevano e meglio era.
Poi non si e' piu' riusciti a seguire questi tracciamenti e suppongo che da allora i dati sono stati raccolti solo per
essere analizzati dagli esperti.
Se le cose stanno cosi', dovete sapere che nelle procedure sperimentali si incrementa il numero di dati raccolti ma solo fino a
raggiungere un errore statistico accettabile, perche' andare oltre non sarebbe giustificato.
Nella teoria degli errori in condisioni normali l'errore statistico su un dato numerico misurato e' la radice quadrata di quel
numero: cioe' se i tamponi positivi sono 900 l'errore standard e' 30 (quindi il 3%); ma se si decuplica il lavoro per arrivare
a 10000 l'errore diventa 100 (ovvero 1% che e' solo 3 volte minore, a fronte di un lavoro 10 volte maggiore).
Questo significa che oltre un certo numero non conviene piu' spingersi, perche' il dato misurato ormai e' gia' ben definito
(cioe' l'errore percentuale e' sufficientemente piccolo).
Se oggi vediamo che il numero di tamponi e' in diminuzione, non e' un segnale di rilassatezza di chi fa le misure ma un
segno che si stanno ottimizzando gli sforzi e le procedure (dato che non si fanno piu' i tracciamenti con gli umani e nemmeno
in automatico con gli smartphone, perche' una vecchia legge sulla Privacy purtroppo non lo consente).
Per fare un esempio, oggi in Piemonte su 30303 tamponi analizzati i positivi sono stati 313, con errore pari alla radice quadrata
di 313 che e' 17.7, quindi (valor vero 313 piu' o meno 18, al 68% di probabilita') con un errore relativo del 5.7% che e'
ACCETTABILE (i possibili errori sistematici, non considerati, ci sono ma in genere agiscono sempre nello stesso verso).
I dati raccolti devono pero' essere significativi in ogni regione, per cui non deve accadere che in un giorno (11/1)
si abbiano i seguenti risultati:
REGIONE |
ATTUALI |
INCREMENTO |
ERRORE STAT. |
PERCENTUALE |
STATO |
EMILIA R. | 61466 | 1942 | 44 | 2% | OK |
LAZIO | 78881 | 1254 | 35 | 3% | OK |
PUGLIA | 54933 | 622 | 25 | 4% | OK |
LIGURIA | 5082 | 226 | 15 | 7% | OK |
UMBRIA | 4272 | 49 | 7 | 14% | NO |
MOLISE | 1210 | 25 | 5 | 20% | NO |
Gli errori statistici in percentuale minore del 10% sono accettabili, quelli maggiori no se i tamponi possono essere aumentati
di numero senza problemi.
Quindi nel caso considerato (11/1) Umbria e Molise avrebbero dovuto fare piu' tamponi.
Non cosi' Emilia e Lazio che ne avrebbero potuti fare anche di meno, senza perdere molto in precisione della misura.
Ripetiamo che questo e' vero solo se non viene fatto il tracciamento dei positivi per individuare gli altri contagiati,
come sembra stia accadendo ora, altrimenti piu' tamponi si fanno e meglio e'.
CHIARIMENTO SUL SIGNIFICATO DEI DATI: (31 ottobre 2020)
Questo lavoro e' basato sui dati forniti dal Ministero della Salute, e denominati come
il numero dei nuovi contagi e come tali sono considerati da tutti.
Noi pero' crediamo che questi numeri, se si riferiscono a test fatti su un numero grande di tamponi di persone prese a caso
e sparse sul territorio nazionale, non siano dei nuovi contagi ma siano invece una determinazione a campione della
quantita' di persone infette esistenti in Italia, per il 96% circa asintomatiche.
Questi dati potrebbero essere considerati in buona approssimazione come dei nuovi contagi, se tutti gli asintomatici
infettati guarissero in pochi giorni ma a noi non risulta che sia cosi': abbiamo notizia che il calciatore Ronaldo e' guarito
dopo 20 giorni dal contagio. Crediamo anche che ci sia un grande numero di asintomatici cronici che non guariscono
in tempi brevi (puo' accadere quando i virus riescano ad insediarsi in aree del corpo poco vascolarizzate, come le terminazioni
nervose, per esempio) per restarci a lungo. Crediamo anche che siano tanti (milioni) e che siano proprio questi infettati
cronici, che permettono al virus di superare il periodo estivo, ospitato in queste persone asintomatiche, per poi comparire
nuovamente in forma patogena in autunno.
In conseguenza di cio' preferiamo considerare i dati forniti dal Ministero della Salute non come nuovi contagi ma come
una determinazione a campione del numero totale di infetti esistenti in Italia, per cui se su 100.000 test trovo 10.000
positivi (il 10%) posso ritenere che in quel momento in Italia, sui suoi 60 milioni di abitanti, ci siano 6 milioni di
persone infette.
Preferiremo percio' parlare non di "nuovi contagi" (anche se talora non disdegneremo di usare questa dizione fornita dalla
fonte dei dati, se non comporta errori), ma di "persone contagiate" o "infette" (che non e' detto che siano "nuovi contagi").
In seguito vedremo che dovremo tenere conto di questa differenza perche' comporta anche delle diversita' nell'analisi dei dati.
INFORMAZIONE: Nell'altro lavoro presente su questo sito abbiamo usato i dati dei decessi perche' piu'
affidabili, anche se ritardati di circa un mese rispetto al momento del contagio, e quindi piu' adatti all'oggetto
di quella ricerca.
Il lavoro attuale invece punta a valutare l'efficacia dei provvedimenti di contenimento dei contagi e quindi e' molto
importante la prontezza della risposta dei dati rispetto al momento in cui il provvedimento e' entrato in vigore.
Questa e' la ragione per cui il presente lavoro utilizza i dati piu' aleatori dei contagi giornalieri, invece di quelli dei
ricoveri o dei decessi: e' per avere una risposta poco ritardata (solo 2 o 3 giorni) rispetto al momento del
rilevamento contagio.
COME SI SVILUPPA UN'EPIDEMIA (piu' la conosci e meglio la eviti)
Un virus non e' un organismo vivente come e' una cellula.
Una cellula, il materiale organico elementare della vita, puo' riprodursi autonomamente creando un'altra cellula
identica a se stessa mediante un complesso meccanismo biochimico che e' in grado di seguire la "programmazione" indicata
nella sequenza di materiale organico (geni) presenti in una particolare macromolecola presente nella cellula, chiamata
RNA messaggero, perche' e' creata come una copia del DNA e trasporta cosi' tutte le informazioni genetiche presenti nel
DNA.
Se il virus riesce ad introdurre la propria molecola RNA in una cellula vivente questo meccanismo biochimico della cellula
infettata entra ugualmente in funzione ma seguendo la "programmazione" contenuta nell'RNA virale invece di quello della
cellula, che e' cosi' obbligata a creare non una cellula ma una copia del virus.
E' questo il meccanismo usato dai virus Covid-19 per moltiplicarsi: per "sopravvivere" ha bisogno di essere ospitato da un
essere umano, che lui sfrutta per moltiplicarsi; ma ha poco tempo (poche ore o giorni) per riuscire ad entrare
nel corpo umano (da naso, bocca o occhi) perche' quando e' nell'ambiente esterno i vari agenti fisici e chimici (temperatura,
sostanze chimiche, ecc.) gli procurano molti danni che ne compromettono la capacita' di infettare: e' come se gli si
spuntassero gli aculei con cui riesce ad iniettare l'RNA nelle cellule.
Il virus continua cosi' ad esistere perche' gli umani infettati sono delle fabbriche ambulanti dei virus e li spargono
nell'ambiente, dove ogni virus rilasciato cerca un altro umano da infettare prima che si esaurisca quel poco tempo in cui
rimane attivo nell'ambiente.
Gli umani infettati piu' efficaci per la diffusione dei virus sono gli asintomatici perche' circolano normalmente,
senza particolari precauzioni, essendo inconsapevoli di essere dei propagatori dell'infezione.
Tra questi "asintomatici" ci potrebbero essere molti giovani, in quanto i giovani, una volta infettati, sembra manifestino
sintomi piu' lievi e quindi non pensano di essere malati di Covid-19 ma di avere un normale malanno passeggero e possono
anche uscire di casa.
Accade cosi' che altre persone si trovano ad essere esposte all'infezione soprattutto se si trovano a
frequentare con leggerezza amici in gruppo o in "movide", inconsapevoli di correre rischi cosi' gravi. Per quantificare
questo rischio citiamo il caso di un giovane coreano del sud di 29 anni che un una sola serata, girando per i bar, ha
infettato ben 50 ignari frequentatori di quei bar.
L'EPIDEMIA:
Se una persona contagiata ne infetta altre e queste poi a loro volta ne infettano altre ancora, con il passare del
tempo il numero dei contagiati cresce con una progressione che puo' risultare esponenziale, se mediamente ogni persona
infetta ne contagia piu' di un'altra: e' allora che esplode l'epidemia.
Il livello di trasmissibilita' si misura con un numero (R0=numero di persone mediamente contagiate da una persona infetta),
che dev'essere maggiore di 1 perche' l'epidemia si possa sviluppare.
Allora ogni virus che riesce a raggiungere ed infettare una persona produce una distinta catena di contagi che contribuisce
a portare il suo contributo esponenziale al totale delle persone infettate.
La curva reale del totale delle persone contagiate risulta dalla somma di tutti questi contributi esponenziali ed ha
anch'essa un andamento crescente in modo esponenziale.
Se non ci sono limiti alla diffusione del contagio, la curva del totale degli infettati cresce sempre piu' finche' tutta la
popolazione risulta infettata (milioni di persone).
Il fattore Rt, che misura l'intensita' del contagio, dipende dalle condizioni ambientali. Se queste favoriscono il propagarsi
dell'epidemia (affollamento, temperatura bassa gradita al virus, ecc.) Rt puo' raggiungere valori superiori a 1 ed allora
il numero degli infettati diverge, cioe' "esplode" l'epidemia.
Altrimenti, se le condizioni ambientali NON favoriscono il propagarsi dell'epidemia (per esempio con il "lockdown" della
popolazione), questo non accade e Rt rimane inferiore a 1; cosi' il virus, pur presente nell'ambiente, non si diffonde a
sufficienza per alimentare lo sviluppo dell'epidemia con nuovi contagi.
E' un fenomeno che noi conosciamo bene con la malattia influenzale che chiamiamo stagionale perche' d'inverno trova le
condizioni ambientali che ne favoriscono la diffusione, raggiungendo cosi' un potere di contagiosita' con Rt superiore a 1:
si sviluppa l'epidemia influenzale.
D'estate invece la maggiore temperatura ambientale (che produce danni ai virus mediante le vibrazioni e rotazioni
termiche
delle molecole) riduce il tempo di permanenza del virus attivo nell'ambiente e quindi il tempo di esposizione della
popolazione ai virus: come risultato il fattore Rt scende sotto al valore di 1 (senza bisogno di "lockdown" della popolazione) e
l'epidemia influenzale scompare non essendo piu' sufficientemente alimentata dai nuovi contagi (che sono diminuiti).
Pero' questi virus influenzali permangono nell'ambiente anche d'estate, potendosi riprodurre su un minor numero di persone
che riescono ad infettare (anche d'estate).
Se i virus nell'ambiente non riuscissero piu' ad infettare nessuno, per esempio perche' tutta la popolazione si e' vaccinata,
allora si estinguerebbero (come e' successo per molte malattie ormai scomparse, come il vaiolo). Ci auguriamo che anche il
Covid-19 possa fare al piu' presto questa fine!
La pericolosita' del Covid-19 e' molto maggiore di una normale influenza: credo percio' che sia meglio considerata non come
un'influenza ma come una polmonite virale, essendo questa la patologia piu' pericolosa e potenzialmente
letale che puo' provocare se i virus raggiungono i polmoni. Puo' anche lasciare insufficienza respiratoria perche' le cellule
dei polmoni distrutte dal virus non si rigenerano: altro che vantaggio dell'immunita' "di gregge" in tal caso!
A secondo della diversa efficacia del sistema immunitario, alcune persone infettate (quindi contagiose) possono manifestare
sintomi cosi' lievi da essere addirittura non percepiti neanche dal soggetto stesso (sono i cosiddetti pazienti
"asintomatici"). Sembra che possano essere molto numerosi (i russi hanno trovato un asintomatico per ogni malato con sintomi).
Essendo l'esame diagnostico (il cosiddetto "tampone") piuttosto complesso, perche' riguarda la ricerca in laboratorio
della molecola dell' RNA del virus, non e' possibile estenderlo a tutta la popolazione, e quindi e' impossibile arrivare ad
identificare tutti i pazienti asintomatici, che rimangono cosi' una mina vagante perche' contagiosi con livello di
pericolosita' di contagio non conosciuto.
Il livello costante residuale dei contagi per Covid-19 potra' quantificare a tempi lunghi l'entita' di questa minaccia che
terminera' definitivamente, come e' successo per altre epidemie, dopo aver vaccinato tutta la popolazione
ma occorreranno crediamo almeno un paio d'anni perche' tutti possano essere vaccinati.
COME LIMITARE I CONTAGI:
Gli accorgimenti qui' raccomandati richiedono buon senso, attenzione costante ed autodisciplina.
Il risultato che cosi' si ottiene e' l'addestramento delle persone a vivere e lavorare con un buon livello di sicurezza
in un ambiente contaminato dal virus Covid-19.
Per prima cosa si deve capire come puo' accadere che il virus ci infetti.
Alla luce di quanto finora appreso, con buon livello di confidenza, accade questo:
Il virus una volta emesso dal fiato di una persona infetta, resta attivo nell'ambiente solo per un tempo
limitato (da qualche ora a pochi giorni). Non e' un organismo vivente che puo' moltiplicarsi se trova le giuste condizioni
(come sono germi e batteri) ma e' come un complesso materiale biochimico che ha bisogno di entrare in contatto con le giuste
cellule del corpo umano per poterci iniettare il suo RNA (messaggero) e sfruttare cosi' la funzionalita' riproduttiva
della nostra cellula per duplicarsi.
La cellula umana infettata costruisce cosi' un nuovo virus Covid-19 invece di una cellula umana.
Se tutti noi fossimo capaci di non inalare mai questi virus, lasciandoli sempre nell'ambiente dove sono, in pochi giorni la
pandemia si estinguerebbe (ed i virus pure)!
Purtroppo molte persone (tra 20000 e 30000 al giorno oggi in Italia) non riescono ad essere cosi' accorte ma purtroppo si
fanno "infettare" inalando il virus e si ammalano con una degenza che e' abbastanza lunga: 3 o 4 settimane a casa o in
ospedale (se non peggio).
Vediamo in particolare come puo' avvenire il contagio e perche', se lo si capisce bene, la probabilita' di rimanere
contagiati si abbassa molto.
Il virus viene emesso con il fiato di una persona infetta, che puo' anche non avere sintomi e quindi non sapere neanche
di essere un propagatore dell'infezione.
Il fiato infetto e' la via di attacco preferita dal virus perche' una volta inalato da una persona sana si puo' insediare
nelle cellule del corpo umano che predilige: quelle dell'apparato respiratorio e li' comincia a moltiplicarsi infettando
irrimediabilmente l'ospite.
Fortunatamente la pelle umana, se non lesionata, e' una buona corazza che impedisce a questo virus di penetrare
all'interno del nostro corpo: gli unici punti di accesso sembrano essere naso, bocca e occhi. Quindi oltre al
rischio di infettarsi per inalazione c'e' anche il rischio nel toccarsi il volto con le mani sporche.
Questo rischio non e' piccolo perche' i virus emessi con le goccioline di saliva da persone SENZA mascherina (che le puo'
trattenere) si depositano sulle varie superfici con cui le vostre mani potrebbero entrare in contatto, anche a distanza
di tempo (durante tutto il periodo in cui il virus resta attivo, cioe' da qualche ora a qualche giorno).
E' bene per questo motivo, quando si toccano cose fuori casa, proteggere la mano con fazzoletto o guanti di tipo "usa e getta".
Siccome puo' capitare di toccare con le mani qualcosa di infetto (banconote, le mani di un'altra persona, qualcosa toccato
dalla cassiera del supermercato, pulsanti di un ascensore o di un POS, maniglie di ogni tipo, ecc.) dovete spesso lavarvi
molto bene le mani (anche quando avete i guanti) e cercare di non toccarvi mai gli occhi o il naso quando le mani non
sono ben pulite.
Convivere con il virus e' una seccatura ma, se avete capito cosa si puo' fare e cosa non si deve fare, non e' poi cosi' tragico.
Potete vivere tranquilli sapendo che se entrate in contatto con pochi virus molto probabilmente non succede
niente perche' il vostro sistema immunitario se ne accorgera' e li fara' fuori.
Attenzione pero': un grosso rischio di rimanere infettati si verificherebbe entrando in contatto con un'elevata
carica virale, perche' allora i virus sono troppi ed avranno la meglio loro.
Una carica virale elevata e' nelle microgoccioline di saliva ("droplets" in inglese, del diametro >=5 micrometri
che arrivano in aria fino ad un metro) contenute nel fiato di una persona infetta: sembra che con uno sternuto possano essere
emessi anche centinaia di milioni di virus!
L'importanza della carica virale e' suffragata anche dall'osservazione che le persone infettate e poi guarite non sembrano
essere molto contagiose se diventano nuovamente positive: crediamo che questo accada perche' queste persone, avendo molti
anticorpi, emettono un fiato che contiene molti meno virus e le loro microgoccioline di saliva, che sono i vettori dei virus
all'esterno, hanno una carica virale modesta.
Quando la carica virale e' modesta i virus si fermano nella gola e non arrivano ai polmoni, cosi' i sintomi sono piu' lievi.
Quando questi casi diventano molto numerosi si puo' avere l'impressione che il virus sia diventato meno aggressivo ma secondo
noi cosi' non e': questo accade quando con il passare del tempo il numero di persone sieropositive che immettono nell'ambiente
microgoccioline di saliva con piccola carica virale e' cresciuto. Sono persone contagiose ma meno di una persona malata, cioe'
infetta con sintomi ben evidenti.
Per questo e' importante che tutti usino le mascherine, che possono trattenere queste microscopiche goccioline di saliva.
Le microgoccioline di saliva delle persone infette, che possono essere anche persone senza alcun sintomo (come
ciascuno di noi che possiamo essere entrati in contatto con il virus inconsapevolmente); sono pericolose quindi
non devono essere inalate e non si deve toccare nulla in cui queste goccioline possono essersi depositate
(per esempio mascherine, tavoli, mani, maniglie, vestiti, ecc.).
IMPORTANTE: Il problema dei giovani (e non solo loro)
Un problema abbastanza serio che si sta verificando attualmente in Italia, al termine del lockdown, e' costituito dalle
riunioni serali e notturne dei giovani (cosiddette movida) in cui molti di loro amano intrattenersi molto numerosi e vicini
tra loro nello stesso luogo.
Da quanto detto finora e' chiaro che questi eventi costituiscono un luogo ideale per la diffusione del contagio e per la
nascita di nuovi focolai di contagio difficili da localizzare e delimitare soprattutto nelle grandi citta'.
Questo accade perche' quei giovani non sono consapevoli dei rischi di contagio e del pericolo che fanno correre a tutta la
comunita', che potrebbe vedere vanificati tutti i sacrifici fatti nel lockdown per contenere la pandemia.
Chiariamo cosa dovrebbe essere spiegato a questi giovani, perche' evidentemente loro non lo sanno.
Quando dopo un mese o piu' di lockdown il numero di nuovi contagi e' sceso a tal punto che le Autorita' decidono di interrompere
il lockdown, non significa affatto che la pandemia e' superata ma solo che le si e' impedito di esplodere esponenzialmente,
limitando il numero dei contagi: cio' perche' la gente non circolava ed i virus avevano piu' difficolta' a trovare un umano da
infettare per moltiplicarsi.
Ora con la movida non gli pare vero: di nuovo avranno molta facilita' a incontrare delle vittime a loro vicine per tentare di
infettarle.
Ma i giovani non se ne curano perche' sono sicuri che A LORO NON SUCCEDE perche' tutti i loro amici scoppiano di
salute e quindi i rischi sono solo teorici, non reali. Inoltre hanno la mascherina che li protegge.
Spieghiamo perche' purtroppo NON e' cosi': la mascherina chirurgica non blocca particelle cosi' piccole come i
virus che quindi possono essere inalati anche se si ha la mascherina; e' di aiuto solo se ce l'ha la persona infetta.
SITUAZIONE ATTUALE ED IL FUTURO CHE CI ATTENDE (Agosto 2020)
Nella fase finale del lockdown sia i contagi che i decessi sono meno numerosi e tutti hanno la sensazione che il virus si stia
attenuando, stia diventando meno aggressivo. Noi crediamo pero' che non sia cosi': il virus e' sempre lo stesso perche'
secondo noi lui non cambia in un mese. Crediamo invece che il numero delle persone con anticorpi (sieropositive) aumenti col
tempo e, se infettate, queste persone non sviluppano i sintomi della malattia (asintomatici), perche' hanno gli anticorpi che
limitano la proliferazione dei virus nel loro corpo.
Ma anche loro rilasciano con il fiato un numero di virus, magari modesto (cioe' con una carica virale ridotta: non centinaia di
milioni di virus ma "solo" pochi milioni), che in molti casi e' pero' capace di infettare un'altra persona a loro vicina.
Questa nella maggior parte dei casi risultera' anch'essa asintomatica, essendo stata modesta la carica virale infettante.
Si realizza cosi' una vera e propria
EPIDEMIA NASCOSTA
delle persone asintomatiche che, ospitando permanentemente
nel loro corpo i virus, sono come fabbriche ambulanti, inconsapevoli ed ignote a tutti che permettono al virus di rimanere in
forma endemica nascosto indefinitamente tra la popolazione per poter poi riemergere periodicamente come
epidemia di Covid-19 al verificarsi di almeno una delle seguenti condizioni:
- Aumento dell'esposizione della popolazione al virus, per allentamento delle misure di contenimento del contagio
(assembramenti, movida, ecc.) o per aumento del tempo in cui il virus rimane attivo nell'ambiente, per condizioni ambientali e di
temperatura (bassa) piu' favorevoli alla diffusione del virus.
- Abbassamento delle difese immunitarie tra la popolazione (con il freddo o tra gli anziani).
Spieghiamo perche' il virus diventa piu' aggressivo quando fa freddo (d'inverno ma anche nelle celle frigorifere e
con l'aria condizionata).
Il virus rimane attivo, cioe' in grado di replicarsi mediante la sintesi pilotata dal suo RNA iniettato nelle cellule umane
infettate, per un tempo breve perche' l'agitazione termica delle molecole dell'aria in cui e' immerso gli produce dei danni
al meccanismo che usa per iniettare l'RNA nelle cellule umane ed in un tempo che e' tanto piu' breve quanto piu' alta e' la
temperatura nell'ambiente che lo circonda perde la capacita' di infettare.
D'estate, quando fa caldo, l'esposizione delle persone ai virus presenti nell'ambiente, perche' emessi dagli asintomatici, si
riduce perche' la permanenza dei virus attivi nell'ambiente e' piu' breve.
D'inverno invece i virus permangono piu' a lungo nell'ambiente crescendo di numero per accumulo cosicche' aumenta sia
l'esposizione delle persone ai virus attivi che la carica virale a cui si e' esposti. Per questo il rischio di contagio e'
maggiore e la vittima invece di diventare asintomatica puo' manifestare la sindrome Covid-19 e contribuire al rischio di epidemia,
se il fattore di contagiosita' sale oltre soglia.
Questo e' proprio quello che dobbiamo evitare, per cui da ora in poi non si devono diminuire le misure di prevenzione e
si deve avere l'accortezza di indossare una maglia di lana in piu' durante la stagione fredda, per evitare il rischio di
indebolimento delle proprie difese immunitarie.
La probabilita' di trovare una persona asintomatica ed infetta tra i vostri amici, apparentemente sanissimi ed
anche loro sicuri di esserlo, potrebbe essere non cosi' piccola come voi pensate. Nei luoghi dove si e' lasciato circolare il
virus (come in Lombardia) gli infettati asintomatici sono addirittura la meta' della popolazione, come e' emerso dalle indagini
fatte con i test sierologici.
Purtroppo sembra che non si sia presa ancora coscienza del problema, per cui si lascia diffondere senza ostacoli l'epidemia degli
asintomatici che cosi' diventano sempre piu' numerosi.
Sappiate che prendersi questo virus, anche senza sintomi, e' comunque pericoloso perche' ha mostrato di poter
attaccare molti organi umani e puo' cosi' comportare danni in grado di manifestarsi anche tardivamente nella persona
infettata. Cio' perche' il virus distrugge le cellule umane quando le usa per riprodursi e nel corpo umano solo le cellule del
fegato possono rigenerarsi, tutte le altre no: i danni prodotti dal virus sono percio' permanenti. L'associazione
dei pneumologi italiani ha dichiarato che il 30% dei pazienti guariti dal Covid-19 riporta danni respiratori cronici cioe'
cicatrici permanenti nei polmoni che restano per tutta la vita (fibrosi). A Milano un diciottenne ha dovuto subire addirittura
un trapianto di polmoni, distrutti dal virus.
Allora divertirsi, anche con la movida, va benissimo ma se la gente intorno a voi diventa troppa vi consigliamo
di cambiare locale o luogo. Meglio non lasciarsi guidare dal "cosi' fan tutti" ma inserire il cervello!
AGGIORNAMENTO al 30 Agosto 2020:
Assistiamo in questi giorni di fine agosto 2020 ad uno spettacolo sconfortante: giornalisti e, cosa piu' grave, amministratori
che si preoccupano della "seconda ondata" dell'epidemia da Sars-CoV-2 mentre nessuno ha ancora capito che, con l'incremento
della capacita' diagnostica, stanno osservando semplicemente quella che noi abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici".
Cio' e' reso possibile dal fatto che le temperature ancora alte di fine agosto non permettono nella maggior parte dei casi lo
sviluppo della sindrome Covid-19 (la malattia) nelle persone infettate, perche' le cariche virali in gioco sono piu' modeste
ed i sistemi immunitari sono piu' efficienti che non in inverno.
Avendo lasciato progredire questa epidemia "secondaria", soprattutto con il rilascio delle precauzioni nel periodo vacanziero,
e' normale che le persone positive al test siano molto numerose, come nell'epidemia primaria della scorsa primavera, quando la
temperatura piu' bassa permetteva piu' spesso lo sviluppo della sindrome Covid-19 e le terapie intensive erano al collasso.
Ora invece la grande maggioranza delle persone positive al test sono asintomatiche, quindi non deve scattare lo stesso allarme
di allora (arrivando addirittura ad ipotizzare un secondo lockdown generalizzato, come ha lasciato intendere per esempio il
presidente francese).
Poiche' pensiamo che non si sia ben compresa la differenza tra l'epidemia primaria da Sars-CoV-2 e l'epidemia secondaria
(quella degli asintomatici) temiamo che gli amministratori rischino di commettere errori catastrofici per l'economia ed
anche per la salute.
Assistiamo per esempio a propositi di fare "uno sforzo immane" per estendere in Italia i test con tamponi agli 8 milioni di
studenti, non avendo capito che uno studente puo' essere negativo al test ma poi infettarsi gia' il giorno seguente (fuori
della scuola). Il test ha senso per chi si imbarca su un aereo ma non per uno studente che entra a scuola (dato che non si
puo' ripetere il test sugli 8 milioni di studenti tutti i giorni!).
Per combattere nel modo migliore questa pandemia e' indispensabile capire il fenomeno e come si sviluppa.
Purtroppo noi crediamo che l'arma risolutiva per eliminare il virus Sars-CoV-2 non sara' il vaccino, scarsamente
efficace sulla grande moltitudine di persone infette ma asintomatiche, perche' non riuscira' a stimolare il loro sistema
immunitario alla produzione di anticorpi, come accade in una persona sana, e probabilmente queste persone continueranno ad
ospitare e diffondere i virus presenti nel loro corpo, se non saranno curate in altro modo.
Occorrera' usare i test per individuare tutte le persone asintomatiche, che inconsapevolmente coltivano colonie di virus
nel loro corpo, anche per tempi molto lunghi, e guarirle con anticorpi monoclonali prodotti industrialmente o con un farmaco
antivirale specifico che non sono pero' ancora disponibili.
Fino ad allora dovremo convivere con il virus Sars-CoV-2, che rimarra' tra noi nascosto in una moltitudine di persone
infette ma asintomatiche, perche' il loro sistema immunitario funziona bene e tiene a bada il virus non consentendogli di
sviluppare i sintomi e la sindrome Covid-19.
In altre parole le persone, soprattutto i giovani, se vengono in contatto con il virus, soprattutto in estate quando
le cariche virali sono piu' piccole
- o guariscono perche' i loro anticorpi riescono a debellare totalmente il virus
- o rimangono infette ed asintomatiche, con il virus che e' riuscito ad insediarsi in parti del loro corpo poco vascolarizzate
e quindi meno irrorate dal sangue che trasporta gli anticorpi (come sono, per esempio, le terminazioni nervose)
- o, in casi piu' rari in estate, i virus non vengono debellati e si moltiplicano moltissimo (piu' facilmente in persone
anziane o immuno-depresse) sviluppando i sintomi della malattia Covid-19.
Se in agosto con 100.000 test al giorno riveliamo che il numero di persone infette e' diventato elevato non dobbiamo stupirci
piu' di tanto perche' stiamo rivelando la popolazione di asintomatici (si potrebbe fare piu' velocemente ed economicamente
a livello epidemiologico con i test sierologici).
Le persone infette ma asintomatiche creano pochi problemi perche' la loro salute e' buona. Che siano tante e' cosa nota:
una recente indagine sierologica condotta nelle zone calde della Lombardia ha rivelato che addirittura il 50% delle
persone sottoposte al test sarebbe risultata positiva, cioe' entrata in contatto con il virus Sars-CoV-2 (valori molto alti si
verificano dove si e' lasciata "correre" molto l'epidemia primaria, com'e' accaduto il Lombardia e molto di piu' oggi negli
USA ed in Brasile).
I recenti test eseguiti in tutta Italia con tampone trovano poco piu' dell'1% di persone infette con il virus nel corpo, in
massima parte asintomatici.
Gli asintomatici sono persone infette ma che in genere, avendo gli anticorpi attivi, rilasciano cariche virali cosi' modeste
da non creare problemi gravi a persone con un sistema immunitario efficiente: tutt'al piu' possono creare un altro asintomatico
(per questo abbiamo chiamato il fenomeno "epidemia degli asintomatici": ognuno per contagio puo' crearne altri).
Certamente per debellare il virus dovremo ridurre il numero degli asintomatici con i giusti farmaci che verranno. Ma il fatto
che si rilevi ora che gli asintomatici sono numerosi o in crescita non deve essere essere confuso con la vera emergenza
dell'epidemia primaria, quella della primavera 2020, che era un'epidemia di persone malate della sindrome Covid-19
e non soltanto infettate dal virus Sars-CoV-2, com'e' oggi (che e' ancora estate; d'inverno potrebbe essere diverso anche se
noi speriamo proprio di no).
Quindi ci sembrano semplicemente manifestazioni di scarsa comprensione del fenomeno tutte le preoccupazioni che portano
alcune persone, anche molto importanti per le decisioni da prendere, a paventare addirittura dei nuovi lockdown
generalizzati per combattere la crescita del numero degli infettati, che per ora sono in massima parte solo degli asintomatici.
Oserei dire che i test con tampone sono sprecati se servono a rivelare gli asintomatici, perche' non possiamo curarli senza i
giusti mezzi (come per esempio gli anticorpi monoclonali) e per controllarne statisticamente il numero credo che bastino i piu'
semplici test sierologici. Quindi il vero problema non e' quello di incrementare i test con tampone ma di investire
per produrre il prima possibile i giusti farmaci o anticorpi monoclonali per guarire gli asintomatici, che sono la causa
della persistenza del virus nell'ambiente.
Tutti devono intanto continuare a mantenere sempre attive tutte le precauzioni volte a prevenire i contagi per impedire
che l'epidemia degli asintomatici possa progredire aumentando il loro numero. Cio' almeno fino all'arrivo dei farmaci
antivirali che ci permettano di eliminare i virus dal loro corpo.
Dobbiamo percio' adoperarci a far comprendere alla popolazione la nuova realta' del mondo in cui ci si trova a vivere, anche
se non piace loro e preferirebbero ignorare il problema. Mettere la testa nel buco come gli struzzi per non vedere e' sbagliato
e porta a far estendere l'epidemia degli asintomatici e quindi il rischio sanitario di epidemia primaria, che ritornera'
nel periodo invernale, quando l'esposizione della popolazione al virus sara' maggiore (per la maggiore persistenza dei virus
attivi nell'ambiente, con il conseguente accrescimento per accumulo delle cariche virali soprattutto in locali chiusi e poco
aerati) e le difese immunitarie saranno minori.
Se la popolazione capisce allora abbiamo piu' speranze di contenere l'espansione dell'epidemia degli asintomatici, che sono
persone normali che sembrano star bene ma che in realta' possono talora trasmettere l'infezione.
In attesa che la Ricerca risolva definitivamente il problema dobbiamo tutti adoperarci, con i giusti comportamenti di
prevenzione, a contenere al massimo lo sviluppo di questa minaccia subdola e nascosta che e' l'epidemia degli asintomatici.
Un'ultima importante raccomandazione: la temperatura dell'aria si sta abbassando molto in questi giorni di fine
estate. Non commettete l'errore di girare con gli indumenti estivi, perche' non solo con le infreddature si abbassano le vostre
difese immunitarie ma con il freddo i virus rimangono attivi piu' a lungo e le cariche virali nell'ambiente possono cosi'
crescere per accumulo, soprattutto nei locali chiusi, esponendovi ad un maggiore rischio di contagio (anche il Sars-CoV-2
e' un coronavirus, come il raffreddore, quindi e' lecito attendersi che i modi di contagio siano simili: se ti cola il naso
vuol dire che probabilmente sei vulnerabile anche al Sars-CoV-2).
Ricordate sempre che il virus e' presente nell'ambiente ed i vostri comportamenti devono impedirgli di espandersi e di
nuocere.
AGGIORNAMENTO (al 11 Settembre 2020): crediamo sia necessario spiegare il significato delle misure compiute
giornalmente in Italia su circa 100.000 tamponi.
I giornalisti identificano i casi positivi trovati (circa l'1.5%) con il termine "nuovi contagi" che a nostro avviso e'
ingannevole.
E' di oggi il titolo di Sky TG24: "Contagi in salita" per un piccolo incremento nel numero dei tamponi positivi.
E' errato perche' non c'e' un incremento delle persone contagiate dal virus dell'1.5% al giorno, che
comporterebbe una crescita lineare del numero dei contagi. Piu' semplicemente queste misurazioni stanno mettendo in evidenza
prevalentemente gli asintomatici, che evidentemente sono attualmente un numero costante, pari
all'1.5% della popolazione italiana (cioe' in Italia sono 900.000, se la popolazione su cui si prelevano i tamponi e' di 60
milioni di persone).
Il numero di asintomatici rimane piu' o meno costante, anche se seguitano a creare nuove infezioni, quando il numero dei nuovi
infettati eguaglia il numero delle loro guarigioni spontanee, che ci sono. Tutto questo avviene in modo invisibile,
all'insaputa delle persone infette ed asintomatiche.
Il numero misurato in condizioni costanti non puo' essere sempre di circa 1500 positivi ogni 100.000 tamponi ma fluttua
statisticamente di una o anche due volte la radice quadrata di 1500 (che e' circa 40). Quindi se un giorno si trovano 1460
positivi ed il giorno dopo 1540 non vuol dire che ci sono stati piu' contagi perche' e' normale che le misure fluttuino
intorno a 1500, che e' il valor medio del rilevamento di quanti asintomatici abbiamo in Italia.
Invero non varrebbe proprio la pena rimisurarli tutti i giorni con tutto questo impegno solo per determinarne il numero.
Ma allora e' tutta fatica sprecata fare tutti questi tamponi?
Non e' cosi' perche' anche se sembra che tutti abbiano capito che servano a misurare i contagi giornalieri (cosa che non e')
in realta' sono molto utili per individuare chi sono gli asintomatici ed avere cosi' la possibilita' di ridurre
sostanzialmente la loro capacita' di diffondere l'infezione, tracciandone i contatti al fine di individuare e prevenire
eventuali focolai prima che possano estendersi.
Ovviamente tutti speriamo che le Autorita' lo stiano facendo anche se non se ne parla.
Quei 900.000 asintomatici invisibili, che stiamo cercando ed individuando (1500 al giorno, con 100.000 tamponi)
costituiscono il principale problema sanitario perche' con l'arrivo della stagione fredda diffonderanno
nell'ambiente cariche virali sempre piu' intense (per i motivi gia' spiegati) e produrranno non solo altri asintomatici come
fanno ora (e' quella che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici) ma anche dei veri malati con la sindrome Covid-19 e
con tutti i rischi ed i costi sanitari che questo comporta (epidemia di Covid-19 e non piu' degli asintomatici).
E' importante che loro sappiano di essere stati infettati, perche' certamente prenderanno con maggiore scrupolo tutte le
precauzioni per tutelare le persone che hanno intorno. Poi saranno certamente i primi ad essere curati non appena il giusto
rimedio antivirale si renda disponibile.
Ma il numero dei tamponi positivi, e quindi la popolazione asintomatica, potrebbe anche crescere significativamente
(sta accadendo in altri Paesi come la Francia, dove e' arrivato a 10.000). Allora vorrebbe dire che la moltitudine degli
asintomatici sta crescendo e che la relativa epidemia e' in atto in forma espansiva. E' un chiaro segnale di allarme perche'
piu' numerosi sono gli asintomatici piu' e' esteso il numero dei virus in circolazione (che loro ospitano e che
diffondono nell'ambiente).
In Italia la percentuale di popolazione asintomatica oggi e' minore che in altri Paesi perche' gli italiani sono stati piu'
efficienti nel bloccare preventivamente la diffusione dell'epidemia primaria di Covid-19 e della conseguente successiva epidemia
degli asintomatici con un lock-down piu' precoce ed esteso di quanto sono riusciti a fare gli altri Paesi.
Per questo, avendo ora in casa una popolazione di asintomatici sotto il milione di persone, gli italiani avranno
un'epidemia invernale (prodotta dai virus coltivati e diffusi nell'ambiente dagli asintomatici) meno estesa e quindi meno
onerosa, anche in termini di vittime, che non altri Paesi come Francia, Spagna o Gran Bretagna.
Questo ripaghera' gli italiani di quei sacrifici, fatti nella primavera 2020, che altri Paesi per incompetenza dei loro esperti
e/o degli amministratori politici hanno voluto evitare.
Dev'essere ben chiaro a tutti che il virus Sars-CoV-2 seguita ad esistere solo perche' e' ospitato dalle persone infette
ed asintomatiche (che non sono controllate), altrimenti sparirebbe dalla faccia della Terra, perche' le persone infette
e sintomatiche sono controllate e quindi non piu' in grado di diffondere l'infezione.
Questo segnale di crescita del numero di asintomatici prelude ad una piu' ampia epidemia di COVID-19 quando con l'arrivo
del freddo le cariche virali da loro rilasciate nell'ambiente resteranno attive piu' a lungo, accumulandosi ed aumentando cosi'
l'esposizione della popolazione al rischio d'infezione.
La giusta reazione delle Autorita' dev'essere quella di combattere con tutti i mezzi disponibili questa epidemia nascosta,
quella degli asintomatici, arrivando a stabilizzare il numero di tamponi positivi rilevati nei test giornalieri.
Finche' non avremo rimedi specifici contro il Sars-CoV-2 la nostra battaglia sara' quella di limitarne la diffusione contenendo
al massimo il numero di persone che li ospitano nel loro corpo, che sono gli asintomatici.
Le 100.000 misure svolte giornalmente sui tamponi servono ad individuare gli asintomatici e poter cosi' limitare l'ulteriore
diffusione del virus nell'ambiente. In Italia oggi, con 100.000 tamponi al giorno, arriviamo ad individuarne 1500 al giorno
dei 900.000 in circolazione.
Riusciamo quindi a monitorare l'evoluzione dell'epidemia degli asintomatici ma non a contenerla con questo
piccolo numero di asintomatici individuati.
La vera lotta al fenomeno epidemico non puo' quindi prescindere dai corretti comportamenti delle persone, anche con
questa epidemia subdola e nascosta, che non si vede perche' non ci sono sintomi evidenti, neanche febbrili (quindi
bisogna continuare sempre con l'uso di mascherine, distanzianento, lavaggio frequente delle mani, ecc.). Sarebbero guai seri
se il numero di tamponi positivi giornalieri dovesse iniziare a crescere decisamente.
E' molto meglio combattere prima l'epidemia degli asintomatici che poi quella del Covid-19, con ospedali e sale di rianimazione
affollate.
CRESCITA DEL NUMERO DEI CONTAGI RILEVATI (commenti del 5 ottobre 2020):
Francamente ci sembra curioso quello che sta accadendo: tutti si comportano come se i tamponi positivi rilevati giornalmente
nei vari Paesi fossero i nuovi contagi che avvengono ogni giorno e su questa base cognitiva gli amministratori prendono le
loro decisioni sulle misure di contenimento dell'epidemia. QUESTO NON E' CORRETTO !
I tamponi positivi rilevati giornalmente sono invece una misura della percentuale di asintomatici presenti nella popolazione
(dato che in massima parte i tamponi positivi risultano essere di persone che non presentano sintomi).
Se Francesi e spagnoli trovano N volte piu' tamponi positivi di noi italiani e' perche' hanno una popolazione di asintomatici
che e' stata lasciata crescere N volte piu' che in Italia (che ha intrapreso in primavera misure di contenimento piu' efficaci
di quelle adottate da loro). Questa e' una realta' ormai difficilmente modificabile.
L'evoluzione futura dell'epidemia dipende irrimediabilmente dal numero di asintomatici che ogni Paese ormai ha in casa:
circa 900.000 in Italia e forse 4.000.000 in Francia, Spagna e UK: 4 volte di piu' se loro trovano 6.000 tamponi
positivi mentre in Italia se ne trovano solo 1.500 a parita' di test (questi numeri sono a titolo di esempio, per spiegare il
concetto esposto).
In conseguenza di cio' la loro popolazione sana sarebbe esposta a cariche virali 4 volte piu' numerose che non in Italia, con
conseguenze facilmente immaginabili.
L'ipotesi che ormai i contagi siano prevalentemente quelli prodotti dalle persone asintomatiche e' supportata anche dal
minor numero di casi con sintomi gravi che si registrano rispetto all'epidemia che abbiamo avuto in primavera (quando gli
asintomatici erano pochi): riteniamo che questo sia dovuto alle cariche virali infettanti che ora cominciano ad essere sempre
piu' numerose ma mediamente piu' deboli proprio perche' prodotte da persone asintomatiche.
Da questa comprensione del fenomeno epidemico devono discendere le misure di prevenzione e contenimento da adottare nel periodo
invernale, che e' quello piu' pericoloso perche' le cariche virali a cui la popolazione sara' esposta sono piu' intense (per i
motivi che abbiamo gia' spiegato).
Entro gli errori statistici, le variazioni giornaliere del numero di tamponi positivi indicano le lente variazioni della
popolazione degli asintomatici e quindi del rischio di contagio che essi rappresentano.
Ovviamente con l'arrivo della stagione invernale le stesse condizioni ambientali che aumentano l'esposizione della popolazione,
favorendo la diffusione delle epidemie, sono in atto anche per l'epidemia degli asintomatici che tenderanno quindi ad aumentare
di numero con l'arrivo del freddo.
Questa e' la motivazione del leggero trend all'aumento che si nota in questi giorni nel numero di tamponi positivi
rilevati che, ripetiamo, non sono nuovi contagi verificatisi ma nuovo rilevamento di contagi in larga misura avvenuti nel
passato (asintomatici).
Sara' molto difficile contenere questa crescita durante l'inverno perche' trattandosi di asintomatici non sappiamo chi sono le
persone contagiose e neanche loro sanno di esserlo. Spiegheremo tra poco come in Italia occorreranno non meno di 450 giorni per
individuarne e neutralizzarne una buona frazione.
Negli altri Paesi dove l'epidemia degli asintomatici e' stata lasciata correre di piu', questo obiettivo e' piu' lontano.
Per capire quali misure si possono intraprendere per riparare il danno di aver lasciato crescere troppo il numero degli
asintomatici bisogna tener conto delle seguenti osservazioni, che elencano i mezzi che abbiamo a disposizione per ridurne il
numero:
- Una parte degli asintomatici guarisce naturalmente e spontaneamente grazie alla loro reazione immunitaria.
- Il vaccino dovrebbe aiutare ma poco, perche' la sua azione di stimolo sul sistema immunitario, volta a stimolare la
produzione di anticorpi specifici, non dovrebbe essere molto efficace sul sistema immunitario di un asintomatico, gia'
sollecitato dal virus.
Il vaccino sara' invece efficace sulle persone sane che non sono mai entrate in contatto con il virus.
Per questo RACCOMANDIAMO A TUTTI, soprattutto ai giovani, di stare lontani da contatti ravvicinati con altre persone che
potrebbero farvi entrare nel "club degli asintomatici", perdendo cosi' la possibilita' di beneficiare del vaccino,
quando arrivera', per poter uscire stabilmente da questo girone infernale in cui ci ha confinato il virus Sars-CoV-2.
- Diverso e' il caso di un farmaco antivirale specifico (per esempio anticorpi monoclonali producibili industrialmente).
Questi possono ridurre la popolazione degli asintomatici meglio delle costose misure di contenimento dei contagi e per questo
saranno la principale arma su cui potremo contare: pertanto vanno ricercati con tutti i mezzi necessari.
- Lockdown limitati possono essere utili per contenere lo sviluppo dei focolai ma poco possono sul vero grande
problema che e' diffuso ovunque: quello della presenza incognita degli asintomatici, che seminano cariche virali sempre piu'
pericolose con l'arrivo del freddo per il fenomeno dell'accumulo, che cresce quando le temperature si abbassano.
- Tracciamento con l'App "Immuni" puo' essere un valido aiuto per controllare la diffusione dei contagi se usata da
molti.
Sicuramente in Cina, dove esiste un tracciamento estremamente invasivo delle persone (anche per altri fini), l'uso degli
smartphone sta svolgendo un ruolo essenziale per permettere a quel Paese di controllare, sembra molto bene, l'epidemia di
Covid-19.
Certo e' sorprendente che quel Paese, che e' nell'emisfero settentrionale, come l'Italia, sia riuscito a contenere la pandemia
cosi' bene come lascia vedere: devono essere riusciti con il tracciamento a neutralizzare anche l'epidemia degli asintomatici
altrimenti ne subirebbero le conseguenze come noi oggi in Europa.
Non esistono infatti scorciatoie: la guerra al Sars-CoV-2 puo' essere vinta solo riducendo a zero il numero degli asintomatici
(che sono il serbatoio permanente di coltura dei virus, che altrimenti si estinguerebbero: sono proprio gli asintomatici che
permettono al virus Sars-CoV-2 di perpetuare la sua esistenza tra noi).
Dobbiamo tutti essere coscienti che la vera epidemia da combattere e' quella degli asintomatici.
Per adesso possiamo solo individuarne il maggior numero possibile (ora in Italia riusciamo ad individuarne 2000 al giorno dei
900.000 esistenti: in 450 giorni quindi si puo' arrivare ad identificarli tutti, sperando di poterli poi neutralizzare e curare).
Percio' potremmo arrivare a risolvere il problema in Italia ma in assenza di ulteriori contagi. Riusciamo ad individuare un
asintomatico ogni 50 test che costano tanto lavoro e denaro. Ma, per esempio, un solo assembramento di giovani in un bar notturno
puo' generare anche 50 contagi diretti e indiretti in una sola serata. Quindi mentre le persone responsabili si battono per vincere
la guerra contro il virus molti remano contro, vanificando buona parte dei risultati raggiunti e riuscendo cosi' a perpetuare la
presenza del virus tra noi.
Per questo purtroppo sono necessarie anche misure restrittive, che deprimono l'economia ed impoveriscono la gente per colpa
di idioti irresponsabili che inconsapevolmente si adoperano in favore del virus, allungando i tempi della soluzione finale del
problema.
Perche' all'estero stanno peggio di noi italiani?
Perche' hanno un numero di asintomatici ben piu' alto di noi, purtroppo per loro. Cio' perche' in primavera, durante l'epidemia
primaria, non hanno voluto adottare, per incompetenza o per ragioni economiche, le tempestive misure di contenimento dell'epidemia
allora necessarie.
L'effetto di queste misure, adottate in Italia dietro raccomandazione degli organi tecnici, in primis l'Istituto Superiore di Sanita',
e' stato quello di arrestare la crescita esponenziale dell'epidemia, limitando il numero di decessi ed il numero di persone infettate
dal virus e quindi di bloccare anche la crescita in Italia del numero di persone infette ed asintomatiche.
Nell'altro nostro lavoro sui virus, presente nel sito www.biancastelli.it , c'e' un grafico di dati sui decessi che mostra chiaramente
il blocco dell'epidemia prodotto dalle misure di lockdown adottate abbastanza precocemente in Italia e la riduzione del numero di
decessi in Italia ottenuta con il lockdown; viene anche discusso un lavoro della Columbia University che ottiene gli stessi risultati
calcolando il "pedaggio", molte migliaia di decessi in piu', pagato dagli USA per aver ritardato e ridotto il lockdown.
Altri Stati non hanno voluto seguire la strada indicata dagli italiani e si sono cosi' ritrovati in casa una crescita molto piu'
estesa del numero di persone infettate e dei decessi (che sono migliaia e che si sarebbero potuti evitare con misure di contenimento
piu' tempestive).
Questa crescita eccessiva delle persone infettate in questi Stati ha comportato conseguentemente la creazione di popolazioni di
asintomatici, molto piu' numerose di quella che oggi abbiamo in Italia, con cui oggi i singoli Stati dovranno fare i conti.
Una pessima notizia per loro e' che, se i contagi attuali derivano in maniera importante dalla popolazione
infetta ed asintomatica particolarmente numerosa, allora anche lo strumento del lockdown, che in primavera ha bloccato
stabilmente la diffusione dei contagi, ora prevedo che possa produrre un blocco solo temporaneo, limitato alla durata del
lockdown. Questo perche' NON ritengo che il lockdown possa influire sulla popolazione degli asintomatici che sono nascosti,
ignoti a tutti, e che riprenderanno a diffondere il virus come prima alla fine del lockdown.
Spieghiamo meglio questo punto, che e' molto importante. Tutti pensano che oggi un lockdown generale produrrebbe gli stessi
risultati visti ad aprile 2020 ma purtroppo abbiamo ragione di ritenere che non sia cosi' per i motivi che ora spieghiamo.
Durante l'epidemia primaria del marzo 2020 NON c'era ancora la numerosa popolazione degli asintomatici che ha iniziato a
svilupparsi e a crescere proprio allora. Quindi il lockdown generale ha avuto l'effetto di bloccare la crescita del
numero di persone infette e contagiose che alimentavano l'epidemia, producendo cosi' un blocco stabile e permanente
del suo sviluppo.
Oggi, inizio autunno, la situazione e' diversa perche' la causa prevalente che alimenta lo sviluppo dell'epidemia in crescita
e' un'altra: e' la numerosa popolazione degli asintomatici che allora non c'era. Il suo contributo allo sviluppo dell'epidemia
ovviamente s'interromperebbe per la durata del lockdown ma al termine dobbiamo attenderci che l'epidemia riprenda a correre
come prima, perche' il lockdown non riuscirebbe oggi a ridurne sensibilmente la causa, che oggi e' in modo prevalente il
numero di asintomatici (da noi stimati in circa 900.000 in Italia e molti di piu' all'estero).
Ad aprile 2020 non era cosi' perche' i 900.000 asintomatici ancora non c'erano. Allora erano molti di meno; sono cresciuti poi
con il progredire dell'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI, che funziona cosi': le persone infette ma asintomatiche, rilasciando
cariche virali modeste, hanno infettato altre persone che in massima parte non hanno sviluppato la malattia Covid-19 (perche'
sono venute in contatto con piccole cariche virali ed i loro anticorpi hanno prevalso) ma molte di loro hanno mantenuto senza
saperlo i virus nascosti in parti del loro corpo poco vascolarizzate, come le terminazioni nervose, e quindi poco irrorate di
sangue contenente gli anticorpi. I virus sono cosi' riusciti a trovarsi una casa accogliente dove poter rimanere e riprodursi
per tempi molto lunghi. In altre parole ogni asintomatico li sta coltivando nel proprio corpo, permettendo loro di sopravvivere
rimanendo attivi per lungo tempo, diffondendosi anche nell'ambiente esterno.
Nel corso dell'evoluzione naturale quelle specie di virus che per le loro proprieta' hanno trovato questa via di esistere
si sono estese di piu' sul pianeta Terra perche' hanno trovato un modo di perpetuare la loro presenza in una popolazione
ospite che da noi sono gli asintomatici.
Ma che questi virus perpetuino la loro presenza tra noi non ci va assolutamente bene!
Oggi fortunatamente siamo in grado di capire dove si nascondono e come fanno a sopravvivere cioe' a permanere nell'ambiente
rimanendo attivi, cioe' in grado di infettarci per riprodursi. Questo ci permettera' di combatterli al meglio una volta
trovato il giusto farmaco antivirale.
In conclusione riteniamo di aver capito che ogni asintomatico, infettando le altre persone con cui viene in contatto, puo'
generare degli altri asintomatici che cosi' crescono di numero senza che nessuno lo sappia (nemmeno loro). E' il meccanismo
che la Natura ha creato per permettere a questi virus di rimanere per sempre sul pianeta Terra e che noi dobbiamo impedire
disattivandolo con i giusti farmaci.
E' questo il fenomeno che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici" e che, in maniera nascosta, ha prodotto quelle
900.000 persone infette e senza sintomi che ad aprile 2020 ancora non c'erano e che ora invece costituiscono il cuore del
nostro problema, perche' sono loro il serbatoio del sistema che genera virus in continuazione, difficile da combattere perche'
nascosto ed invisibile.
Per questi motivi oggi abbiamo ragione di ritenere che l'oneroso LOCKDOWN GENERALE POTREBBE RISULTARE NON PIU' COSI'
EFFICACE COME E' STATO NEL PASSATO perche' e' cambiata la causa prevalente dei contagi.
Vanno bene invece le chiusure locali fatte intorno ai focolai, perche' sono utili per contenere l'espansione dell'infezione
in atto.
L'obbligo di usare sempre la mascherina certamente aiuta a ridurre i contagi generati dagli asintomatici: ma e' certo che non
vogliamo essere costretti ad usarla per tutta la vita.
Anche per questo, se ho ragione, purtroppo l'unico modo di far regredire oggi i contagi dovrebbe essere quello lungo e
difficile di ridurre il numero degli asintomatici, individuandoli e guarendoli con il giusto farmaco antivirale,
che purtroppo ancora non esiste.
Infine voglio sperare che il numero di idioti che circolano in Italia ignorando le indispensabili ben note misure preventive
di contenimento dei contagi non ci facciano crescere in Italia il numero di persone infette ed asintomatiche al livello degli
altri Stati, altrimenti tutti i sacrifici da tutti noi italiani fatti finora andrebbero in fumo e sarebbe un danno enorme,
una vera tragedia biblica sanitaria, sociale ed economica per tutta l'Italia.
E' essenziale disporre al piu' presto di un farmaco antivirale specifico per il Sars-CoV-2 per poter guarire
questi asintomatici, una volta individuati, se no tutto il lavoro che si fa serve a poco. Per l'epatite C e' stato fatto ma
ci sono voluti piu' di 20 anni.
Se e' vero che le cariche virali emesse dagli asintomatici si accumulano maggiormente nell'ambiente quando la temperatura
scende verso i 4 gradi centigradi, riteniamo i dati dei contagi odierni (con temperature SOLO autunnali) molto allarmanti
perche' secondo noi sono una prova dell'altissimo grado di contagiosita' di questo virus.
Conseguentemente, con il prossimo aumento delle cariche virali a cui la popolazione sara' esposta nel periodo invernale,
si dovranno adottare ulteriori protezioni particolarmente piu' efficaci del passato, altrimenti l'infezione si
manifestera' sempre piu' spesso in forma non piu' attenuata (in quanto prodotta da asintomatici) ma con la sindrome Covid-19
e gli ospedali si riempiranno sempre di piu', come sta gia' accadendo jn Paesi piu' freddi dell'Italia, ad esempio in Francia.
Compito della Scienza e' quello di comprendere correttamente il fenomeno e prevederne l'evoluzione per consentire ai
governanti di predisporre i giusti provvedimenti per tempo.
Ma occorre tenere sempre presente che LOCKDOWN ESTESI E NON LOCALIZZATI OGGI POTREBBERO NON PRODURRE PIU' GLI STESSI EFFETTI
DEL PASSATO, perche' oggi la causa dei contagi e' diversa: e' la grande popolazione di asintomatici, che allora non era cosi'
estesa, e conseguentemente oggi l'effetto di un lockdown non localizzato produrrebbe un arresto dei contagi NON piu'
permanente ma limitato SOLO alla durata dell'oneroso lockdown (che non puo' essere molto lunga).
LOCKDOWN GENERALE ORA SAREBBE DIVERSO (spiegazione aggiunta il 10/10/2020):
Spieghiamo meglio questo punto del lockdown, che e' fondamentale per i costi economici e sociali, perche' sembra che
nessuno lo abbia ben capito.
A marzo in Italia di asintomatici ce n'erano molti di meno ed i contagi erano piu' intensi perche' prodotti da persone con la
sindrome Covid-19, quindi con cariche virali che erano ben piu' elevate di oggi e per questo gli ospedali allora erano piu'
sotto pressione di oggi. Il lockdown fatto a marzo in Italia e' stata la scelta migliore perche' era l'unica
che potesse bloccare i contagi, riducendo in modo stabile il numero di persone (sintomatiche) che generavano nuovi contagi e
quindi arrestando stabilmente lo sviluppo ulteriore dell'epidemia (e la crescita del numero di asintomatici).
Nell'altro nostro lavoro sul virus, presente su questo stesso sito web, abbiamo anche dimostrato come questo lockdown generale,
fatto in Italia in primavera, ha salvato migliaia di vite umane. Questo non e' accaduto invece negli altri Paesi, che hanno
preferito non bloccare l'economia, ed hanno cosi' inconsapevolmente dovuto pagare un prezzo molto elevato in vite umane
(stimato anche in molte decine di migliaia, non solo da noi ma anche da un lavoro analogo fatto presso la Columbia University).
Cosi' a marzo, una volta terminato il lockdown, in Italia lo sviluppo dell'epidemia si era arrestato in modo
PERMANENTE.
Oggi la situazione e' sostanzialmente diversa: chi sta generando la maggior parte dei contagi non sono piu' le persone con
sintomi e sindrome Covid-19 (con rilascio di cariche virali intense che manderebbero quasi tutti gli infettati all'ospedale).
Oggi chi genera prevalentemente i contagi sono le numerosissime persone asintomatiche (con rilascio di cariche virali modeste
che mandano molte meno persone all'ospedale ma che ne aggiungono molte altre al "club degli asintomatici", aggravando
lentamente ed inesorabilmente i problemi creati dagli asintomatici: proprio questo incremento di asintomatici e' responsabile
di gran parte della crescita del numero di tamponi positivi che si rileva in questi giorni di ottobre).
Per questo oggi la situazione appare diversa se confrontata con quella di marzo/aprile (il virus e' sempre lo stesso, non
e' diventato piu' "buono").
Cosa accadrebbe oggi se si ripetesse un lockdown piu' o meno generale (nazionale o regionale) come quello di aprile?
Potrebbero non aversi piu' benefici permanenti ma solo temporanei, legati alla durata del lockdown: cioe' si potrebbe
bloccare lo sviluppo dell'epidemia per la durata del lockdown ma 5 giorni dopo la fine del lockdown l'epidemia non risulterebbe
bloccata (come in aprile) ma potrebbe riprendere a crescere come prima del lockdown.
Questa differenza e' dovuta al fatto che oggi la causa che genera i contagi e' la numerosissima popolazione di asintomatici
che purtroppo abbiamo in casa (fortunatamente per noi, in Italia ne abbiamo molti meno che in altri Paesi che non hanno voluto
fare un lockdown generale, come ha fatto l'Italia in primavera) e questa non viene ridotta dal lockdown ma rimane la stessa e,
non appena termina il lockdown, riprende a diffondere i contagi che sono immediatamente poi rilevabili nei test dopo circa 5
giorni di incubazione.
In conclusione le misure di lockdown generali oggi potrebbero NON apportare benefici ma solo danni e per questo potrebbero
dover essere escluse quando la causa della diffusione dei contagi e' prevalentemente la popolazione degli asintomatici.
Diverso e' il caso dei lockdown localizzati, anche ad un intero quartiere, che possono essere indispensabili per
bloccare la diffusione di un focolaio non piu' circoscrivibile.
Infine vogliamo anche stigmatizzare la notizia di stampa odierna secondo cui vari accademici inglesi, per non deprimere
l'economia britannica, consigliano alle loro autorita' di lasciar diffondere i contagi, contando sull'effetto positivo della
cosiddetta "immunita' di gregge". Per i motivi esposti, noi riteniamo profondamente errato e dannoso questo suggerimento.
AGGIORNAMENTO (al 25 Settembre 2020): Gli asintomatici rilasciano cariche virali piu' modeste (perche' hanno
anticorpi nel loro organismo).
A marzo gli asintomatici erano ancora pochi ed il contagio avveniva da persone con sintomi del Covid-19, che rilascivano
cariche virali piu' intense. Per questo il minor numero di malati che si registra a settembre non e' dovuto ad una mutazione
del virus che lo ha reso meno aggressivo ma alle cariche virali meno intense.
La prospettiva che abbiamo di fronte pero' e' abbastanza sconfortante perche' le cariche virali presenti nell'ambiente ora
iniziano a diventare sempre piu' intense. Cio' a causa della considerevole crescita registratasi negli ultimi mesi del numero
di persone infette ed asintomatiche (che oggi risultano essere circa 900.000 in Italia).
Per colpa loro il numero di virus rilasciati ed in circolazione e' cresciuto di molto ed il processo del
loro ACCUMULO nell'ambiente, conseguente all'allungamento del periodo di tempo in cui i virus rimangono attivi nell'ambiente
(dovuto alle piu' basse temperature autunnali ed invernali) aumentera' le cariche virali a cui la popolazione sana e' esposta.
Quindi il numero di casi di Covid-19 che ci dobbiamo attendere, in assenza di valide contromisure, adeguate all'aumentato
rischio di esposizione della popolazione sana, e' destinato purtroppo a crescere, anche di molto.
Cio' in quanto questo fenomeno e' A SOGLIA perche' quando la popolazione e' esposta a cariche virali modeste,
come accade d'estate, la reazione del sistema immunitario e' sufficiente nella maggior parte dei casi ad impedire
lo sviluppo incontrollato dell'infezione ed il paziente infettato diventa asintomatico e non si ammala di Covid-19.
Ma questa reazione ha successo finche' la carica virale con cui si viene in contatto e' sotto un certo limite. Quando si abbassa
la temperatura ambientale, come accade d'inverno o nelle celle frigorifere o con l'aria condizionata, le cariche virali
crescono d'intensita' oltre questo limite ed allora accade sempre piu' spesso che il paziente infettato si ammala
di Covid-19 e sempre piu' pazienti necessitano il ricovero in terapia intensiva.
Questa e' la spiegazione piu' verosimile del fenomeno pandemico: conseguentemente con l'arrivo del freddo e'
indispensabile che tutti accentuino in misura adeguata tutte le misure di prevenzione del contagio per impedire lo
sviluppo esponenziale dell'infezione e dell'epidemia.
QUANDO FINIRA' QUESTA PANDEMIA ?: (9 ottobre 2020)
Nella nostra comprensione del fenomeno epidemico da Sars-CoV-2 i contagi a medio e lungo termine provengono principalmente
dalla popolazione di asintomatici che puo' essere piu' o meno estesa a secondo di come si e' riusciti a contenere lo sviluppo
dell'epidemia.
Che questa sia la situazione attuale e' accertato dai risultati dei numerosi tamponi che si stanno misurando giornalmente, in
quanto in massima parte i risultati positivi sono di persone asintomatiche.
Questa non e' una buona notizia perche' testimonia che la popolazione di asintomatici inizialmente generatasi (in primavera)
e' stata capace di mantenersi, estendendosi fino all'autunno (cioe' per 6 mesi).
Abbiamo gia' spiegato che la sua estensione (che gli permette anche di mantenersi) avviene con quella che abbiamo chiamato
"epidemia degli asintomatici"; un asintomatico infatti con l'infezione e' in grado di generare un altro asintomatico
(preferenzialmente) piu' che un malato di Covid-19, perche' la carica virale infettante e' generalmente nel suo caso modesta.
Se permane a lungo e numerosa la popolazione degli asintomatici, la durata del rischio di contagio per la popolazione sana
e' maggiore ed il rischio risulta direttamente legato alla durata della permanenza media dei virus nell'organismo delle persone
che li ospitano (cioe' alla durata della patologia negli asintomatici).
Esistono virus, come l'herpes simplex o zoster, che sono capaci di permanere nell'uomo che li ospita anche per tutta la vita.
Noi ci auguriamo vivamente che questo virus non abbia le stesse caratteristiche, per cui ci aspettiamo che dopo un certo tempo
gli asintomatici guariscano spontaneamente in un tempo medio T (grazie all'effetto degli anticorpi che sono in
grado di produrre).
Quindi in quella popolazione di asintomatici si realizza un equilibrio dinamico, in cui il numero di asintomatici
si azzererebbe dopo un tempo T (estinzione dell'epidemia); ma durante lo stesso tempo T, per contagio, si creano dei nuovi
asintomatici che restano tali e contagiosi per un nuovo intervallo temporale T, a partire dalla data del contagio.
E' quindi una situazione analoga a quella di un lavello da cui l'acqua fuoriesce dal tappo aperto ma contemporaneamente entra
da un rubinetto lasciato aperto. A secondo delle due portate il lavello puo' svuotarsi (estinzione degli asintomatici e
dell'epidemia) o puo' crescere di livello sempre piu' (crescita incontrollata dell'epidemia).
PREVISIONE DELL'AUTORE (scritta qui' in data 9/10/2020):
RIASSUNTO: L'ESTENSIONE DELL'USO DELLE MASCHERINE E' STATO ADOTTATO IL 9/10. IN LINEA CON IL NOSTRO MODELLO DI
SVILUPPO DELL'EPIDEMIA, ABBIAMO PREVISTO CHE QUESTO PROVVEDIMENTO AVREBBE DOVUTO RIDURRE LA CRESCITA DEL NUMERO DEI
CONTAGI ENTRO POCHI GIORNI E COSI' E' STATO: DAL 12/10 SI E' ARRESTATA LA CRESCITA DELLA PERCENTUALE DEI CONTAGI CHE
STAVA DIVENTANDO ESPONENZIALE. CONSIDERIAMO QUESTO RISULTATO UNA PRIMA CONFERMA SPERIMENTALE DELLA CORRETTEZZA DEL
MODELLO, CHE RESPONSABILIZZA IN MODO NUOVO I 3 MILIONI DI ASINTOMATICI PRESENTI IN ITALIA, E CHE INDICA COME AFFRONTARE
IL PROBLEMA DELLA PANDEMIA.
Vogliamo azzardare una previsione.
Da oggi 9/10 in Italia e' stato introdotto l'obbligo di portare la mascherina praticamente sempre tranne che in famiglia.
Su circa 130.000 test molecolari con tampone fatti giornalmente, si sta registrando un aumento dei test positivi di circa 900
al giorno, che corrisponde all'inizio di un trend di crescita esponenziale.
Come abbiamo spiegato in precedenza queste misure sono una determinazione della numerosita' degli asintomatici in Italia
(perche' quasi tutti i positivi risultano essere asintomatici).
Gli asintomatici si sono sempre comportati in tutto come persone sane, quindi con un ridotto impiego della mascherina che
percio' nel loro caso non ha potuto ridurre molto la diffusione del contagio. Ora, con questa nuova disciplina, tutti gli
asintomatici saranno sempre costretti (salvo che in famiglia) ad usare la mascherina che ridurra' sensibilmente la loro
capacita di diffondere virus nell'ambiente e di contagiare cosi' gli altri.
Essendo secondo noi gli asintomatici praticamente la principale origine del contagio (in Lombardia oggi i numeri sono piu'
alti perche' li' si sono generati piu' asintomatici in primavera e la relativa epidemia si e' cosi' potuta sviluppare
maggiormente), che fa salire il numero dei test positivi, ritengo di poter prevedere quanto segue:
- Se il tempo d'incubazione di un contagio (cioe' il tempo medio dopo cui un contagiato diventa asintomatico e positivo
al test) e' di 4 giorni, ad esempio, allora per i prossimi 4 giorni, cioe' fino al 13/10 i test positivi continueranno a salire
di circa 900 al giorno (entro le fluttuazioni, dipendenti dai criteri adottati nella scelta delle persone da esaminare e dalle
leggi della statistica).
- Dal 14/10 in poi si comincera' a vedere l'effetto della riduzione della capacita' degli asintomatici di diffondere il
virus nell'ambiente (dovuta all'obbligo di indossare la mascherina) e l'incremento giornaliero dei test positivi comincera' a
scendere sotto ai 900 che riscontriamo oggi (9/10), fino a stabilizzarsi poi ad un incremento giornaliero abbastanza piu'
basso, dipendente dal rispetto dalla disciplina da parte della popolazione.
- Questo incremento giornaliero piu' basso ed inesorabile dei positivi al test, e' la manifestazione dell'epidemia
degli asintomatici in atto, che con l'arrivo del freddo e' destinata a progredire. Esso dovra' essere compatibile con
l'incremento di contagiosita' dovuto all'ulteriore calo stagionale della temperatura, che, come abbiamo spiegato in
precedenza, comporta l'aumento delle cariche virali in circolazione per accumulo, favorito dall'allungamento del tempo in
cui il virus resta attivo nell'ambiente, e quindi dell'esposizione delle persone sane al virus con un conseguente aumento dei
positivi nei test giornalieri lento ma inesorabile (destinato a regredire solo all'arrivo della stagione calda, non essendo
facilmente contenibile la sua causa, che e' l'epidemia degli asintomatici).
Oggi e' il 9/10 e nessuno si espone facendo previsioni sull'andamento di questa pandemia, perche' tutti confessano di non
saperne abbastanza essendo del tutto nuova. Noi invece abbiamo voluto fare questa previsione perche', se tra 5 giorni
diminuisce l'incremento giornaliero dei test positivi (che chiamano impropriamente "nuovi contagi") allora avremo ottenuto
una buona conferma sperimentale delle nostre congetture sull'importanza dell' "EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI", riguardo al numero
di tamponi positivi rilevati in questi giorni.
Staremo a vedere. Arrivederci al 16/10.
ANTEPRIMA DEI RISULTATI: (al 13 ottobre 2020)
Certamente scrivero' l'esito finale della previsione precedente dopo aver acquisito i risultati dei prossimi giorni, ma gia'
oggi (13 ottobre) possiamo registrare un'indicazione di un arresto della crescita del numero dei test positivi
rispetto ai giorni precedenti da noi previsto, in seguito all'estensione dell'uso delle mascherine anche all'aperto (vedi
sopra).
Ecco la tabella con i dati dei tamponi positivi di tutta Italia, che continueremo a completare nei prossimi giorni.
Con un click (e poi Back) potete vedere le definizioni dei
CONTAGI VERI
e dell'
ACCUMULO CONTAGI
veri.
Clic per vedere il
grafico
.
DATA |
N.MISURE |
N.POSITIVI |
PERCENTUALE |
CONTAGI VERI |
ACCUMULO CONTAGI |
08/10 G | 128.098 | 4458 |
3.5 % |
? |
? |
09/10 V | 130.000 | 5372 |
4.1 % |
0.6% |
0.6% |
10/10 S | 133.000 | 5724 |
4.3 % |
0.2% |
0.8% |
11/10 D | 104.658 | 5456 |
5.2 % |
0.9% |
1.7% |
12/10 L | 85.442 | 4619 |
5.4 % |
0.2% |
1.9% |
|
13/10 M | 112.544 | 5901 |
5.2 % |
-0.2% |
1.7% |
14/10 M | 152.000 | 7332 |
4.8 % |
-0.4% |
1.3% |
15/10 G | 162.932 | 8804 |
5.4 % |
0.6% |
1.9% |
16/10 V | 150.932 | 10.377 |
6.6 % |
1.2% |
3.1% |
17/10 S | 165.837 | 10.925 |
6.6 % |
0.0% |
3.1% |
18/10 D | 146.541 | 11.705 |
8.0 % |
1.4% |
4.5% |
19/10 L | 99.000 | 9.338 |
9.4 % |
1.4% |
5.9% |
20/10 M | 144.737 | 10.874 |
7.5 % |
-1.9% |
4.0% |
21/10 M | 177.848 | 15.199 |
8.5 % |
1.0% |
5.0% |
22/10 G | 170.392 | 16.079 |
9.4 % |
0.9% |
5.9% |
23/10 V | 182.032 | 19.143 |
10.5 % |
1.1% |
7.0% |
24/10 S | 177.669 | 19.644 |
11.0 % |
0.5% |
7.5% |
25/10 D | 161.880 | 21.273 |
13.1 % |
2.1% |
9.6% |
26/10 L | 124.686 | 17.012 |
13.6 % |
0.5% |
10.1% |
27/10 M | 174.398 | 21.994 |
12.6 % |
-1.0% |
9.1% |
28/10 M | 198.952 | 24.991 |
12.6 % |
0.0% |
9.1% |
29/10 G | 201.452 | 26.831 |
13.3 % |
0.7% |
9.8% |
30/10 V | 215.085 | 31.084 |
14.4 % |
1.1% |
10.9% |
31/10 S | 215.886 | 31.758 |
14.7 % |
0.3% |
11.2% |
01/11 D | 183.457 | 29.907 |
16.3 % |
1.6% |
12.8% |
02/11 L | 135.731 | 22.253 |
16.4 % |
0.1% |
12.9% |
03/11 M | 182.287 | 28.244 |
15.5 % |
-0.9% |
12.0% |
04/11 M | 211.821 | 30.550 |
14.4 % |
-1.1% |
10.9% |
05/11 G | 220.000 | 34.505 |
15.7 % |
1.3% |
12.2% |
06/11 V | 234.245 | 37.809 |
16.1 % |
0.4% |
12.6% |
07/11 S | 231.673 | 39.811 |
17.2 % |
1.1% |
13.7% |
08/11 D | 191.144 | 32.616 |
17.1 % |
-0.1% |
13.6% |
09/11 L | 147.725 | 25.271 |
17.1 % |
0.0% |
13.6% |
10/11 M | 217.758 | 35.098 |
16.1 % |
-1.0% |
12.6% |
11/11 M | 225.640 | 32.961 |
14.6 % |
-1.5% |
11.1% |
12/11 G | 234.672 | 37.978 |
16.2 % |
1.6% |
12.7% |
13/11 V | 254.908 | 40.902 |
16.0 % |
-0.2% |
12.5% |
14/11 S | 227.695 | 37.255 |
16.4 % |
0.4% |
12.9% |
15/11 D | 195.275 | 33.979 |
17.4 % |
1.0% |
13.9% |
16/11 L | 152.673 | 27.354 |
17.9 % |
0.5% |
14.4% |
17/11 M | 208.458 | 32.191 |
15.4 % |
-2.5% |
11.9% |
18/11 M | 234.834 | 34.282 |
14.6 % |
-0.8% |
11.1% |
19/11 G | 250.860 | 36.176 |
14.4 % |
-0.2% |
10.9% |
20/11 V | 238.077 | 37.242 |
15.6 % |
1.2% |
12.1% |
21/11 S | 237.225 | 34.767 |
14.6 % |
-1.0% |
11.1% |
22/11 D | 188.747 | 28.337 |
15.0 % |
0.4% |
11.5% |
23/11 L | 148.945 | 22.930 |
15.4 % |
0.4% |
11.9% |
24/11 M | 188.659 | 23.232 |
12.3 % |
-2.1% |
9.8% |
25/11 M | 230.007 | 25.853 |
11.2 % |
-1.1% |
8.7% |
26/11 G | 232.711 | 29.003 |
12.5 % |
1.3% |
10.0% |
27/11 V | 222.803 | 28.352 |
12.7 % |
0.2% |
10.2% |
28/11 S | 225.940 | 26.323 |
11.6 % |
-1.1% |
9.1% |
29/11 D | 176.934 | 20.648 |
11.7 % |
0.1% |
9.2% |
30/11 L | 130.524 | 16.377 |
12.5 % |
0.8% |
10.0% |
01/12 M | 180.100 | 19.350 |
10.7 % |
-1.8% |
8.2% |
02/12 M | 207.143 | 20.709 |
10.0 % |
-0.7% |
7.5% |
03/12 G | 226.729 | 23.225 |
10.2 % |
0.2% |
7.7% |
04/12 V | 212.000 | 24.099 |
11.3 % |
1.3% |
9.0% |
05/12 S | 194.984 | 21.052 |
10.8 % |
-0.5% |
8.5% |
06/12 D | 163.550 | 18.887 |
11.5 % |
0.2% |
9.2% |
07/12 L | 111.217 | 13.720 |
12.3 % |
0.8% |
10.0% |
08/12 M | 149.232 | 14.842 |
9.9 % |
-2.4% |
7.6% |
09/12 M | 118.475 | 12.756 |
10.8 % |
0.9% |
8.5% |
10/12 G | 171.586 | 16.999 |
9.9 % |
-0.9% |
7.6% |
11/12 V | 190.416 | 18.727 |
9.8 % |
-0.9% |
7.6% |
12/12 S | 196.439 | 19.903 |
10.1 % |
0.3% |
7.9% |
13/12 D | 152.697 | 17.938 |
11.7 % |
1.6% |
9.5% |
14/12 L | 103.584 | 12.030 |
11.6% |
1.5% |
11% |
15/12 M | 162.880 | 14.844 |
9.1% |
-2.5% |
8.5% |
16/12 M | 199.489 | 17.572 |
8.8% |
-0.3% |
8.2% |
17/12 G | 185.320 | 18.236 |
9.8% |
1% |
9.2% |
18/12 V | 179.800 | 17.992 |
10.0% |
0.2% |
9.4% |
19/12 S | 176.185 | 16.308 |
9.2% |
-0.8% |
8.6% |
20/12 D | 137.420 | 15.194 |
11.0% |
1.8% |
10.4% |
21/12 L | 87.889 | 10.872 |
12.3% |
1.3% |
11.7% |
22/12 M | 166.205 | 13.318 |
8.0% |
1.3% |
11.7% |
23/12 M | 175.364 | 14.522 |
8.3% |
0.3% |
12.0% |
24/12 G | 193.777 | 18.040 |
9.3% |
1.0% |
13.0% |
25/12 V | 152.334 | 19.037 |
12.5% |
3.2% |
16.2% |
26/12 S | 81.285 | 10.407 |
12.8% |
0.3% |
13.3% |
27/12 D | 59.879 | 8.913 |
14.9% |
2.1% |
15.4% |
28/12 L | 68.681 | 8.585 |
12.5% |
-2.4% |
13.0% |
29/12 M | 128.740 | 11.212 |
8.7% |
-6.2% |
6.8% |
30/12 M | 169.045 | 16.202 |
9.8% |
1.1% |
7.9% |
31/12 G | 186.004 | 23.477 |
12.6% |
2.8% |
10.7% |
1/1 V | 157.524 | 22.211 |
14.1% |
1.5% |
12.2% |
2/1 S | 67.174 | 11.831 |
17.6% |
3.5% |
15.7% |
3/1 D | 102.974 | 14.245 |
13.8% |
-3.8% |
11.9% |
4/1 L | 102.974 | 14.245 |
13.8% |
-3.8% |
11.9% |
5/1 M | 135.106 | 15.378 |
11.4% |
-2.4% |
9.5% |
6/1 M | 178.596 | 20.331 |
11.4% |
0% |
9.5% |
7/1 G | 121.275 | 18.020 |
14.9% |
3.5% |
13% |
8/1 V | 140.267 | 17.533 |
12.5% |
-2.4% |
10.6% |
9/1 S | 172.119 | 19.978 |
11.6% |
-0.9% |
9.7% |
10/1 D | 139.758 | 18.627 |
13.3% |
1.7% |
11.4% |
11/1 L | 91.656 | 12.532 |
13.7% |
0.4% |
11.8% |
12/1 M | 141.641 | 14.242 |
10.0% |
-3.7% |
8.1% |
13/1 M | 175.429 | 15.774 |
9.0% |
-1.0% |
7.1% |
14/1 G | 160.585 | 17.246 |
10.7% |
-1.0% |
7.1% |
15/1 V | 273.000 | 16.146 |
5.9% |
-- |
-- |
16/1 S | 260.704 | 16.310 |
6.2% |
-- |
-- |
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
Percentuali dei tamponi positivi dal 11/10 al 15/11: si vede l'effetto del provvedimento sulle mascherine
La risalita dopo il 15/10 e' dovuta all'avvio dell'epidemia Covid-19, innescata dal valore 5% troppo alto
Le percentuali dei tamponi positivi dall' 8/10 al 24/10 mostrano l'effetto del provvedimento 'mascherine'
Infatti i dati degli ultimi 5 giorni risultano tutti piu' bassi di almeno 2.5% a partire dal 20/10.
Commenti scritti il 13/10 e 22/10: La preoccupante rapida salita dei contagi rilevati nei primi giorni di
ottobre sembra arrestarsi il 12/10 e stabilizzarsi su un valore di poco superiore al 5% (cioe' i tamponi trovati positivi
risultano stabilizzarsi intorno al 5% del totale delle misure effettuate).
La significativita' ancora non e' elevata (e' basata solo su 2 misure, quelle del 12 e 13 ottobre) ma, se tra altri 2 giorni
da oggi 13/10 questa percentuale restasse fissa al 5% o meno, allora potremo dire che la nostra previsione e' stata
confermata e potremo esultare, non solo per aver capito come arrestare l'epidemia degli asintomatici, cioe' di
coloro che coltivano e diffondono il virus in Italia ma anche per aver fatto un buon passo avanti nella comprensione del
fenomeno pandemico (vedi "Il ruolo degli asintomatici" nel prossimo paragrafo).
Per capire l'importanza di questo risultato, se confermato, bisogna tenere conto che la descrizione del fenomeno epidemico in
atto, da noi ipotizzata con argomenti ragionevoli, avrebbe attualmente come causa prevalente dei contagi la
numerosa popolazione infetta ed asintomatica.
Questi risultati vanno nella direzione di confermare il nostro modello per la comprensione della pandemia.
Per questo l'imposizione dell'obbligo di indossare le mascherine anche all'esterno dei locali, adottata il 9/10, ha avuto a
nostro avviso un grande impatto sulla riduzione della diffusione aerea e quindi nell'ambiente dei virus e quindi del
contagio potenziale da parte di cosi' tante persone che circolano, infette e senza sintomi (quindi ignare di poter
diffondere il contagio).
Avendo subito rilevato questo beneficio del provvedimento adottato ci siamo spinti a fare la nostra previsione di questa
riduzione dei contagi che ora sembra verificarsi davvero con un piccolo ritardo corrispondente al tempo d'incubazione.
Finora sembra che nessuno se ne sia accorto, perche' ovviamente gli altri dati, come ricoveri, decessi, ecc., rimarranno
ancora in salita per qualche giorno, in quanto effetto dei contagi in salita dei giorni precedenti. Dovremo attendere
qualche giorno perche' questo risultato venga confermato e perche' ne possano prendere coscienza i giornalisti e quindi anche
l'opinione pubblica (per questa crescita il 14/10 i giornali parlano ancora di rischio di situazione esplosiva a Milano).
Secondo noi questa riduzione del tasso di crescita dei contagi, se confermata, rappresenterebbe un importante primo
riscontro sperimentale a supporto della nostra descrizione del fenomeno epidemico, connesso con l'epidemia degli
asintomatici (che ne fa crescere il numero ed il conseguente potenziale di contagiosita', che costituisce oggi la grande
minaccia per tutta la popolazione mondiale).
L'epidemia in atto oggi, ad ottobre, secondo noi e' sostanzialmente DIVERSA dall'epidemia primaria di Covid-19 avvenuta
in primavera, quando il lockdown adottato in Italia era ancora efficace (ora non piu', come gia' spiegato), perche'
allora non c'erano i 3 milioni di asintomatici, che sono in circolazione oggi e che costituiscono da ora in poi, secondo noi,
la principale sorgente di diffusione dei virus e dei conseguenti contagi.
E' importante che si prenda coscienza di cio' perche' oggi si sente affermare, anche da persone considerate esperte, che
"gli asintomatici non sono un problema per la sanita' pubblica, perche' non vanno in ospedale" oppure che "la pandemia non e'
piu' un problema, perche' il tasso di mortalita' e' sceso al 0.3%".
In primavera le infezioni erano prodotte da persone con sintomi e quindi con rilascio di cariche virali molto piu' intense di
quelle che oggi rilasciano quei 3 milioni di asintomatici e che secondo noi sono la principale causa d'infezione attuale.
Per questo oggi le persone infettate presentano sintomi piu' lievi, non per una mutazione del virus o per le cure migliori.
La comprensione del fenomeno epidemico attuale e' percio' ESSENZIALE per capire come possiamo combattere piu'
efficacemente il virus Sars-CoV-2 (per esempio: lockdown no, mascherine si): noi stiamo cercando qui' di portare il nostro
contributo.
Se sara' confermato, questo risultato della nostra previsione fornirebbe un aiuto fondamentale per la limitazione dei
contagi anche in tutti gli altri Stati, che hanno popolazioni di asintomatici ben piu' numerose della nostra e che stanno
lottando con provvedimenti inadeguati (sottovalutando l'importanza dell'uso generalizzato delle mascherine, che porterebbe a
loro benefici ancora maggiori che a noi) contro una crescita dei contagi ben superiore alla nostra.
L'Italia si confermerebbe cosi' ancora una volta ai vertici delle capacita' d'indagine scientifica e come leader mondiale
nella lotta alla pandemia.
Commenti scritti il 14/10: I dati del 14/10 fanno sperare nell'inizio di una discesa della percentuale dei positivi su
oltre 152.000 tamponi misurati, a meno del 4.8 % (vedi
tabella
).
Essendoci sempre una (piccola) frazione dei test che contribuiscono tendenzialmente ad innalzare il numero dei positivi
(sono quelli fatti per inseguire il tracking o quelli di controllo della positivita'), pero' quando i tamponi misurati
sono tanti, come oggi che sono piu' di 152.000, il dato dei positivi e' piu' realistico (ne risente di meno).
Quindi ci sentiamo di concludere che il dato odierno non indica necessariamente un calo del numero dei positivi ma certamente
conferma l'annunciato arresto dell'andamento crescente del numero dei positivi e quindi il BLOCCO della crescita
dell'epidemia degli asintomatici che sono quelli che mantengono attivi i virus nell'ambiente e li diffondono,
alimentando i contagi delle persone sane.
Il riscontro da noi cercato in realta' non esige nemmeno che la percentuale dei positivi resti costante nel tempo o
decresca ma solo che ci sia stato un deciso cambiamento in senso favorevole nell'andamento temporale dei dati (potrebbero
anche crescere, ma piu' lentamente).
Confermiamo di attribuire questo successo nel combattere la pandemia all'estensione dell'obbligo di usare le mascherine anche
all'aperto, che ha contribuito in modo rilevante a bloccare la diffusione nell'ambiente dei virus da parte di circa 3
milioni di persone infette ed asintomatiche.
Dalla misura del cambiamento dell'andamento temporale delle percentuali dei test positivi si puo' ricavare una valutazione
quantitativa dell'efficacia del provvedimento sull'obbligo delle mascherine. Questa efficacia puo' essere migliorata
perfezionando il provvedimento (crediamo che in Cina stiano ottenendo risultati anche migliori dei nostri per una maggiore
disciplina).
Come gia' annunciato aspettiamo i dati di domani per ESULTARE, traendone poi le giuste ed utilissime conclusioni (la
stampa ed i medici, se guardano solo ai ricoveri ed ai decessi, potrebbero accorgersene forse tra qualche giorno per ovvi
motivi). In realta' dopo l'inizio dell'epidemia alimentata dalle persone infette con sintomi, ricoveri e decessi cresceranno
comunque in misura di quanto questa epidemia dilaga.
SECONDA ONDATA DI COVID-19: Commento scritto il 16/10 (Come annunciato)
Quasi tutto OK, perche' la percentuale di tamponi positivi che mostra 5 GIORNI DI DATI STABILI INTORNO
AL 5% DOPO VARI GIORNI SEMPRE IN SALITA, costituisce un'evidenza sperimentale sufficiente per CONFERMARE la nostra
previsione e potremmo cosi' esultare per il successo ottenuto.
Ecco allora qui' la nostra ESULTANZA (piccola piccola, in segno di lutto, per i motivi che saranno chiari tra poco):
E U R E K A !
L'obbligo di indossare le mascherine va poi correlato con la contagiosita' del virus, che diminuisce quando fa
caldo (ma non nelle celle frigorifere o con l'aria condizionata). Quindi le Autorita', monitorando con (poche) misure
molecolari il numero di asintomatici, devono regolamentare l'obbligo delle mascherine (certamente si in inverno,
probabilmente no in estate).
Credo che i cinesi stiano facendo proprio cosi' e, se abbiamo ragione noi, e' quindi possibile che proprio per
questo motivo oggi loro non abbiano alcun contagio.
La questione cinese: Se cio' fosse vero (in Cina, anche se i loro contagi non fossero zero, certamente
oggi stanno messi molto meglio di noi) sarebbe un'ULTERIORE CONFERMA SPERIMENTALE che quanto esposto
in questo articolo corrisponde al vero. Sarebbe allora un progresso importante ed un passo avanti utilissimo verso
la comprensione della fenomenologia di comportamento di questo virus. Cio' potrebbe aiutarci non poco a controllarlo
meglio in futuro.
Se volessimo credere alla notizia sorprendente che, mentre tutto il mondo e' invaso massicciamente dal virus, in Cina
hanno zero contagi, dobbiamo ammettere che e' anche possibile che i cinesi non possano essere accusati di averci
nascosto queste informazioni e di non averci aiutato, perche' come non siamo riusciti noi a capire sollecitamente
il problema, cosi' e' possibile ed e' anche un diritto per loro non averlo ancora capito: il buon uso delle
mascherine per loro non e' un provvedimento nuovo, come per noi, ma un'abitudine consolidata, con radici
storiche.
Se fosse vero, sarebbe anche colpa nostra aver accolto la notizia, che in Cina avevano zero contagi, con arrogante
scetticismo e non aver indagato in merito adeguatamente.
Staremo a vedere come va a finire, osservando quali saranno le percentuali di tamponi positivi nei prossimi
giorni e, se il 6.6% risultasse un dato corretto, speriamo che non salga troppo di piu' (ogni sollecito
provvedimento utile a rallentare o bloccare la crescita dell'epidemia di Covid-19 sara' ovviamente il benvenuto).
COSA STA SUCCEDENDO ORA (18/10) ? Gli infetti con sintomi oggi sono l'1.6% (=6.6%-5%) della popolazione,
cioe' non sono ancora molti, perche' l'epidemia di Covid-19 (non quella degli asintomatici che con le mascherine
siamo riusciti a bloccare al 5%) si e' innescata ed e' partita solo da pochi giorni.
Pero' se un'epidemia parte vuol dire che il parametro di crescita e' R0>1 ed allora assume rapidamente
un andamento di crescita esponenziale. Se si attende ad intervenire con decisione, il problema quindi
peggiora rapidamente fino a diventare poi non piu' gestibile.
Occorrono quindi azioni sollecite e decisive. Finche' l'epidemia non si e' ancora estesa molto possono essere
sufficienti interventi di chiusura piu' limitati e mirati verso le cause piu' evidenti della diffusione
del virus. Altrimenti, se i provvedimenti adottati risultassero insufficienti, resta solo la strada
del blocco generalizzato, che in primavera ha mostrato di poter bloccare l'epidemia anche quando e' in fase
avanzata (pero' con costi enormi).
All'estero non potevano bloccarla perche' avevano fatto sviluppare troppo la loro popolazione di asintomatici
(il 13% della popolazione in Francia) e quindi con l'abbassamento stagionale della temperatura, che aumenta la
contagiosita' del virus, era inevitabile la partenza dell'epidemia di Covid-19.
Questa sorprendente efficacia dell'uso esteso delle mascherine per il contenimento dei contagi e per il blocco
dell'epidemia Covid-19, non appena confermata, e' un'informazione preziosa che merita la piu' ampia e solerte
diffusione a livello mondiale, fatta da chi di dovere.
CONCLUSIONI DELLO STUDIO FATTO FINORA (scritte dopo l'arrivo dei dati del 15/10):
Vedi anche il Commento scritto il 16/10 (importante, e' una pagina prima).
Prendiamo atto del dato del 15/10 (5.4%) che e' compatibile con il blocco della crescita della percentuale
di tamponi positivi che ormai consideriamo definitivo (sarebbe stato ben piu' alto se la crescita della percentuale
di tamponi positivi non si fosse arrestata ad un valore di poco superiore al 5%) a conferma della
correttezza della nostra previsione fatta il 9/10 e delle motivazioni che l'avevano stimolata e che qui' ribadiremo.
Facciamo il punto sulla nostra analisi, che assume sempre piu' importanza perche' in varie parti d'Europa ci si
sta preparando agli onerosi lockdown ed anche in Italia alcuni "esperti" raccomandano un lockdown nazionale a
Natale quando la curva dei contagi sembra divenuta costante.
Questo argomento viene approfondito al successivo punto 8, perche' ora la situazione e' diversa: i lockdown
potrebbero riuscire ad arrestare l'epidemia ma solo per la durata del lockdown e non piu' stabilmente
come accadde la scorsa primavera in Italia. Questo perche' la causa che alimenta l'epidemia ora e'
cambiata, in quanto ora c'e' anche la popolazione degli asintomatici ad alimentarla, che in primavera
non c'era, perche non era cosi' numerosa.
Elenchiamo qui' gli argomenti che ricostruiscono cosa e' accaduto finora in Italia e che meritano una
riflessione approfondita da parte di tutte le persone coinvolte a vario titolo nella lotta al virus Sars-CoV-2:
- DISINFORMAZIONE: Non e' tollerabile che i giornalisti diano il massimo rilievo alla notizia che
numero di test positivi sono in crescita anche se e' in calo la loro percentuale rispetto al numero totale dei
test eseguiti (che e' il dato giusto per valutare se l'epidemia si espande o si riduce). Basta vedere i titoli
di prima pagina dei giornali del 14/10 che affermavano che l'epidemia e' in crescita ed i dati salgono, quando
come si vede anche nella nostra tabella, la percentuale dei positivi era scesa dal 5.2% al 4.8% segnalando la
conferma del blocco della crescita del numero di asintomatici in Italia e quindi dell'epidemia
associata, cioe' una notizia clamorosa, esattamente contraria a quanto scritto dai giornalisti a caratteri
cubitali in prima pagina. Basta! Siccome i nostri giornalisti non possono essere cosi' culturalmente impreparati
da non comprendere un problema cosi' elementare, crediamo occorra un intervento di un'autorita' superiore
politica o scientifica, altrimenti queste notizie false continuando cosi' potrebbero arrivare a produrre danni
enormi, influenzando le autorita' politiche che, non potendo ignorare i sentimenti dell'opinione pubblica,
potrebbero prendere provvedimenti sbagliati e dannosi. (P.S. Solo dal 16/10 i dati crescono, ma per 5 giorni
fino al 15/10, quando questo commento e' stato scritto, sono stati sempre costanti intorno al 5%).
- POPOLAZIONE ASINTOMATICA (e' un dato accertato): Ogni persona asintomatica coltiva inconsapevolmente
i virus nel proprio corpo anche per tempi lunghi (nei casi di herpes anche per tutta la vita), permettendo loro
di sopravvivere rimanendo attivi per lungo tempo, potendosi diffondere anche nell'ambiente esterno.
Le persone infette ed asintomatiche in Italia oggi sono poco meno di 3 milioni, perche' i test positivi sono
circa il 5% ed il 95% dei test positivi risultano di persone asintomatiche. In primavera invece erano molte di
meno perche' non avevano ancora avuto il tempo per crescere molto di numero.
La distribuzione dei tamponi trovati positivi e' piu' concentrata nelle regioni del nord Italia (Lombardia 6.3%
e Liguria 8.4%) mentre nel centro-sud le percentuali sono minori (Lazio 3.7% e Sicilia 5.3%). Questo perche'
le regioni del nord, che sono state le piu' colpite dall'epidemia primaria in primavera, sono partite con una
popolazione di asintomatici piu' numerosa che, accrescendosi poi con l'epidemia degli asintomatici, e' arrivata
in autunno ancora piu' numerosa.
- EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI (ipotesi verosimile): Siccome almeno una parte degli asintomatici e' un
po' contagiosa (con cariche virali poco intense) e' verosimile immaginare che possano aumentare di numero
contagiando persone sane (le piccole cariche virali favoriscono l'esito asintomatico sulla persona sana
infettata). Allora se le condizioni ambientali (temperatura, affollamento, ecc.) favoriscono i contagi, la
popolazione degli asintomatici puo' crescere di numero con le stesse regole di una normale epidemia (se Rt>1).
E' quello che e' accaduto in Italia fino al 9/10, secondo noi, dato che sono arrivati ad essere 3 milioni.
- CONTAGIO DA ASINTOMATICI (e' un dato da misurare): In una popolazione il numero totale di
asintomatici esistente stabilisce l'entita' dell'immissione di virus nell'ambiente, che e' la causa iniziale
di avvio ed una fonte di alimentazione successiva di una nuova ondata epidemica di Covid-19.
Quando il numero di asintomatici e' sotto una determinata soglia l'epidemia non decolla perche' sono piu' le
guarigioni ed i decessi che i nuovi contagi (e' come in un'epidemia con Rt<1).
Quando invece il numero di asintomatici e' sopra la soglia, l'epidemia decolla (come nel caso in cui e' Rt>1,
perche' sono piu' i nuovi contagi che le guarigioni ed i decessi).
In Italia a settembre non avevamo epidemia di Covid-19 ma avevamo un'epidemia invisibile di asintomatici
che percio' crescevano sempre piu' di numero.
- EFFETTO DELLE MASCHERINE (ipotesi molto verosimile): L'aver esteso l'obbligo di uso delle mascherine
quasi ovunque ha ridotto la capacita' di contagio degli asintomatici, facendo scendere il valore del parametri
di crescita a Rt<1. Questo ha bloccato in Italia lo sviluppo dell'epidemia degli asintomatici,
come si e' immediatamente riscontrato nelle analisi dei tamponi (vedi
tabella
).
Il riscontro di cio' e' nella correlazione temporale tra la data del provvedimento che ha
introdotto l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine e del blocco della crescita dei tamponi positivi.
Questa era proprio la previsione che noi avevamo scritto in questo articolo il 9/10, tre giorni prima che il
blocco apparisse nei dati.
Un ulteriore riscontro dell'efficacia dell'uso esteso delle mascherine, quando la causa che alimenta
l'epidemia e' l'elevato numero di asintomatici in circolazione, si puo' ricavare dai dati cinesi: in quel
Paese da sempre e' diffusissimo l'uso delle mascherine, anche prima del Covid-19. Per questo c'e' da
aspettarsi che tutti la usino sempre e con disciplina: questo secondo noi potrebbe aver determinato in
Cina il contenimento del numero di asintomatici che non sarebbero cosi' riusciti a crescere di numero
come da noi, perche' e' stato sempre mantenuto Rt<1 e l'epidemia non si e' potuta sviluppare.
Se questo fosse vero allora dovremmo incentivare l'uso di mascherine per abbattere il numero di
asintomatici, prendendo la Cina come esempio: sarebbe un passo efficace e molto meno costoso dei
lockdown!
- ZERO CONTAGI IN CINA ? (ipotesi poco verosimile ma possibile): L'ipotesi che in Cina il numero di
asintomatici non sia cresciuto come da noi perche' si e' sempre mantenuto Rt<1 grazie all'uso molto scrupoloso
delle mascherine, che ha impedito all'epidemia degli asintomatici di svilupparsi, potrebbe fornire una
spiegazione possibile al fatto, per alcuni versi sconcertante, che la Cina afferma di essere oggi l'unico
Paese al mondo con zero contagi. Finora tutti hanno attribuito a questa affermazione scarsissima
credibilita' ma noi non possiamo credere che i cinesi possano mentire cosi' spudoratamente. Forse allora
potrebbe anche essere vero ed una spiegazione potrebbe esserci, anche se nessun cinese ce l'ha spiegata,
purtroppo, perche' sarebbe stata utilissima (ma forse neanche loro hanno ancora capito appieno come funziona
questa epidemia): loro non avrebbero oggi, come causa di contagio, quel grandissimo numero di persone
asintomatiche che noi abbiamo fatto crescere in occidente, che ora sta producendo da noi la "seconda
ondata del Covid-19" e che poi restera' il nostro grande fardello futuro, perche' in Cina l'uso
scrupoloso delle mascherine potrebbe aver impedito lo sviluppo di quell'epidemia di asintomatici (avendo
mantenuto sempre Rt<1), che da noi ha fatto nascere la "seconda ondata" della pandemia.
Bloccando l'espansione dell'epidemia degli asintomatici questa si estingue e, se gli asintomatici
guariscono in un tempo definito, allora il numero di infetti asintomatici tende a zero: questo
processo potrebbe essere in atto in Cina. Questa sarebbe una strada obbligata anche per noi italiani, che
abbiamo cosi' tanti asintomatici in casa, che mantengono e diffondono permanentemente i virus.
Questo potrebbe essere il potenziale benefico dell'uso scrupoloso ed esteso delle mascherine.
Sarebbe di grande interesse poter ricavare una conferma di tutto cio' dai dati di test molecolari con
tamponi fatti in Cina su persone scelte a caso.
- EPIDEMIA DI COVID-19 (cioe' di persone con sintomi, ora in atto nella sua fase iniziale):
Se il risultato dell'infezione prodotta dagli asintomatici fosse sempre di produrre degli altri asintomatici,
non se ne accorgerebbe nessuno (solo con le misure con i tamponi li evidenzierebbero).
La nostra conclusione e' che quando la popolazione degli asintomatici e' cresciuta troppo (con l'epidemia
degli asintomatici) puo' diventare lei la causa che avvia una nuova epidemia di Covid-19 (perche' i
sintomatici che si creano poi cominciano ad infettare le persone sane con cariche virali piu' intense,
generando tanti casi di Covid-19 (epidemia primaria di Covid-19).
Questa epidemia, che e' quella che dobbiamo affrontare ora, e' pero' DIVERSA da quella della primavera scorsa
perche' ha due cause e non una che l'alimentano: le persone infette con sintomi (che ancora sono poche) e gli
asintomatici (che ORA sono moltissimi mentre in primavera erano pochi).
- LOCKDOWN NAZIONALE (pericolo incombente): Presentandosi l'epidemia attuale con delle caratteristiche
diverse dal passato, e' giusto chiedersi se un lockdown fatto in Italia a Natale (che qualche esperto ha gia'
iniziato a paventare, dicendo che "potrebbe aiutare" e che il Presidente del Consiglio ha dichiarato di non
poter escludere) avrebbe gli stessi effetti di blocco dell'epidemia, come si e' avuto in primavera.
La differenza con il passato e' che ora abbiamo due cause delle infezioni e non una sola:
A) gli asintomatici, il cui numero evolve secondo le regole dell'epidemia degli asintomatici,
B) e le persone infette con sintomi, il cui numero evolve come l'epidemia Covid-19 gia' conosciuta in primavera.
Per questa seconda causa possiamo aspettarci che il lockdown produca gli stessi effetti visti in primavera.
Invece per la prima causa, che oggi e' ancora quella dominante, non possiamo essere certi che subisca gli
stessi effetti. Siccome gli asintomatici sembrano essere il serbatoio che mantiene i virus attivi
nell'ambiente anche per tempi lunghi, la durata del lockdown, che dev'essere necessariamente
limitata, potrebbe non produrre effetti apprezzabili sulla riduzione del numero degli asintomatici.
Se cosi' fosse allora nelle nostre condizioni, in cui la popolazione degli asintomatici sembra essere la causa
prevalente che alimenta l'epidemia (perche' ora sono 3 milioni), potrebbe accadere che al termine del lockdown
nazionale gli asintomatici siano rimasti sostanzialmente gli stessi e l'epidemia allora riprenderebbe come prima
del lockdown, alimentata dai 3 milioni di asintomatici: cioe' l'effetto del lockdown non sarebbe stabile, come e'
stato in primavera, ma solo temporaneo (e allora sarebbero stati tutti soldi e sacrifici buttati al vento).
Il lockdown e' quindi sicuramente efficace quando e' limitato al contenimento di focolai oppure esteso ma in
presenza di epidemie alimentate soprattutto da persone infette con sintomi. Nel nostro caso di epidemia,
alimentata ancora in modo prevalente da persone infette ma asintomatiche, il risultato del lockdown e' incerto.
L'uso esteso e scrupoloso delle mascherine potrebbe essere addirittura piu' efficace del lockdown (per non
parlare dei costi!) nei casi in cui sono prevalentemente gli asintomatici che alimentano l'epidemia.
Quindi una piena comprensione del fenomeno epidemico, con i dovuti riscontri nei dati sperimentali e'
importantissima.
IL RUOLO DEGLI ASINTOMATICI: (13 ottobre 2020)
Le mie argomentazioni sono tutte frutto di deduzioni logiche che partono dalla conoscenza elementare dei fenomeni descritti,
che potrebbero anche assumere valore scientifico se riuscissero a trovare un riscontro nelle osservazioni sperimentali.
Per questo la verifica di questa previsione, che l'uso esteso delle mascherine possa riuscire a ridurre la crescita dei
"nuovi contagi" che si rileva attualmente nelle misurazioni quotidiane, avrebbe per noi un'importanza rilevante.
L'ipotesi dell'esistenza di quell'epidemia invisibile che abbiamo chiamato "epidemia degli asintomatici" esige che sia
l'epidemia a far crescere il numero di asintomatici. Questo richiede che alcune delle persone asintomatiche rimangano
infette (cioe' positive al test molecolare) per un tempo sufficientemente lungo da poter infettare e rendere contagiosa
almeno un'altra persona (sana), diffondendo le loro cariche virali (piccole) nell'ambiente.
Se le persone infettate ed asintomatiche guarissero rapidamente, eliminando il virus dal loro organismo, questa epidemia non
si potrebbe sviluppare. La rapida guarigione pero' dipende dalla risposta immunitaria che e' un parametro diverso da persona
a persona.
Dall'efficacia della risposta immunitaria oltre che dall'intensita' della carica virale infettante dipende l'esito
dell'infezione: il paziente puo' guarire se gli anticorpi riescono a prevalere sulla carica virale o puo' ammalarsi
sviluppando la sindrome Covid-19 in caso contrario.
Ma c'e' anche un caso intermedio in cui il paziente non riesce ad eliminare i virus dal proprio organismo ma ne limita lo
sviluppo, impedendo cosi' che si manifestino i sintomi del Covid-19: e' questo il caso delle persone infettate ma asintomatiche.
E' proprio questo il caso che ci interessa perche' alla luce delle nostre deduzioni potrebbe essere proprio quello che
caratterizza l'epidemia di Sars-CoV-2.
Sembrano esserci diversi modi con cui i vari virus riescono a nascondersi nel corpo umano.
- Ce ne sono alcuni che riescono a permanerci per troppo poco tempo per poter avviare un'epidemia: e' il caso del precedente
virus della Sars, che e' cosi' sparito.
- Altri riescono a permanere nel corpo umano per tempi lunghissimi (anche per tutta la vita) ma in numero cosi' modesto da
non disperdere cariche virali infettanti nell'ambiente. Solo in rari casi, quando le difese immunitarie dell'ospite si
abbassano per qualche motivo, allora crescono di numero e vengono rilasciati nell'ambiente creando un pericolo d'infezione per
le persone sane: e' il caso dei virus herpes, ad esempio (entrando in contatto con l'herpes zoster si prende la varicella).
- Esiste poi il caso intermedio, in cui il virus puo' permanere nel corpo umano abbastanza a lungo e talora in un numero di
virus tale da poter essere diffuso nell'ambiente e poter avviare un'epidemia, infettando le persone sane. Lo sviluppo di
questa epidemia sarebbe agevolato nel caso in cui il virus risultasse anche dotato di un'alto grado di contagiosita' (come il
Sars-CoV-2).
Lo sviluppo di un'epidemia di asintomatici e' quindi possibile e dipende dalle caratteristiche di questo virus.
Per capirne di piu' al riguardo osserviamo che nei test molecolari il 95% circa delle persone esaminate risulta positiva ma
senza i sintomi della sindrome Covid-19, cioe' asintomatica. Su una popolazione italiana di 60 milioni di persone, trovare
5000 asintomatici su 100.000 esami fatti vuol dire che il 5% della popolazione, cioe' 3 milioni di persone in Italia ed in
quel giorno, dovrebbero essere infette (positive al test) ed asintomatiche (in realta' un po' meno perche' alcuni test
vengono mirati a trovare i positivi seguendo il tracking).
Questo e' un dato sperimentale e non una deduzione logica.
E' possibile che questi 3 milioni di persone siano state infettate tutte pochi giorni prima da persone asintomatiche che
rimangono contagiose solo per pochi giorni? La risposta e' affermativa.
Per comprenderlo, supponiamo che un asintomatico smetta di essere tale in N giorni. Se ognuno dei 3 milioni di asintomatici
esistenti riesce ad infettare mediamente una sola persona in N giorni allora la popolazione dei 3 milioni di asintomatici si
mantiene invariata. Se se ne infettano di piu' si sviluppa l'epidemia ed il numero di asintomatici cresce (in modo prima
lento, quasi lineare, e poi esponenziale): e' questa la crescita del numero di contagi che stiamo rilevando in questi giorni.
I parametri che entrano in gioco sono:
- Il numero di virus rilasciati nell'ambiente da un asintomatico (carica virale) che puo' essere rilevante nei casi di
riduzione delle difese immunitarie della persona asintomatica (in tali casi possono anche manifestarsi alcuni sintomi).
- Il numero di giorni in cui la persona asintomatica rimane contagiosa (poi guarisce).
- La capacita' infettante della carica virale che dipende non solo dalle proprieta' del virus ma anche da parametri
ambientali (d'inverno e' maggiore).
Questi sono parametri che non conosciamo ma quello che ci interessa ora e' il risultato: lo sviluppo dell'epidemia degli
asintomatici (invisibile) e' possibile e segue le stesse regole dell'epidemia primaria (visibile).
Secondo noi e' proprio cosi' che gli asintomatici in Italia sono arrivati ad essere 3 milioni (in Francia, Spagna e UK
almeno 10 milioni).
Piu' numerosi sono e piu' virus abbiamo in circolazione.
Le cariche virali disperse nell'ambiente con il freddo diventeranno sempre piu' intense (per i motivi spiegati) e le persone
sane infettate, anziche' sviluppare nessuno o pochi sintomi, sempre piu' spesso crediamo che svilupperanno purtroppo la
sindrome Covid-19 e finiranno in ospedale.
SOLUZIONE FINALE DELL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI: (11 ottobre 2020)
Siccome si stanno vanificando le mie speranze che questo virus Sars-CoV-2 non fosse molto longevo (vedi al riguardo le
osservazioni del punto 9 "Quando finira' questa pandemia?"), alla luce dell'andamento dei contagi autunnali, mi sento ancora
coinvolto a continuare questo studio e diventa per me sempre piu' importante approfondire il fenomeno dell'epidemia degli
asintomatici, che sta mantenendo oggi viva la pandemia.
La differenza piu' rilevante tra l'epidemia di Covid-19 (cioe' quella delle persone sintomatiche) e l'epidemia degli
asintomatici risiede nel fatto che la prima e' controllabile con i lockdown, perche' la causa dell'infezione e' un
malato che in un mese termina di esserlo (o guarisce o muore); la seconda invece non e' controllabile neanche con i lockdown,
che possono bloccarne lo sviluppo ma solo per la durata del lockdown (perche' la causa che alimenta l'epidemia e' diversa: e'
l'enorme numero di asintomatici che esistono e sono invisibili).
La differenza con altre epidemie sta proprio nella presenza di questa popolazione di asintomatici che e' cosi' numerosa per
l'alto grado di contagiosita' e si autosostiene attraverso un'epidemia nascosta, quella degli asintomatici, che infettando con
piccole cariche virali le persone sane, consente alla popolazione degli asintomatici di estendersi sempre di piu', come
un'epidemia.
Questo tende a cronicizzare e rendere la pandemia endemica (finche' riuscira' a durare: vedi il punto 9).
Come si puo' affrontare allora questa pandemia?
L'entita' del problema e' direttamente proporzionale al numero di asintomatici presenti nel Paese. Grazie al lockdown fatto
in Italia, noi per ora ne abbiamo MOLTI meno di altri Paesi. E' un vantaggio prezioso ma che potrebbe essere
effimero e sfumare velocemente se si dovessero allentare le misure di contenimento dell'epidemia.
Si deve percio' individuare quanti piu' asintomatici possibile e neutralizzarne le capacita' di diffondere il contagio con
tutti i mezzi disponibili, che saranno poi quelli farmaceutici.
A settembre avevamo stimato in 900.000 il numero di asintomatici presenti in Italia (perche' c'erano 1500 test positivi su
100.000 eseguiti); oggi i test positivi sono il 5% dei test effettuati e questo corrisponde oggi alla presenza di circa
3.000.000 asintomatici in Italia (magari un po' meno per gli esami dei tracking), a riprova che e' proceduta piuttosto
velocemente l'epidemia degli asintomatici, in cui ogni persona infetta e asintomatica, diffondendo cariche virali modeste, ha
infettato delle persone sane, facendole diventare asintomatiche: e' una vera e propria epidemia invisibile.
Oggi, con le misure di prevenzione dei contagi, tra cui l'obbligo dell'uso delle mascherine anche all'aperto, contiamo di
rallentare lo sviluppo di questa epidemia ma la stagione invernale in arrivo certamente ci ostacolera' non poco.
Questa e' l'entita' del problema che abbiamo di fronte in Italia: se individueremo 10.000 asintomatici al giorno, con i test
piu' rapidi, in 300 giorni potremo arrivare a ridurre significativamente il loro numero e quindi l'epidemia
(all'estero quei Paesi, che non hanno voluto contenere la crescita esponenziale dei contagi in primavera con il lockdown, si
trovano ora messi abbastanza peggio di noi, avendo in casa una popolazione di asintomatici di 3 o 4 volte piu' numerosa della
nostra).
Un'altra caratteristica importante, ma non gradita, di questa epidemia degli asintomatici consiste nella ragionevole
previsione di un'apprezzabile riduzione dell'efficacia del vaccino sulle persone asintomatiche. Cio' in quanto,
essendo persone che inconsapevolmente stanno coltivando colonie di virus nel loro organismo, sembra ragionevole aspettarsi, al
momento della somministrazione del vaccino, una risposta immunitaria abbastanza limitata del loro sistema immunitario, gia'
sollecitato dal virus a produrre degli anticorpi.
Le persone oggi infette ed asintomatiche, non potendo cosi' usufruire appieno della protezione del vaccino, potrebbero rischiare
di rimanere esposte ad un rischio di reinfezione al Covid-19 per tempi lunghi, almeno finche' la minaccia del virus continuera' ad
esistere.
Una volta vaccinata tutta la popolazione sana, verra' bloccata l'espansione dell'epidemia degli asintomatici che pero', se
quanto qui' esposto e' corretto, continueranno ad esistere come tali ed a coltivare il virus Sars-CoV-2 nel loro organismo.
Per questo gli asintomatici potrebbero essere gli unici a rimanere esposti, forse anche per tutta la vita, al rischio
della sindrome Covid-19 non appena le loro difese immunitarie dovessero indebolirsi (come accade per altri virus, tra
cui il ben noto herpes).
Questo dovrebbe far riflettere meglio quei giovani che oggi, sentendosi poco esposti a rischi gravi, tralasciano di rispettare
la doverosa disciplina delle misure di contenimento dell'epidemia: e' inevitabile che prima o poi questi comportamenti rischiano
di farli entrare nel "club degli asintomatici".
Se questi giovani venissero informati, molti di loro si potrebbero salvare adottando comportamenti piu' virtuosi.
Con il progresso delle tecniche diagnostiche risultera' sempre meno oneroso arrivare ad identificare TUTTI gli asintomatici ed
a guarirli, somministrando loro il giusto farmaco antivirale, che prima o poi sara' disponibile.
Solo allora avremo vinto la guerra al virus, facendolo scomparire definitivamente.
Questo ci sembra essere oggi il percorso inevitabile per sconfiggere questo male, dato che contrariamente a quanto sperato da
tutti il vaccino non riuscira' a liberarci dalla popolazione di asintomatici che oggi ci circonda e che mantiene
attiva l'epidemia.
COVID-19: L'EPIDEMIA DEI PAZIENTI CON SINTOMI E' IN ATTO: (18 e 19 ottobre 2020)
Gli esperti forniscono in TV informazioni ancora tranquillizzanti, dimostrando di essere poco consapevoli della reale
situazione.
Ecco il nostro parere: La percentuale dei positivi e' arrivata oggi 18/10 all'8% ma l'incremento vero NON e' dal
6.6% all'8.0%.
La parte di contagi prodotta dai 3 milioni di asintomatici aumentera' in proporzione al loro numero crescente che e'
partito il 10/10 da 3 milioni (numero dedotto dal 5% di tamponi positivi su 60 milioni di persone). Questo numero aumentera'
ma piu' lentamente del numero di infettati con sintomi (perche' questi ultimi sono piu' contagiosi).
Per questo motivo mei primi giorni dell'epidemia di Covid-19 consideriamo per semplicita' praticamente costante ed intorno
al 5% la parte di contagi prodotta dai 3 milioni di asintomatici. In tal caso il contributo aggiuntivo a questo 5%, prodotto
dalle persone infettate e con sintomi (risultato del recente innesco dell'epidemia Covid-19), e' passato dall'1.6%
(=6.6% - 5%) al 3% (=8.0% - 5%), cioe' e' quasi RADDOPPIATO in sole 24 ore, con un andamento che potrebbe essere
esponenziale (alcuni commentatori dicono che non e' esponenziale perche guardano alla variazione del dato totale che va
dal 6.6% ad 8% ma questo potrebbe non essere corretto).
Possiamo cosi' dedurre che approssimativamente le persone infette con sintomi oggi 18/10 sono gia' arrivate ad essere 1/3
degli asintomatici (1.6% rispetto al 5% di asintomatici). E' una crescita molto rapida, se confermata dai dati dei prossimi
giorni.
Esaminando anche il dato del 19/10 che e' 9.4% si vede che gli incrementi dei 3 giorni dopo in 15/10 (che e' l'ultimo
giorno in "pianerottolo") sono 1.6% , 1.4% ed 1.4% cioe' una crescita meno che lineare, tenendo conto di un inevitabile
piccolo incremento del numero di asintomatici (che comporta una leggera crescita oltre il 5% dei contagi dovuti agli
asintomatici), dovuto alla partenza dell'epidemia Covid-19.
Questa crescita NON esponenziale, se vera, potrebbe essere un'ottimo indizio dell'efficacia del
provvedimento sulle mascherine (oltre che degli altri in atto), che riuscirebbe, oltre a bloccare i contagi dei
3 milioni e piu' di asintomatici (che hanno cariche virali piu' deboli), ma anche i contagi Covid-19 (che hanno cariche
virali piu' intense), riducendone la crescita da esponenziale, come dovrebbe essere, a lineare cioe' molto piu'
lenta (anche se allarmante perche' su 60 milioni di italiani l'1.5% corrisponde a 900.000 persone contagiate in
piu' ogni giorno).
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni e speriamo bene.
Le persone infette con sintomi sono piu' contagiose, perche' rilasciano nell'ambiente cariche virali piu' intense di quelle
rilasciate dagli asintomatici.
Siccome le temperature si stanno anche abbassando, queste cariche virali rimarranno attive piu' a lungo nell'ambiente,
aumentando ancora di piu' il rischio di contagio gia' alto (anche per il fenomeno di accumulo, negli ambienti chiusi).
Il numero di tamponi positivi, che misura il numero di persone contagiate, e' percio' destinato a crescere piu' velocemente
e le persone contagiate, in conseguenza delle cariche virali piu' intense a cui sono esposte, presenteranno in numero
sempre maggiore i sintomi della sindrome Covid-19.
E questa e' una gran brutta notizia per i nostri ospedali.
Crediamo che vada limitata questa crescita dei contagi in tutti i modi possibili ed al piu' presto (i
provvedimenti in atto sono risultati insufficienti, per la scarsa consapevolezza e disciplina della popolazione).
LINEE GUIDA PER IL CONTENIMENTO DEI CONTAGI: (19 ottobre 2020)
Si tenga ben presente che, siccome la trasmissione del contagio inizia per via aerea sia nel caso degli asintomatici
che nel caso degli infetti con sindrome Covid-19, quell'efficacia che ha bloccato la crescita dei contagi degli asintomatici
tra l'11 ed il 15/10 (dimostrata dall'interruzione della crescita della curva nel grafico precedentemente mostrato),
dev'essere altrettanto efficace anche nel diminuire i contagi degli infetti Covid-19 (cioe' con sintomi) ma non come e'
fatto ora.
Occorrera' pero' un rigore maggiore nell'applicare il provvedimento dell'uso esteso delle mascherine, perche' il
potere infettante dei malati di Covid-19 e' molto piu' elevato ovvero le cariche virali rilasciate sono molto piu' intense
rispetto a quelle rilasciate dagli asintomatici. Questo effetto dei contagi degli infetti Covid-19 e' misurabile nella
curva dei contagi, dove ha ripreso a salire dal 16/10 cioe' dopo l'innesco dell'epidemia di Covid-19.
Pertanto per l'efficacia notevole, dimostrata (entro limiti ragionevoli) in questo lavoro, l'uso esteso delle
MASCHERINE puo' essere il primo provvedimento da estendere, perfezionandolo (prima ancora dei lockdown), con
un maggiore efficienza per bloccare anche i contagi degli infetti Covid-19 ovvero con un maggior rigore ottenibile con
una maggiore severita', anche repressiva, per gli indisciplinati con PROVVEDIMENTI ad esempio come questi:
- perseguire coloro che non usano la mascherina o che la usano male (con il naso al di fuori)
- evitare dispersioni massicce di virus nelle attivita' aerobiche (imponendo la mascherina o vietando le attivita')
- tenere la mascherina anche quando si parla perche' altrimenti, se si ha il virus (senza saperlo), se ne diffondono
milioni nell'ambiente
- limitare nel tempo le pause senza mascherina per fumare, bere e mangiare (sedersi al tavolo con un bicchiere non
deve autorizzare le persone a stare vicine senza indossare la mascherina)
- sanzionare chi permane troppo vicino ad altri in strada
- distanziarsi maggiormente quando si toglie la mascherina
- dissuadere le riunioni nelle case private con multe salate (consentendo anche controlli di sorveglianza ambientale):
non ci dev'essere liberta di violare la legge, neanche in casa
- spiegare alla TV che la minaccia per la salute di ognuno e' l'accumulo dei virus nell'ambiente, che sono emessi dalle
persone senza mascherina (o che la indossano male, con il naso di fuori): vanno tenuti "alla larga"!
- Informare che tutti i virus Covid vengono dal fiato delle persone e le mascherine li bloccano, lasciando
l'ambiente PULITO
- ecc.
LOCKDOWN: Il lockdown non e' l'arma assoluta ed unica per fermare l'epidemia.
IL LOCKDOWN E' UNA COSTOSISSIMA SCAPPATOIA CHE PERMETTE ALLE AUTORITA' DI OTTENERE QUEI DISTANZIAMENTI CHE NON RIESCE
AD OTTENERE ALTRIMENTI (e la gente non lo sa).
Siccome i lockdown costano moltissimo, andrebbero evitati se si possono ottenere risultati simili con altri mezzi,
anche autoritari ed oltre i limiti delle leggi esistenti, perche' l'alternativa e' un depauperamento tragico della
popolazione ed una crisi sociale difficile poi da governare.
Chiediamoci allora se esistono vie alternative al lockdown.
Il nostro studio ha evidenziato che quando l'epidemia era solo quella prodotta dalle cariche virali disperse dagli
asintomatici il semplice provvedimento di aver esteso l'obbligo di usare le mascherine anche all'aperto ha arrestato
lo sviluppo dell'epidemia bloccando la crescita dei contagi degli asintomatici.
Abbiamo poi ipotizzato che il provvedimento potrebbe risultare abbastanza efficace anche quando le cariche virali provengono
da persone infette con sintomi ovvero da tutte le persone infette e contagiose.
Questa e' solo in parte un'ipotesi, perche' in parte sembra essere un fatto reale: altri scienziati possono
esaminare tutti i dati oltre quelli da noi mostrati nel grafico e stabilire se sono sufficienti a fornire l'opportuna
evidenza sperimentale da noi annunciata.
Anche se la cosa a prima vista puo' risultare sorprendente, in realta' l'uso esteso ed efficiente delle mascherine
agisce bloccando all'origine la fuoriuscita dei virus da una persona contagiosa (che e' l'unica causa che
diffonde i contagi).
Quindi il risultato verificato sperimentalmente e' anche verosimile, benche' sorprendente.
Crediamo che contenere piu' efficientemente di quanto si e' fatto finora la fuoriuscita di tutti i virus dalle persone
contagiose, unita agli altri provvedimenti atti ad incentivare il distanziamento delle persone, possa ottenere gli stessi
risultati di un lockdown generale, che sarebbe percio' un provvedimento sbagliato oltre che costosissimo da adottare.
Aggiungiamo che a differenza di un lockdown i provvedimenti da noi indicati possono continuare la loro funzione per mesi,
ben oltre la durata di guarigione o decesso di un paziente con Covid-19.
Quindi, oltre a bloccare i contagi, questi provvedimenti basati sul buon uso delle mascherine possono anche far regredire
l'epidemia fino ad ESTINGUERLA (e' Rt<1), cosa che NON puo' fare il lockdown (perche' non puo' durare cosi' tanto).
Una volta estinta l'epidemia di Covid-19 si dovra' tenere sotto controllo il numero di asintomatici, che si puo' fare anche
misurando un piccolo numero di tamponi statisticamente significativo. Se il loro numero supera 1 milione (circa 1.5% in
percentuale) allora, indossando tutti le mascherine, lo si fa scendere sotto questa soglia. Nel periodo estivo molto
probabilmente il numero sara' basso per la riduzione dei contagi e non sara' necessario indossare le mascherine.
Quando anche gli asintomatici si saranno estinti (dipende da proprieta' del virus che ancora non conosciamo), l'incubo sara'
finito. In tutto questo i vaccini saranno di grande aiuto per far scomparire prima questo virus.
Uno scenario completamente diverso si aprirebbe per quei Paesi che scegliessero di adottare la via piu' semplice di
raggiungere l'
immunita' di gregge
. Questo significherebbe far crescere senza limiti il numero degli asintomatici che, avendo il virus in corpo,
sarebbero sempre soggetti a contrarre la sindrome Covid-19 non appena le loro difese immunitarie dovessero abbassarsi
(come appare una vescica sul labbro agli infetti di herpes ma il Covid-19 e' molto peggio di una vescica e lascia danni
permanenti).
Quindi quelli qui' indicati sono provvedimenti anche MIGLIORI del lockdown: si tratta di riuscire a farli rispettare
da tutti. Se ci sono riusciti i cinesi ci possiamo riuscire anche noi. Non e' accettabile di dover pagare i costi di un
lockdown generale e prolungato per questa nostra eventuale incapacita' di farli rispettare.
Questo metodo di affrontare la pandemia meriterebbe di essere considerato seriamente anche solo per l'importanza
delle sue promesse di IMPEDIRE la ripartenza delle ondate successive dell'epidemia di Covid-19 e di ottenere gli stessi
risultati della Cina (anche se in Italia e' tutto piu' difficile) che dichiara di avere zero contagi ed e' in piena
ripresa economica con un PIL al +4.9%
A tutti noi sarebbe piaciuto che l'Italia fosse oggi l'unico Paese in Europa con zero contagi e l'economia in piena ripresa:
forse e' quello che avrebbe potuto essere ma non e' stato.
Quest'immagine potrebbe essere un messaggio pubblicitario molto efficace per convincere soprattutto i giovani all'uso
piu' consapevole e rigoroso delle mascherine (che e' una buona cosa in ogni caso)!
Sembra un dato di fatto che oggi la CINA si stia tenendo fuori dalla seconda ondata (autunnale) dell'epidemia di Covid-19
avendo attuato proprio questo tipo di provvedimenti che, mantenendo il numero di asintomatici sotto la soglia, hanno
impedito l'innesco dell'epidemia SENZA LOCKDOWN GENERALE (loro sono da sempre disciplinati e maestri nel buon uso
delle mascherine).
Infatti l'epidemia e' un fenomeno che si avvia solo se si supera quella soglia alla quale il numero
dei nuovi infettati arriva ad essere superiore al numero dei guariti e dei decessi (che smettono cosi' di essere infetti).
Una volta partita l'epidemia di Covid-19, invece, e' piu' difficile controllarla, perche' le persone con i sintomi sono
molto piu' contagiose degli asintomatici. Se non si e' riusciti a bloccarla prima, per tornare poi a farla regredire con
R0<1 bisogna attendere l'aiuto della stagione calda.
Purtroppo quando l'epidemia (ancora) non c'e', la gente siccome non teme cio' che non vede, e' restia a sottostare ad una
disciplina onerosa: questo rilassamento nella profilassi del contenimento dei contagi e' quello che fa crescere velocemente
con l'arrivo del freddo il numero degli asintomatici (che nessuno vede) fino a farli superare la soglia fatidica del Covid-19.
A quanto ne sappiamo in due cose i cinesi sono molto piu' efficienti di noi: nell'uso delle mascherine e nel tracking,
che da loro e' fatto in modo anche eccessivamente invasivo. Sono due strumenti preziosi per controllare i contagi e che
potrebbero aver fatto la differenza con noi occidentali nell'affrontare il Sars-CoV-2.
Forse loro esagerano per motivi propagandistici quando affermano che hanno zero contagi ma certamente se non avessero
l'epidemia sotto controllo si saprebbe, soprattutto in autunno quando i contagi aumentano.
In ogni caso esigere un migliore uso delle mascherine da parte di tutta la popolazione sicuramente produce effetti benefici
nel contrasto all'epidemia.
Abbiamo detto che alcuni provvedimenti dovrebbero poter essere presi anche in contrasto con le leggi ordinarie, trovandoci
di una situazione di emergenza.
I cinesi sembra che non si facciano scrupoli al riguardo. Anche da noi finche' dura l'emergenza si dovrebbero sospendere
certi diritti, come ad esempio quelli sulla privacy, se ostacolano l'efficacia di provvedimenti (come il tracking) diretti
alla salvaguardia della sanita' pubblica.
Se l'opinione pubblica capisse che un maggiore rigore nell'uso delle mascherine puo' essere ALTERNATIVO al lockdown
ci sarebbe molta piu' collaborazione e disciplina, rendendo piu' probabile il successo dell'operazione, come in Cina.
Bisogna essere molto piu' rigorosi ora, perche' l'inverno, che e' la stagione peggiore, e' alle porte, altrimenti
purtroppo ci saranno molti ma molti piu' poveri che andranno certamente poi aiutati tutti.
In Italia si e' ottenuto un risultato di rilievo nel contenimento dei contagi estendendo l'obbligo delle mascherine
anche quando si e' all'esterno. Questo significa che anche i virus rilasciati dalle persone infette, quando si
trovano all'aperto in strada, contribuiscono in modo significativo ai contagi rilevati poi nei test molecolari, perche' se
ne rileva in modo certo l'effetto come un arresto nella crescita dei contagi (vedi grafico precedente).
Questo vuol dire che i virus rilasciati nella strada si accumulano e, risultando volatili, sono facilmente sollevati dal
vento ed immessi nell'aria che un passante puo' respirare.
D'estate i virus rimangono attivi per un tempo abbastanza limitato ma in autunno ed inverno, quando la temperatura
ambientale si riduce, la loro capacita' di contagio si prolunga nel tempo e questo fatto, unito all'aumento della
concentrazione per accumulo temporale, puo' incrementare l'esposizione delle persone ad una carica virale
contagiosa.
Per questo motivo riteniamo, quando la temperatura scende sotto i 10 gradi centigradi, rimanendo sempre sopra lo zero (per
evitare il pericolo del ghiaccio), sia utile bagnare periodicamente le strade (se non c'e' stata pioggia, brina o neve)
con acqua e sale, in modo da fissare i virus nella fanghiglia al fine da ridurne la volatilita'.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 20 ottobre 2020)
La percentuale di tamponi positivi pubblicata oggi 20/10 e' del 7.5% quindi piu' bassa di quella del giorno
precedente (8%).
Quindi l'andamento che sembrava di crescita lineare in realta', sembra si sia arrestato se questo dato sara' confermato
anche nei prossimi giorni.
Vediamo allora di capire meglio cosa sta succedendo. Queste percentuali si riferiscono a prelievi di 1 o 2 giorni prima
e riguardano persone che hanno il virus nel loro corpo evidenziabile con un tampone e credo che la misura richieda un
intervallo di tempo dal momento dell'infezione di almeno un'altro giorno.
Quindi stiamo osservando le infezioni avvenute nel passato e fino a 2 o 3 giorni fa (ma per la maggior parte di loro,
risultando asintomatici anche molti piu' giorni fa).
Voglio dire che queste misure stanno evidenziando i contagi avvenuti non il giorno prima ma in media vari giorni prima.
Per non fare confusione scriviamo da ora in grassetto le date vere in cui sono accaduti gli eventi e in caratteri normali
quelle che fanno riferimento al grafico (che risultano ritardate di circa tre giorni per i motivi spiegati).
Allora questa e' la mia interpretazione: il giorno 9/10 (quando si e' esteso l'obbigo delle mascherine anche
all'aperto) l'epidemia primaria di Covid-19 non era ancora partita ed il dato della percentuale rifletteva il contributo
dei soli asintomatici che era in lenta crescita come l'epidemia dgli asintomatici.
Il provvedimento delle mascherine ha provocato un blocco dei contagi tra asintomatici, che ne faceva crescere il numero
(epidemia degli asintomatici). Questo blocco, iniziato il 9/10, quando e' partito l'uso delle mascherine, e'
apparso nelle misure con i tamponi tre giorni dopo quando la curva dei dati e' andata in plateau
(o addirittura calava) a partire dal 12/10 (quindi il 9/10 corrisponde al 12/10 nel grafico).
Pero' il dato dell'11/10 indica che gia' prima del 9/10 la percentuale aveva raggiunto la soglia del 5% ed per
questo e' partita l'epidemia dei sintomatici, che ha portato un contributo in piu' (prima piccolo, invisibile nel grafico)
ai tamponi positivi. Questo contributo iniziato l' 8/10 e crescente prima lentamente e' arrivato a valori visibili
nel grafico dal 15/10 come un ritorno alla crescita.
L'effetto delle mascherine risulta molto efficiente sui contagi prodotti da persone asintomatiche (con cariche virali
modeste) ed e' quindi in grado di limitarne la percentuale sotto al 5%, soglia d'innesco dell'epidemia di persone con
sintomi ed e' pertanto in grado di bloccare l'inizio dell'epidemia di Covid-19.
Invece su questi contagi prodotti da persone con sintomi crediamo che l'effetto delle mascherine sia minore perche'
si tratta di bloccare cariche virali piu' intense (con molti piu' virus, che possono sfuggire), percio' la presenza di
questo contributo, prima raggiunge un livello ben visibile e crescente nel grafico a partire dal 16/10 (corrispondente in
realta' al 13/10 cioe' circa 5 giorni dopo l'inizio dell'epidemia di Covid-19).
L'effetto di questa minore efficacia delle mascherine ci era apparsa nell'andamento precedente della curva che invece di
crescere esponenzialmente (come accade nelle epidemie) appariva crescere piu' lentamente, in modo lineare.
Cio' significa che l'uso esteso delle mascherine, se adottato prima che inizi l'epidemia Covid-19, puo' impedirne lo
sviluppo (purche' si sia riusciti a mantenere la percentuale di tamponi positivi sotto la soglia d'innesco, credo del 3%)
ma una volta che l'epidemia Covid-19 e' partita puo' solo ridurne lo sviluppo, da esponenziale a lineare (che non
e' poco!).
In alte parole contro gli infetti con Covid-19 le mascherine, che andavano bene per gli asintomatici, non bastano
piu': l'unico modo per bloccare i contagi potrebbe essere quello di isolarli, come fossero in quarantena, ma non a
casa bensi' in alberghi attrezzati, dotati di tutta l'assistenza necessaria (tutto a carico del S.S.N.).
La crescita della curva sembra pero' essere durata solo tre giorni, fino al 19/10 (corrispondente in realta' al
16/10) perche' il 20/10 (oggi) anche il contributo dei contagi prodotti da persone con sintomi alla
percentuale totale mostra un "crollo" dall'8% al 7.5% in sole 24 ore (ottima notizia!)
Possiamo imputare anche questo calo ad un ulteriore effetto del provvedimento delle mascherine (del 9/10)?
Per ora pensiamo di no, in quanto non capiamo perche' un effetto cosi' vistoso si sarebbe dovuto vedere il 16/10
(7 giorni dopo) e non prima. Per questo ci riserviamo di capire meglio il fenomeno, soprattutto alla luce dei dati dei
prossimi giorni, anche per valutare l'eventuale dispersione dei dati.
Non e' da escludere che nei prossimi giorni non possa emergere nella curva dei contagi dovuta a persone con sintomi una
salita (perche' e' piu' difficile bloccare cariche virali molto intense) sempre lineare ma con minore ripidita' (cioe'
con coefficiente angolare minore).
I dati globali che utilizziamo non sono raccolti con metodologia scientifica ma contengono fattori di dispersione,
non statistica ma sistematica, che noi non siamo in grado di valutare, come il peso relativo nell'assemblaggio, giorno per
giorno, dei dati di regioni diverse (che dovrebbe essere proporzionale al numero di abitanti ma forse non lo e') con
livelli di contagio piuttosto diversi o il contributo dei dati relativi al tracking od alla replica dei test che
favoriscono l'esito positivo della misura.
RISPOSTA DELLE AUTORITA' (MISURE DI CONTENIMENTO DEI CONTAGI):
Le misure di contenimento dei contagi sarebbero piu' efficaci se potessero essere prese 1 o 2 settimane prima che gli
eventi avvengano. Malgrado cio' gli amministratori si muovomo in funzione del numero di ricoveri e di decessi giornalieri.
Un malato di Covid-19 che sviluppa i sintomi della malattia richiedera' il ricovero non prima di 1 settimana dal
contagio e se poi non ce la fa, il decesso avviene circa 1 mese dopo il ricovero.
Pertanto sarebbe sicuramente piu' efficace adottare i provvedimenti basandosi sui dati dei contagi anziche' su quelli
dei ricoveri e dei decessi che, entro fluttuazioni aleatorie accettabili, forniscono le stesse informazioni ma in
anticipo.
Poter prevedere con almeno 1 o 2 settimane di anticipo gli eventi in certi casi puo' anche consentire di incidere in
modo migliore sul loro verificarsi.
Questa capacita' previsionale e' materia abbastanza semplice per gli esperti tecnico-scientifici, i quali devono allora
essere deputati a fornire in tempo le giuste informazioni agli amministratori, che non possono non capire
l'importanza di lavorare in questo modo, diverso e piu' efficiente.
QUANTI TEST CON TAMPONE DEVONO ESSERE FATTI OGNI GIORNO: (21 ottobre 2020)
Individuando 10.000 positivi al giorno, dopo un anno se ne sono trovati piu' di 3 milioni (da isolare per una settimana
circa), e si abbatterebbe in modo decisivo il problema dell'epidemia degli asintomatici, impedendo il ripetersi di ondate
successive di Covid-19.
Per fare questo occorrono 3.000.000/50 = 60.000 camere singole che potrebbero essere 50.000 nelle case e 10.000 in residence.
Se i resicence possono avere 100 camere doppie allora ne servono 50 in varie parti d'Italia, oltre al personale per i
controlli nelle case.
Cioe' il problema di far estinguere stabilmente il virus Sars-CoV-2 ed il Covid-19 in Italia sarebbe risolvibile.
Da informazioni di stampa sembra pero' che gli strumenti messi a disposizione per questo scopo non siano adeguati perche'
l'isolamento/tracciamento dei positivi individuati con i test non si riesce a fare "perche' sono troppi".
Chiariamo un aspetto molto importante: per le informazioni statistiche/epidemiologiche sull'andamento dell'epidemia bastano
meno di 1/10 dei test con tampone che si fanno oggi, con impegno di cosi' tante risorse umane ed economiche.
La ragione di farne il piu' possibile e' giustificata per riuscire ad identificare gli infetti che possono contagiare, per
poi neutralizzarli in qualche modo (ho sempre dato per scontato che si facesse, fino ad oggi).
Se nei test si trovano il 10% di infetti ogni giorno vuol dire che in tutta la popolazione italiana una persona su
10 e' infetta cioe' in Italia sono infette 6 milioni di persone non conosciute e con 100.000 test al giorno riusciamo
ad individuarne il 10% di 100.000 cioe' identifichiamo 10.000 infetti al giorno.
Allora i casi sono tre:
- o riusciamo a neutralizzare la capacita di infettare delle 10.000 persone al giorno individuate (o isolandole con
una quarantena dove vogliono loro, ma non sulla fiducia, od ospitandole in appositi Covid Residence gratuiti attrezzati con
tutti i comfort (sono tanti ma questo e' il problema che va risolto);
- o, se NON riusciamo a neutralizzarli, come sembra dalle informazioni che ci arrivano, allora possiamo decidere di
limitare o dimezzare il numero di tamponi da analizzare, in base al numero massimo di positivi che si riesce ad isolare
(che sarebbe comunque un intervento molto utile per abbassare il numero di asintomatici, per mantenerlo sempre sotto la
soglia del 3% per impedire l'inizio di una nuova ondata epidemica di Covid-19);
- oppure bisogna concludere che e' inutile, oltre che sciocco, identificare cosi' tanti positivi, facendo 150.000 o piu'
tamponi al giorno, per poi lasciarli andare liberi di contagiare gli altri (e' di oggi la notizia che, grazie al Ministero
della Difesa, se ne aggiungeranno altri 30.000 al giorno).
Per seguire l'andamento dell'epidemia ed avere le informazioni necessarie per poter decidere quali provvedimenti adottare
solo 20.000 test al giorno bastano e avanzano (magari eseguendoli meglio, cioe' scegliendoli a caso ma in
base alle proporzioni degli abitanti di ogni regione).
Percio', se i positivi individuati poi si lasciano andare perche' sono troppi allora e' una follia fare 150.000
test ogni giorno con grande dispendio di risorse umane ed economiche (impiegabili meglio).
Ma se troviamo il 10% di infetti ogni giorno vuol dire che in tutta la popolazione italiana una persona su 10 e'
infetta cioe' in Italia sono infette 6 milioni di persone non conosciute e con 100.000 test al giorno riusciamo
ad individuarne il 10% di 100.000 cioe' identifichiamo 10.000 infetti al giorno.
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 100.000 test ne trovo positivi circa 5000. Se le misure sono fatte bene
la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-70.
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 25.000 test ne trovo positivi circa 1250. Se le misure sono fatte bene
la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-35 (+-3%).
Quando la percentuale dei positivi e' il 5% con 1.000 test per regione ho 20.000 test e ne trovo positivi il 5%
cioe' 1000. Se le misure sono fatte bene la fluttuazione statistica di questo dato e' di +-32 (+-3%); e' quindo abbastanza
accurato, soprattutto per quello che serve agli amministratori ma pure per la nostra indagine scientifica.
Che vuol dire "misure fatte bene"? Vuol dire misurare persone prese a caso, in numero proporzionale al numero di abitanti
di ogni regione o provincia, mantenendo separati i dati cioe' senza assemblarli insieme ad altri. Il loro numero potrebbe
essere complessivamente circa 1/10 dei test che vengono eseguiti oggi (con grande risparmio di risorse umane ed economiche).
PERCHE' ALLORA FARE 150.000 TEST, SE NE BASTANO SOLO 20.000 ?   N.B. 20.000 circa possono bastare ma
solo se i positivi individuati non vemgomo "tracciati", come sarebbe meglio fare per impedire loro di diffondere il
contagio (puo' accadere se non si ha il personale necessario al tracciamento).
Se non si capisce questa semplicissima aritmetica allora occorre studiare di piu'. Sono sconcertato quando vedo che
tutti vogliono aumentare il numero di test giornalieri perche' all'estero ne fanno piu' di noi.
Aggiungo che aumentare sempre di piu' il numero di test giornalieri risulta anche MOLTO DANNOSO perche'
siccome piu' test si fanno piu' positivi si trovano, tutti i giornali, vedendo il numero di positivi di giorno in giorno
sempre piu' alto, gridano colpevolmente (perche' e' una notizia FALSA) all'allarme, considerando sempre piu' inevitabile
chiudere tutte le attivita'.
Gli amministratori politici poi finiscono per aderire a questo sentimento comune che si e' formato nell'opinione pubblica
(ovviamente con danni enormi per chiusure inutili).
Si puo' anche vedere al riguardo i commenti sulla DISINFORMAZIONE nel paragrafo "CONCLUSIONI DELLO STUDIO FATTO FINORA"
(raggiungibile con il link dall'indice iniziale).
Il rischio dell'eventualita' di prendere provvedimenti sbagliati e' esaltato dal fatto che tutti sono fortemente
preoccupati perche' ricoveri e decessi sono in aumento.
Ma bisogna tenere presente che questi sono dati che si riferiscono a contagi precedenti ai contagi rilevati nei test di
oggi.
Infatti per ricoverare un paziente devono passare un po' di giorni dall'infezione, diciamo 7.
Per il decesso ne devono passare di piu', diciamo 30.
Questi due dati risentiranno mediamente piu' tardi del possibile appiattimento (non ancora avvenuto) della curva dei
contagi (cioe' gli infetti individuati oggi non si ricoverano o muoiono domani).
L'effetto eventuale dell'appiattimento della curva dei contagi lo potremmo vedere nelle curve dei ricoveri e decessi nei
prossimi 30 giorni.
Quindi un possibile scenario potrebbe essere quello di contagi effettivamente bloccati gia' oggi (senza bisogno di chiusure
ulteriori) con ricoveri e decessi che aumenteranno ancora per 1 o 3 settimane per poi smettere di crescere, come risultato
del blocco attualmente raggiunto nei contagi.
Quello che voglio evidenziare e' che pilotando i provvedimenti governativi sulla base di ricoveri e decessi (perche' sono
dati reali piu' certi ed affidabili) si rischia di fare dei lockdown molto onerosi che sono inutili, perche' dovrebbero
servire a bloccare dei contagi che dalle misure fatte risulterebbero gia' bloccati.
PER QUESTO IL LAVORO CHE STIAMO FACENDO E' IMPORTANTE, PERCHE' AIUTA A CAPIRE L'EVOLUZIONE REALE DELL'EPIDEMIA.
In verita' i dati attuali non permettono ancora di affermare con certezza che i contagi stanno andando in plateau
(forse tra qualche giorno si) ma e' indispensabile che si abbia ben presente qual'e' l'evoluzione completa del fenomeno,
come e' stata qui' descritta, per non commettere tragici errori.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 21 ottobre 2020)
La percentuale di tamponi positivi pubblicata oggi 21/10 e' salita al valore di 8.5% quindi piu' alta di quella del
giorno precedente (7.5%).
Questo sembra confermare quanto avevamo intuito, che probabilmente la percentuale dei contagi e' in crescita meno che
esponenziale, abbastanza lineare con piccolo coefficiente (angolare) di crescita.
Ribadisco quindi quanto gia' affermato al punto precedente:
Cio' significa che l'uso esteso delle mascherine, se adottato prima che inizi l'epidemia Covid-19, puo' impedirne lo
sviluppo (purche' si sia riusciti a mantenere la percentuale di tamponi positivi sotto la soglia d'innesco, credo del 3%)
ma una volta che l'epidemia Covid-19 e' partita puo' solo ridurne lo sviluppo, da esponenziale a lineare (che non
e' poco!).
In altre parole contro gli infetti con Covid-19 le mascherine, che andavano bene per gli asintomatici, sembrano non
bastare piu' (cioe' quando l'epidemia di Covid-19 si e' avviata: l'unico modo per bloccare i contagi potrebbe essere quello
di isolarli, come fossero in quarantena, anche in una casa sotto controllo oppure in residence attrezzati, dotati
di tutta l'assistenza necessaria (a carico del S.S.N.).
Se si riesce a fare questo allora occorre fare il numero massimo possibile di test con tamponi.
REGIONI CON PIU' MALATI DI ALTRE: COME ACCADE ? (22 ottobre 2020)
Mentre in Italia il valor medio della percentuale di positivi e' attualmente intorno al 9% in Campania e Lombardia supera
il 13%.
Questa differenza e' dovuta al fatto che in quelle regioni si e' permesso all'epidemia degli asintomatici di estendersi molto
piu' che nelle altre regioni.
In Lombardia perche' sono partiti da numeri molto alti per l'estensione raggiunta dall'epidemia primaria in primavera.
In Campania probabilmente per non aver curato a sufficienza le misure di contenimento, magari in estate.
Abbiamo spiegato che secondo il nostro modello di evoluzione dell'epidemia, quando la percentuale di asintomatici supera il
5% della popolazione con le temperature autunnali si avvia l'epidemia primaria di Covid-19 (in inverno ancora peggio).
Quindi in Lombardia ed in Campania l'epidemia e' partita prima ed in base alla curva di crescita esponenziale dei contagi
ed ora hanno piu' malati delle altre regioni.
Se una regione fosse riuscita a mantenere questa percentuale sotto la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19, da loro
l'epidemia non sarebbe partita affatto.
Quindi d'estate il virus continua ad esistere nei corpi degli asintomatici, come se questi li coltivassero ed il numero
cresce con l'epidemia degli asintomatici che infettano persone sane facendole diventare asintomatiche (s'instaura un
equilibrio dinamico tra asintomatici che aumentano ed altri che guariscono).
Le misure di contenimento, come le mascherine, funzionerebbero benissimo per far diminuire il numero di asintomatici e cosi'
evitare l'epidemia autunnale di Covid-19 ma gli asintomatici sono persone normali che sembrano godere ottima salute e la
gente sana rifiuta di indossare la mascherina o di stare a distanza da loro, soprattutto in estate. Cosi' consente loro di
diffondere virus e creare altri asintomatici, aumentandone il numero (e cosi' poi in autunno parte l'epidemia di Covid-19
che invece era evitabile).
Ma non e' colpa loro; la colpa e' di chi non glielo ha spiegato (sembra si sappia adesso, non prima, anche se e'
una cosa abbastanza ovvia: l'esistenza di asintomatici e' misurabile!).
Quindi si potrebbe, facilmente e con costi bassi, debellare questo virus e farlo scomparire abbassando la percentuale di
asintomatici ma la gente non lo sa e lui conta proprio su questo per sopravvivere molto a lungo, accanendosi contro di noi
in varie ondate successive di Covid-19 (con chiusure, coprifuoco, ecc.).
Cosi gli asintomatici prosperano ed in autunno poi sono troppo numerosi, cosi' parte l'epidemia di Covid-19.
Questa e' il modo in cui il virus sopravvive e manda in rovina le nostre societa'.
Piu' asintomatici ci sono piu' virus circolano e talora questa circolazione puo' superare la soglia d'innesco dell'epidemia
di Covid-19.
E' semplice da capire e non e' vero che gli asintomatici non sono un problema, perche' non hanno bisogno di cure.
Loro sono il problema.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 22 ottobre 2020)
Pero' un barlume di speranza viene dai 4 dati tra il 18/10 ed il 21/10, che potrebbero anche corrispondere ad un
andamento quasi costante della
curva
, intorno all' 8%
In effetti e' innegabile che l'andamento dei dati intorno al 20/10 con 3 dati consecutivi piu' bassi rispetto all'andamento
precedente (20, 21 e 22/10) assomigli sorprendentemente a quello intorno al 14/10 con tre dati consecutivi
piu' bassi rispetto all'andamento precedente (13, 14 e 15/10).
Dobbiamo tenere presente che gli infetti rilevati nel test di oggi si sono infettati non ieri ma 1 o 2 settimane prima.
Allora piu' giorni passano piu' i dati risentono dell'effetto dell'uso piu' esteso delle mascherine (perche'
diminuisce il contributo delle infezioni precedenti al 9/10, data del provvedimento sulle mascherine).
Allora, se l'uso delle mascherine fosse efficace anche sugli infetti con sintomi, l'andamento in plateau della curva
NON AVVERREBBE CON UN CAMBIAMENTO DI PENDENZA REPENTINO, MA -GRADUALE- e la curva si stabilizzerebbe su un valore costante
nel giro di circa 1 settimana dal 15/10, giorno d'inizio del plateau del contributo degli asintomatici
(rappresentando il ritardo nel tempo di contagio con una distribuzione gaussiana centrata 1 settimana prima).
In questo periodo di transizione e' verosimile che la curva possa presentare un andamento quasi lineare che poi tende a
diventare costante.
Questo e' quello che potrebbe accadere nei prossimi 7 giorni, ma gia' abbastanza visibile dopo 3 giorni.
Credo che si potrebbe anche spiegare perche' il contributo degli infettati con sintomi alla
curva
della percentuale dei positivi non sia andato in plateau dal 15/10, insieme al contributo degli asintomatici, ma
tre giorni piu' tardi, il 18/10.
L'infezione da Sars-CoV-2 potrebbe manifestarsi in modo diverso nel caso in cui sviluppa la sindrome Covid-19 (infezione
profonda con interessamento delle vie respiratorie profonde). In questi casi il paziente potrebbe non risultare
positivo subito al tampone ma tre giorni piu' tardi (quando l'infezione si e' diffusa anche nelle prime vie respiratorie).
Invece una persona che contrae l'infezione in forma asintomatica (piu' leggera) puo' diventare positiva subito perche'
l'infezione interessa subito le vie respiratorie alte).
Non essendo io virologo non posso essere certo di cio' ma se questo e' possibile potrebbe essere confermata la mia
interpretazione dei dati (fatta da fisico).
Se siamo fortunati nei prossini giorni, quando la situazione sara' piu' chiara, anche il contributo degli infetti con
sintomi potrebbe risultare in sostanziale plateau ed allora torneremmo ad ESULTARE perche' vorrebbe dire che
indossare sempre le mascherine riesce a bloccare anche i virus emessi dalle persone infette con sintomi,
benche' le cariche virali da loro emesse siano molto maggiori (e cosi' comprenderemmo ancora meglio il successo dei cinesi,
che finora hanno evitato la seconda ondata di Covid-19).
Se questo fosse vero (ma non lo sappiamo ancora) allora la crescita del numero dei nuovi contagi si starebbe
arrestando e quindi NON SAREBBE PIU' NECESSARIO ADOTTARE ALCUN PROVVEDIMENTO DI CHIUSURA
(che bloccherebbe i nuovi contagi ma nulla potrebbe sulla malattia delle persone gia' infettate.
Per questo ricoveri e decessi continueranno a crescere inevitabilmente ancora per 2 o 3 settimane, essendo dovuti a
contagi gia' avvenuti nel passato (nessuna chiusura potrebbe aiutarci in questo).
Come capite bene si tratta di un'informazione cruciale, di enorme importanza, che acquisiremo sicuramente nei prossimi 3
o 4 giorni.
E' di vitale importanza capire al piu' presto se questa
curva
delle percentuali di positivi continua a crescere o
se resta in plateau. Lo sapremo gia' nei prossimi 2 o 3 giorni (basta solo un po' di pazienza, poca!).
Ecco l'IMPORTANZA (EVENTUALE) DI QUESTO LAVORO:
- Se la nostra ipotesi e' corretta, cioe' che l'uso esteso delle mascherine, insieme agli altri provvedimenti
in atto siano riusciti a bloccare la crescita dei contagi (curva in plateau), allora con questo lavoro consegniamo
alla comunita' la conoscenza (know how) di come si possa impedire l'inizio di altre ondate di Covid-19 in tutto il
mondo civilmente organizzato.
- Inoltre nell'immediato dalla validita' di questa ipotesi dipende anche la necessita' di nuove chiusure
(tema questo attualissimo), mentre nulla cambia nei ricoveri e decessi attuali, che sono destinati a crescere comunque
ancora per circa un mese.
Nello stesso tempo questi sono i gravi errori che oggi stanno commettendo quasi tutti:
- Dicono che i contagi si stanno impennando perche' sono arrivati a 15.000 al giorno (ma quelli non sono i nuovi contagi,
sono solo gli infettati individuati con i tamponi giornalieri; se i test raddoppiassero si troverebbero 30.000 positivi
invece di 15.000 ma non vorrebbe dire che i contagi si sono impennati ancora di piu': i contagiati sono sempre quelli;
questa sembra essere una cosa difficile da capire!)
- Dicono che ricoveri e decessi stanno crescendo molto di numero ma sembrano ignorare che eventuali provvedimenti di
chiusura non saranno in grado di modificare questa crescita in atto, dovuta a contagi avvenuti nel passato.
I ricoveri e decessi di questi giorni sono relativi ad infezioni avvenute ai primi di ottobre quando la percentuale dei
positivi era al 3% che corrisponde a 1.800.000 infetti in Italia (su 60 milioni di abitanti).
Supponiamo che il 3% di loro abbiano sviluppato la sindrome Covid-19 (gli altri, tutti asintomatici, si limitano invece ad
ospitare il virus Sars-CoV-2 nel loro organismo, senza saperlo): sono in 60.000.
Se 1 su 3 di loro finisce in ospedale (gli altri vengono curati in casa) sono 20.000 i ricoveri che ci aspettano, ormai
sicuri e indipendenti dai provvedimenti di chiusura, che non fanno guarire i malati ma impediscono solo i nuovi contagi.
Le persone gia' contagiate ormai il virus ce l'hanno in corpo e non c'e' chiusura o lockdown che possa aiutarli, quindi
i 20.000 pazienti, tra ricoveri e decessi, ormai sono inevitabilmente in carico al S.S.N. oggi e per il mese prossimo.
Non c'e' provvedimento governativo che possa ridurli (possono solo evitare che se ne aggiungano altri in inverno).
A ridurli ci avrebbero dovuto pensare di piu' tutti, in estate.
Aspettiamo i dati dei prossimi 3 giorni e speriamo bene, cioe' speriamo che la curva delle percentuali dei contagi vada
in plateau altrimenti, cosa possibilissima, decadono tutte le belle cose che abbiamo qui' ipotizzato, perche' ne
valeva la pena, in questa ricerca (sacrosanta da fare in questi giorni).
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 22 ottobre 2020)
I 5 dati tra il 18/10 ed il 22/10, ci sembrano compatibili con l' andamento da noi atteso, prima lineare (poco ripido)
e poi costante tra pochi altri giorni.
Per visualizzare meglio questo andamento abbiamo aggiunto (dietro, dopo la tabella dei dati) anche
l'andamento grafico
delle percentuali dei positivi.
In base al nostro modello di evoluzione dell'epidemia, tra il 18 ed il 22/10 ci aspettiamo un cambiamento di tendenza della
curva che da esponenziale, cioe' sempre piu' crescente, dovrebbe crescere invece sempre meno, diventando prima lineare e poi
abbastanza costante (prevediamo presto, dopo il 25/10).
I dati sono ancora troppo pochi per evidenziare chiaramente questi andamenti ma ci sembra gia' di intravedere che dopo il
18/10 qualcosa si stia modificando nell'andamento della
curva
, che non sembra piu' salire come nei giorni dal 14 al 19/10
ma piu' lentamente: non c'e' dubbio che i dati degli ultimi 3 giorni 20, 21 e 22 ottobre avrebbero dovuto
essere molto piu' alti per continuare con l'andamento precedente (esponenziale).
Dobbiamo aspettare anche i dati dei prossimi due giorni, per capirci qualcosa di piu'.
SITUAZIONE ATTUALE: VOGLIAMO FARE UNA SECONDA SCOMMESSA ? (23 ottobre 2020)
In occasione del primo pianerottolo nella curva dei contagi, il giorni stesso di adozione dell'obbligo delle mascherine
(9/10) ho azzardato la previsione (vedi punto 12 dell'indice), che poi si e' avverata tre giorni dopo, dell'arresto della
crescita della curva dei contagi degli asintomatici dovuto alle mascherine.
Ora ci troviamo in una situazione simile: potrei scommettere che il 25/10 la curva dei contagi smette di salire ma non
sarebbe giusto. Infatti in questo caso l'evoluzione reale dell'epidemia e' drogata da due fattori esterni che non
c'entrano con il nostro modello descrittivo dell'evoluzione naturale dell'epidemia e che conseguentemente complicano la
comprensione dell'evoluzione del fenomeno:
- La presenza di grandi focolai nelle citta' provocati dalla grande contagiosita' delle persone infette con
sintomi che ancora non sono ospedalizzate (che non e' presente nell'epidemia degli asintomatici) e favorita dal
comportamento improprio delle persone che non rispettano le misure di contenimento. Solo Milano contribuisce oggi con
4.000 contagi ai 15.000 che si misurano in tutta Italia, quindi non sono un piccolo contributo ma gran parte della
crescita che si osserva proviene da questi grandi focolai, in cui l'epidemia cresce con regole diverse e meno controllabili.
Il giorno seguente i contagi a Milano sono saliti da 4000 a ben 5000. Questo significa che nelle citta'-focolaio l'andamento
dei contagi ha gia' raggiunto la crescita esponenziale che va contenuta con provvedimenti aggiuntivi specifici per quel
territorio.
- L'adozione di provvedimenti extra di chiusura di grandi aree urbane per periodi di tempo prolungati, proprio mirati
a contenere questi focolai.
Questi due fattori si aggiungono a determinare l'evoluzione dell'epidemia al di la dell'evoluzione naturale dei contagi e
dall'azione di blocco della crescita dovuto alle mascherine: il primo nel verso di aumentare il numero dei contagi,
il secondo in verso opposto.
L'evoluzione dell'epidemia, che avrebbe avuto l'andamento di appiattimento della curva dei contagi dovuto all'effetto delle
mascherine, risentira' quindi anche di questi altri due fattori ed avra' conseguentemente un risultato modificato dalle loro
due spinte contrapposte.
Se aumentera' il numero ed il contributo ai nuovi contagi dei focolai, la curva, partendo dal livello di plateau raggiunto
il 25/10, salira' finche' i grandi focolai l'alimenteranno nella misura e per il tempo dipendente dallo sviluppo dei focolai.
Questa spinta verso l'alto della curva sembra importante, alla luce dei dati che provengono dalle citta'-focolaio.
Pero' avra' anche una spinta a tornare in plateau dai provvedimenti di chiusura limitata, che e' dipendente dall'estensione
nello spazio e nel tempo dei singoli provvedimenti (adottati nelle citta' di Napoli, Milano e Roma).
Questi provvedimenti di chiusura locale si rendono indispensabili in quelle regioni in cui la percentuale dei positivi e'
diventata troppo alta con il procedere dell'epidemia (per insufficienza dei mezzi di contenimento): in Italia e' intorno
all'8% in Campania e Lombardia e' del 13% o 14% (per questo ora stanno chiudendo).
La situazione attuale e' comunque molto favorita dalla riduzione della crescita esponenziale dei contagi, precedentemente
acquisita grazie all'uso delle mascherine, che speriamo possa permettere il contenimento della crescita della curva dovuta
a questi maxi-focolai. Questo potrebbe evitare di adottare dei lockdown locali, limitando gli interventi al solo coprifuoco
locale (molto meno costoso).
Ovviamente i nostri amministratori devono essere informati per governare bene, sul piano tecnico, non basandosi sul
numero di ricoveri e decessi giornalieri, che sono manifestazione di contagi lontani nel tempo ma sulla
percentuale giornaliera dei tamponi positivi che fornisce l'andamento attuale dei contagi e la risposta pronta
all'adozione dei provvedimenti.
Purtroppo sembra che ora non sia cosi' ed e' responsabilita' dei tecnici correggere questo comportamento errato che puo'
essere molto dannoso: potrebbe indurre a decidere un lockdown, quando i contagi si sono gia' arrestati per
le altre misure, mentre i ricoveri e decessi giornalieri sono ancora molto numerosi per i tanti contagi di due settimane
prima.
Non sono in grado ora di valutare quantitativamente questi due effetti che interferiscono nello svilupo normale
dell'epidemia che stavamo seguendo e che sara' comunque condizionata pesantemente dall'arresto della crescita
esponenziale che e' gia' oggi indubbiamente
visibile
, prodotto dall'uso delle mascherine nei contagi sia dalle persone infette asintomatiche che da quelle con
sintomi del Covid-19.
Nei prossimi giorni potremo valutare dall'andamento della crescita globale dei contagi se la nostra descrizione e' plausibile.
Ribadiamo che questa comprensione della descrizione del fenomeno non e' solo accademica ma vuole ottenere la conferma
sperimentale del fatto che l'uso di un semplice presidio come le mascherine, se adottato estesamente, riesce a contenere in
modo significativo gran parte della diffusione dei virus, con effetti che possono essere sufficienti a bloccare e far
regredire i contagi, al fine di contenere la crescita del numero di asintomatici, per poterlo cosi' mantenere sempre sotto
la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19.
Questo puo' bastare per raggiungere un risultato clamoroso: con semplici presidi e bassi costi impedire che in futuro
si sviluppino nuove ondate epidemiche di Covid-19 (risultato che sembra abbiano gia' acquisito in Cina, almeno per
ora).
L'alternativa e' quella di ondate epidemiche successive, tutte peggiori rispetto alla prima, perche' hanno un contributo
aggiuntivo ai contagi che nella prima ondata non c'era: quello dei tanti asintomatici che circolano in incognito e
possono diffondere virus e contagi. A conferma di cio', e' di oggi la notizia che le Autorita' francesi hanno dichiarato
che questa seconda ondata e' peggiore della prima.
Torniamo cosi' ancora ad un punto essenziale, finora trascurato da tutti e che e' alla base del contrasto a queste epidemie
cicliche: l'epidemia invisibile degli asintomatici, che va combattuta soprattutto in estate (cosa che nessuno ha fatto
finora).
La strategia vincente, alla luce delle prime indicazioni di questo lavoro, e' sicuramente quella dell'uso esteso delle
mascherine per tutto il tempo in cui la percentuale dei tamponi positivi (presa anche solo su 20.000 test) e' sopra al
3% (anche d'estate, se occorre). Come dice correttamente il governatore Zaia "meglio la mascherina che i coprifuoco
ed i lockdown", ma bisogna farlo capire a tutti!
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 23 ottobre 2020)
Il dato odierno di 10.5% si inserisce nel
grafico
esattamente allineato con la crescita dei tre giorni precedenti.
Questo ci lascia pensare che il contributo ai dati delle citta'-focolaio, che contribuiscono con circa 4000 contagi ciascuna (le
principali sono Milano, Napoli, Genova e Torino) sia diventato dominante e da ora in poi governera' l'andamento della curva.
Le relative regioni (Lombardia, Campania, Liguria, Piemonte) hanno percentuali dal 13% al 16% che portano in alto la nostra curva
che contiene i dati di tutta Italia ed e' stata portata in alto fino al 10%.
Questo non vuol dire che i contagi del resto d'Italia non stiano interrompendo la crescita della loro curva, come il nostro modello
vorrebbe, ma che dei contributi dominanti si siano sommati impedendo di cogliere il risultato al netto del contributo delle
citta'-focolaio.
Il nostro modello di descrizione dell'epidemia non si puo' applicare ai focolai perche' nella maggior parte dei casi dove si e'
sviluppato un focolaio troppe persone non rispettano rigorosamente l'obbligo di indossare sempre la mascherina, come richiesto per
applicare il nostro modello (se no il focolaio non sarebbe esploso). Per questo il relativo contributo ai dati nel grafico sono di
una crescita esponenziale e non lineare.
E' un'analisi facile a farsi per chi ha accesso ai dati separati per regione e ci auguriamo che qualche lettore di queste note voglia
farlo perche' noi non possiamo, magari comunicandoci cortesemente poi il risultato.
Come ultima osservazione notiamo che se vogliamo traslare i dati degli ultimi 4 giorni, dal 20 al 23/10, per posizionarli
sull'andamento della crescita precedente della curva (fino al 19/10), come prosecuzione in linea retta, bisogna sommare loro
almeno il 2.5% alle percentuali degli ultimi 4 giorni.
Questo significa che in data 20/10 la percentuale dei contagi in Italia ha subito veramente un netto calo di almeno il 2.5% e
quindi TUTTI I DATI DAL 20/10 IN POI SONO PIU' BASSI DEL 2.5% (che e' ben 1/4 del totale, intorno al 10%), cioe'
1.500.000 (su 60 milioni) di contagiin meno ogni giorno sono dovuti all'uso esteso delle mascherine, che
corrispondono a 45.000 positivi sintomatici (3%) ed il resto asintomatici, che avremmo avito in piu' senza questo calo del 2.5%.
Se il 2% dei sintomatici avra' bisogno di ricovero ospedaliero, si sono cosi' risparmiati 900 ricoveri e 25 decessi al
giorno (vedi stima piu' avanti), grazie all'uso esteso delle mascherine.
Questo dato e' certo, al di fuori degli errori statistici e sistematici, ed e' di assoluto rilievo perche' corrisponde ad una
riduzione di circa 1.500.000 contagi sui 60 milioni di italiani. Quanto troviamo dal 20/10, giorno in cui appare questo calo,
CORRISPONDE PROPRIO ALL'EFFETTO CHE CI ASPETTAVAMO DI TROVARE, COME ULTERIORE CONFERMA DELLA VALIDITA' DEL NOSTRO MODELLO
DI EVOLUZIONE DELLA PANDEMIA.
L'unico nostro problema e' che purtroppo proprio in quei giorni, in cui cominciava a manifestarsi il calo da noi previsto e la curva
stava andando in plateau, sono esplosi i contagi esponenziali delle citta'-focolaio, che hanno portato il loro contributo
esponenziale dominante nei dati che rivelano i contagiati e cosi' la curva ha ripreso a salire impedendoci di valutare con cura
l'effetto di contenimento dell'epidemia prodotto dall'uso esteso delle mascherine che comunque c'e' e si vede bene,
quindi anche per i contagi prodotti dalle persone infette con sintomi.
Inoltre osserviamo che se si tolgono ai 16079 positivi del 22/10 ed ai 19143 positivi del 23/10 quelli delle citta'-focolaio, molto
probabilmente risulta costante, se non addirittura in calo, la curva dei contagi rimanente, relativa al resto d'Italia (in quelle
4 regioni mi pare si parli di contagi che vanno dai 2000 ai 5000 ciascuna con 4916 nella sola Lombardia, ben 1/4 del totale, dei
19143 contagi complessivi).
E' un esercizio facile a farsi, per controllare, ma io ora non ho i dati a disposizione.
Quindi possiamo affermare che, pur nei limiti dei pochi dati da noi esaminati, ci sembra che per ora abbiamo un
RISCONTRO POSITIVO a tutte le conclusioni molto importanti, a cui siamo arrivati in questo lavoro.
Diventa a questo punto molto urgente ripetere questa analisi su dati selezionati con la giusta e rigorosa metodologia scientifica
per convalidare le nostre conclusioni.
In questo lavoro abbiamo scoperto, cercando riscontri nei dati sperimentali, il potere sorprendente dell'uso esteso delle
mascherine per bloccare l'epidemia Covid-19 (come hanno fatto i cinesi).
Il problema e' che per ora lo sappiamo solo io e coloro che, bonta' loro, hanno letto questo lavoro: quindi potrebbe essere un
risultato sconvolgente se si riuscisse a far comportare gli italiami come i cinesi nell'uso delle mascherine. Allora non avremmo
piu' ne' la terza ondata ne' quelle successive ed anche l'Italia potrebbe dichiarare "zero contagi".
Merito di questo lavoro e' stato quello di aver acceso una luce su questa possibilita' (da approfondire ulteriormente).
QUAL'E' LA SITUAZIONE E COSA SI DEVE FARE ORA: (al 24 ottobre 2020)
SITUAZIONE: Abbiamo detto che l'andamento della curva dei contagi anticipa quello che accadra' poi negli ospedali: vediamo
di quanto.
Ecco la correlazione temporale, con ipotesi ragionevoli:
Le persone a cui viene fatto il tampone non mostrano sintomi, cioe' sono prese tra quelli presunti sani che possono essere:
- o asintomatici infettati mediamente 15 giorni prima del prelievo (con distribuzione gaussiana) perche', guardando i dati
pubblici dei calciatori positivi, sembra che dopo circa 1 mese guariscano;
- o sintomatici infettati 3 giorni prima del prelievo (con distribuzione gaussiana), perche' dopo avrebbero avuto sintomi.
I risultati del test si ottengono 3 giorni dopo il prelievo e vengono comunicati dopo un altro giorno (4 in tutto).
La distanza dal contagio di un risultato positivo al tampone pubblicato e' quindi (mediamente):
- per il 97% asintomatici sono stati infettati: 15 giorni prima del prelievo + 4 giorni = 19 giorni (con distribuzione gaussiana)
- per il 3% sintomatici sono stati infettati: 3 giorni prima del prelievo + 4 giorni = 7 giorni (con distribuzione gaussiana)
I primi (asintomatici) non producono ne' ricoveri ne' decessi.
I secondi (sintomatici) mostrano sintomi dopo circa 5 giorni dal contagio (incubazione) e quindi il 3% dei tamponi positivi,
i cui risultati sono noti dopo 7 giorni, vengono ricoverati quasi subito e qualcuno di essi poi muore mediamente dopo 1 mese
circa.
Quindi i ricoveri di oggi sono il 2% dei tamponi positivi di oggi, senza alcun ritardo.
Siccome il 3% dei ricoverati muore 1 mese dopo, i decessi di oggi sono 0.6 per mille (=2% del 3%) dei tamponi positivi
di 1 mese prima.
In conclusione:
- i ricoveri odierni sono circa il 2% dei tamponi positivi odierni e seguono quindi esattamente l'andamento della curva dei
contagi senza ritardi: cioe' i ricoverati odierni si sono contagiati circa una settimana fa ed anche i tamponi, i cui
dati sono comunicati oggi, sono stati prelevati una settimana fa (i contagi pubblicati oggi non sono avvenuti oggi ma una
settimana prima, piu' o meno quando i ricoverati di oggi si sono contagiati).
- i decessi odierni invece sono il 0.6 per mille dei tamponi positivi di un mese prima e seguono l'andamento dei contagi di
un mese prima.
Quindi, contrariamente a quanto da noi affermato precedentemente, e' giusto che gli amministratori decidano gli interventi
basandosi sul numero di ricoveri (perche' e' un dato equivalente a quello dei contagi ma piu' affidabile), mentre non e' giusto
che si basino sul numero dei decessi (che e' relativo alla situazione di un mese prima).
COSA SI DEVE FARE ORA:
Bisogna chiudere tutti i maxi-focolai finche' i positivi del posto non si riducono allo stesso livello delle altre
regioni, che possono essere salvate dalla chiusura se la loro curva dei contagi risultasse costante o in lenta salita
(lineare), cosa secondo noi possibile e che confermerebbe la validita' del nostro modello.
Confessiamo che la cosa ci sorprenderebbe un po', in quanto la gente ancora non e' cosciente dell'importanza da noi asserita del
buon uso delle mascherine ma forse le sta usando lo stesso con un certo scrupolo per la paura del contagio.
CONCLUSIONE FINALE: (al 24 ottobre)
Considero quanto appreso in questo lavoro d'importanza notevole perche' abbiamo appreso che basta imporre un uso
scrupoloso delle mascherine sempre ed a tutti (perseguendo i furbetti che la indossano con il naso di fuori, perche' cosi'
emettono i loro virus nell'ambiente), per RIDURRE in modo sostanziale ALL'ORIGINE le cariche virali che
provocano i contagi (cioe' il numero di virus attivi) disperse nell'ambiente e mantenere cosi' il numero di persone infette
ma asintomatiche sotto una soglia critica, che ho stimato intorno al 3% della popolazione, oltre la quale s'innesca la
crescita esponenziale dell'epidemia Covid-19, che e' un fenomeno a soglia: sotto al 3% sono piu' gli infetti che scompaiono
(perche' guarisconol o muoiono) che i nuovi infetti e quindi loro numero non cresce (e' Rt<1 e l'epidemia non parte).
Mantenendo ovunque il numero di persone infette ma asintomatiche sotto il valore di soglia (e bastano le sole mascherine per
riuscirci, come hanno mostrato i dati da noi raccolti e presentati nel grafico) l'epidemia Covid-19 NON parte e saremmo
allora, come i cinesi, un Paese "con zero contagi" (abbiamo cosi' anche capito come ci sono riusciti i cinesi, che da sempre
sono maestri nell'uso delle mascherine).
Tutto cio', se confermato, e' fantastico perche' le mascherine sono solo una scocciatura ma con un costo del tutto accettabile!
Ora pero' siamo in guai grossi, perche' i comportamenti scellerati di troppi italiani hanno permesso agli asintomatici di
crescere di numero oltre il valore di soglia per la partenza dell'epidemia Covid-19.
Alla fine di settembre tutti i tamponi positivi erano di asintomatici, perche' l'epidemia Covid-19 non era ancora partita e la
percentuale di positivi era sotto al 3%.
Poi ai primi di ottobre la temperatura si e' abbassata, accentuando il fenomeno dell'accumulo dei virus dispersi dagli asintomatici
nell'ambiente (perche' si e' allungato il periodo di tempo in cui i virus rimangono attivi) e cosi', essendo aumentata l'esposizione
della popolazione sana ai molti virus dispersi nell'ambiente da chi non indossava bene la mascherina, la percentuale di tamponi
positivi e quindi di asintomatici e' cresciuta fino a superare intorno al 10 ottobre la percentuale critica del 5%.
L'aumento della contagiosita' e' allora bastato per innescare la partenza esponenziale dell'epidemia Covid-19.
Se i virus dispersi nell'ambiente dagli asintomatici (che purtroppo per loro sono l'allevamento vivente ed inconsapevole delle
colonie di virus Sars-CoV-2, che altrimenti si estinguerebbero, perche' questo virus rimane attivo nell'ambiente solo per poco
tempo)) fossero stati di meno o per un minor numero di asintomatici o per un migliore uso delle mascherine, allora in Italia
la seconda ondata di Covid-19 NON ci sarebbe stata affatto!.
Questo e' il know how che abbiamo acquisito con questo lavoro.
Esso sara' fondamentale per impedire le ondate successive dell'epidemia Covid-19 in ogni Paese del mondo (se
confermato).
Per questa volta purtroppo non c'e' piu' nulla da fare: l'epidemia ormai e' in corso.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (al 24 ottobre 2020)
Il dato odierno di 11.0% si inserisce nel
grafico
mostrando un leggera diminuzione della crescita rispetto ai dati dei 4 giorni precedenti.
Un primo buon segno ma ancora nulla di clamoroso. Si comincia ad intravedere una leggera riduzione della crescita esponenziale
dovuta ai primi provvedimenti di coprifuoco serale che hanno cominciato a ridurre i contagi dovuti agli assembramenti notturni
nelle principali citta'-focolaio.
Si spera che ulteriori benefici, attesi nei prossimi giorni, siano sufficienti a scongiurare l'adozione di misure piu'
penalizzanti per l'economia.
OSSERVAZIONE:
Ecco una cosa su cui conviene indagare nei prossimi giorni.
Se le mascherine sono cosi' efficaci probabilmente vuol dire che la principale via di contagio e' quella aerea che puo' non
essere solo quella diretta da persona a persona ma anche quella indiretta da persona ad ambiente e poi a persona.
L'evento importante che le mascherine eliminano e' la dispersione dei virus nell'ambiente, perche' essendo volatili
non solo possono accumularsi nell'ambiente (soprattutto negli ambienti chiusi) ma anche fissarsi su particolati presenti in
strada per poi essere sollevati dal vento ed inalati dalle persone sane in quantita' significativa.
Quest'ultimo contributo ai contagi merita di essere indagato maggiormente a mio avviso e forse si puo' fare facilmente,
studiando la correlazione eventuale tra la percentuale giornaliera dei contagi, regione per regione, con le precipitazioni
atmosferiche piu' intense (cioe' con i giorni in cui e' piovuto molto).
Se si riuscisse a trovare una qualche correlazione allora bisognerebbe organizzare l'irrigazione delle strade nelle aree piu'
affollate e nei giorni senza pioggia e con vento.
Bisogna pensarle tutte per ridurre i contagi ed anche questa potrebbe essere una strada da percorrere.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19 AL 24 OTTOBRE 2020: (25 ottobre 2020)
Aggiungiamo un ulteriore contributo di chiarezza alla descrizione dell'epidemia in corso con il grafico seguente:
EFFETTO MASCHERINE: i fit lineari alle percentuali dei positivi dall' 8/10 al 24/10 mostrano prima l'effetto della riduzione
sugli asintomatici poi quello sui sintomatici (dopo l'inizio epidemia, segnalata dal cambio di pendenza) ed
infine l'effetto dei coprifuoco
Per valutare l'entita' delle variazioni, che sono di tutto rilievo, dovete misurare di quanti millimetri dovete spostare in
alto un tratto lineare per farlo sovrapporre all'andamento di quello precedente.
Riferendovi alle percentuali indicate nella scala verticale delle ordinate potete sapere di quanto si e' ridotta la
percentuale dei contagi dal giorno del cambiamento in poi (-1% sui 60 milioni di italiani significa 600.000 contagi in meno
ogni giorno, da quel momento in poi).
Sono variazioni molto importanti.
La prima e' stata l'oggetto della nostra scommessa che, fatta il 9/10, giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo di usare
le mascherine anche all'aperto, avendone colto l'importanza, ci siamo spinti a prevedere gia' il 9/10 quello che poi
sarebbe avvenuto il 12/10: il primo netto calo dei contagi.
Intanto avendo la percentuale di positivi (asintomatici) raggiunto il 5% e' partita l'epidemia Covid-19, quella piu'
contagiosa dei sintomatici e la relativa crescita piu' ripida del numero dei contagi si e' resa visibile nel grafico
dal 14/10 in poi (i giorni sono visibili sull'asse orizzontale, quello delle ascisse).
Anche questo secondo salto della curva, che inizia il 19/10, e' stato da noi attribuito alla discontinuita' temporale
introdotta dal provvedimento delle mascherine del 9/10 sul contenimento dei contagi, anche quelli piu' intensi provenienti
dai sintomatici. La successiva pendenza della curva rimane invariata perche' e' quella, esponenziale attenuata dall'effetto delle
mascherine, caratteristica dell'epidemia dei sintomatici Covid-19.
La relativa discussione la trovate
QUI'
e
QUI'.
Un primo leggero accenno ad un'ulteriore riduzione della pendenza della curva nel grafico si vede nell'ultimo punto a destra
quello del 24/10, secondo noi attribuibile ai primi provvedimenti di coprifuoco presi nelle citta'-focolaio.
Valutando anche in questo caso il calo della curva in verticale con le percentuali indicate sull'asse delle ordinate si puo'
prevedere gia' da domani, se il prossimo punto prosegue l'andamento in calo mostrato, un'ulteriore diminuzione dell'1% del
numero dei contagi, corrispondente sulla popolazione italiana di 60 milioni di persone a ben 600.000 contagiati in meno e
quindi, in base a stime grossolane ma realistiche, a 12.000 malati in meno di Covid-19 (il 2%), 200 ricoveri in meno e 7 morti
in meno ogni due giorni, dovuti alle recenti misure di coprifuoco adottate.
SE NON SI FOSSE INTRODOTTO L'OBBLIGO DELLE MASCHERINE NON CI SAREBBERO STATI I DUE SALTI IN BASSO NELLA CURVA, CHE
HANNO PRODOTTO OGNUNO CIRCA IL 2% DI CALO STABILE DEI CONTAGI: VUOL DIRE CHE OGGI AVREMMO IL 4% DI CONTAGI IN PIU' CIOE'
2.400.000 CONTAGI IN PIU', CORRISPONDENTI A 800 RICOVERI E 28 DECESSI IN PIU' PER OGNI GIORNO CHE PASSA.
E' questa la situazione che si trovano ad affrontare tutti gli altri Stati che, come noi si trovano una grande moltitudine di
asintomatici contagiosi in casa (creatasi dalla precedente epidemia e non combattuta perche' invisibile e ritenuta
"non pericolosa", perche' non richiede cure) e NON hanno introdotto l'obbligo delle mascherine.
Per questo ora se la passano peggio di noi, purtroppo per loro.
Ma se l'efficacia delle mascherine e' cosi' grande come mostrano questi dati, perche' non esaltarne l'efficacia
con una buona campagna di comunicazione (come quella in corso per Immuni), pubblicando questi risultati ottenuti e
confrontandoli VANTAGGIOSAMENTE con quelli che si ottengono con i PIU' ONEROSI provvedimenti di chiusura, che cominciano
ora ad intravedersi nel grafico (dall'unico punto a destra in alto)?
Ci sono poi anche i provvedimenti piu' coercitori che, nell'interesse della collettivita', possono colpire gli irriducibili
indisciplinati.
Eliminare tutte le irresponsabili cause di diffusione del contagio, come appaiono essere per esempio le movide notturne o
le lunghe file di sci-muniti alle funivie, e' quindi un'opera non solo urgente ma anche morale.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (25 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 13.1% di percentuale di contagi del 25/10 sul grafico seguente:
Purtroppo la nostra speranza di cominciare a vedere una riduzione dell'andamento, conseguente ai primi provvedimenti di coprifuoco,
sembrano essere vanificati da questo dato particolarmente elevato che riprende e prosegue la crescita esponenziale dell'epidemia
dei sintomatici.
In realta' per vedere l'effetto dei provvedimenti nella curva dei contagi bisogna attendere almeno una settimana
(cioe' 4 giorni piu' il tempo d'incubazione).
Quindi speriamo ancora che i dati futuri mostrino un'attenuazione della crescita della curva dei contagi, come effetto
dei provvedimenti di contenimento dei contagi, assunti recentemente.
Questo feed-back e' assolutamente necessario visto l'alto costo dei provvedimenti.
L'effetto notevole di contenimento dell'uso esteso delle mascherine e' gia' scontato nella curva dei contagi dal calo
del 4% subito nei due gradini che appaiono chiaramente nel grafico.
Se si togliesse l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine i dati sulla curva esponenziale e la retta che ci passa sopra nel
grafico sarebbero piu' alti di ben il 4%.
Le mascherine quindi hanno fatto e stanno continuando a fare il loro lavoro.
MODI DI CONTRASTARE L'EPIDEMIA (26 ottobre 2020)
I vari provvedimenti che si stanno prendendo per contenere l'epidemia hanno un effetto parziale mella riduzione dei contagi,
come quello delle mascherine: possono cioe' ridurre una frazione dei contagi ed abbassare cosi' la curva di una percentuale
ma la curva continuera' a crescere lo stess,o perche' l'andamento dominante e' esponenziale (ridurre i contagi non cambia
l'andamento).
La curva cresce esponenzialmente perche' il contagio e' un fenomeno con progressione geometrica (esponenziale) e per fermarlo
occorre un fenomeno di contrasto con un effetto altrettanto esponenziale (come sarebbe la rimozione di tutti i contagi,
magari con un lockdown).
Esiste un fenomeno naturale che produce la rimozione dei contagi ed e' l'innalzamento della temperatura
stagionale: se la temperatura si abbassa i contagi aumentano (perche' aumentano le cariche virali, come abbiamo spiegato
piu' volte in precedenza) e la curva s'impenna verso l'alto, mentre se la temperatura sale allora i contagi diminuiscono
(perche' diminuiscono le cariche virali e quindi l'esposizione della popolazione al virus, per le stesse ragioni) e la
curva dei contagi tende cosi' a zero.
Per produrre questo effetto artificialmente occorre prendere come bersaglio le cariche virali che causano i contagi.
Questo si puo' fare in due modi:
- MODO 1: Si impedisce alle cariche virali di raggiungere il bersaglio con le mascherine o il distanziamento
(lockdown).
Abbiamo sperimentato la primavera scorsa che il lockdown funziona, perche' la curva dei contagi Covid-19 ha smesso di
crescere ed e' andata in plateau per poi estinguersi con l'arrivo del caldo.
ORA PERO' LA SITUAZIONE E' DIVERSA: allora la stagione calda e' arrivata dopo 2 mesi mentre oggi arrivera' tra
6 mesi.
Questo significa che la prospettiva ora e' molto PEGGIORE perche' il lockdown nazionale dev'essere piu' lungo o
dev'essere addirittura ripetuto piu' volte! E questo non e' assolutamente possibile.
Chiariamo meglio perche' ora e' diverso: se la percentuale dei contagi e' arrivata al 20% (ora e' al 13%) e faccio il
lockdown per 1 mese la percentuale scende, per esempio al 10%; ma appena il lockdown termina l'epidemia e' ancora in atto
(sara' inverno e non estate, come la volta scorsa) e non c'e' alcun motivo perche' non debba riprendere subito a salire
esponenzialmente.
- MODO 2: Si riducono le cariche virali per ridurne la contagiosita', sia per quanto riguarda il numero di
virus che contengono, sia per la durata del periodo di attivita' dei virus (e' quello che accade con il caldo d'estate).
Ecco la differenza tra questi due modi:
1) Nel primo modo non si cambia la pendenza della curva dei contagi cioe' la velocita' di crescita della curva.
2) Nel secondo modo invece si riduce la
contagiosita'
e quindi la pendenza della curva. Questo e'
fondamentale per ridurre l'epidemia con lo stesso effetto che appare in estate e che riduce cosi' tanto la pendenza della
curva da poter addirittura estinguere l'epidemia.
E' questo del MODO 2 pero' solo un sassolino che lanciamo nello stagno della ricerca, perche' forse e' praticabile ma
ancora non si sa come riuscirci.
Quello che vorrebbero le Autorita' e' di riprendere il controllo della curva dei contagi ma questo non si puo' fare con
provvedimenti che riducono il numero dei contagi (modo 1). Occorrerebbe ridurre la pendenza della curva, cioe' se un
infetto ora contagia 3 persone occorre che poi ne contagi 2 ovvero si deve ridurre la contagiosita' che e' quella che
determina la pendenza della curva (modo 2) e questo ora NON sappiamo come farlo.
Se i metodi da noi usabili sono solo del Modo 1 (riducono cioe' solo il numero dei contagi ma non la pendenza della
curva ovvero la contagiosita') allora scopriremo tra poco che ci risultera' impossibile riprendere il controllo
dell'epidemia, perche' vedremo che, se la pendenza della curva rimane esponenziale, allora questa sua crescita rapida
riuscira' sempre a recuperare rapidamente il numero di contagi che siamo riusciti a ridurre ed ogni nostro intervento
(di Modo 1) risultera' INUTILE.
FUTURO DELL'EPIDEMIA: L'umanita' si salvera' comunque con l'arrivo dell'estate, quando la curva scendera' verso zero e
l'epidemia di Covid-19 si estinguera' (e' gia' accaduto l'estate scorsa) ma ci mancano 6 mesi.
L'epidemia si estinguera' ma i virus non si estingueranno, perche' rimangono ospiti per tutta l'estate in un numero molto
grande di persone asintomatiche che li ospitano nel loro corpo inconsapevolmente, ed impediscono cosi' che il Sars-CoV-2
sparisca dalla faccia della Terra.
Il virus seguitera' cosi' ad esistere nei corpi degli asintomatici (che sono quindi IL PROBLEMA), attendendo
l'autunno successivo per tentare di ripetere il suo ciclo di epidemia di Covid-19.
Che gli asintomatici siano il problema l'abbiamo toccato com mano in questi giorni: ai primi di ottobre i contagi in
crescita erano praticamente solo i loro perche' l'epidemia Covid-19 non era ancora iniziata: hanno fatto crescere i
contagi fino al punto da innescarla (con il fenomeno che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici). Sono stati
i loro contagi ad avviarla.
Voglio sperare pero' che tra 11 mesi gli italiani, opportunamente istruiti, non permettano che la percentuale di asintomatici
(che stanno coltivando nel loro corpo milioni di colonie di virus, che diffondono nell'ambiente) raggiunga nella sua crescita
la percentuale critica di soglia che permette l'inizio dell'epidemia del Covid-19, com'e' purtroppo accaduto ora.
E cosi' l'anno prossimo potremmo scamparla, come stanno facendo adesso i cinesi, magari anche aiutati da un vaccino che ci
potra' aiutare in questa guerra (ma meno di quanto la gente crede, secondo me, per i motivi che ho gia' spiegato).
E' una realta' che sembra calata tra noi da un thriller di fantascienza, ma purtroppo e' tutto vero!
COSA E' MEGLIO FARE ? (26 ottobre 2020)
Confesso di aver provato un grande disagio e mi e' pesato molto trattare questo argomento, perche' presenta scenari duri ad
essere metabolizzati, al punto che la loro lettura potrebbe anche non essere adatta ai lettori piu' impressionabili.
So che 100 miei colleghi molto in gamba, che a differenza di me sono anche accademici dei Lincei, hanno chiesto di adottare
importanti provvedimenti da prendere con la massima urgenza.
Ecco il mio pensiero in merito.
La crescita dei contagi avviene su scala nazionale. Il metodo di contrasto esponenziale collaudato in grado di fermare questa
crescita e' il distanziamento delle persone tramite il lockdown nazionale (blocca la salita della curva dei contagi perche'
e' un metodo che con il distanziamento blocca al 100% la causa dei contagi e della relativa crescita esponenziale).
Un lockdown limitato, per esempio regionale, puo' arrestare anche completamente la crescita dell'epidemia in quella regione
(che potrebbe essere di grande aiuto per ridurre l'afflusso di pazienti negli ospedali di quella regione), cioe' la nostra
curva (nazionale) si puo' abbassare con un ulteriore gradino del 5% (1 regione su 20) ma continua comunque a crescere per
il contributo ai contagi delle altre 19 regioni, tutte in crescita esponenziale, chi piu' e chi meno.
MOLTO IMPORTANTE: PERCHE' E' SBAGLIATO FARE CHIUSURE LIMITATE DI ALCUNE ATTIVITA' (26 ottobre 2020)
INTRODUZIONE: La gente non ha coscienza del vero significato matematico di crescita esponenziale.
Le funzioni esponenziali, come i logaritmi, risultano in effetti indigeste a tante persone che preferiscono ignorarle.
Noi mostreremo qui' come la loro conoscenza sconvolgera' la percezione dell'evoluzione dell'epidemia Covid-19.
Secondo il senso comune tutti pensano che, se con un provvedimento si riesce a dimezzare i contagi, hanno fatto un bel
passo avanti. A maggior ragione se adotto tanti provvedimenti di chiusura parziale di varie attivita' economiche che ritengo
possano favorire gli assembramenti posso ottenere tante riduzioni dei contagi.
Riuscendo a ridurre il 2% qua' ed il 3% la' poi tutte queste riduzioni si sommano e posso mantenere sotto controllo
l'epidemia.
Questo secondo il senso comune dell'uomo della strada. La cosa grave e' quando anche gli amministratori si affidano al senso
comune invece che alla Scienza, come sarebbe doveroso anche se si parla di esponenziali e logaritmi.
Ebbene il dramma (o meglio tragedia) e' proprio qui', perche' le argomentazioni fatte prima seguendo il senso comune
SONO SBAGLIATE e "di brutto"! Preparatevi ad accogliere con la massima serieta' informazioni sosprendenti
e a dir poco sconvolgenti, perche' rivoluzionano il modo in cui si deve gestire l'epidemia Covid-19.
Mostreremo ora come il senso comune d'intendere l'evoluzione dell'epidemia, sbagli grossolanamente con il fenomeno dei
contagi, proprio perche' questo segue una legge esponenziale.
La non conoscenza di questa semplice nozione matematica puo' avere conseguenze tragiche, se chi manovra le leve del potere
segue il proprio intuito anziche' la scienza, perche' sembra ovvio che e' giusto spendere somme anche ingenti per dimezzare
i contagi ove possibile. Pensano cosi' perche' seguono l'intuito, invece cio' e' sbagliato ed ora dimostriamo perche'.
Sarebbe giusto con un fenomeno che segue una crescita lineare cioe' rettilinea, che e' l'andamento piu' comune ed intuitivo
che siamo abituati a vedere; anche le curve nei nostri grafici sembrano rettilinee, mentre invece sono esponenziali che,
nel piccolo, appaiono come rettilinee.
E' una differenza enorme come stiamo per vedere ora.
SPIEGAZIONE: Se la curva e' lineare e perde meta' dei contagi che alimentano la sua crescita, si riduce anche la pendenza
della curva da quel momento in poi (cioe' si dimezza il suo coefficiente angolare) ed ho un beneficio durevole.
Ma se invece si dimezzano i contagi su una curva esponenziale, non cambia la pendenza della curva, ma si abbassa solo,
mantenendo la stessa pendenza di crescita, che e' quella esponenziale (che riflette la dipendenza dal tempo).
Quindi rapidamente la curva esponenziale recupera il calo subito in verticale (sulle ordinate) ed il risultato finale sara'
solo una traslazione in basso, senza cambiamento di pendenza (che e' quella che definisce l'andamento della velocita' di
crescita che e' legata alla base dell'esponenziale che rimane invariata), esattamente come si vede nei grafici da noi
pubblicati in questo articolo, dove appaiono due salti in basso corrispondenti a riduzioni di contagi ottenute con le
mascherine (del 2% ciascuna).
Nel grafico si vede che dopo aver inciso sulla crescita dei contagi provocandone un calo del 2% la pendenza della curva
NON diminuisce e la curva si trasla in basso, proseguendo la sua crescita esponenziale e dopo 2 giorni, visibili in
ascissa sul grafico, ritorna allo stesso livello di prima e prosegue la sua crescita come se nulla fosse accaduto,
soltanto la curva risulta spostata a destra di 2 giorni (come un ritardo).
Quindi anche ogni altro intervento governativo successivo, che riesca ad ottenere un'ulteriore riduzione dei contagi (per
esempio le chiusure di attivita' come ristoranti, teatri, ecc.) subirebbe lo stesso destino: la curva continuera' sempre a
crescere con la stessa pendenza (che aumentera' pure, con l'arrivo del freddo) e l'unico risultato dei vari provvedimenti
sara' solo quello di spostare sempre piu' a destra la curva (di poco perche' e' ripida).
Quindi passati quei pochi giorni di ritardo in tutti i giorni successivi (che sono in ascissa) i contagi non saranno di
meno ma saranno gli stessi (in ordinata) e seguiranno la stessa crescita esponenziale, solo spostati in avanti (con pochi
giorni di ritardo) come se i provvedimenti governativi non fossero mai esistiti.
La conclusione e' che i costosi provvedimenti governativi, che sono riusciti (finche' duravano) a ridurre i contagi del 2%
(e' un esempio uguale a quello nel nostro grafico) in realta' hanno ottenuto solo un risultato effimero, perche' dopo soli
2 giorni e per tutti i giorni seguenti, i contagi sono tornati ad essere esattamente quelli di prima dei provvedimenti e
cosi' anche i relativi ricoveri e decessi.
E' tutto come se i costosi provvedimenti non fossero stati mai presi (ma i costi umani ed economici purtroppo restano).
I benefici eventualmente ottenuti anche con vari altri provvedimenti governativi, in termini di riduzione percentuale
del numero dei contagi, non producono neanche un effetto cumulativo, che sommerebbe i vari benefici per
abbattere sempre piu' la crescita dei contagi, perche' producono invece solo tanti piccoli effetti effimeri di traslazione
a destra della curva dei contagi (gli spostamenti orizzontali della curva, questi si, si sommano producendo un ritardo
sempre piccolo perche' la curva e' ripida, di pochi giorni nel grafico, ma la curva non subisce altri cambiamenti e prosegue
nella sua crescita come se i provvedimenti non fossero esistiti.
Cioe' tutti i provvedimenti di chiusura parziale dell'economia risultano INUTILI, non aiutano a controllare
l'epidemia e non salvano vite umane.
Capisco l'incredulita' del lettore, perche' e' un risultato che va contro il comune intuito delle persone: posso
lottare tanto contro l'epidemia, ottenere tanti risultati positivi di riduzione dei contagi ma alla fine mi ritrovo solo
"un pugno di mosche in mano", perche' poi la curva dei contagi procede e raggiunge lo stesso livello massimo, come se
nulla fosse avvenuto.
E'sorprendente ma e' proprio cosi'.
E' questa l'informazione molto importante che vogliamo comunicarvi.
Si sarebbero spese enormi risorse umane ed economiche per ottenere il NULLA e questo sarebbe scandaloso,
perche' se queste cose le sappiamo noi, chi amministra non puo' NON saperlo, grazie ai suoi consiglieri.
La crescita della curva durera' fino a raggiungere un valore costante (plateau), quando decessi e guarigioni eguaglieranno
il numero dei nuovi contagi, per poi diminuire a fine primavera quando il caldo ridurra' le cariche virali e quindi il
numero dei nuovi contagi.
In questo caso della curva esponenziale (che e' quella vera dei contagi) la pendenza non cala ma addirittura aumenta ma per
altri motivi (la crescita del secondo tratto, e' piu' ripida perche' corrisponde ai contagi prodotti da persone infette
con sintomi, che sono piu' contagiose).
MATEMATICA:
Per gli appassionati indichiamo qui' la dimostrazione matematica di questo fatto CLAMOROSO: sono soldi buttati quelli
spesi per ridurre i contagi solo in parte (I CONTAGI O SI ELIMINANO TUTTI O NIENTE, PERCHE' E' INUTILE).
Se con un provvedimento azzeccato riesco a ridurre il valore dei contagi (variabile dipendente Y), che e' l'ordinata (nei
nostri grafici e' la percentuale dei contagi) del 50% allora:
- Se la curva e' lineare Y=a*X allora dimezzare Y corrisponde ad avere 1/2*a e quindi la curva viene ad avere un
coefficiente angolare dimezzato, che graficamente significa pendenza dimezzata;
- Se invece la curva e' esponenziale Y=exp(X) allora dimezzare Y corrisponde ad avere un fattore 1/2 davanti a exp(X) ed
un fattore davanti ad un esponenziale equivale ad una costante sommata all'esponente (che e' il logaritmo della costante,
che graficamente significa stessa pendenza (esponenziale) ma ascissa traslata (di log(1/2) giorni);
Questo significa che con un fenomeno che ha un andamento esponenziale, come quello dei contagi, provvedimenti che producono
una riduzione parziale (cioe' frazionaria) della crescita della curva ottengono solo un risultato effimero di una traslazione
della curva verso il basso e non quello che invece sarebbe determinante, la riduzione della pendenza della crescita, come
avviene invece nei fenomeni LINEARI, che sono quelli impressi nella mente della gente.
La crescita esponenziale, dopo il calo frazionario dei contagi poi rapidamente rimette le cose "a posto", com'erano prima
del provvedimento, con l'unico risultato ottenuto di una piccola traslazione orizzontale (ritardo) della curva, proprio
come quei due salti che si vedono nei nostri grafici (corrispondenti a riduzioni dei contagi del 2% ciascuno, dovuti
all'uso esteso delle mascherine).
QUINDI SE HO FATTO SACRIFICI PER OTTENERE IL CALO DEI CONTAGI HO SBAGLIATO E TUTTI I SACRIFICI FATTI SONO STATI
INUTILI.
PIU' SEMPLICEMENTE: Vediamo di farlo capire anche all'uomo della strada, perche' sia un'affermazione di sostanza e non
solo frutto di un artificio matematico.
In soldoni vuol dire che, se con un provvedimento riesco a ridurre i contagi, quei contagi che ho evitato con il mio
costoso provvedimento, sono persone che non si saranno ammalate ma, siccome la curva dei contagi crescera' ugualmente,
pochi giorni dopo saranno altre persone diverse da loro ad ammalarsi ed avro' lo stesso numero di ricoveri e decessi,
solo ritardati, pochi giorni dopo.
La spesa sostenuta e' servita solo a spostare un po' in avanti nel tempo i dati dell'epidemia, che rimangono pero' gli
stessi (nessun beneficio acquisito e sacrifici sprecati inutilmente).
VERIFICA SPERIMENTALE: Per convincersi che questi fatti sorprendenti da noi descritti, che ci sembra possano mettere
in crisi le strategie governative di gestione dell'epidemia, non sono invenzioni teoriche da intellettuali
pseudo-matematici ma corrispondono alla realta' vera, basta osservare il nostro grafico, che riporta la curva sperimentale
delle percentuali dei contagi, comunicate giornalmente dal Ministero della Salute, dove le due riduzioni di contagi del 2%
ciascuna, prodotte da uno specifico provvedimento governativo (quello delle mascherine), appaiono proprio come da
noi descritto e come la matematica stabilisce che debbano essere per un fenomeno come quello dei contagi, che segue
notoriamente l'andamento esponenziale.
E' la verifica sperimentale di questa caratteristica sorprendente e niente affatto intuitiva, che abbiamo qui'
descritto, tipica dei fenomeni con andamento esponenziale: se si emana un provvedimento amministrativo che abbassa di una
percentuale (nel nostro grafico e' il 2%) la produzione dei contagi che alimenta la crescita della curva, la pendenza
NON diminuisce e la curva si trasla in basso, proseguendo la sua crescita esponenziale e dopo 2 giorni, visibili in
ascissa sul grafico, ritorna allo stesso livello di prima e prosegue la sua crescita come se nulla fosse accaduto,
soltanto la curva risulta spostata a destra di 2 giorni (come un ritardo).
Anche tutti i sacrifici che si stanno facendo per ottenere quel 2% di riduzione dei contagi stanno producendo questo
beneficio effimero, che consiste solo nel ritardo di 2 giorni.
Successivamente alla partenza esponenziale dell'epidemia la mascherina non serve piu' a quella riduzione del 2% ma a tenere
la persona nel novero delle persone meno soggette al contagio e di ottenere 2 benefici: la profilassi dal virus ed il
contributo alla riduzione del livello di plateau asintotico della curva dei contagi, che spieghiamo qui':
ANDAMENTO A LUNGO TERMINE: Ma la curva esponenziale dei contagi allora e' destinata a crescere inesorabilmente fino
all'infinito?
Certo che no, perche' la popolazione soggetta al contagio non e'infinita: e' il suo numero che poi manda in
plateau la curva sperimentale dei contagi, quando tutti quelli che potevano essere contagiati lo sono stati.
Il livello del plateau e' destinato poi ad abbassarsi quando, con l'arrivo dell'estate, i malati di Covid-19 diminuiscono
e la percentuale dei contagi corrisponde poi alla popolazione asintomatica endemica dell'Italia.
La popolazione soggetta ai contagi non e' la totalita' della popolazione, perche' con le giuste distribuzioni statistiche,
vanno sottratti gli asintomatici, le persone piu' istruite e diligenti, che prestano la dovuta attenzione alla profilassi,
anche indossando a dovere le mascherine, le persone che hanno sviluppato un'immuno-resistenza al virus (guariti o vaccinati), ecc.
Non sappiamo quanto siamo ancora lontani da questo plateau.
Quando ci saremo arrivati il numero dei nuovi contagi giornalieri restera' costante nel tempo (plateau) il che vuol dire
che il numero dei nuovi contagiati sara' uguale al numero dei guariti dal virus e dei decessi (perche' la popolazione
infetta non cresce piu').
Poi con l'arrivo del caldo o dell'aumento dell'immunita' acquisita dal popolo o con il miglioramento della profilassi il
numero dei nuovi contagi cala e con esso anche il numero totale delle persone infette (perche' allora saranno piu' numerose
le guarigioni ed i decessi) e la nostra curva delle percentuali di contagi comincera' a decrescere.
Con la giusta e doverosa istruzione di massa della popolazione (la gente e' ancora troppo vulnerabile, perche' non
viene completamente informata sulla profilassi: non basta "distanziamento, lavaggio mani e mascherine") si puo' abbassare
di molto il livello massimo del plateau e questo si, sarebbe un vero grande successo, perche' potrebbe ridurre di molto
il totale dei ricoveri e decessi dell'epidemia (molto piu' della lotta ai contagi con sciocchi e costosi provvedimenti
di contenimento, che altro poi non ottengono che quell'effimero ed inutile ritardo nell'ineluttabile crescita dei
contagi.
CHIUSURE: In questi giorni potrebbe accadere che certi provvedimenti amministrativi vengano presi perche' "la priorita' e'
salvare vite umane"; allora si potrebbe decidere di spendere 4 miliardi e buttare sul lastrico migliaia di commercianti,
per ottenere come risultato, in base ai nostri argomenti, lo stesso numero di ricoveri e decessi ma spostati in avanti di
qualche giorno. Sarebbe una follia, come l'inutile battaglia di don Chisciotte contro i mulini a vento.
E se qualcuno pensasse al LOCKDOWN TOTALE, sacrosanto in primavera, ORA sarebbe una follia ancora peggiore!
Essere impreparati nella vita puo' costare molto caro, soprattutto se capita a chi riveste cariche importanti.
Anche la chiusura di alcune attivita', che contribuiscono ad una percentuale dei contagi, produce nella curva un altro
abbassamento con un gradino pari a quella percentuale che non sara' mai grande, perche' sono una miriade le cause diverse
che producono i contagi, e non ci sara' ne' il blocco dell'epidemia ne' l'appiattimento della curva che resta in crescita
esponenziale perche' cosi' crescono le epidemie se non si arrestano.
Anche se si riuscisse a far calare la curva addirittura del 90% con provvedimenti parziali, quel 10% rimanente crescerebbe
esponenzialmente (se la percentuale e' oltre il valore di soglia d'inizio dell'epidemia), prima con pendenza piu' bassa e
poi sempre piu' alta; cosi', sia pure con un certo ritardo, riporterebbe i contagi in alto e si sarebbe guadagnato solo del
tempo.
Quindi mentre i governanti si stanno chiedendo "cosa chiudiamo" la risposta non puo' che essere: O TUTTO O
NULLA.
Da quello che sta accadendo nel Paese SEMBRA CHE NESSUNO ABBIA ANCORA CAPITO il fenomeno che abbiamo di fronte
e stanno per compiere azioni irreparabili e devastanti.
Quello che sembra rimanere l'unico strumento valido, il lockdown nazionale, non puo' essere sopportato ora dalla
popolazione: la gente morirebbe di fame invece che di Covid, soprattutto adesso che il periodo freddo durera' ben
6 mesi e non solo 2 mesi, come nell'epidemia della primavera scorsa. Il lockdown andrebbe pertanto ripetuto piu'
volte, in attesa dell'estate, perche' quando viene interrotto l'epidemia, che rimane attiva, tornerebbe a far crescere
i contagi.
La vera soluzione indolore sarebbe stata quella di impedire che l'epidemia Covid-19 iniziasse ed in questo
articolo abbiamo spiegato come si puo' ottenere. In questo modo l'anno prossimo il problema non esistera' piu' e con calma
potremo poi dedicarci a far diminuire il numero di asintomatici fino a far scomparire il virus Sars-CoV-2 e scongiurare
per sempre nuove epidemie Covis-19, facendo tornare tutti ad una vita normale.
GESTIONE DELL'EPIDEMIA: Ora pero' l'epidemia e' scoppiata ed i contagiati stanno crescendo in modo esponenziale.
Qual'e' l'alternativa al lockdown (che non si puo' fare soprattutto se dev'essere lungo o ripetuto)?
Gli altri Stati hanno piu' contagi di noi italiani e quindi dovranno precederci di 1 o 2 settimane nei provvedimenti da
adottare.
Questo e' un grande vantaggio per noi, in quanto possiamo osservare cosa fanno e ricavare informazioni preziose su quali
siano i provvedimenti piu' efficaci: possiamo cosi' scegliere quelli prima di altri (si puo' fare in quanto il virus e'
lo stesso).
Abbiamo spiegato sopra perche' provvedimenti di blocco parziale sono solo pannicelli caldi che non fermano la salita
esponenziale ma la ritardano solo di pochi giorni.
Potete capire l'evoluzione dell'epidemia guardando i dati riportati nei grafici e tenendo conto che:
- La salita della curva dei contagi e' molto ripida
- Con l'arrivo dell'inverno aumentera' la
contagiosita'
e quindi la pendenza della curva
- Riuscire ad ottenere una riduzione dei contagi del 2% su scala nazionale non e' uno scherzo: servono costi molto rilevanti
- L'effetto di questo 2% sui contagi e quindi sulla salute pubblica e' risibile e scompare dopo soli 2 giorni
- Tanti altri eventuali effetti di riduzione dei contagi non si cumulerebbero ma scomparirebbero anche loro dopo soli 2 giorni
- L'abbattimento della crescita ottenibile con un lockdown nazionale, sacrosanto in primavera, ora e' impossibile perche'
mancano ben 6 mesi all'arrivo del caldo (non 2) ed al termine del lockdown la crescita dei contagi riprenderebbe (il lockdown
non puo' durare mesi)
- L'estate abbatte le cariche virali e quindi i contagi e l'epidemia, quando arrivera': e' come il lockdown ma NON COSTA
NIENTE
- Ogni intervento governativo di contenimento dell'epidemia e' costosissimo e destinato a riscuotere solo risultati effimeri
- La percentuale dei contagi non arrivera' al 100% ma si arrestera' spontaneamente prima, ad un livello che non conosciamo,
quando il numero dei guariti e dei decessi eguagliera' il numero dei nuovi contagi
- Non tutti verranno contagiati: si salveranno le persone piu' diligenti nella profilassi e coloro che hanno gia' raggiunto
un sufficiente grado di immunita'; queste persone renderanno piu' basso il livello del plateau della curva dei contagi
- La disciplina del popolo nella profilassi (mascherine, igiene e distanziamento) produce quindi l'abbassamento del plateau
che non e' un risultato effimero, come quello dei vari provvedimenti governativi, ma un risultato importante e sostanziale
che riduce di molto ricoveri e decessi.
Conseguentemente e' INUTILE lottare contro la crescita dei contagi che diventa sempre piu' inesorabile, quanto
piu' il freddo avanza. E' come lottare contro i mulini a vento.
BISOGNA ACCORGERSENE IN TEMPO, prima di finire in malora, dilapidando l'economia e mettendo in ginocchio la societa'
sulla base di convinzioni che sono pure scientificamente errate.
Questo vale anche per gli altri Paesi d'Europa, che potrebbero rischiare di fallire, proprio nel momento in cui hanno deciso,
bonta' loro, che la solidarieta' europea puo' anche essere una buona cosa!
ALLORA COSA SI PUO' E SI DEVE FARE?
Molte persone sono intelligenti e si sono doverosamente documentate su come convivere con il virus senza ammalarsi, per cui
molto probabilmente arriveranno alla fine di questa epidemia (a maggio 2021, in l'estate) senza ammalarsi, anche in assenza
di lockdown, perche' cio' E' POSSIBILE.
Il problema sono tutti gli altri, che sono tanti e che sicuramente si ammalerebbero (senza poter essere curati in ospedale
perche' sono troppi).
Cosa si puo' fare?
Un comportamento piu' virtuoso della gente avrebbe un effetto importantissimo, quello di concorrere ad
abbassare, insieme ad altri presidi farmacologici (vaccino), il livello limite a cui la curva dei contagi non
cresce piu' (vedi l'ANDAMENTO A LUNGO TERMINE gia' discusso in precedenza) e quindi di ridurre il numero totale dei
decessi, che sarebbe un risultato non ottenibile altrimenti con un'epidemia impossibile da arrestare.
Assomiglierebbe ad una "cura Trump" all'italiana (la politica non c'entra), con proposta e motivazioni culturali
diverse e rispettando l'esigenza per la popolazione di una grande consapevolezza dei rischi, molto piu' di quanto sta
accadendo negli U.S.A.
La primavera scorsa e' stato giusto fare il lockdown e cosi' noi in Italia abbiamo salvato migliaia di vite umane a differenza
degli U.S.A. Ora pero' il lockdown nazionale non e' piu' possibile farlo sia per le condizioni economiche del Paese che
soprattutto perche' il lockdown dovrebbe essere piu' lungo e ripetuto, in quanto in inverno l'epidemia peggiorera'.
Quindi, se non si puo' fare, IL LOCKDOWN NAZIONALE NON E' UN'OPZIONE, in questo caso non esiste proprio.
E' ovvio che a noi italiani questa cura non ci piace ma potrebbe essere proprio questa l'unica via percorribile
perche' i danni e le vittime prodotti dal lockdown, integrati nel tempo, potrebbero essere ancora maggiori in un tessuto
sociale ed economico distrutto da lockdown prolungati nel tempo.
Certo sarebbe una vita molto diversa e meno gradevole, da percorrere in apnea per la durata dell'epidemia, che poi finira'
con l'estate.
Non so se e' tutto chiaro: la cura puo' anche essere indecente ma se non c'e' alternativa, potrebbe essere l'unica strada
percorribile per arrivare in qualche modo all'estate.
L'alternativa a questo ci sembra che sia infatti solo un IMPOSSIBILE lockdown nazionale ripetuto, con
tutte le conseguenze inaccettabili che comporterebbe.
Se alla fine le cose stessero veramente cosi', c'e' davvero una cosa urgente da fare: bisognerebbe farlo capire a chi di
dovere il prima possibile, evitando di impoverire inutilmente il popolo con una sequenza di provvedimenti che si
rivelano poi sbagliati perche' non portano alcun beneficio reale ma solo una distruzione inesorabile e progressiva
dell'economia.
Credo che solo i Paesi che lo capiranno in tempo riusciranno a sopravvivere a questa crisi.
Proprio ieri il Governo ha adottato costosi provvedimenti per il contenimento dei contagi e se, come pensiamo, tra un paio
di settimane si accorgera' che non hanno portato i benefici attesi, giustamente gli amministratori se la prenderanno con i
tecnici che avevano il dovere di saper prevedere queste cose.
Ma allora sara' tardi: quel danno ormai sara' stato consumato.
Per completare questo scenario (deprimente) aggiungo anche di ritenere che il ricorso ai vaccini potrebbe NON essere
risolutivo, perche' lo ritengo poco efficace su quei milioni di persone che hanno il virus in corpo (gli asintomatici)
con il loro sistema immunitario gia' sollecitato da tempo per la presenza del virus, che anche per questo continueranno ad
essere il nostro problema principale, perche' li possiamo individuare solo con il tampone e una volta individuati non
sappiamo poi come curarli (se il Sars-CoV-2 si comportasse come l'herpes non guarirebbero e potrebbero addirittura rimanere
asintomatici a vita o finche' non guariti con un farmaco antivirale che per ora non c'e').
Con loro la prospettiva e' quella di future epidemie di Covid-19 che potrebbero colpire ogni inverno solo milioni di
asintomatici, se tutte le altre persone (sane) sono state vaccinate.
Bisognerebbe allora continuare ad usare tutti le mascherine per impedire che in autunno la percentuale di asintomatici
(positivi al tampone) raggiunga la soglia d'inizio dell'epidemia di Covid-19. Cioe' continueremmo ancora ad avere il virus
in casa, coltivato da alcuni milioni di persone asintomatiche che non sappiamo chi sono.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (26 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 13.6% di percentuale di contagi del 26/10 sul grafico seguente:
L'ultimo dato si pone in linea con quelli precedenti lungo la crescita esponenziale senza mostrare ancora una riduzione
della crescita, conseguente ai primi provvedimenti di coprifuoco,
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (27 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 12.6% di percentuale di contagi del 27/10 sul grafico seguente:
Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che mostrano l'evoluzione dell'epidemia.
PREMESSA: Il fenomeno rappresentato nella curva che stiamo osservando e cercando di descrivere e' reale,
perche' al di fuori degli errori sperimentali.
Potrebbe non essere giusta la nostra interpretazione del fenomeno ma e' sicuramente importante capire cosa determina questo
andamento dei dati per meglio combattere la pandemia in Italia e nel mondo.
E' anche di fondamentale importanza imparare quali effetti possono produrre i provvedimenti di chiusura parziale delle attivita'
economiche.
La nostra interpretazione dei dati distingue i seguenti 3 periodi:
- Nel primo tratto della curva, partendo dall'inizio, a sinistra, si notano i primi 4 punti con una pendenza minore.
La pendenza della curva rappresenta la velocita' di crescita dei contagi che e' determinato dalla
contagiosita'
delle cariche virali circolanti.
In questo primo tratto della curva la contagiosita' era minore perche' l'epidemia di Covid-19 non era ancora scoppiata e
quindi il numero di contagi aumentava con le cariche virali diffuse dagli asintomatici (piu' deboli).
- Nel secondo tratto della curva la pendenza si accentua perche' la percentuale dei contagi ha superato il limite
del 3%, da noi considerato la soglia d'innesco dell'epidemia di Covid-19. Cosi' e' iniziata il 12/10 l'epidemia dei
sintomatici (Covid-19) e le cariche virali presenti nell'ambiente dai sintomatici sono diventate piu' intense
(cioe' con molti piu' virus). Allora e' aumentata la contagiosita' diffusa e per questo la velocita' di crescita dei
contagi e' aumentata e cosi' la pendenza della curva risulta maggiore dal 12/10 in poi.
La traslazione verso destra del secondo tratto di curva, dal 12/10 al 19/10, e' dovuta al calo del 2% del numero dei contagi
prodotti dagli asintomatici per l'obbligo dell'uso esteso delle mascherine introdotto il 9/10.
- Anche il terzo tratto di curva, dal 20/10 al 26/10 (ieri), conserva la stessa pendenza (esponenziale)
caratteristica del livello di contagiosita' dei sintomatici.
L'ulteriore traslazione verso destra di questo terzo tratto di curva e' dovuta ad un ulteriore calo del 2% del numero dei
contagi, prodotto sui sintomatici dall'obbligo dell'uso esteso delle mascherine introdotto il 9/10. Nell'articolo e'
spiegato perche' si manifesta il 20/10 e non prima.
Ora dal 27/10 incontriamo un nuovo calo dei contagi, ancora del 2%, sotto alla retta che indica l'andamento dei dati
precedenti (lungo la crescita esponenziale).
Questa nuova riduzione dei contagi dovrebbe essere l'effetto dovuto ai primi provvedimenti di coprifuoco (e' giusto
considerare un ritardo di circa 4 giorni tra incubazione del virus e tempi tecnici di acquisizione della misura).
L'entita' della riduzione corrisponde a 1.200.000 contagi, il 96% dei quali asintomatici (il calcolo e' fatto su 60 milioni
di italiani): questa riduzione e' ragionevolmente compatibile con il numero di persone interessate dalla chiusura del
coprifuoco.
In questo caso si potranno cercare delle conferme di questa interpretazione, indagando sulle localita' da cui provengono
le riduzioni dei contagi, perche' a differenza dei due casi precedenti, in cui il contributo alle riduzioni era diffuso
in tutto il Paese (era quello dovuto all'uso esteso delle mascherine) ora dovrebbe provenire solo dalle aree dove si e'
imposta la chiusura delle attivita' (le citta'-focolaio).
Questa indagine e' importante perche' in genere vengono adottati piu' provvedimenti insieme e l'effetto unico, che poi si
vede, non e' riconducibile ad un'unica causa. Qui' dovrebbe essere diverso e questo fornirebbe informazioni preziose per
proseguire la lotta al Covid-19.
Il calo del 2% che si osserva (valutando la distanza verticale di questo punto dalla retta che indica l'andamento dei dati
precedenti) e' circa 1/6 del numero dei positivi trovati; e' quindi un valore importante gia' al primo giorno, in
cui si manifesta questo effetto del provvedimento di chiusura delle citta-focolaio (e' questa la nostra interpretazione).
Se assumiamo che il modello di evoluzione dell'epidemia descritto in questo lavoro poi non venga confermato, allora questo
tipo di provvedimenti si presentano molto promettenti per il controllo dei contagi.
Sara' importante vedere per quanti giorni continuera' questa discesa, che introduce nel nostro grafico il terzo gradino.
Spero la riduzione dei contagi che producono questi provvedimenti non si manifesti tutta solo nel primo giorno (ieri) ma
sia spalmata su piu' giorni, facendo continuare il calo della curva (cosi' il beneficio risulta maggiore).
Una volta registrato nella curva il totale del numero di contagi ridotti dal provvedimento la curva purtroppo dovrebbe
riprendere la sua crescita esponenziale, perche' le restanti persone contagiose al di fuori delle citta'-focolaio
stanno continuando a svolgere la loro opera nefasta di spargere il contagio al di fuori delle citta'-focolaio.
Mi aspetto cioe' un aspetto della curva del tutto analogo a quello dei 2 gradini precedenti, con una differenza molto
importante pero': dopo i 2 gradini precedenti la curva ha ripreso la sua crescita esponenziale rimanendo stabilmente ad
una quota ribassata del 2%, ma perche' la causa della riduzione dei contagi e' rimasta in permanenza (la gente ha continuato
ad indossare le mascherine).
Ma cosa pensate che accadrebbe se la gente smettesse di usare le mascherine? Certamente i contagi aumenterebbero e si
perderebbe la riduzione del 2% nelle ordinate, cioe' la curva subirebbe un salto in alto con un aumento dei contagi
esattamente uguale alla riduzione del 2% guadagnata quando si era iniziato ad usare le mascherine.
Bene, questo mi sembra perfettamente comprensibile e condivisibile da tutti.
Qui' sorge il problema: come le mascherine devono continuare ad essere usate, cosi' anche le chiusure coprifuoco
dovranno durare fino all'estate prossima?
Se terminano queste chiusure le persone che erano bloccate riprendono a circolare e se aumenta del 2% la popolazione
esposta anche i contagi mi aspetto che aumentino in un tempo abbastanza breve, facendo comparire un nuovo gradino nella
curva ma opposto a quello che oggi ci ha permesso di registrare un calo del 2% nei contagi.
Io spero che questa riduzione di contagi del 2% in 1 giorno duri per molti giorni, facendo calare i contagi di molto piu'
del 2%. Ovviamente non possiamo esagerare nelle attese, perche' il coprifuoco riguarda solo un paio di citta-focolaio, se
ricordiamo bene.
Ma sarebbe un'informazione importante per capire l'efficacia di questi provvedimenti, che spianerebbe la strada ad
altrettanto efficaci provvedimenti futuri, di tipo diverso dalle chiusure pero', perche' possano durare nel tempo
ed essere compatibili con le esigenze dell'economia (di aziende e famiglie, che devono mangiare).
Rimaniamo percio' impazienti in attesa dei dati dei prossimi due giorni.
Non possiamo tacere pero' che, se il nostro modello descrittivo dell'epidemia venisse confermato, ci dovremmo aspettare
anche in questo caso che la discesa continui, probabilmente per un paio di giorni e che poi la curva dei contagi riprenda
la sua crescita esponenziale, con la stessa pendenza di prima dei coprifuoco, perche' i provvedimenti adottati sono del
"Modo 1" cioe' riducono i contagi ma non la contagiosita' (come fa il caldo estivo).
Se cosi' fosse, la curva recupererebbe in breve tempo poi, con la sua risalita, tutti i contagi ridotti con il coprifuoco.
Se questa previsione risultasse vera il coprifuoco, anche se potesse permanere a lungo, altro non produrrebbe che un ritardo,
probabilmente di un paio di giorni o poco piu', nel percorso della curva dei contagi e nei relativi ricoveri e decessi.
Nulla di piu'.
Questo e' quello che suggerisce l'analogia con i due gradini precedenti della curva, ovviamente se l'interpretazione che
abbiamo dato delle cause di quei gradini, descritta nel testo, e' corretta.
E' questo un mio secondo azzardo in una scommessa che spero, sinceramente tantissimo di perdere, perche' altrimenti vorrebbe
dire che tutti i sacrifici fatti per il coprifuoco saranno stati inutili.
Se cosi' fosse, anche tutti gli eventuali altri provvedimenti futuri di questo "Modo 1" (riduzione dei contagi ma non della
contagiosita') sarebbero destinati al fallimento.
Lo sapremo molto presto, credo gia' nei prossimi giorni.
Nel testo e' spiegato abbondantemente questo modello descrittivo del fenomeno epidemico Covid-19 e le sue conseguenze.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (28 ottobre 2020)
Aggiungiamo l'ulteriore punto di 12.6% di percentuale di contagi del 28/10 sul grafico seguente:
Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che mostrano l'evoluzione dell'epidemia.
L'ultimo punto 15.5% s'inserisce ad un livello piu' basso del precedente, risultando evidentemente una riduzione dovuta ad
un ulteriore provvedimento che non so ancora identificare.
E' la buona notizia che i coprifuoco o lockdown locali, in vigore nelle citta'-focolaio, stanno sortendo l'effetto sperato
di una discesa dei contagi, che risulta sovrapporsi al precedente andamento esponenziale.
Questo vuol dire che i provvedimenti adottati stanno producendo una decrescita dei contagi, che aumenta in modo
esponenziale con il passare dei giorni.
A noi ci sembra interessante questa discesa dei contagi, indicativa che si stanno sommando in modo estremamente
pronto anche gli effetti di altri provvedimenti presi ieri.
Ci riserviamo di riflettere e commentare questo andamento dei contagi.
RIFLESSIONI SULL'ANDAMENTO DELLA CURVA DEI CONTAGI:
- Il lockdown di un'intera regione d'Italia al massimo puo' azzerare tutti i contagi di quella regione (e sarebbe d'aiuto
per gli ospedali di quella regione), che supponiamo siano il 5% del totale, non quelli delle altre regioni dato che gli
abitanti non possono uscire dalla regione.
L'effetto sulla nostra curva, che riporta le percentuali dei contagi, risulterebbe allora un abbassamento verticale di
5 punti; ma la curva, che mostra un andamento di crescita esponenziale, rimarrebbe la stessa, solo spostata un po' piu'
in basso (di 5 punti percentuali), non puo' diventare costante.
Voglio dire che e' sorprendente un effetto che cambia l'andamento della curva esponenziale facendolo diventare
costante, sia pure per pochi giorni.
- Che un punto si abbassi in un solo giorno del 2% e' normale e riflette una decrescita dei contagi di quell'entita'.
Ma se il giorno seguente e magari anche i successivi, il valore della curva rimane costante (che sarebbe il massimo
da desiderare per noi) vuol dire che la descrescita ottenuta con quel lockdown locale non e' il 2% fisso ma
sta crescendo nel tempo in maniera esponenziale, cosi' da appiattire i dati della curva, che subiscono due
effetti contrapposti: la crescita esponenziale dovuta ai contagi dell'epidemia e la decrescita per i lockdown locali, che
per qualche ragione (per ora misteriosa) risulta esponenziale anch'essa.
- Ora dobbiamo scoprire se questo e' mai possibile (a parte errori nella comunicazione dei dati): pensiamoci.
OK, ci ho pensato e sono arrivato a concepire un meccanismo che potrebbe spiegare quello che comincia ad
apparirci nel grafico.
I contagi venuti meno per i lockdown parziali non erano tutti dello stesso tipo ma i tempi di comparsa della positivita'
al test possono essere rappresentati con una distribuzione gaussiana larga, diciamo 3 giorni (gli infettivologi conoscono
meglio di me i diversi tempi d'incubazione possibili).
In conseguenza di cio' quando si sono chiuse tutte le attivita' non sono scomparsi di colpo (ed in meno nel grafico)
tutti i positivi insieme ma un po' oggi, un altro po' domani, ecc. cioe' la diminuzione dei contagi ci appare nel grafico
distribuita su piu' giorni, secondo la larghezza della gaussiana.
Considero del tutto casuale che l'entita' della diminuzione dei contagi di oggi 28/10 sia stata proprio tale da produrre
nel grafico esattamente la stessa percentuale di contagi di ieri.
Quando avremo i dati dei prossimi 3 giorni, facendo giorno per giorno la differenza tra questi dati e quelli
sull'estrapolazione della retta che riproduce l'andamento dei dati prima del 26/10, otterremo la somma integrale
dei contributi e da essa potremo anche derivare e visualizzare la distribuzione gaussiana delle persone che hanno
contribuito alla riduzione dei contagi durante il lockdown parziale.
La somma di queste differenze da la misura dei benefici totali ottenuti con quei provvedimenti. Potrebbero risultare davvero
importanti, alla luce dei daati di questi due ultimi giorni.
COSA SUCCEDE DOPO IL LOCKDOWN: Rimane l'incognita dell'entita' della successiva RISALITA prevedibile dei
contagi, al termine dei lockdown locali, che a differenza dell'obbligo delle mascherine, non possono durare molto a
lungo per ovvi motivi.
Tutte quelle persone torneranno libere ed esposte al rischio di contagio, per cui mi aspetto che il loro contributo alla
curva dei contagi iniziera' a salire con una distribuzione temporale di una gaussiana integrata che spingera' in alto la
curva esattamente nello stesso modo in cui ora la sta spingendo in basso (per l'effetto legato ai tempi d'incubazione).
Durante la chiusura, senza il loro contributo, la curva dei contagi del resto d'Italia prevedo che proceda piu' in basso
ma con una crescita esponenziale, perche' e' sempre un'epidemia, anche se con il 5% di partecipanti in meno.
Mi aspetterei quindi che, dopo la spinta in alto conseguente alla fine dei lockdown, la curva ritorni esattamente a
quegli stessi valori a cui si sarebbe trovata se i lockdown non ci fossero stati.
La risalita della curva dovrebbe raggiungere l'equilibrio nello stesso numero di giorni che ora passeranno prima di riveder
tornare la salita esponenziale della curva.
Non rimane che aspettare per verificare se questa congettura, che spiega il problema che avevamo, trova riscontro nei dati
dei contagi futuri.
Rimane poi da valutare l'entita' dei vantaggi ed il rapporto costi/benefici del provvedimento di lockdown, se
poi veramente dovesse accadere che la curva dei contagi ritorna esattamente dove sarebbe stata senza lockdown e non
si fosse invece stabilizzata senza crescere, per qualche ragione che a noi ora sfugge, come tutti pero' stanno
sperando.
IL LOCKDOWN NAZIONALE: Un'osservazione finale: la nostra congettura non si applica solo ai
lockdown parziali ma vale anche per un lockdown nazionale che blocca un intero Paese.
Il lockdown bloccando la
contagiosita'
con il distanziamento produce sempre un netto calo dei contagi.
Se e' fatto in aprile poi i contagi non risalgono perche' a maggio l'innalzamento della temperatura ambientale produce un
netto calo delle cariche virali disperse nell'ambiente a cui la popolazione e' esposta.
Cosi' tutti ritengono che il lockdown ha bloccato l'epidemia (com'e' accaduto in Italia la primavera scorsa).
In realta' al termine del lockdown l'epidemia non e' riuscita a tornare ai livelli di contagi iniziali perche' non c'erano
piu' le condizioni ambientali di temperatura adatte (stava arrivando l'estate).
La temperatura e' il solo parametro che conosco in grado di ridurre la contagiosita' del virus ed e' proprio la
contagiosita' che determina la pendenza della curva dei contagi.
Per questo se un lockdown finisce a maggio la curva dei contagi non torna ad aumentare; in inverno invece e' molto diverso.
Noi italiani siamo stati molto fortunati.
Proprio domani i francesi (e poi sembra che vogliano farlo anche i tedeschi) iniziano un lockdown nazionale di un mese,
che finira' a dicembre cioe' proprio all'INIZIO DELL'INVERNO.
Come capite bene noi ci auguriamo davvero sinceramente che la nostra congettura sia sbagliata e che non corrisponda alla
realta' perche' non siamo riusciti a vedere un effetto nascosto che a dicembre fara' restare il numero dei contagi
francesi a valori bassi, anche dopo la fine del costosissimo lockdown nazionale.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (29 ottobre - 5 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi dall' 8/10 al 5/11 mostrati in
tabella
:
SPIEGAZIONE DEL GRAFICO: Nel grafico sono riportate le percentuali dei tamponi positivi a partire dall'8/10 che
mostrano l'evoluzione dell'epidemia. Pur essendo in parte aleatori, restano dati primari importanti nel senso che dal
numero dei contagi derivano poi gli andamenti di tutti gli altri (ricoveri e decessi), ritardati nel tempo.
L'ultimo punto a destra (5/11), sembra riprendere l'andamento crescente dei contagi (che dovrebbe essere esponenziale con
una pendenza, che pero' potrebbe essere minore, se la contagiosita' fosse diminuita).
I 3 punti precedenti, in discesa, mostrano la presenza di un nuovo gradino di decrescita, dovuta quasi certamente ai
provvedimenti del DPCM del 1/11 (chiusura anticipata alle ore 18 dei locali commerciali di ritrovo, bar, ristoranti, ecc.).
La riduzione sembra abbastanza importante e indica che si e' centrato abbastanza bene l'obiettivo da neutralizzare, perche'
responsabile di una parte significativa dei contagi.
La freccia indica come si deve valutare la riduzione dei contagi prodotta dai 4 gradini (e relativi
provvedimenti governativi che li hanno prodotti). Se non ci fossero stati i 4 gradini, la curva avrebbe proseguito la sua
salita, come abbiamo indicato con la retta che estrapola l'andamento del secondo tratto di curva. Quindi la riduzione di
contagi acquisita si puo' calcolare facendo la differenza tra l'ordinata del punto attuale sulla curva (dov'e' la freccia)
ed il punto sulla retta estrapolata.
ANALISI: Per tarare il grafico osserviamo che la curva passa dal 4.3% del 10/10 al 16.3% del 1/11 con un salto del
16.3-4.3=12% (pari a 15 cm nel grafico, per cui la scala verticale e' 1cm=0.8%; la scala orizzontale e' di 1cm=1.7 giorni)
in 22 giorni ovvero la pendenza media della curva corrisponde ad un incremento della percentuale dei contagi del 12%
in 22 giorni cioe' del 0.55% al giorno.
In questa scala siccome ogni centimetro verticale corrisponde allo 0.8% circa di riduzione dei contagi, quindi
dall'8/10 al 5/11 la riduzione totale finora acquisita e' di circa l' 8% (circa 10cm in verticale), non molto
invero a fronte dei sacrifici fatti.
Ma soprattutto non sembra che finora si sia riusciti ad incidere sulla contagiosita' e quindi la pendenza della curva e'
rimasta nell'ultimo mese sempre troppo ripida.
Il consuntivo, anche se precoce, e' scoraggiante: con questa pendenza della curva vengono vanificate in pochi giorni le
riduzioni dei contagi, ottenute da questo tipo di provvedimenti (che lasciano invariata la pendenza): quell' 8% da noi
acquisito in 28 giorni con i provvedimenti che hanno prodotto i 4 gradini visibili nel grafico, con questa pendenza,
viene riassorbito e vanificato in circa 9 giorni, come si puo' vedere dalla curva (basta traslare orizzontalmente l'ultimo
tratto di curva verso sinistra, fino a sovrapporlo alla retta che traccia l'andamento originario, senza l'effetto dei
gradini).
Sarebbe un tragico errore non voler vedere dove ci porta questa pendenza inesorabile della curva: mancano ben sei mesi
all'arrivo del caldo che potra' abbattere la contagiosita' di questo virus e quindi la pendenza della curva.
Basta estrapolare il grafico per vedere che la crescita attuale del 16.5% al mese (0.55% al giorno) in 6 mesi (molto meno in
realta' perche' la curva e' esponenziale e non lineare) ci portera' ad una situazione, in cui tutti i tamponi fatti
risultano positivi, cioe' alla completa infezione di tutta la popolazione (sarebbe l'
immunita' di gregge
).
I benefici apportati dai provvedimenti finora adottati sono riusciti finora a ritardare solo di 1/3 gli eventi e se non
si mettono in atto altre iniziative capaci di ridurre la pendenza della curva il destino sembra segnato.
Se questo fosse giusto allora sarebbe inutile continuare questa lotta, distruggendo la nostra societa' in battaglie perse
in partenza. Se si dovesse arrivare comunque, malgrado tutti i nostri sforzi, all'immunita' di gregge, che appiattisce poi
naturalmente la curva dei contagi, allora tanto valrebbe non accanirsi, aggiungendo altre sofferenze al popolo in una lotta
senza speranza di successo (e' atroce solo pensarlo ma finirebbe proprio come la famigerata "spagnola" del secolo scorso).
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (6-9 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi dall' 8/10 al 9/11 mostrati in
tabella
:
EVVIVA forse ci siamo: il punto di ieri, che era rimasto costante, non poteva bastare per gioire ma adesso sono diventati 3
i punti in pianerottolo!
Questi ultimi 3 punti, dal 7/11 al 9/11, sembrano mostrare che l'andamento della curva dopo il quarto ed ultimo gradino si
stia stabilizzando con una pendenza COSTANTE, che forse potrebbe addirittura diminuire nei prossimi giorni.
Questo risultato, se confermato, potrebbe essere l'inizio della riduzione dei contagi dovuti ai lockdown nelle zone rosse
d'Italia.
L'effetto e' VISTOSO, perche' la sua riduzione, nei dati di tutta Italia, si sovrappone alla crescita esponenziale
prodotta dalle altre parti d'Italia, che sono state toccate in modo piu' lieve da quel provvedimento.
Se le percentuali di contagi rilevate sono rimaste costanti vuol dire infatti che la riduzione e' stata equivalente alla
crescita dei contagi nelle altre parti d'Italia, che era ben ripida. Questo conferma che era vistoso il contributo alla
crescita dei contagi di quelle parti d'Italia che sono state chiuse, perche' togliendo il loro contributo (con il
lockdown) la crescita si arresta.
Se questo risultato venisse confermato dai dati dei prossimi giorni, vorrebbe dire che applicando le stesse limitazioni
in tutta Italia (lockdown generale) si vedrebbe scendere la curva con la stessa pendenza della precedente salita, perche'
ci sarebbe solo l'effetto della riduzione dei contagi senza piu' l'effetto compensatorio, che c'e' adesso e che impedisce
alla curva di scendere, prodotto dal resto d'Italia fuori della zona rossa.
Per adesso sono solo ipotesi preliminari che andranno confermate dai dati dei prossimi giorni.
ANALOGIA: Quindi e' come un lavello che si riempie d'acqua (che sono gli infettati) da un rubinetto aperto, ma che
si svuota dal tappo lasciato aperto. La velocita di svuotamento del lavello e' fissa e dipende dal mese di tempo necessario
per far guarire gli infettati.
L'afflusso dell'acqua nel lavello (i nuovi contagi) non e' fissa: se e' alta il lavello si riempie sempre di piu' e trabocca
(epidemia in espansione) ma se riduco l'afflusso d'acqua agendo sul rubinetto, c'e' un flusso entrante di soglia
al quale tanta acqua arriva quanta ne esce ed il livello dell'acqua rimane costante.
L'EFFETTO DEI GRADINI DELLA CURVA:
Valutiamo ora il beneficio apportato dai provvedimenti che hanno causato i gradini 2, 3 e 4 con l'aiuto del grafico seguente:
Se quei tre gradini non ci fossero stati la curva dei contagi avrebbe proseguito la sua salita lungo la retta disegnata nel
grafico arrivando all'8/11 ad una percentuale del 27.5% invece del 17.1% reale. Questo significa che i provvedimenti
adottati, che hanno prodotto le variazioni dei contagi registrate nei 3 gradini, hanno prodotto una riduzione dei contagi
del 10.4% (la differenza).
Bene allora sembrerebbe che ne e' valsa la pena. Neanche per sogno perche' se la pendenza della curva rimane la stessa, nei
prossimi 12 giorni la curva raggiungera' comunque la quota del 27.5% e quindi tutti quei provvedimenti che avevano prodotto
le tre riduzioni di contagi corrispondenti ai 3 gradini avranno soltanto spostato in avanti di 12 giorni gli eventi, che
comunque accadranno, anche se ritardati di 12 giorni.
Se per anche in ognuno dei prossimi 6 mesi potessimo adottare gli stessi provvedimenti e se l'epidemia seguisse sempre una
crescita lineare allora potremmo ottenere una riduzione di contagi del 12/33=36% circa (che non e' molto).
Sarebbe stato diverso se con quei 12 giorni si arrivasse a maggio (come accadde al nostro lockdown della primavera scorsa),
perche' allora l'epidemia si fermerebbe per il caldo ed i contagi non riprenderebbero a salire.
Ma ora siamo a novembre e se la curva comunque continuera' questa sua salita per altri 4 mesi arriveremo all'
immunita' di gregge
, in cui tutti si sono infettati.
Percio' bisogna assolutamente che non si continui ad ottenere come risultato dei vari provvedimenti solo dei gradini
discendenti della curva senza alterarne la pendenza, altrimenti si rischia che tutti questi risultati possano
essere non solo inutili ma addirittura
dannosi
.
Nei dati dei prossimi giorni dovrebbe cominciare ad apparire l'effetto dei nuovi lockdown appena istituiti in 4 regioni
(quelle rosse).
Ci aspettiamo che questi nuovi dati possano finalmente iniziare a ridurre la pendenza della curva dei contagi, sia pure nel
limite della frazione di popolazione interessata.
Cercheremo di presentare anche i dati di una sola delle regioni chiuse in lockdown, senza la contaminazione dei dati del resto
d'Italia non soggetto alla chiusura, che ora inquinano la nostra curva.
Questo sarebbe per noi un risultato importantissimo, perche' ci fornirebbe un'indicazione preziosa: se quel provvedimento
puo' riuscire a ridurre la contagiosita' del virus e quindi la pendenza della curva, che dev'essere in ogni
caso il nostro principale obiettivo. Lo sapremo con i dati dei prossimi giorni.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (10 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 10/11 mostrati in
tabella
:
Pensiamo che stiamo vivendo un momento critico di questa epidemia. Per questo preferiamo da oggi riportare tutti i grafici
dei giorni che si succedono per lasciare traccia degli eventi.
Dopo i 3 punti in pianerottolo oggi c'e' il primo punto in discesa, come ieri avevamo previsto potesse succedere.
In questo lavoro noi riportiamo fedelmente l'andamento dei contagi con il dato pubblicato nel bollettino quotidiano del
Ministero della Salute e cerchiamo di interpretarne l'andamento temporale. Noi non possiamo mai essere certi delle cause che
provocano i discostamenti dalla normale crescita esponenziale e cerchiamo di intuirle dalle correlazioni temporali con i
provvedimenti adottati per cercare di contenere l'epidemia.
Se venisse confermato che la riduzione dei contagi che oggi osserviamo e' dovuta ai recenti lockdown nelle zone rosse
d'Italia, allora pensiamo che questo risultato apra la strada al seguente scenario: la curva scendera' formando un quinto
gradino con un comportamento analogo a quanto e' gia' successo con i primi 4 gradini della curva, ma con una differenza
importante.
Questa discesa e' dovuta al venir meno dei nuovi contagiati nelle zone rosse (perche' non vi si contagia quasi piu' nessuno);
pero' rimangono i contagiati precedenti all'inizio della chiusura, che continuano ad essere infetti finche' non guariscono
tutti e durante quel periodo di guarigione vedremo i contagiati diminuire, facendo scendere ancora di piu' la curva nel
periodo iniziale, quando sono ancora molti.
Quando saranno guariti tutti, allora la curva riportera' praticamente solo il contributo dei contagiati nel resto d'Italia,
che saranno di meno e quindi la curva sara' piu' in basso (perche' al denominatore ci saranno anche i test, tutti negativi,
fatti nelle zone rosse) ma crescera' di nuovo esponenzialmente secondo l'andamento naturale dell'epidemia in atto.
Cosi' nasce il quinto gradino nella curva, che me lo aspetto un po' piu' lungo dei precedenti e che verra' poi fatto
scendere ancora di piu', quando si aggiungeranno le riduzioni dei contagi delle nuove zone rosse che seguiranno.
Staremo a vedere.
Intanto confermiamo l'osservazione, gia' fatta ieri, che l'effetto di questa discesa ci sembra VISTOSO, perche' la
riduzione, in questi dati che sono di tutta l'Italia, si sovrappone alla crescita esponenziale prodotta dalle altre
parti d'Italia, che sono state toccate in modo piu' lieve dai provvedimenti di chiusura delle attivita'.
Aspettiamo i dati dei prossimi giorni per capire meglio che direzione sta prendendo l'epidemia.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (11 novembre 2020)
Come promesso 3 giorni fa, riportiamo i dati di una regione chiusa come zona rossa: il Piemonte.
La tabella seguente mostra l'entita' della riduzione (a circa la meta' in 5 giorni) della percentuale dei contagi prodotti dai
provvedimenti di chiusura dal 5/11 al 12/11 in Piemonte, che contribuisce con il 20% al grafico dei contagi di tutta
Italia.
Clic per vedere il
grafico
.
DATA |
ATTUALI |
INCREMENTO |
PERCENTUALE |
05/11 G | 43974 | 3171 |
7.2% |
06/11 V | 47916 | 4878 |
10.2% |
07/11 S | 51489 | 4437 |
8.6% |
08/11 D | 541297 | 3884 |
7.2% |
09/11 L | 56256 | 2876 |
5.1% |
10/11 M | 58835 | 3659 |
6.2% |
11/11 M | 60354 | 2953 |
4.9% |
12/11 G | 63198 | 4787 |
7.6% |
13/11 V | 66654 | 5258 |
7.9% |
14/11 S | 69215 | 4471 |
6.4% |
15/11 D | 71229 | 3682 |
5.2% |
16/11 L | 72940 | 3476 |
4.8% |
17/11 M | 73786 | 2606 |
3.5% |
18/11 M | 75064 | 3281 |
4.4% |
19/11 G | 77237 | 5349 |
6.9% |
20/11 V | 76545 | 3861 |
5.0% |
21/11 S | 76092 | 2896 |
3.8% |
22/11 D | 77012 | 2641 |
3.4% |
23/11 L | 76923 | 1730 |
2.2% |
24/11 M | 77075 | 2070 |
2.7% |
25/11 M | 77921 | 2878 |
3.7% |
26/11 G | 78406 | 2751 |
3.5% |
27/11 V | 77589 | 3149 |
4.0% |
28/11 S | 76072 | 2157 |
2.8% | 72
29/11 D | 76984 | 2921 |
3.8% |
30/11 L | 74943 | 1185 |
1.6% |
1/12 M | 72269 | 1617 |
2.2% |
02/12 M | 70887 | 1568 |
2.2% |
03/12 G | 70006 | 2230 |
3.2% |
04/12 V | 68476 | 2132 |
3.1% |
05/12 S | 66763 | 1456 |
2.2% |
06/12 D | 66038 | 1269 |
1.9% |
07/12 L | 65749 | 911 |
1.4% |
08/12 M | 64613 | 952 |
1.5% |
09/12 M | 63483 | 906 |
1.4% |
10/12 G | 61107 | 974 |
1.6% |
11/12 V | 59991 | 1553 |
2.6% |
12/12 S | 57861 | 1443 |
2.5% |
13/12 D | 55974 | 1011 |
1.8% |
14/12 L | 53336 | 528 |
1% |
15/12 M | 50970 | 1106 |
2.2% |
16/12 M | 48103 | 1215 |
2.5% |
17/12 G | 45.543 | 883 |
1.9% |
18/12 V | 41.300 | 1.210 |
2.9% |
19/12 S | 38.593 | 638 |
1.6% |
20/12 D | 38.091 | 829 |
2.2% |
21/12 L | 37.957 | 611 |
1.6% |
22/12 M | 36.909 | 542 |
1.5% |
23/12 M | 36.561 | 933 |
2.5% |
24/12 G | 34.870 | 1057 |
3.0% |
25/12 V | 31.497 | 875 |
2.8% |
26/12 S | 31.557 | 417 |
1.3% |
27/12 D | 31.062 | 470 |
1.5% |
28/12 L | 30.303 | 313 |
1.0% |
29/12 M | 29.383 | 840 |
2.8% |
30/12 M | 28.959 | 1046 |
3.6% |
31/12 G | 28.257 | 1367 |
4.8% |
1/1 V | 26.529 | 1058 |
4.0% |
3/1 D | 21.463 | 741 |
3.4% |
4/1 L | 21.463 | 741 |
3.4% |
5/1 M | 19.642 | 1109 |
5.6% |
6/1 M | 18.415 | 1163 |
5.6% |
7/1 G | 17.699 | 1004 |
5.7% |
8/1 V | 17.545 | 845 |
4.8% |
9/1 S | 15.829 | 1532 |
9.7% |
10/1 D | 15.342 | 803 |
5.2% |
11/1 L | 14.985 | 609 |
4.1% |
13/1 M | 14.760 | 1009 |
6.8% |
14/1 G | 14.723 | 857 |
5.8% |
15/1 V | 14.723 | 857 |
5.8% |
16/1 S | 15.114 | 1056 |
7.0% |
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale in tabella dei contagi nella sola regione Piemonte
dal 5/11 al 11/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti
di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai
contagi di tutta l'Italia.
Tutto cio' aiuta a capire meglio cosa sta accadendo nel grafico dei contagi in Italia.
- CONFERMA CHE STIAMO VEDENDO L'EFFETTO "ZONA ROSSA": Infatti ci viene confermato che la discesa che vediamo nei due
grafici e' dovuta proprio alla chiusura della zona rossa che e' iniziata la sera del 6/11.
- CONFERMA CHE SI SONO CHIUSE LE ATTIVITA' GIUSTE (cioe' quelle che producevano piu' contagi): Risulta confermato
che era vistoso il contributo alla crescita dei contagi di quelle parti d'Italia che sono state chiuse, perche' togliendo
il loro contributo (con il lockdown) la crescita si arresta e poi s'inverte. Con uno studio piu' approfondito dei
dati forse si puo' arrivare a stabilire con piu' precisione quali attivita' possono essere lasciate aperte senza far crescere
i contagi anche in un lockdown generale, per ridurne l'impatto negativo sull'economia. Questo renderebbe promettente la scelta
di preferire le chiusure mirate invece che totali, per non penalizzare troppo l'economia. In altre parole si
potrebbero ottenere gli stessi risultati di un lockdown generale, mantenendo pero' aperte numerose e ben localizzate attivita'
economiche, almeno all'inizio (se si vuole arrivare sotto alla soglia del 2% dei contagi poi bisognerebbe pero' chiudere
TUTTO, altrimenti non si riuscirebbe ad arrivarci).
- PRONTEZZA DELLE RISPOSTE NEL GRAFICO: Nei dati del Piemonte la risposta appare immediata, mentre nel grafico di
tutta Italia la risposta inizia due giorni dopo (il 8/11) ed e' completa 4 giorni dopo (10/11), quando arriva anche il
contributo di tutte le altre aree chiuse (direi che con il solo Piemonte la curva sarebbe rimasta costante, perche' il
contributo alla discesa del Piemonte arrivava solo a compensare la spinta in salita del resto d'Italia non chiuso, mentre
per forzare la discesa della curva e' stato necessaria anche la chiusura completa di tutte le zone rosse (in questi
ritardi potrebbe aver giocato un ruolo importante anche la logistica della raccolta e misura dei tamponi nelle varie regioni,
che comunque mantiene i ritardi entro un margine di un paio di giorni, che e' quello che ci aspettavamo).
Queste informazioni ci sono molto utili per interpretare al meglio questi dati con cui stiamo lavorando, che sono ben lontani
purtroppo da essere presi con il rigore scientifico, che sarebbe stato auspicabile.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi in tutta Italia dal 5/10 all' 11/11, mostrati nella
tabella
precedente:
Ottime notizie: la percentuale dei contagi dell'11/11 non solo mostra di continuare l'andamento in discesa ma lo fa
praticamente con la stessa pendenza con cui la curva saliva prima dei provvedimenti di chiusura.
Questa in particolare e' una splendida notizia perche':
- Significa che le aree chiuse con la zona rossa erano quelle che contribuivano in massima parte alla salita dei contagi,
perche' il contributo in salita delle aree non chiuse risulta ora poco influente sul totale; quando la discesa sara' proseguita
si comincera' a vedere sempre piu' l'effetto di questo contributo crescente (se non si estendono le chiusure a tutta Italia).
- La discesa dovrebbe continuare, seguendo la diminuzione dei contagiati nelle aree rosse, perche' guariscono (in un mese non ci
dovrebbero essere piu' persone infette, perche' saranno tutte guarite e la curva sara' vicina a zero): cioe' dobbiamo impedire che
si creino nuovi contagi per un mese circa in attesa che guariscano tutti (tenendo tutto chiuso, perche' altrimenti le persone
sembra che non possano fare a meno di stare vicine tra loro), finche' coloro che si sono infettati prima della chiusura non siano
tutti guariti: cosi' vedremo scendere sempre piu' la curva con la velocita' di queste guarigioni.
- Il fatto che la pendenza in discesa sia praticamente la stessa pendenza con cui la curva saliva prima dei provvedimenti di
chiusura (vedi grafico) lascia ben sperare per la possibilita' di riuscire ad invertire completamente l'andamento del
fenomeno epidemico, ritornando (dopo aver completato l'intervento chiudendo tutto) alle percentuali dei primi di ottobre, quando
l'epidemia Covid-19 non era ancora iniziata, quindi con la percentuale dei contagi sotto la soglia del 2%.
- Ecco un esempio che mostra come con deduzioni logiche si possa arrivare a fare delle previsioni anche in questo campo (e'
il metodo da me adottato ovunque in questo lavoro): il fatto che la pendenza in discesa sia praticamente la stessa pendenza con
cui la curva saliva prima dei provvedimenti di chiusura (vedi grafico) in effetti era prevedibile per le seguenti ragioni
logiche: un lockdown fatto bene blocca la produzione di tutti i nuovi contagi, ma le persone che si erano contagiate
prima (asintomatiche) restano infette e continuano a fornire tamponi positivi, diminuendo pero' di numero man mano che guariscono
(perche' poi risultano negative). Quindi la curva dei contagi non ha un crollo a zero ma comincia a scendere gradualmente, con
una pendenza che la porta verso zero (ma solo se il lockdown e' TOTALE, altrimenti NON si avvicina a zero) nel tempo di guarigione
delle persone infette, che crediamo sia di circa un mese in media. Siccome un mese fa la curva era al 5% invece che al 17%
attuale vuol dire che la pendenza di discesa della curva probabilmente sara' molto simile alla pendenza della salita precedente.
Ovviamente per ora questa e' solo la nostra speranza, che dovra' essere confermata dai dati dei prossimi 3 giorni.
Se cosi' fosse allora potremmo
RISOLVERE
completamente tutti i nostri problemi in un solo mese (prima di Natale!), vista la pendenza annunciata della discesa
della curva.
Aspettiamo e speriamo.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (12 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 12/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti
di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai
contagi di tutta l'Italia.
L'ultimo punto pero' mostra nel solo giorno 12/11 una risalita inattesa che in un solo giorno annulla il 50% di
tuttele riduzioni dei contagi conquistate nei 6 giorni precedenti e dovute alla chiusura di 4 regioni, tra cui il Piemonte, in
zona rossa.
Attualmente con ne conosciamo la causa e discuteremo questo fatto sorprendente nel seguito.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 12/11 mostrati in
tabella
:
Purtroppo la discesa che speravamo continuasse sembra essersi subito interrotta, sia nella curva dei contagi del Piemonte che in
questa di tutta Italia.
Noi possiamo vedere come vanno i contagi in Italia solo con questi dati che pero' hanno mostrato di essere un buon feed-back
dell'evoluzione dell'epidemia.
Dobbiamo percio' comprendere il significato di questo ultimo punto in salita per rispondere alla domanda "perche' osservo
quello che osservo".
Scartiamo subito l'ipotesi di una fluttuazione indebita dovuta a cause logistiche (che pure si sono verificate nel passato,
quando dati dimenticati sono stati poi inseriti insieme ai dati di un giorno successivo).
Sembra percio' che dobbiamo pensare di trovarci di fronte ad un nuovo andamento a gradini della curva, ma su questo ci riserviamo
di meditare un po' di piu'.
Se cosi' fosse pero', vogliamo rilevare come l'insieme dei dati degli ultimi 10 giorni si stia assestando su un andamento medio,
che e' quello che abbiamo segnato nel grafico, con una pendenza nettamente inferiore alla salita di tutto il periodo
precedente, cioe' dal 10 ottobre fino al 2 novembre, anche questa mostrata nel grafico.
Pero' questo calo di pendenza media non e' imputabile ad una sola causa e pertanto richiede uno studio piu' dettagliato ed un
esame comparato con tutti i provvediemnti adottati in quell'intervallo di tempo per essere compreso in pieno.
Ma attualmente ci deve interessare di piu' la ragione per cui ai provvedimenti della chiusura di piu' zone rosse non corrisponda
una decrescita prolungata nel tempo della curva. Tutto ha una spiegazione e quindi dobbiamo lavorarci su, per trovarla.
POSSIBILE SPIEGAZIONE DELLA RISALITA: (12 novembre 2020)
Possiamo rifletterci insieme, se volete. Il nostro fine e' quello di comprendere tutto di questa epidemia, fin dove possiamo.
Pensiamo che non sia ne' un'esercizio maniacale ne' un hobby intellettuale ma sia invece il modo migliore per aiutare a
capire come si deve combattere l'epidemia, rispondendo alla domanda "perche' osservo quello che osservo".
Quello che sto per scrivere ora credo che non sia opinabile e le ipotesi che faccio sono tutte verosimili.
Infatti i dati sono quelli pubblici, gli asintomatici esistono, hanno tamponi positivi e guariscono pure, diventando negativi,
con una distribuzion dei tempi di guarigione gaussiana e centrata intorno ad una durata di circa 1 mese. Che una parte di questi
asintomatici possa essere cronica nel senso che non diventa negativa per tempi lunghi e' anche verosimile.
Allora cominciamo: quando si prendono 234.672 persone e si fa il tampone stiamo facendo un'indagine a campione cercando
i positivi al test. Se troviamo 37.978 positivi (questi sono i numeri di oggi 12/11), che sappiamo essere quasi tutti
asintomatici, vuol dire che abbiamo di fronte una popolazione in cui il 16.2% sono positivi, cioe' se la popolazione sotto
indagine sono tutti i 60 milioni di italiani, il 16.2% sono ben 9.720.000 (e non 1 milione, come si va dicendo, che e' soltanto
la somma di tutti i tamponi trovati positivi, cioe' un dato poco significativo perche' il numero di tamponi fatti ogni giorno
e' variabile in modo arbitrario).
Il telegiornale, quando si trovano 5000 tamponi positivi in piu', dice che ci sono 5000 persone infettate in piu' e questo non
e' vero, la crescita dei contagi e' molto maggiore.
Le persone infettate in Italia sono quindi circa 9.720.000 di cui 635.000 (sorgente Gimbe, Nino Cartabellotta in TV il 12/11)
sintomatici e il resto asintomatici. Questi 635.000 sono piu' dell'1% della popolazione e quindi secondo l'O.M.S. l'epidemia
e' fuori controllo.
Sei giorni fa sono state chiuse 4 regioni come zone rosse. Vediamo ora cosa succede nelle zone rosse dopo la chiusura.
Se in queste aree rosse ci sta il 20% della popolazione (4 regioni su 20), vuol dire che ci stanno 12 milioni di persone di
cui il 16.2%, cioe' 1.944.000 infetti (all'inizio della chiusura, il 6/11).
Supponiamo che la chiusura sia molto efficiente e che nessun nuovo contagio avvenga dopo il 6/11.
I tamponi fatti nei giorni successivi trovano questi 1.944.000 infetti che vengono rilevati, ma il loro numero comincia a
diminuire sempre di piu' man mano che guariscono. Al limite, diciamo dopo un mese, sono tutti guariti e non si troveranno
piu' tamponi positivi all'interno delle aree rosse.
Quindi dopo 1 mese i positivi in Italia che erano 1.944.000 nelle aree rosse e 9.720.000 - 1.944.000 = 7.776.000 fuori delle
aree rosse si riduce dai 9.720.000 iniziali (a parte l'incremento per l'evoluzione dell'epidemia) a 7.776.000 cioe' vengono
meno tutti i 1.944.000 infetti delle aree rosse (e se tutta l'Italia fosse stata chiusa per 1 mese gli infetti sarebbero
scesi a zero).
ASINTOMATICI CRONICI: In realta' il limite inferiore a cui puo' scendere, con un lockdown generale, la
percentuale dei contagi non e' zero ma e' stabilito dal numero di asintomatici cronici, che non guariscono
in un mese.
Il numero di asintomatici cronici esistenti crediamo dipenda dalla massima estensione raggiunta dall'epidemia che li genera.
Speriamo proprio che in Italia non accada mai: sarebbe veramente una cosa tragica, difficilmente rimediabile, che
renderebbe il Sars-CoV-2 endemico. Un Paese con la malattia Covid-19 endemica ha tutti i transiti
verso gli altri Stati fortemente penalizzati in permanenza, con impatti sull'economia deleteri e durevoli.
E' un'altra ragione per cui abbiamo detto che si deve sempre scartare l'ipotesi pur comoda di arrivare
all'immunita' di gregge.
CONTAGI EXTRA (MISTERIOSI): La nostra curva dei contagi aveva iniziato la discesa in accordo con questa descrizione
del fenomeno.
Pero' ora e' intervenuto un altro contributo misterioso ai contagi che ha portato un incremento significativo e dobbiamo capire
da cosa deriva.
Non crediamo giusto lavarcene le mani, dicendo che e' meglio assemblare i dati in settimanali per far scomparire le
fluttuazioni, perche' dall'andamento di questa curva dei contagi, studiando la sua dispersione dei dati, si arriva a
concludere che escursioni di questa entita' non devono essere ignorate perche' sono significative.
Ma cosa puo' essere successo l'altro ieri 12/11 per far aumentare dell'1.6% i contagi d'Italia in un solo giorno (sono circa
1 milione di contagi in piu', cioe' addirittura un italiano su 60, non sono bruscolini).
In un solo giorno s'e' persa la meta' di quanto si era guadagnato nei 4 giorni precedenti con le 4 zone rosse iniziate il
6/11! E' un effetto molto vistoso, ma dovuto a cosa? Non c'e' stato un abbassamento repentino della temperatura in Italia.
Cos'altro puo' aver accentuato la contagiosita' del virus fino a questo punto?
Sono sicuro che e' successo qualcosa d'importante che va capito ma non so cos'e' stato.
IPOTESI: Certo i dati dei prossimi giorni ci daranno piu' informazioni ma un'ipotesi mi sento di poterla gia' fare.
La distanza in tempo dall'inizio della chiusura nelle 4 zone rosse (la sera del 6/11) ed il prelievo dei tamponi (circa 9/11)
dei dati pubblicati il 12/11, corrisponde piu' o meno al tempo d'incubazione del virus cioe' al numero di giorni
necessari perche' i virus, inizialmente entrati nell'organismo (il 6/11), si siano moltiplicati cosi' tanto da poter essere
rilevabili con un tampone (il 9/11).
Allora deduco che questo milione di contagiati in piu' che scopriamo oggi si dev'essere originato proprio intorno alla serata
di inizio della chiusura delle zone rosse (il 6/11). E questo mi ha fatto accendere la simbolica lampadina in testa!
Vediamo se puo' essere stata la miriade di cretini che, non potendo piu' diffondere il virus durante la chiusura, hanno
pensato bene di incontrarsi e fare festini e baldoria l'ultimo giorno prima della chiusura e non perdere cosi'
l'occasione di produrre tanti contagi tutti insieme e subito, prima che inizino i divieti.
Certamente sono stati molti nelle 4 regioni ma possono essere riusciti a produrre addirittura un milione di contagi? Vediamo.
Abbiamo detto che la popolazione interessata, nelle 4 regioni e' di circa 12 milioni di persone, quindi se n'e' infettata una
su 12. Il problema e' che la contagiosita' dei cretini, cioe' il parametro Rt, e' molto ma molto piu' alta del valore medio
di 1.7
Mi spiego meglio: se in queste zone rosse una persona infetta in media ne contagia altre 1.7 le persone infette che fanno
baldoria ne possono infettare molte piu' di 1.7 (credo almeno 5 o 10).
Per far capire che cio' e' possibile citiamo il fatto che in Corea e' stato reso noto che in una sola serata un giovane,
andando nei bar, e' riuscito ad infettare addirittura 50 persone, creando un focolaio diffuso per il cui controllo non
e' stato sufficiente il tracciamento, pure efficiente in Corea, e si e' cosi' dovuto chiudere un intero quartiere in una
grande citta' di oltre 20 milioni di abitanti).
Questo fa capire bene l'importanza dei comportamenti individuali e quindi delle responsabilita' personali nella crisi
attuale: se comportamenti fortemente inappropriati di cosi' tante persone possono creare in una sola serata catene di
contagi che possono arrivare a produrre cosi' presto addirittura un milione di contagi, e' chiaro come possono essere
individuate le responsabilita' della necessita' delle chiusure (lockdown) e dei danni conseguenti.
Gli infetti nelle 4 regioni rosse sono il 16.2% di 12 milioni di persone, cioe' 1.944.000 di cui circa 500.000 in eta' di
festeggiare. Se 1 su 10 di questi ha festeggiato, sono 50.000 e basterebbe che ognuno di loro si sia dato da fare cosi'
tanto da estendere i contagi a 20 persone (meno della meta' del coreano, che ne ha infettate 50) che i conti tornano.
E' quindi un'ipotesi possibile, per l'altissima contagiosita' di questo virus, anche se sembra incredibile.
E' cosi' che funziona questa epidemia, caratterizzata rispetto alle altre da un altissimo grado di contagiosita'
e quindi da una crescita molto ripida della curva dei contagi. Dobbiamo imparare a conoscere sempre meglio questa epidemia.
Se la nostra ipotesi fosse vera, sarebbe una manifestazione notevole del potere sconfinato della mancanza di responsabilita'
personale (relativamente poche persone che riescono a generare addirittura un milione di contagi!).
PREVISIONE: Se questa descrizione degli eventi che abbiamo fatto finora corrispondesse al vero dovremmo aspettarci la
ripresa della discesa della curva, nei prossimi giorni, perche' anche questo milione di persone ignare ed
innocenti contagiate comincera' a guarire nei prossimi giorni (non necessariamente domani, perche' il tempo d'incubazione di
questi contagi avra' una distribuzione gaussiana che verosimilmente si estendera' su 2 o 3 giorni, per cui la curva potrebbe
continuare a crescere ancora per 1 o 2 giorni.
Dalla descrizione del fenomeno che abbiamo fatto risulta chiaro che le chiusure delle zone rosse sono provvedimenti troppo
importanti perche' la curva non continui a decrescere ma lentamente pero', perche' i tempi sono quelli delle guarigioni
degli asintomatici (che sono il 96% delle persone infette).
Aspettiamo e vediamo cosa succede.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (13 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 13/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti
di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai
contagi di tutta l'Italia.
Il dato del giorno 12/11 mostra pro' una risalita inattesa che in un solo giorno annulla il 50% di tutte le
riduzioni dei contagi conquistate nei 6 giorni precedenti e dovute alla chiusura di 4 regioni, tra cui il Piemonte, in zona rossa.
Una possibile causa, discussa ieri, ci ha permesso di presentare una
spiegazione
abbastanza verosimile, che ci ha permesso di capire cosa sta accadendo.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi al 13/11 mostrati in
tabella
:
Il comportamento della curva dei contagi sia in quella del Piemonte che in questa di tutta Italia mostra un andamento
perfettamente aderente alla nostra
interpretazione
, ben descritta ieri, secondo la quale la risalita e' dovuta ai contagi provocati da tante feste di
"addio alla liberta'" fatte il giorno d'inizio delle chiusura di "zona rossa" nelle varie regioni.
In base alla nostra
previsione
riteniamo che la curva dei contagi iniziera' a scendere quasi certamente gia' da domani, con il completamento
dei tempi d'incubazione dei contagi extra, provocati dai festini gia' discussi, e seguendo una distribuzione gaussiana,
in base alla
descrizione
del fenomeno da noi presentata ieri.
Poi abbiamo previsto che proseguira' ancora la sua discesa per molti altri giorni (al lordo di altri provvedimenti governativi).
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (14 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 14/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra, dopo la ripida salita che e' indicata dal primo punto, la vistosa
discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte,
che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia.
Segue poi la risalita del 12/11 dovuta secondo noi alla
spiegazione
che abbiamo proposto (dovuta ai numerosi "
festini sfrenati
" dell'ultimo giorno prima della chiusura) e l'inizio della
successiva discesa dal 14/11 in perfetto accordo con la nostra
previsione
in base alla quale la discesa dovra' continuare anche nei prossimi giorni.
Tutto sembra confermare la correttezza della nostra descrizione dell'evoluzione dell'epidemia come da noi spiegata
QUI'
.
CHI AIUTA IL VIRUS E QUANTO CI COSTA: Tutto quello che stiamo vedendo conferma anche l'importanza che hanno per la
crescita di questa epidemia certi comportamenti irresponsabili, anche di piccoli gruppi di persone, che sembrano non
voler rinunciare ai propri riti abituali che li trasformano in superdiffusori di contagi, mentre invece
devono obbligatoriamente rinunciarvi, per non provocare i danni gravissimi che noi riteniamo di aver
evidenziato nella curva dei contagi (con l'
ipotesi
del picco "festaiolo", mostrato nel grafico) e di cui nessuno di loro sara' mai in grado di rendersi conto.
A riprova di questo problema, assisto proprio mentre sto scrivendo, alla TV che sta mandando in onda le scene delle vie
del centro di Napoli, gremite di gente all'inverosimile nella sera che precede l'inizio della chiusura per
la zona rossa. Molti di loro purtroppo faranno anche "festini" di addio alla liberta'.
Attenzione: quando vedete che una strada e' molto affollata, NON ci dovete passare!
Sono pronto a scommettere che anche la curva dei contagi della Campania tra una settimana avra' un picco, che indicheremo
con il termine "festaiolo", come quello presente nella curva del Piemonte (se le modalita' di chiusura nelle due regioni
sono equivalenti).
Questo picco ritardera' cosi' di sette giorni la riduzione dei contagi: basta guardare il grafico del Piemonte per vedere
che lo spostamento a destra della discesa nella curva e' proprio di sette giorni (se la chiusura e' iniziata il 5/11),
ritardo imposto dal tempo medio d'incubazione di tutti quei contagi extra.
Partendo da oggi verra' prolungata anche stupidamente di sei giorni la dannosa chiusura della Campania.
Inoltre questo picco corrisponde anche a decine di migliaia di contagi in piu', che si sarebbero potuti risparmiare con
comportamenti piu' consapevoli ed intelligenti!
Che non si tratta di fantasiose speculazioni ma di ipotesi sensate e realistiche si potra' verificare se ci sara'
veramente il 22/11 la risalita nella curva dei contagi della Campania: affermo oggi, 14 novembre 2020, che anche nel
suo grafico dei contagi ci sara' prima l'inizio della discesa dei contagi e poi, dopo sei giorni, comparira' un picco,
proprio come quello presente nel grafico del Piemonte, la cui area o altezza dipendera' dal numero dei contagi prodotti
in piu' dai "festini" dei superdiffusori di virus campani.
Bisogna convincere tutti a nuove abitudini, imposte dall'altissima contagiosita' e nocivita' del Sars-CoV-2,
che per lungo tempo, volenti o nolenti, cambiera' moltissimo il nostro modo di vivere, almeno nelle stagioni fredde.
Come spiraglio di speranza, ci auguriamo che sia possibile anche in Italia riuscire ad estinguere l'epidemia
adottando quegli stessi
metodi
che i cinesi certamente hanno messo in pratica, a mio avviso, per riuscire ad avere "zero contagi" a novembre,
malgrado stiano nello stesso emisfero nord dell'Italia ed abbiano a che fare con lo stesso virus Sars-CoV-2.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 14/11, mostrati in
tabella
:
Questi dati risentono solo in parte della diminuzione dei contagi nelle 4 regioni rosse, che si presenta come mostrato nel
grafico del Piemonte che precede, perche' ovviamente ci sono i dati di tutto il resto d'Italia, in cui i contagi non
diminuiscono altrettanto perche' non sono stati adottati provvedimenti di chiusura efficaci come nelle zone rosse.
Ci aspettiamo comunque di vedere l'inizio della discesa della curva, dovuto alle chiusure avvenute nelle 4 regioni, gia'
dai dati di domani.
Essendosi deciso poi di estendere le chiusure di zona rossa anche ad altre 3 regioni, a partire dal 15/11, la discesa della
curva dei contagi, che iniziera' domani, si dovra' accentuare nei giorni successivi (come indicato dal tratto nero
nel grafico).
Stiamo a vedere e poi commenteremo.
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (15 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 15/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti
di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico che segue, relativo ai
contagi di tutta l'Italia.
L'ultimo punto come previsto sta continuanto la discesa dei contagi perche', essendo il Piemonte chiuso in zona rossa, e'
diventato trascurabile l'apporto in salita dei nuovi contagi e rimangono solo quelli che erano gia' positivi all'inizio
della chiusura, che pero' pochi per volta guariscono, riducendo il numero delle persone positive, che i test fedelmente
riscontrano.
La discesa continuerebbe verso zero se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai controlli ed un certo numero
(che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre positivi.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 15/11, mostrati in
tabella
:
Rispetto ai dati del Piemonte che sono in discesa ormai stabile (l'inizio del suo lockdown l'abbiamo indicato nel grafico),
questo grafico contiene i contagi di tutta l'Italia (solo 4 regioni erano quelle chiuse) e quindi la discesa non appare
ancora, anche perche' ci sono altre regioni che si stanno preparando a chiudere ed allora c'e' sicuramente anche un
contributo in crescita di coloro che si sono sfogati ad eccedere in quelle attivita' che poi sarebbero state vietate dai
provvedimenti di chiusura.
Aspettiamo la discesa della curva che ormai dovrebbe iniziare domani o al piu' dopodomani, per l'altro ulteriore
gradino di ampiezza determinata dalla frazione di persone chiuse in casa da questo provvedimento rispetto a tutte le
altre non chiuse in casa in tutta Italia.
Questo caratterizza la curva dei contagi di tutta Italia rispetto a quella del solo Piemonte, che invece dovra' andare a
zero (o quasi), perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli abitanti (non c'e' in questo
caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).
Ripetiamo lo stesso grafico della percentuale dei contagi di tutta Italia al 15/11, mostrati in
tabella, evidenziando la pendenza dei vari tratti di curva
:
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (16 novembre 2020)
Il grafico seguente mostra l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 al 16/11:
Questo grafico della percentuale dei contagi mostra la vistosa discesa del 50% in 5 giorni dei contagi prodotti dai provvedimenti
di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 20% ai tamponi del grafico seguente, relativo ai
contagi di tutta l'Italia.
Ricordiamo che questa discesa e' dovuta alle guarigioni dei positivi preesistenti alla chiusura, non reintegrati dai nuovi
contagi evitati con la chiusura.
Non puo' che addolorarci la presenza del picco 'festaiolo' da noi identificato con i contagi dovuti agli eccessi trasgressivi
dei comportamenti tenuti da cosi' tanta gente la sera prima della chiusura della zona rossa.
Siamo arrivati a questa spiegazione della presenza del picco dal ritardo, rispetto all'inizio della chiusura in zona rossa
del Piemonte, che puo' essere corrispondente al tempo d'incubazione (non per la comparsa dei sintomi ma per risultare
positivi) di tante persone tutte contagiate proprio il giorno prima dell'inizio della chiusura della zona rossa.
Colpisce l'entita' del picco, che fa capire bene l'importanza delle responsabilita' individuali in questa crisi Covid-19 ed
anche perche' purtroppo non si puo' evitare di dover ricorrere al lockdown per ottenere il rispetto anche delle piu'
elementari discipline di prevenzione.
L'ultimo punto, come previsto, sta continuanto la discesa dei contagi perche', essendo il Piemonte chiuso in zona rossa,
e' diventato trascurabile l'apporto in salita dei nuovi contagi e rimangono solo quelli che erano gia' positivi all'inizio
della chiusura e che, pochi per volta, guariscono riducendo il numero delle persone positive, che i test fedelmente
riscontrano.
La discesa della curva del Piemonte continuerebbe fino a zero, se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai
controlli ed un certo numero (che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre
positivi.
Il grafico seguente mostra la percentuale dei contagi di tutta Italia al 16/11 mostrati in
tabella
:
Rispetto ai dati del Piemonte che sembrano in discesa ormai stabile (l'inizio del suo lockdown l'abbiamo indicato nel
grafico precedente, in questo abbiamo indicato l'inizio del lockdown della Campania), questo grafico contiene i contagi
di tutta l'Italia (solo 4 regioni erano quelle chiuse) e quindi la discesa delle regioni chiuse (rosse) non appare ancora.
Aspettiamo la discesa della curva che ormai penso dovrebbe iniziare domani, per formare l'altro ulteriore gradino
di ampiezza determinata dalla frazione di persone chiuse in casa da questo provvedimento rispetto a tutte le altre non
chiuse in casa in tutta Italia.
Questo caratterizza la curva dei contagi di tutta Italia rispetto a quella del solo Piemonte, che invece dovra' andare a
zero (o quasi) se la chiusura e' rispettata, perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli
abitanti (non c'e' in questo caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).
  STUDIO DELL'ANDAMENTO TEMPORALE DEI CONTAGI IN PIEMONTE  
I grafici seguenti mostrano la storia dell'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nella sola regione Piemonte dal 5/11 in poi:
ANDAMENTO DELL'EPIDEMIA COVID-19: (16 Gennaio 2021)
I grafici contengono un punto ogni giorno e l'ultimo a destra e' quello di oggi; mostrano
l'andamento della percentuale nella precedente
tabella
dei contagi nel Piemonte dal 5/11 ad oggi.
Le
conclusioni
attuali piu' importanti, per renderle piu' visibili, sono state scritte nei grafici.
Seguono i commenti del dato di
OGGI in Piemonte
.
Potete anche vedere i commenti del dato di
OGGI in tutta Italia
ed il
grafico di tutta Italia
.
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
Tutti i dati della seconda ondata dell'epidemia in Piemonte, dal 10/9 al 20/12, sono visibili in questo
GRAFICO.
IL DATO DI OGGI del Piemonte (l'ultimo a destra) ha un comportamento ALLARMANTE perche' e'
SALITO DI OLTRE IL 2% IN 24 ORE.
Il punto di ieri era il picco del venerdi' e quindi il punto di oggi, come e' sempre accaduto, doveva scendere invece
e' salito piu' di quanto prevedeva la linea viola, che indica la pendenza di crescita del Sars-CoV-2 fino a ieri.
Abbiamo cosi' corretto la pendenza come si puo' vedere nel grafico precedente, anche se in modo ottimistico,
come se il punto di oggi avesse diritto a stare alla stessa altezza del picco di ieri mentra non e' cosi' perche'
avrebbe dovuto risultare piu' basso del picco del venerdi'.
Da oggi, appena appreso questo dato, cominciamo percio' ad essere veramente molto preoccupati per l'andamento dei
contagi in Piemonte.
E' solo un primo segnale (perche' e' un solo punto e potrebbe essere sbagliato) che la linea viola da noi disegnata
per rappresentare l'andamento dei contagi di Sars-CoV-2, al netto dei nuovi virus, si e' impennata e che quindi i
focolai sono in RAPIDA ESPANSIONE.
Se cosi' fosse, occorrerebbe intervenire d'urgenza con restrizioni locali per tamponare la situazione prima che
sfugga di mano. NON C'E' PIU' TEMPO: bisogna, prima controllare rapidamente i dati, e se sono giusti dichiarare subito
la zona rossa nelle aree focolaio da cui provengono questi contagi (mi pare che il Piemonte non sia stato inserito tra
le regioni rosse).
Questo e' il fenomeno che stiamo continuando a monitorare attualmente con questo studio, perche' riteniamo che sia
necessario un sistema di monitoraggio "pronto" nella risposta, perche' l'epidemia, che cresce esponenzialmente, non lascia
alcun margine per gli interventi.
Per valutare la pendenza di crescita del Sars-CoV-2 abbiamo disegnato una linea viola che passa a 1.5% sotto ai
picchi del venerdi': cio' perche' l'ampiezza di questi picchi si e' sempre mostrata costante e pari all'1.5% finora.
Cosi' possiamo vedere la pendenza di salita dei contagi Sars-CoV-2 e rilevare che non presenta una pendenza molto
ripida, segno che i focolai non si stanno espandendo velocemente.
La popolazione dei nuovi virus rimane costante, con picchi dell'1.5% perche' non ci sono abbastanza virus Sars-CoV-2
per alimentare in modo sostanzioso le mutazioni che generano altri nuovi virus.
I nuovi virus sono quindi ancora al livello dell'1.5% circa ma sono "maturati" perche' sono quelli prodotti per
mutazione un mese fa e quindi crediamo che siano ora soprattutto loro a produrre i casi di Covid-19 e decessi,
piu' che il Sars-CoV-2, che e' aumentato (poco) dal livello del fondo ma non ha ancora avuto il tempo di "maturare",
cioe' di diffondersi abbastanza nell'organismo ospite.
La pendenza della linea viola, che sembra addirittura impennarsi (a differenza di quello che avviene nel resto d'Italia),
e questo significa che i focolai prodotti dagli assembramenti degli acquisti di Natale in Piemonte si stanno espandendo.
Siccome nel resto d'Italia i focolai non si stanno espandendo, la maggiore facilita' per i piemontesi a rimanere infettati
potrebbe essere dovuta ad un minore livello d'immunita' raggiunto durante la seconda ondata, se il livello massimo di
contagi raggiunto in Piemonte e' stato minore di quello del resto d'Italia (18%). Quando questo accade bisogna supplire
con maggiori restrizioni.
Dopo aver visto l'altezza del picco di ieri, abbiamo tracciato un altro punto della linea viola del Sars-CoV-2 (con
una "x") e confermare che la crescita dei contagi di questi focolai non si sta riducendo ma sta
proseguendo con una crescita ben rappresentata dalla linea viola da noi disegnata per indicare la crescita dei contagi
del virus Sars-CoV-2.
Dopo il dato di domani, se questa linea viola dovesse continuare ad impennarsi, sarebbe necessario intervenire con una
zona rossa in quella parte del Piemonte interessata dai focolai.
Per questo nel barometro dei dati del nostro "cruscotto" abbiamo scritto "ALLARME" focolai.
Il massimo livello di allerta dev'essere anche riservato all'eventuale arrivo di quelle
altre varianti
del virus estremamente contagiose che si stanno diffondendo sempre di piu' nel resto del mondo.
In tal caso il livello e la tempestivita' dell'intervento dovranno essere massimi.
Vai alle
CONCLUSIONI
oppure ai
dati di oggi in Italia.
Lasciamo qui' di seguito anche alcuni dei commenti fatti nei giorni scorsi, perche' potrebbero risultare utili:
BASI DELLA NOSTRA PREVISIONE: I picchi del venerdi' in Piemonte sono un fenomeno reale ed interessantissimo,
non una stranezza incompresnsibile dei dati che va eliminata facendo medie settimanali. Infatti la stessa
periodicita' settimanale, spostata ed allargata dal tempo di sopravvivenza (gaussiano), si riscontra anche nei
dati dei decessi.
Da oltre due mesi il picco del venerdi' ha sempre avuto sistematicamente 2 giorni in salita prima e 4
giorni in discesa poi.
Ci aspettiamo quindi ora i 4 giorni successivi IN DISCESA dal picco (in assenza di una brusca
risalita del Sars-CoV-2, che crediamo non ci sara'), per cui prevediamo che la curva dei tamponi positivi
possa scendere ancora nei prossimi 4 giorni fino al limite del fondo degli asintomatici (cioe' zero nuovi
contagi o quasi).
Su questo si basa la nostra previsione positiva odierna: barometro VERDE.
Staremo a vedere se abbiamo ragione noi o tutti gli altri (scienziati, stampa e TV), che oggi 8/1
preconizzano "Situazione epidemica in peggioramento" (all'estero lo e', ma ogni Paese ha una storia a se').
E' la nostra ennesima scommessa.
Se migliorera', vorra' dire che i focolai del Sars-CoV-2 si stanno esaurendo spontaneamente e che la
linea viola nel grafico si andra' ad azzerare anch'essa sul fondo degli asintomatici.
Sarebbe un segnale che indica che i focolai di Sars-CoV-2, nati in Piemonte nei giorni di Natale, si
stanno smorzando spontaneamente (per sufficiente immunita' naturale diffusa, crediano noi) e che ha
iniziato percio' a diminuire la curva dei contagi di Sars-CoV-2 (linea viola), che ritorna cosi' verso il livello
di fondo degli asintomatici, da cui era partita a Natale.
Siccome anche il dato di tutta Italia mostra un calo, vogliamo sperare che sia l'indicazione che esiste ancora in
giro sufficiente immunita' residua, dopo le numerose infezioni (asintomatiche) della seconda ondata, da poter
rallentare in modo significativo la diffusione dei contagi di Sars-CoV-2 e far smorzare spontaneamente i focolai
creati negli assembramenti eccessivi verificatisi durante gli acquisti di Natale.
A novembre il numero di persone infettate e quindi immunizzate (da noi stimato al 70%) era tale da far recedere
l'epidemia a zero.
Trattandosi in massima parte di infezioni asintomatiche, sussiste il dubbio che l'immunita' non resti a lungo:
di qui' l'interesse di rilevare sperimentalmente se dopo 2 mesi sussiste ancora un ostacolo immunitario
sufficiente ad impedire la diffusione incontrollata dei contagi in un focolaio e quindi la ripartenza di una
terza ondata epidemica.
I dati di oggi, sia in Piemonte che in tutta Italia, vanno in questa direzione e lasciano ben sperare, per quanto
riguarda il Sars-CoV-2.
NUOVO VIRUS: Le cose invece non vanno bene per il nuovo virus, che sta continuando ancora a mietere 500
decessi
al giorno (quelli di oggi sono 620).
Ma questo del
nuovo virus
e' un altro discorso, che non c'entra con il rischio della terza ondata di Sars-CoV-2 (perche' non puo' essere
provocata da questo nuovo virus italiano, che non e' contagioso, mentre da quelli esteri di alta contagiosita' si).
Ricordiamo che abbiamo gia'
discusso
il problema di questi decessi, arrivando ad ipotizzare che attualmente abbiamo 2.500.000 persone, portatrici
di questo nuovo virus molto STRANO, che sono tutte NON contagiose e destinate ad ammalarsi di una
sindrome molto simile al Covid-19; di queste 12.500 non ce la faranno e finche' non saranno tutte morte,
continueremo ad avere una media di 400 decessi al giorno dovuti al nuovo virus.
I soli dati di oggi non possono essere sufficienti per esultare ma a questo punto cominciamo ad essere piu'
ottimisti.
Rimaniamo in attesa dei dati di domani per una prima conferma. Intanto abbiamo cambiato il barometro del
nostro "cruscotto" in VERDE.
AFFIDABILITA' DEI NOTIZIARI: Infine non possiamo non rilevare che nello stesso giorno in cui la nostra
analisi volge al meglio, le Autorita' tecnico-scientifiche del Paese pubblicano dei risultati che lasciano
presagire scenari opposti, tanto che i giornali del 9 gennaio titolano "il virus riprende a correre"
a caratteri cubitali in prima pagina oppure "Situazione epidemica in peggioramento" e si rinviano
anche alcune aperture di scuole.
In realta' tutte le analisi pubblicate sono corrette ma nessuno della stampa ha prestato la dovuta
attenzione al fatto che le analisi pubblicate si riferivano ad elaborazioni di dati aggregati su base
settimanale fino al 5 gennaio, cioe' fino a tre giorni prima e non oltre.
Cosi' non va.
Ai fini di capire come si sta evolvendo l'epidemia, per decidere gli interventi da fare (scuole aperte o chiuse,
ecc.), che e' quello che piu' interessa al pubblico, occorre poter prevedere il futuro prossimo e per
questo non e' sempre di grande aiuto l'andamento passato prossimo di un'epidemia in rapida evoluzione.
Dobbiamo ribadire cosi' ancora una volta uno dei principali motivi che ci hanno spinto ad intraprendere questo
lavoro: poter disporre di un minimo di capacita' previsionale, per poter agire con tempestivita' in eventi in cui
un ritardo di pochi giorni puo' creare danni irreparabili (penso alla ripartenza di una terza ondata epidemica).
Lasciamo qui' di seguito anche TUTTI I COMMENTI DI IERI, perche' possono essere istruttivi.
Attenzione: abbiamo gia' capito che con questo muovo virus nulla e' come sembra che sia. I dati sono identici
a quelli di ieri, quindi non e' cambiato niente? Neanche per sogno, perche' il dato in realta' e' la somma di
due altri dati: la percentuale dei contagi del Sars-CoV-2 e quella del nuovo virus, che non sono costanti e
quindi puo' accadere che una scende e l'altra sale in egual misura in modo che la somma rimanga costante tra ieri
ed oggi.
Vediamo come stanno le cose: il picco del venerdi' ha sempre mostrato 4 punti in discesa; oggi e' giovedi' quindi
la curva del nuovo virus ha iniziato a risalire, per cui i contagi del Sars-CoV-2 stanno scendendo (tra ieri ed
oggi)!
Per questo nel cruscotto iniziale abbiamo scritto "Miglioramento in Piemonte" e non piu' "Stazionari" per
il Sars-CoV-2.
Il dato di oggi del Piemonte e' arrivato, come quello di ieri, addirittura al 5.7% ed essendo ormai vicino al prossimo
picco del venerdi', emerge anche per il Piemonte una conferma della crescita di contagi, da noi indicata con la
linea VIOLA
che indica una risalita della curva dei contagi di Sars-CoV-2, che forse ha ora smesso di crescere, come
abbiamo gia' rilevato.
La buona notizia sarebbe quella che i focolai in Piemonte non si stanno estendendo, per cui la curva VIOLA che
rappresenta l'andamento dei contagi di Sars-CoV-2 si stabilizza per poi decrescere (in assenza di altri incrementi
di contagi generati durante i due giorni di zona gialla).
I dati degli ultimi 6 giorni sembrano mostrare qualche fluttuazione di troppo, per cui riteniamo che sia meglio
attendere per esprimere dei giudizi, perche' crediamo che ci possa essere stato qualche problema nell'assemblaggio
di tutti i dati regionali nei giorni di festa.
L'aspetto sostanziale che ci interessa di questi dati, che sono piu' alti del dovuto per una crescita inattesa della
curva dei contagi del Sars-CoV-2 sottostante, indicativa della nascita di vari focolai d'infezione, e' l'andamento
di questa curva del Sars-CoV-2, che abbiamo disegnato tentativamente con una linea VIOLA nel grafico.
Nella realta' vediamo solo questi due casi possibili:
- questi focolai, venendo a mancare gli assembramenti che li avevano creati, si estinguono spontaneamente (per
carenza di persone infettabili perche' non immunizzate, cosi' come accadeva durante la discesa dal picco della seconda
ondata)
- oppure iniziano a crescere esponenzialmente perche' le persone immunizzate che incontrano sono troppo poche
(le altre, due mesi dopo, purtroppo hanno perso l'immunita' acquisita come asintomatici durante la seconda ondata).
L'andamento dei dati del Sars-CoV-2 (linea VIOLA a destra nel
grafico
) nei prossimi 2 o 3 giorni, ci dara' questa importantissima risposta.
L'importanza e' enorme perche' ci permette di sapere se possiamo ancora contare sull'immunita'
naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no. Il dubbio risiede nel fatto che non si tratta di
immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma, nel 95% dei casi, solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe
aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad esaurirsi presto.
Come capite bene, quest'informazione e' destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi dei prossimi 2
o 3 mesi.
La discussione di questo aspetto molto importante dev'essere fatta oggi, considerando non solo i dati del Piemonte
ma anche quelli di tutta l'Italia, perche' mostrano comportamenti contrastanti.
- Piemonte: I focolai in Piemonte ci sono e probabilmente sono abbastanza ben rappresentati dalla curva viola
da noi disegnata.
Se questa notizia fosse vera, potrebbe mettere in dubbio la convinzione che la percentuale di persone immunizzate
al Sars-CoV-2, perche' infettate nella seconda ondata dell'epidemia e che noi abbiamo stimato essere al 70%,
conserva ancora dopo due mesi un'immunita' efficace ad impedire al virus di espandersi; cio' accadrebbe quando
i virus hanno difficolta' in condizioni normali a trovare persone infettabili, cioe' non immunizzate.
La nostra stima del 70% di immunizzati deriva dal fatto che non vediamo un'altra causa che possa aver fatto calare
fino a zero il numero di contagi nella seconda ondata epidemica, se non la crescita del numero delle persone
immunizzate, perche' altrimenti i virus, finche' restano attivi, se riescono a trovare una persona infettabile, la
infettano e l'epidemia prosegue, non si riduce.
Diverso sarebbe in caso di
assembramenti,
come quelli avvenuti durante le feste. E' allora che i focolai si sono potuti creare.
In assenza di assembramenti di tante persone all'aperto o anche di meno persone ma in locali chiusi e non
sufficientemente ventilati sembra che possiamo stare tranquilli: l'immunita' residua della seconda ondata
ancora ci sta proteggendo e se non siamo cosi' ingenui da
assembrare
tante persone insieme magari pure al chiuso, per qualsiasi motivo, l'epidemia non riparte (le eventuali
infezioni rimangono isolate e non si diffondono in modo esponenziale).
Siccome quella degli infettati con sintomi (malati di Covid-19) acquisiscono un'immunita' che sembra possa durare
alcuni mesi, nel caso i contagi del Sars-CoV-2 non calassero al livello del fondo, potremmo essere sul punto di
scoprire che invece l'immunizzazione acquisita dopo un'infezione senza sintomi (che sono il 95% del totale)
dura non piu' di un mese, cioe' solo quanto basta a far scendere a zero il picco dell'epidemia (quello che
avevamo a novembre).
Questo renderebbe piu' urgente completare al piu' presto tutte le vaccinazioni.
- Nel
grafico
del resto d'Italia i contagi del Sars-CoV-2 hanno subito un netto aumento, fino al 5%, nel periodo tra Natale e
Capodanno (malgrado la zona rossa), poi il dato di ieri sembrava riportare i contagi verso il livello di fondo,
riducendo i timori della nascita di focolai che potessero sfuggire ai controlli e quindi l'allarme conseguente.
Il dato di oggi risale ad oltre il 5% sopra al livello del fondo, superando di poco la linea VIOLA da noi disegnata
per rappresentare la curva dei contagi di Sars-CoV-2, in salita per i focolai d'infezione nati in varie parti del Paese
dopo le feste di Natale.
Questa salita e' normale e continuera' fino a lunedi', quando raggiungera' il picco del nuovo virus.
Dal livello raggiunto in quel momento potremo dedurre l'ampiezza del picco dl nuovo virus e conseguentemente il
livello raggiunto dai contagi del Sars-CoV-2 (per scorporo).
Un focolaio di un virus contagioso come il Sars-CoV-2, in condizioni normali, ci dovremmo aspettare
che espanda il contagio esponenzialmente, potendo anche arrivare a far partire una terza ondata epidemica,
se non si facesse niente per contenerlo.
Invece, se scopriremo una riduzione dei contagi di Sars-CoV-2, vorra' dire che i vari focolai, responsabili
dell'aumento dei contagi fino al 5%, si stanno smorzando spontaneamente e questo sarebbe certamente dovuto
all'immunita', rimasta nelle persone dopo la seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta
dopo 2 mesi dall'infezione, come i dati del Piemonte ci facevano temere.
E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei
prossimi 4 giorni (fino a lunedi'), perche' tutto questo non puo' essere stabilito sulla base di pochi dati.
Aspettiamo quindi con impazienza che arrivi il prossimo lunedi' per capire meglio come si evolve la situazione
di questi incrementi di contagi che sono apparsi nei dati.
Clic per andare ai
dati di oggi in Italia.
ASSEMBRAMENTI: COSA SUCCEDE.   Come esempio di questa crescita, conseguente a molti assembramenti di
persone per le feste di Natale, citiamo la notizia di Rai News24 che oggi nella provincia di Caltanisetta,
per questi motivi, la percentuale dei contagi e' salita addirittura al 45.34% (una persona su due
infetta).
Negli assembramenti di persone la descrizione dei contagi tramite il parametro Rt non e' piu' valida: basta
la presenza anche di una sola persona infetta per infettarne non 2 o 3 ma TUTTE quelle infettabili presenti,
anche se sono solo il 30%; si salva solo l'altro 70% immunizzato.
Quindi quando c'e' un virus contagioso in giro (e basta il fondo dell'epidemia degli asintomatici per fornirli),
se le persone immunizzate da un precedente contagio sono piu' del 70% (per esempio, come potrebbe essere ora)
allora l'epidemia si riduce progressivamente (com'e' accaduto il mese scorso) perche' nel suo intervallo
temporale in cui il virus e' attivo ha difficolta' ad entrare in contatto in condizioni normali con quelle
poche persone (30%) che sono rimaste infettabili.
Ma in un assembramento di persone questa difficolta' non c'e' piu' ed il virus riesce facilmente ad
entrare in contatto con le persone infettabili, anche se sono solo il 30% dei presenti. Cosi' a Caltanisetta
sono rimasti infettati quasi uno su due!
Per questo gli assembramenti di persone resteranno l'arma vincente del virus.
Poi nel periodo estivo le cose cambiano perche si riduce di molto l'intervallo temporale in cui il virus puo'
infettare.
Essendo oggi due giorni dopo il picco, il contributo del nuovo virus e' quasi nullo, percio' riteniamo che
l'attuale +1.9% in eccesso dell'altezza sul fondo sia dovuto ad una risalita dei contagi per
focolai del Sars-CoV-2
, conseguenti agli assembramenti avvenuti in occasione degli acquisti di Natale, quando c'era la zona
arancione con i negozi aperti.
La crescita che avevamo ipotizzato gia' ieri, disegnando la
linea VIOLA
in risalita dei contagi del
Sars-CoV-2 sembra abbastanza corretta, non solo qualitativamente ma anche come ampiezza.
ALLARME: Questa non e' una buona notizia perche', il picco ha superato il livello del 3%
dopo i 3 giorni di zona rossa nazionale (quella del Natale).
La situazione non ci era chiara, e ci aveva indotto a sospettare che il picco N.12 del
grafico di tutta Italia
, che mostrava un'impennata che 4 giorni fa ne ha raddoppiato l'ampiezza, fosse un dato errato anziche'
il primo di una risalita dei contagi. Questo perche' non lo ritenevamo verosimile, essendo il primo dato che faceva
raddoppiare l'ampiezza dei picchi che e' stata sempre costante in oltre due mesi, come si vede nel
terzo grafico
).
Invece alla luce degli ultimi tre dati, non dobbiamo piu' eliminare quel punto dai dati, ma integrarlo nell'analisi che
potete vedere nel
terzo grafico
di tutta Italia.
La conclusione da noi raggiunta, che fino al 30/12 le ampiezze dei picchi del nuovo virus
si mantengono costanti
per oltre DUE MESI, malgrado tutte le zone rosse che ci sono state, secondo noi puo' rimanere valida,
perche' riteniamo piu' probabile che gli incrementi dei contagi che abbiamo cominciato a vedere siano dovuti, non al
nuovo virus, ma a focolai del Sars-CoV-2, attivati dai numerosi assembramenti per gli acquisti natalizi in tutta Italia.
Abbiamo detto che il Sars-CoV-2 non c'entrava con i contagi, in quanto stava rimanendo quiescente perche'
una parte troppo numerosa della popolazione (forse il 70%) e' ormai immunizzata. E' il motivo per cui il picco della
seconda ondata del Sars-CoV-2 si e' esaurito e la curva dei contagi (
linea VIOLA
nel grafico precedente) si e'
appiattita sul livello di fondo degli asintomatici (che e' costituito da persone infette dal Sars-CoV-2 e rimane a quel
livello abbastanza stabilmente per tutto l'anno).
La costanza del livello dei picchi del nuovo virus, malgrado le zone rosse, e' stata una conferma del nostro sospetto che
rimuovere le possibilita' di assembramento (con le zone rosse) non riduce i contagi di questo nuovo virus.
In condizioni normali ora c'e' solo lui in giro (il Sars-CoV-2 NON sta circolando ma e' presente, per cui in caso
di assembramenti molto numerosi troverebbe in quel 30% di persone NON immunizzate dalla seconda ondata la
possibilita' di generare dei focolai di Sars-CoV-2, come sembra STIA ACCADENDO ORA.
Per rendere evidente questo rischio abbiamo estrapolato la curva del Sars-CoV-2 (linea viola) nel
grafico
.
In conclusione crediamo che il nuovo virus continuera' a produrre risultati positivi nei tamponi (che non sono nuovi
contagi) sempre allo stesso ritmo di prima, con
picchi del 4.1%
in tutta Italia e di 1.5% in Piemonte, ma che comincino ad apparire dei risultati positivi nei tamponi (che sono
nuovi contagi) per
focolai del Sars-CoV-2
, attivati dai numerosi assembramenti per gli acquisti natalizi in tutta Italia.
Le restrizioni delle zone rosse sono efficaci contro il Sars-CoV-2 e per ora sono l'unica arma disponibile, anche se
non lo sono contro il nuovo virus, che sembra non risentire affatto della presenza di una zona rossa (neanche il
lockdown funzionerebbe con lui, pur essendo un virus respiratorio). E' strano ma sembra che sia proprio cosi'.
Nell'analisi fatta sul
grafico di tutta Italia
abbiamo concluso che le ampiezze dei picchi del nuovo virus finora si sono sempre mantenute
costanti intorno al 4% in Italia ed all' 1.5% in Piemonta, quindi NON si sono registrati incrementi
di contagi del nuovo virus, dipendenti dagli affollamenti eccezionali avvenuti in quei pochi giorni
arancione, in cui i negozi erano aperti per gli acquisti natalizi.
Nel
grafico del Piemonte
invece avevamo valutato che l'ampiezza dei picchi del nuovo virus era intorno all'1.5%, anziche' 4%.
Questo significa che in Piemonte il nuovo virus circola meno che nel resto d'Italia.
Il Sars-CoV-2 dovrebbe rimanere quiescente per qualche mese, perche' gran parte della popolazione e' ormai immunizzata.
Si dovranno pero' bloccare immediatamente tutti gli eventuali inizi di focolai, sempre possibili, come
sta accadendo ora, con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
Ricordiamo che in Piemonte, dopo la riapertura da zona rossa ad arancione, abbiamo misurato i contagi prodotti in piu' (dopo
la fase discendente dell'ondata, quando gli immunizzati erano piu' numerosi) e sono risultati ZERO!, crediamo perche'
essendosi esauriti i contagi del Sars-CoV-2, rimanevano solo quelli del nuovo virus che sembra non risentire degli
assembramenti.
Una vera brutta notizia e' che i decessi non stanno diminuendo ma sono addirittura saliti a
659, 575, 555, 364 e 347 negli ultimi 5 giorni, cioe' stabilmente intorno ai 500 decessi al giorno,
decisamente troppi.
Crediamo che non possano essere imputabili al Sars-CoV-2, che ormai e' restato al livello del fondo degli
asintomatici (1.5%) da un mese.
Con il passare dei giorni percio' sembra che si stia intravedendo
l'incubo da noi paventato
, che il nuovo virus possa essere piu' letale del Sars-CoV-2 e che quelli di questi giorni siano i decessi che starebbe
provocando lui.
Non sembrando utili neanche i lockdown contro questo nuovo virus, e' imperativo capire al piu' presto come limitarne
la diffusione, perche' potrebbe iniziare a crescere, malgrado le zone rosse!
Non dobbiamo mai dimenticare che i virus, e quindi i problemi, sono due:
- questo nuovo virus meno appariscente che pero' non puo' essere ignorato perche' credo sia responsabile di 500 dei 600
decessi al giorno che abbiamo.
- il Sars-CoV-2 che rimane quiescente per alcuni mesi, se non lo provochiamo dacendogli trovare piu' facilmente, in
illogici assembramenti, delle persone infettabili in quel 30% di persone non rimaste immunizzare nella seconda ondata del
Sars-CoV-2.
Ovviamente dopo aver bloccato i focolai di Sars-CoV-2 che stanno facendo salire i contagi ora (purtroppo con
altre restrizioni, grazie a quegli sciagurati che hanno causato i focolai).
Con il 70% di immunizzati che crediamo esserci ora (purche' l'immunita' duri piu' di un mese, soprattutto per
chi ha subito un'infezione senza sintomi, che sono il 95% del totale), ad un mese dalla fine della seconda
ondata, si potrebbe lasciare TUTTE le attivita' aperte, facendo tutti una vita normale e facendo andare
l'economia, se la gente imparasse ora, come dovra' comunque fare poi, a mantenere basso il fattore di
contagiosita' Rt, cioe' rispettando con scrupolo le misure di prevenzione del Sars-CoV-2 (distanziamenti,
mascherine sempre, ecc.).
Ma molti esseri di scarsa intelligenza non arrivano a capire questo e per un perverso istinto libertario
rifiutano qualsiasi regola di autodisciplina, quando si "ammucchiano" in assembramenti ignobili, obbligando
cosi' non solo se stessi ma anche tutti gli altri, incolpevoli, a subire poi restrizioni che potrebbero
arrivare anche al limite della sopportazione.
Mentre nei dati di tutta Italia l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' del 2.5% sul fondo degli
asintomatici che e' (
stranamente
) al 9.5%, troppo alto, in questi dati del Piemonte l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' dell' 1.5%
sul fondo degli asintomatici che risulta all'1.5%.
Questo e' il grafico dei contagi in Piemonte al 27 dicembre 2020: in viola e' indicata la curva del Sars-CoV-2 ed
in rosso (il fit passa sui punti delle misure) e' indicato il contributo aggiuntivo dei contagi che dovrebbe
essere dovuto ad un eventuale nuovo virus, che viene rivelato negli stessi test molecolari con tampone,
insieme al Sars-CoV-2 (dovrebbe essere una sua variante).
Nell'ultimo tratto di curva, quando i picchi sono vicini alla linea di fondo verde, le fluttuazioni dei dati cominciano ad
essere piu' importanti. Queste dipendono, non tanto dalle fluttuazioni statistiche che sono dal 3% al 5%, ma dalla modalita'
di raccolta dei dati, che e' fuori dal nostro controllo. Finora il contenuto vero delle informazioni sui picchi emerge ancora
molto bene, come si puo' vedere nel grafico, e quindi e' perfettamente lecito continuare nella nostra analisi, trattando le
fluttuazioni come "errori di misura" da gestire scientificamente, quando occorre
COSA ABBIAMO SCOPERTO FINORA SUL NUOVO VIRUS:
Elenchiamo le cose interessanti che abbiamo scoperto (seguono poi le spiegazioni), osservando i picchi dei contagi prodotti
dall'eventuale nuovo virus, evidenziati in rosso nel grafico. Tutti i picchi si verificano sempre di venerdi' (tranne uno di
giovedi') in Piemonte e sempre di lunedi' nel grafico di
tutta Italia
.
- E' presente nei contagi complessivi in una percentuale di tutto rilievo.
- Viene rilevato nei test con tampone insieme al Sars-CoV-2 (ma su persone distinte, crediamo).
- I picchi non si riducono a zero alla fine della fase discendente della curva dei contagi in Piemonte (con le relative
immunizzazioni in crescita); se ne potrebbe dedurre che gli anticorpi prodotti dal Sars-CoV-2 (e forse anche i vaccini del
Covid-19) non abbiano un grande effetto su questo nuovo virus.
- Alla fine dell'epidemia Sars-CoV-2, quando la curva raggiunge il fondo degli asintomatici, rimangono i picchi del nuovo
virus. Mentre quelli nel grafico del Piemonte restano allo stesso livello, il dato di oggi nel grafico di
tutta Italia
e' salito molto (invece di scendere). Staremo a vedere se diminuiranno con la zona rossa nazionale da Natale alla Befana.
- Non dovrebbe creare immunita' nelle persone infettate, quindi non si esaurisce in una "ondata" o con un'immunita' di gregge
(sembrerebbe quindi essere perpetuo, se non eliminato con accorgimenti di contenimento, che non conosciamo, e con
specifici vaccini).
- Sembra che il distanziamento e le zone rosse non abbiano alcun effetto su questo nuovo virus (i picchi non si riducono di
ampiezza nel tempo in zona rossa): quindi il contagio dovrebbe avvenire in modo diverso (forse sono nell'aria come i pollini
o in alcuni alimenti); non lo sappiamo ancora ma sembra che circoli indisturbato tra persone da contagiare pure durante una
zona rossa!
Dobbiamo scoprire al piu' presto come fa, per capire quali misure adottare per ridurre i contagi (se il lockdown
NON funziona).
- Continua ..... (in lavorazione)
PREVISIONI   (25 dicembre 2020)
Dopo aver ipotizzato la presenza di una nuova variante del virus, possiamo comprendere perfettamente l'andamento
di tutti i dati e ribadire che, a meno di imprevisti che finora non ci sono stati, tutti i prossimi punti saranno allineati sul
fondo degli asintomatici (linea verde), perche' l'epidemia di Sars-CoV-2 e' terminata, pero' con un picco ogni 7 giorni (sempre
di venerdi') di ampiezza costante pari all'1.5% da ora in poi (percio' i picchi del nuovo virus faranno variare la curva dal
minimo di 1.5% al massimo del 3%, insensibili a tutte le restrizioni imposte, che a questo punto riteniamo NON servano
piu' (salvo nelle regioni che dovessero avere dati difformi da quelli qui' studiati, forse Veneto e Molise), perche'
evidentemente i contagi non avvengono solo attraverso i "droplets" del fiato (perche' i picchi non calano molto con la zona
rossa): ci dev'essere un'altra modalita' di contagio; sembra che il distanziamento non basti con questo nuovo virus.
- ATTENZIONE: Questi picchi che resteranno stabilmente dall' 1.5% al 3% (che e' il doppio) potrebbero giustamente allarmare
con questo saliscendi dei contagi e sono il prossimo problema da risolvere (forse ci vorra' un altro vaccino).
Questo nuovo virus mostra di avere una diversa modalita' di diffusione che rende totalmente inefficaci le zone rosse,
come si puo' vedere nei dati, osservando le ampiezze dei picchi ricorrenti dentro e fuori dalle zone rosse (sono sempre di
circa 1.5% in Piemonte e 2.5% nei dati di tutta Italia). Anzi, durante la discesa quando ci sono ancora molti virus Sars-CoV-2 in
circolazione, i picchi sono anche maggiori, mostrando che esiste una certa correlazione nella diffusione dei i due virus.
Quindi non bisogna penalizzare ulteriormente la societa' con queste misure inutili, perche' inefficaci.
E' urgentissimo scoprire quali sono le vie di trasmissione del contagio di questo nuovo virus, per individuare al piu'
presto le giuste misure per limitarne la diffusione.
Per fare questo bisogna predisporre subito il giusto test molecolare per distinguere queste nuove infezioni da quelle
del Sars-CoV-2.
I picchi di questo nuovo virus non diminuiscono, perche' sembra che non risentano dell'immunizzazione al Sars-CoV-2 delle persone
avvenuta negli ultimi 2 mesi (quella che ha fatto scendere la curva fino al fondo di 1.5%).
Probabilmente questo
NUOVO VIRUS
, avendo un ciclo (ovvero il picco) che inizia e si conclude in sette giorni, non da tempo al sistema immunitario delle persone di
produrre gli anticorpi, che potrebbero ridurre l'ampiezza dei picchi (cosi' come e' accaduto per il Sars-CoV-2, che ha un ciclo,
cioe' il tempo di guarigione, di un mese).
Ora la parte piu' interessante dello studio riguarda questa nuova
variante italiana
del Sars-CoV-2 ed e' quello che faremo nei prossimi giorni.
Cliccando potete continuare la visione dello
studio sui dati del Piemonte
.
  STUDIO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS    
(24 dicembre 2020) - Vedi
STUDIO COMPLETO
Avendo ieri scoperto che la causa di questi misteriosi picchi settimanali potrebbe essere una
variante italiana del Sars-CoV-2
, cominciamo a commentarne la presenza nei dati, che si manifesta con picchi settimanali (il venerdi',
una sola volta di giovedi') con una salita in 2 giorni e la discesa in 4 giorni: un picco con i giorni numerati e' stato
evidenziato nel
grafico del Piemonte.
Abbiamo anche indicato con dei caratteri "V" (blu) i venerdi' in cui compaiono i picchi (nel grafico di tutta l'Italia sono
sempre di lunedi' e nel nostro studio abbiamo spiegato perche': in Piemonte l'epidemia del nuovo virus ha avuto inizio di
venerdi').
Questa regola e' stata sempre rispettata da quando abbiamo iniziato lo studio dei dati del Piemonte (dal 5/11 in poi).
Il commento che vogliamo fare oggi riguarda le ampiezze di questi picchi, che sono legate alle intensita' ovvero al numero dei
virus coinvolti nella micro-epidemia, costituita dal picco.
Queste ampiezze sembrano restano abbastanza piu' costanti: sempre sopra alla linea rossa del Sars-CoV-2
durante la discesa e 1.5% sopra anche quando la curva si appiattisce sulla line verde del fondo degli asintomatici.
Invece nel caso dei virus Sars-CoV-2, che generano immunita', la loro curva dei contagi diminuisce quando gli immunizzati
diventano tanti.
Questo fatto appare ben evidente nel
grafico del Piemonte.
dove si vede chiaramente anche che, dopo l'inizio della zona rossa (il giorno zero nel grafico), i picchi sono poco in
ampiezza. Cio' ha una grande importanza perche' significa che le infezioni rivelate dai picchi non sono avvenute solo
per contagio per via aerea, altrimenti la diminuzione dei contatti interpersonali sopraggiunta con la zona rossa ne avrebbe
diminuito maggiormente i contagi.
Quindi la trasmissione del contagio dovrebbe avvenire anche in altro modo oppure sono sempre le stesse persone, portatrici
del virus, che risultano positive periodicamente, quando questo nuovo virus che hanno stabilmente in corpo si rende visibile
al tampone, un giorno su sette.
Se questo fosse vero, adesso che l'epidemia da Sars-CoV-2 e' scemata, dovremmo registrare nei prossimi giorni:
- Un numero di contagi appiattito sul fondo degli asintomatici (linea verde) che e' all'1.5% in Piemonte; questo
perche' i contagi della seconda ondata sono finiti, cioe' sono zero, ma i tamponi stanno vedendo solo i contagi prodotti
all'equilibrio dall'epidemia degli asintomatici.
- Un numero aggiuntivo di contagi, sotto forma di picchi settimanali dovuti al nuovo virus, che potrebbero permanere
piu' o meno stabilmente nei prossimi giorni.
C'e' il rischio che vedendo salire e scendere i contagi (si veda come esempio la parte finale, a destra, nel
grafico del Piemonte
), le Autorita' "per tenere alta la guardia" possano decidere ERRONEAMENTE di prolungare, chissa' per quanto,
le restrizioni, che sarebbero INUTILI perche' il Sars-CoV-2 non c'e' piu', mentre c'e' questa sua nuova
ipotetica "variante italiana", che pero' abbiamo visto non e' diminuita molto con la zona rossa del Piemonte (vedi i
picchi nel
grafico
). Bisogna capire come si trasmette, perche' non e' solo con i "droplet" evidentemente.
I picchi che si vedono potrebbero non essere nuovi contagi di questo virus, ma riaccentuazioni periodiche della loro
presenza nelle prime vie respiratorie, e quindi ai test con tampone, ma sempre delle stesse persone infette.
Sappiamo in che giorno sono piu' numerosi nei test (al picco, ogni 7 giorni) e questo facilita nella loro separazione ed
individuazione.
Rimarrebbe poi da capire come queste persone si sono prese il virus, per:
- evitare che si diffonda ulteriormente ed i picchi nei contagi diventino sempre maggiori.
- riuscire a bloccarne la replicazione per far scomparire i picchi (bisognera' sequenziarne l'RNA e preparare un vaccino).
E' un'altro dei tanti studi da fare.
Questo ipotetico nuovo virus appare diverso dall'altro: sembra che NON crei immunita' permanente (perche' i picchi non si
riducono di area nel tempo) e che nemmeno sia sensibile agli anticorpi del Sars-CoV-2 (per lo stesso motivo). Percio' continua
imperterrito a sviluppare queste sue manifestazioni (picchi), in cui cresce di numero nei primi 2 giorni, raggiunge il picco e
poi diminuisce fino a scomparire in 4 giorni (come se fosse una micro-epidemia ricorrente, che non genera immunita' nell'uomo).
Poi e' pronto a far ripartire un nuovo ciclo (picco) al settimo giorno dopo la fine del ciclo precedente: potete vedere un picco,
con i giorni numerati, ben evidenziato in questo
grafico del Piemonte.
Nel primo
grafico
del Piemonte si vedono i vari picchi, tracciati dalla nostra linea rossa, e si nota che l'ampiezza NON si riduce molto, come
invece fa la curva del Sars-CoV-2 a causa delle immunizzazioni al Sars-CoV-2 che crescono di numero.
E' come se questo iipotetico nuovo virus avesse trovato una strategia efficace per NEUTRALIZZARE le nostre difese
immunitarie: infatti completa cosi' rapidamente il suo ciclo di micro-epidemia, che non da tempo al nostro sistema
immunitario di generare gli anticorpi oppure li genera rapidamente (per spiegare la decrescita dal picco) ma di un
tipo che in tempi brevi (meno di un mese) vengono smaltiti dall'organismo (per spiegare la continuazione perenne dei picchi).
Cosi' la popolazione umana non riuscirebbe mai ad immunizzarsi, generando le difese immunitarie valide e le micro-epidemie
(picchi) di questo nuovo virus non si fermerebbero piu', per questo i picchi probabilmente continuerebbero a lungo, anche
dopo che l'epidemia di Sars-CoV-2 si e' conclusa.
Fortunatamente le ricerche con tampone sono state in grado di evidenziare anche la presenza di quest'altro eventuale virus
nelle persone infettate da questi due virus, che probabilmente sono in persone diverse.
E' interessante calcolare nelle percentuali osservate quante sono le infezioni dei due tipi di virus. Per farlo bisogna
calcolare l'area della curva senza picchi (ricavata estrapolandola) e la somma delle aree di tutti i picchi (ricavati per
differenza): il loro rapporto ci puo' fornire l'informazione quantitativa della presenza dei due virus.
Il problema serio sembra essere che, mentre la popolazione del Sars-CoV-2 viene limitata dalle immunizzazioni, quella di
quest'altro eventuale virus NO. Potrebbe percio' permanere stabilmente attivo, infettando tutti finche' non facciamo noi
produrre gli anticorpi necessari al nostro sistema immunitario con un VACCINO (che molto probabilmente sara' diverso da
quello del Sars-CoV-2).
E' un quadro preoccupante, in cui i vaccini giocherebbero un ruolo cruciale, ma che diventerebbe molto
ALLARMANTE se risultasse che questo nuovo virus non e' come un raffreddore ma crea danni seri all'organismo.
E' urgente che sia individuato e studiato al piu' presto, da chi puo' farlo: noi, con i nostri grafici, possiamo solo
vederne gli effetti, prevedendo cosi' la sua esistenza, che per ora e' solo un'ipotesi.
Dev'essere assolutamente confermato con certezza per le conseguenze della sua (eventuale) esistenza, cosi'
estesa in Italia.
  STUDIO COMPLETO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS
  (29 dicembre 2020) - Vedi
STUDIO INIZIALE
Iniziamo a scrivere tutto quello che riteniamo di aver scoperto del nuovo virus e quello che si deve ancora scoprire.
La sua evidenza nelle curve dei contagi e' costituita dalla presenza dei picchi ricorrenti con periodicita' settimanale.
Le fluttuazioni conseguenti nei dati avevano turbato molte persone addette all'analisi dei dati che per risolvere il problema
hanno dichiarato piu' volte in TV che i dati dovevano essere letti solo in modo "aggregato", guarda caso proprio in modo
settimanale (e' l'unico modo che fa sparire i picchi settimanali). Cosi' facendo, non solo perdevano un'informazione
importantissima insita nella struttura dei dati ma le loro conclusioni venivano pure ritardate di una settimana.
Cosi' hanno lasciato a noi l'onore e l'onere di studiare questo fenomeno stranissimo dei picchi settimanali nei dati, che
noi abbiamo riconosciuto essere dovuto non ad errori strumentali o metodologici ma alle manifestazioni della presenza di
una variante del virus Sars-CoV-2, perche' rivelata negli stessi esami dei tamponi.
Elenchiamo ora cosa abbiamo appreso su questo nuovo virus e cosa vorremmo ancora sapere:
- PRESENZA MASSICCIA: Quello che vediamo nei dati non e' la presenza di casi isolati di una nuova variante del
virus ma una presenza massiccia di un'altra popolazione virale, altrettanto numerosa e strutturalmente omogenea al
Sars-CoV-2 (perche' rivelata insieme), ma con interazioni con l'organismo molto diverse, che si manifestano in una
sopravvivenza di soli sei giorni nel corpo umano e con delle modalita' di trasmissione diverse: sembra non scomparire con
una zona rossa e forse rimane ad un livello confrontabile a quello dell'epidemia degli asintomatici del Sars-CoV-2 (in
Piemonte a dicembre sono entrambe all' 1.5%).
I picchi residui, che si vedono a destra nel
grafico del Piemonte
sono alti 1.5%, proprio come il livello di fondo degli asintomatici (linea verde).
Nel
grafico del Piemonte
facendo la differenza tra le ordinate del picco (rosso) e l'ordinata della curva del Sars-CoV-2 (viola), si vede che
i due tipi di virus sono presenti nella stessa percentuale (50% e 50%).
- MUTAZIONI:   (9 gennaio 2021)
Per capire come nascono queste mutazioni del Sars-CoV-2 presentiamo questa raccolta di dati,
analoga alle curve dei contagi con cui lavoriamo noi, trasmessa oggi 9/1 dalla CNN:
In questa immagine si vede che i picchi settimanali sono presenti anche negli U.S.A. e si nota abbastanza bene, anche
se solo qualitativamente, come le relative ampiezze siano minori all'inizio di ognuna delle due ondate epidemiche e
maggiori nella fase finale.
E' la dimostrazione evidente che:
- l'esistenza dei picchi e' una realta' caratteristica dell'epidemia di Sars-CoV-2;
- i picchi hanno una periodicita' settimanale in tutto il mondo (nella curva anche gli americani sono ricorsi alla
media settimanale quando hanno disegnato l'andamento con la curva rossa "7-DAY MOVING AVERAGE");
- la causa dell'incremento di presenze di RNA, rivelato nei test con tamponi e che noi attribuiamo alla comparsa per
mutazione di nuovi virus, si accresce nel corso dell'epidemia (infatti le ampiezze dei picchi sono prima piccole, poi
sempre piu' grandi, sia nella prima che nella seconda ondata);
- le ampiezze che rappresentano il numero di nuovi virus creati crescono rapidamente quando i virus Sars-CoV-2 sono
molto numerosi (colonnina molto alta) perche' le mutazioni che creano i nuovi virus diventano piu' numerose;
- le ampiezze che rappresentano il numero di nuovi virus creati decrescono in un tempo che ad occhio nel grafico
sembra essere dell'ordine di un mese, dopo il quale scompaiono, per poi ricomparire, prima piccoli e poi sempre piu'
grandi nella seconda ondata.
Essendo i dati sicuramente disponibili tutte queste informazioni si potrebbero ricavare anche quantitativamente e non
solo qualitativamente; pero' per i nostri scopi cosi' va piu' che bene, almeno per ora.
discusso
il problema dei decessi di questi virus, arrivando ad ipotizzare che attualmente abbiamo 2.500.000 persone portatrici
del nuovo virus, tutte NON contagiose e destinate ad ammalarsi di una sindrome molto simile al Covid-19; di
queste 12.500 non ce la faranno e finche' non saranno tutte morte, continueremo ad avere una media di 400
decessi al giorno dovuti a questi nuovi virus.
- RESTRIZIONI:   (9 gennaio 2021)
Apprendiamo oggi di una proposta di istituire una zona rossa con 250 casi Covid-19 ogni 100.000 abitanti.
Dobbiamo segnalare subito che la proposta andrebbe bene se i casi di Covid-19 fossero tutti del virus Sars-CoV-2,
che e' molto sensibile al distanziamento imposto dalla disciplina della zona rossa.
Se i picchi che si osservano nella curva dei contagi fossero dovuti ad un nuovo virus, da una loro valutazione
quantitativa si deduce che potrebbe costituire il 50% dei virus patogeni Covid-19 attuali ed essere
insensibile alle zone rosse, come si puo' rilevare osservando che i picchi non si sono ridotti durante
le zone rosse mentre il Sars-CoV-2 si.
CHIARIMENTO: Ci troviamo tutti noi di fromte ad un nuovo virus sconosciuto che si presenta con delle
caratteristiche per molti versi sono anche strane, come la presenza di picchi periodici, con cadenza settimanale
molto precisa, nella curva dei contagi.
Lo scopo di questo lavoro e' quello di trovare un'ipotesi ammissibile che possa spiegare tutte le
caratteristiche dei dati dei contagi e dei decessi provocati dal virus.
Questa ipotesi, una volta individuata, non e' il risultato di un gioco ma mira ad aiutare la ricerca vera, che e'
quella strumentale piu' difficile che si fa poi, indirizzandola con utili suggerimenti su cosa andare a cercare.
Se poi la ricerca non va a buon fine perche' Madre Natura ha fatto scelte diverse, pazienza, ci abbiamo provato.
Avremmo fatto il nostro onesto lavoro di ricercatori e si sa che chi fa ricerca non sempre puo' avere successo.
L'IPOTESI: Quello che abbiamo trovato finora e' un sospetto angosciante: potrebbe essere comparsa
una variante del virus Sars-CoV-2 (una delle tante) che non si trasmette per via aerea e quindi risulta
insensibile al distanziamento delle persone, per cui i lockdown e le zone rosse non servono perche'
NON e' contagiosa.
Non si acquisisce quindi per contagio ma solo per mutazione, durante un'infezione da Sars-CoV-2 (anche
asintomatica) e produce una sindrome quasi identica al Covid-19.
Questa variante non verrebbe attaccata dagli anticorpi del Sars-CoV-2 (perche' vediamo che i picchi non si
riducono come il Sars-CoV-2) e non sviluppa reazione immunitaria propria a causa del decadimento in soli 6
giorni del picco di presenza dell'RNA che non da tempo al sistema immunitario di sviluppare le sue difese.
Quindi quando il Sars-CoV-2 scompare, il nuovo virus resta e cresce mell'ospite. Dopo un mese invece che al
6% iniziale risulta presente al 50%, indistinguibile con i test attuali dal Sars-CoV-2.
Non subendo alcun contrasto, dopo altri 30 giorni produce SEMPRE la sindrome Covid-19 (nessun caso e'
asintomatico perche' non trova ostacoli immunitari) e nel 0.5% dei casi risulta letale.
Non essendoci casi asintomatici ne' reazione immunitaria produce MOLTI PIU' DECESSI del
Sars-CoV-2 (abbiamo stimato che 400 dei 500 decessi al giorno attuali siano imputabili al nuovo virus).
La zona rossa non dovrebbe essere utile per combattere questa variante.
Gli israeliani stanno rinnovando ancora il lockdown, perche' sembra che non riescano ad eliminare il virus.
Potrebbe trattarsi della variante qui' descritta.
Bisognerebbe saper riconoscere se i casi di Covid-19 sono quelli del nuovo virus o del Sars-CoV-2 (che e'
l'unico sensibile alle zone rosse; il nuovo virus abbiamo visto dai picchi che non lo e').
Percio' vogliamo qui' segnalare che ci potrebbe essere questo problema, dovuto all'esistenza di un nuovo virus,
che abbiamo descritto nei link seguenti:
23/12
- 24/12
- 29/12
- 31/12
- IDEA
Bisognerebbe fare i controlli necessari sull'esistenza di questo nuovo virus perche', se le nostre ipotesi
fossero fondate, i provvedimenti proposti, che si potrebbero prolungare nel tempo, potrebbero recare piu' danno
che benefici.
Attualmente contro questi nuovi virus, che secondo noi sono responsabili di 400 dei 500 decessi giornalieri
attuali, non abbiamo alcuna difesa, neanche i lockdown: chi ce li ha addosso se li tiene, in attesa che
sviluppino la sindrome (accade nel 100% dei casi perche' hanno avuto un mese di tempo per insediarsi nel corpo e nei
polmoni dell'ospite), sperando che non risulti letale (lo e' nel 0.5% dei casi: vedi il prossimo punto 4. DECESSI).
CARATTERISTICHE DEL VIRUS: Le nostre motivazioni piu' rilevanti discendono dalle caratteristiche dei nuovi virus
(da noi ipotizzati perche' anche i decessi mostrano picchi settimanali e con la sola ipotesi che l'ampiezza dei picchi
rappresenti la loro numerosita'), che sono le seguenti:
- Nascita: i nuovi virus nascono per mutazione nel 6% delle persone infettate dal Sars-CoV-2 (quasi tutti asintomatici);
- Crescita: apparendo e scomparendo con i picchi, ingannano il sistema immunitario che non riesce a produrre anticorpi
specifici in cosi' breve tempo; e' immune agli anticorpi del Sars-CoV-2;
- Malattia: cosi' il Sars-CoV-2 in un mese guarisce, il nuovo virus dopo un mese di crescita sviluppa una sindrome
indistinguibile dal Covid-9;
- Guarigione: con l'inizio della sindrome si sviluppano gli anticorpi e poi guarisce in un mese;
- Decessi: i malati nel 0.5% dei casi muoiono; dopo la fine dell'ondata il Sars-CoV-2 diminuisce per effetto degli
anticorpi, il nuovo virus no, per cui a distanza di un mese il nuovo virus e' salito dal 6% al 50% dei casi positivi
ed i 400 decessi al giorno attuali sono suoi (Sars-CoV-2 era troppo basso un mese prima);
- Contagi: i nuovi virus NON risultano essere contagiosi come il Sars-CoV-2 (ci si infetta solo per mutazione
dopo essere stati infettati dal Sars-CoV-2): infatti con gli assembramenti crescono i contagi del Sars-CoV-2 ma NON
i picchi del nuovo virus;
- Zona rossa: il nuovo virus percio' e' insensibile all'esistenza della zona rossa: l'abbiamo osservato nei
dati, dove i nuovi virus a dicembre erano il 50% del totale (perche' i Sars-CoV-2 erano diminuiti, i nuovi virus no)
e durante una zona rossa il Sars-CoV-2 si riduceva mentre le ampiezze dei picchi del nuovo virus NO;
- Non risultando sensibile agli anticorpi del Sars-CoV-2 probabilmente il vaccino non ha effetto ma non e' un problema;
una volta debellato il Sars-CoV-2 sparira' anche quest'altro dannato virus.
Tutto questo e' spiegato nei link indicati.
Le misure dei nuovi virus sono state ricavate dalle aree dei picchi, dopo lo scorporo dei contagi del nuovo virus da
quelli del Sars-CoV-2 (la curva osservata e' la somma dei due contributi).
Ovviamente con la salute non si scherza e con la vita economica delle persone nemmeno.
Ignorare ipotesi come quelle da noi avanzate e ricavate da quel minimo di evidenza empirica usando gli scarsi
mezzi a disposizione, ma secondo noi abbastanza convincenti, sarebbe secondo noi una leggerezza inopportuna.
Certamente c'e' da lavorarci di piu': bisogna al piu' presto essere in grado di distinguere il nuovo virus,
che sicuramente esiste, dal Sars-CoV-2 nei test molecolari, accertandone cosi' la presenza e verificando
se le caratteristiche sono quelle da noi ipotizzate, perche' allora avremmo a che fare con un virus molto
strano e pericoloso.
Se poi non fosse cosi' avremmo fatto solo il nostro onesto lavoro.
- DECESSI: Verrebbe da pensare che, al termine della seconda ondata dell'epidemia, i nuovi virus possano essere
anche loro arrivati ad un loro livello di fondo dell'epidemia e la costanza rilevata nelle ampiezze dei picchi semberebbe
confermarlo.
Ma adesso che l'epidemia del Sars-CoV-2 si e' esaurita da un mese (il 30/11 la percentuale dei contagi complessiva era
all'1.6%) abbiamo ancora circa 400 decessi al giorno!.
L'epidemia silente degli asintomatici (del Sars-CoV-2) non produce cosi' tanti decessi (e' quella che c'era anche nei
mesi estivi).
Prende sempre piu' corpo allora il sospetto che i 400 decessi possano essere imputabili al nuovo virus.
L'andamento temporale dei decessi con picchi settimanali, spostati nel tempo rispetto al lunedi' della durata media
in vita dopo il contagio ed allargati dalla distribuzione gaussiana, si vede nei grafici seguenti, dove i picchi
settimanali dei decessi compaiono tutti i martedi':
Questo conferma, se mai se ne fosse stato bisogno, che i picchi da noi studiati nei grafici dei contagi sono
un fenomeno reale e che quando si fa un'aggregazione settimanale dei dati si perdono informazioni
molto importanti che vanno invece studiate, come stiamo facendo noi (risultano essere proprio loro, secondo
noi, la manifestazione della presenza del nuovo virus).
All'inizio non ci aspettavamo che questo nuovo virus esistesse; che potesse anche essere cosi' letale ancora meno.
Se fosse vero sarebbe un incubo da eliminare al piu' presto. Chiarire questo punto sara' uno dei nostri
principali impegni nei prossimi giorni.
400 DECESSI AL GIORNO, POSSONO ESSERE DOVUTI AL NUOVO VIRUS ?   (7 gennaio 2021)
Facciamo un po' di conti con i dati che abbiamo, per verificare quanti dei 500 decessi giornalieri, che abbiamo
mediamente dopo oltre un mese dalla fine della seconda "ondata" del Sars-CoV-2, possono essere dovuti al
nuovo virus.
Usiamo i seguenti dati, dedotti in altre sezioni di questo lavoro (con Ctrl-F si puo' fare la ricerca nel browser):
- il 70% della popolazione e' rimasta infettata, al 95% in forma asintomatica, nella seconda ondata dell'epidemia;
- il
6%
degli infettati asintomatici ospita poi il nuovo virus (per mutazione durante l'infezione) e si ammala dopo un mese;
- il 0.5% degli ammalati muore;
Se la popolazione e' di 60 milioni di persone, i portatori del nuovo virus dopo la seconda ondata sono percio':
        60.000.000 x 0.7 x 0.06 = 2.500.000 di persone, che si ammalano dopo uno o due mesi.
Se il 0.5% di questi malati muore i decessi sono 12.500, che ripartiti nei 30 giorni di un mese sono
375 decessi al giorno.
La conclusione e' consistente con i dati realmente osservati, anzi essendo stato il picco della seconda ondata a
meta' novembre, possiamo anche avere conferma che il nuovo virus sviluppa la sua sindrome a distanza di circa 30
giorni (che e' evidentemente il tempo di maturazione della colonia nel corpo dell'ospite) e che l'eventuale
decesso avviene dopo altri 30 giorni.
Tutti i nostri dati sono quindi perfettamente coerenti con lo scenario in cui circa 400 dei 500 decessi
giornalieri, osservati mediamente in questi giorni, possono essere dovuti al nuovo virus.
- IL LIVELLO DI FONDO:   (14 gennaio 2021)
Lo scopo costante di questo lavoro e' quello si scoprire tutto quello che si
nasconde nei dati che esaminiamo.
Il fondo dei contagi e' partito da un livello dell'1.5%, che abbiamo chiamato fondo degli asintomatici, per
rimanere poi, dopo la seconda ondata, al 9.5% con un incremento dell'8%.
Viene naturale allora chiedersi cosa provochi questo incremento di contagi.
Sembra una situazione simile a quella che si e' verificata dopo le due ondate di aprile e luglio negli
U.S.A.
, in cui il livello del fondo tra due ondate successive e' rimasto ad un valore della mera' del picco (come da noi!).
Sembra il risultato di una sovrapposizione delle due curve a campana, una discendente per l'aumento delle persone
immunizzate dal contatto con il virus (l'unica causa che secondo noi puo' ridurre i contagi in quel modo) e l'altra
ascendente per l'avvio esponenziale di una nuova ondata.
Potrebbe sorprendere che questa seconda ondata negli USA sia avvenuta d'estate ma in quel Paese per ragioni socio-culturali
si e' sottovalutata la pericolosita' di questa epidemia e cosi', non adottando le giuste misure di prevenzione, non si e'
fatta scendere molto la curva dei contagi e si sono trovati all'inizio dell'estate con una densita' di cariche virali
sufficientemente alta da far ripartire una nuova ondata epidemica benche' fosse estate.
Questo mi sembra debba suonare come un allarme per noi perche' ora siamo pure nella stagione fredda.
Il fatto che i
decessi
che dovrebbero essere conseguenza della seconda ondata non stiano diminuendo ma addirittura accennino
a salire lascerebbe pensare che anche i virus presenti nel fondo abbiano a che fare con l'alto livello dei decessi.
Bisogna capire cosa sia rimasto di molto patogeno in questo livello di fondo.
Potrebbe essere qualche componente del virus meno sensibile alla risposta immunitaria degli asintomatici (che non dovrebbe
essere molto intensa) che e' scesa di meno lasciando alla fine un fondo di virus piu' resistenti alle difese immunitarie
(pari all'8% dei contagi).
La presenza di questo fondo non dovrebbe percio' lasciarci dormire sonni tranquilli. Il rischio che dobbiamo assolutanente
evitare e' la partenza di una terza ondata a 4 mesi dalla seconda (come negli
U.S.A.
), con l'aggravante che capiterebbe d'inverno (a febbraio).
Il rischio e' di avere un picco come quello che hanno ora in
Irlanda
.
Cosa fare? Adottare la massima prudenza e cercare di capire cosa si nasconde in questo fondo prima di estendere molto
quelle misure restrittive che strangolano l'economia. C'e' molto da fare al riguardo.
Noi, ma solo con la mente, cercheremo di capirne di piu'.
QUELLO CHE FACCIAMO NOI.   Ecco cosa facciamo:
A) In due studi paralleli, uno nella regione Piemonte e l'altro in tutta Italia, scomponiamo le curve dei contagi in
due componenti:
1) Quella che provoca i picchi settimanali, che imputiamo ad un virus diverso, perche' mostra caratteristiche
diverse dal Sars-CoV-2 (per esempio non sembra subire variazioni per la presenza di zone rosse);
2) Tutto il resto, che attribuiamo al Sars-CoV-2 anche se nel fondo potrebbe nascondersi un'altra mutazione, che stiamo
cercando di studiare.
B) Osserviamo l'andamento delle due componenti nel tempo, sia in funzione delle misure restrittive adottate che degli
altri possibili ostacoli alla diffusione dei contagi (per esempio l'immunita' naturale scaturita dal contatto con il virus).
C) Cerchiamo di prevedere con quanto piu' anticipo possibile l'evoluzione dei contagi e quindi anche dei ricoveri
e decessi.
D) Valutare anche quantitativamente l'effetto sui nuovi contagi degli assembramenti e delle varie misure restrittive.
E) Nel caso in cui la componente responsabile dei picchi fosse veramente un nuovo virus, derivato per mutazione dal
Sars-CoV-2, cerchiamo di capirne quante piu' proprieta' possibile, la cui conoscenza puo' essere utile (per esempio se i
picchi non si riducono durante le zone rosse, vuol dire che queste servono contro il Sars-CoV-2 ma non contro quel nuovo
virus, per cui NON vanno imposte quando ci sono molti ricoveri e decessi ma il Sars-CoV-2 e' ad un livello basso)
F) Eccetera ...
- EFFICACIA DEI VACCINI: Nello stesso grafico si puo' osservare che, durante la discesa della curva, i picchi rossi del
nuovo virus diminuiscono meno dell'ordinata della linea viola del Sars-CoV-2. Siccome attribuiamo la discesa della linea
viola all'aumento del numero di persone immunizzate, ne deduciamo che questo nuovo virus non e' disattivato dagli anticorpi
del Sars-CoV-2 e questa sarebbe una pessima notizia, perche' potrebbe presagire l'inefficacia contro il nuovo virus
(ed altre sue possibili varianti) dei vaccini, che si stanno somministrando.
Queste mutazioni potrebbero cosi' ridurre sensibilmente l'efficacia dei vaccini (dovremmo sempre produrne di nuovi).
I vaccini sono l'unica arma che abbiamo ora contro il Sars-CoV-2.
- VACCINAZIONE DELLE PERSONE IMMUNIZZATE: Le persone da vaccinare sono tante ma per i prossimi sette mesi molte di
loro possono contare sull'immunita' derivata da una precedente infezione, nel 95% dei casi asintomatica ed inconsapevole.
Il vaccino rafforzerebbe la loro immunita' ma chi non e' immune crediamo che ne abbia piu' bisogno.
Stimiamo che queste persone siano tantissime, forse il 70% della popolazione, che e' il numero totale degli infettati nella
seconda ondata. E' certamente la percentuale alla quale i contagi calano dal picco e tendono allo zero in condizioni normali
che e' il livello dell'epidemia degli asintomatici (altrimenti perche' la curva sarebbe calata?).
Sarebbe anche interesse di queste persone posticipare di qualche mese la vaccinazione (prolungando cosi' il periodo di
copertura), dando priorita' alle persone che sono sieronegative al test.
Questo comporterebbe dei costi aggiuntivi per il test (il piu' economico) su tutta la popolazione ma se ne avrebbe un ritorno
sanitario, per aver anticipato la vaccinazione delle persone piu' vulnerabili all'infezione ed anche scientifico.
Ci sono due problemi che vanno risolti nel 2021:
- Vaccinare 40 milioni di persone entro settembre 2021, magari lasciando fuori gli asintomatici, che continueranno ad esserci
(3% della popolazione, circa 1.800.000 persone).
- Proteggere tutti anche dalle nuove varianti del virus (italiana, inglese, ecc.) con misure di prevenzione
prima e vaccini poi. Per questo sono importanti gli studi come quello che stiamo facendo noi, per capire quanto piu' possibile
sulle caratteristiche funzionali di questi virus.
- IMMUNITA': L'epidemia di questo nuovo virus non sembra attenuarsi per la crescita del numero di persone immunizzate,
a differenza del Sars-CoV-2, probabilmente perche' il suo ciclo cosi' breve (6 giorni) non permette alle persone infettate di
sviluppare un'adeguata difesa immunitaria. Non generando immunita' nelle persone infettate, questo virus non produce epidemie
ad "ondate" come il Sars-CoV-2 ma crediamo che costituisca un pericolo costante d'infezione per tutti i 12 mesi dell'anno.
Non potra' percio' scomparire con un'immunita' di gregge come accadde per la "Spagnola".
Se non capiamo come fa a diffondersi, per poter individuare i giusti accorgimenti di prevenzione, l'unica difesa e' riposta
nella preparazione di specifici vaccini, che sembra debbano essere diversi da quelli del Sars-CoV-2.
Sarebbe un problema ancora maggiore che si aggiunge alla pandemia. Nella lotta al nuovo virus pero' non dovrebbero essere
utili ne' i lockdown ne' le zone rosse, per cui l'impatto della lotta sull'economia potrebbe essere minore.
- ASSEMBRAMENTI: Se la zona rossa non riuscisse a ridurre i picchi di questo virus significherebbe che non sono
gli assembramenti delle persone a far aumentare la presenza di questo nuovo virus. Se cosi' fosse, aver tenuto
completamente bloccati gli impianti di risalita degli sciatori, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 si era esaurita (cioe'
adesso) sarebbe stato un errore inutile e catastrofico per tutto il turismo invernale. Non abbiamo avuto notizie di risalita
dell'epidemia in Svizzera, dopo l'apertura delle piste da sci (dev'essere pero' scemata da poco l'epidemia di Sars-CoV-2
com'e' accaduto ora in Italia, altrimenti si potrebbe innescare una nuova ondata epidemica).
Una cosa non riusciamo a capire: se e' un virus respiratorio (lo preleviamo dalle vie respiratorie con un tampone) com'e'
possibile che i contagi non aumentino con gli assembramenti? Che altre vie usa per diffondersi?
- IDEA ORIGINALE:   (31 dicembre 2020)
Questa idea mi piace perche' risolve il mistero osservato, per cui il nuovo virus, pur essendo respiratorio, non riduce
affatto i propri contagi in seguito ad una zona rossa o lockdown. Ecco la risposta.
I picchi potrebbero non diminuire con una zona rossa se fossero manifestazioni periodiche (come delle eruzioni, invece che
sulla pelle, nelle prime vie respiratorie, dove si preleva il tampone) di un virus che permane a lungo nell'organismo
(dove andrebbe curato).
Sarebbe confermato allora che le zone rosse non servono a niente per questo virus (ma solo se il Sars-CoV-2 e'
quiescente, come ora) ma rimane il problema di capire come si diffonde questo nuovo virus, perche' i picchi
sembrano aumentare sia pur di poco, per ora, invece di diminuire.
E' come se si fossero formati, in grande quantita', durante la prima ondata dell'epidemia di Covid-19, quando i contagi sono
saliti alle stelle nel nord Italia, e poi fossero rimasti, come fa l'epidemia degli asintomatici, ad un livello costante
fino ad oggi.
PROBLEMA: Pero' ci dovrebbe tornare in questo scenario anche l'alto numero di decessi che oggi ci sembra cosi'
alto (500 al giorno) da dover essere imputato, secondo noi, a questo nuovo virus. Perche' non c'erano in estate? Forse e'
l'attuale temperatura piu' bassa che ne facilita la replicazione nell'organismo, ne accentua l'aggressivita' ai tessuti
polmonari e cosi' lo rende piu' letale.
- ECCO LA NOSTRA IPOTESI ORIGINALE:   (31 dicembre 2020)
Dopo aver riflettuto sulle tante peculiarita' mostrate dai dati qui' studiati, pensiamo di avere a che fare
con un nuovo virus molto strano ed abilissimo a non farsi scoprire.
Vogliamo chiarire prima, che senso ha usare un'idea per avanzare un'ipotesi: noi non abbiamo la sfera di
cristallo dei maghi ne' vogliamo giocare ad indovinare quello che sara'.
Noi fisici abbiamo scoperto che, nella ricerca della verita', il potere del ragionamento logico deduttivo
puo' aiutarci a superare molti ostacoli, ipotizzando qualcosa che non si vede finche' non si va a cercare,
sapendo prima cosa si deve cercare. Poi la ricerca puo' non approdare al risultato sperato ma chi non cerca
niente neanche trova mai nulla. Allora lasciatemi provare.
L'ipotesi deve essere ammissibile e deve poter spiegare tutte le caratteristiche, anche quelle strane, dei dati
che si stanno esaminando.
IPOTESI SULLE FUNZIONALITA' DEI NUOVI VIRUS: Un problema e' che sappiamo troppo poco su tutti questi
virus, perche' sono nuovi, e vorremmo saperne di piu'. Cosi' noi ci stiamo provando.
Questo e' il senso della seguente ipotesi con cui concludo, ma solo per ora, questo studio preliminare:
- nascono per mutazione, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 e' molto estesa (se no se ne formano pochi).
- Permangono nell'organismo per tempi molto lunghi (sono quasi cronici).
- Si accrescono di numero, ma molto poco, per contagio; invece si generano, anche se con probabilita' piccola,
durante la sindrome Covid-19 e restano nascosti a lungo nell'organismo.
- Riescono a rimanere nascosti al sistema immunitario per il loro breve ciclo di 6 giorni in cui manifestano la loro
presenza patologica (il sistema immunitario non riesce a produrre anticorpi cosi' in fretta).
- Solo con il freddo si risvegliano sviluppando una loro sindrome simile al Covid-19 ma con un tasso di
mortalita' piu' elevato (ora sono solo al
al livello di 4.1%
e producono circa 400 decessi al giorno).
- Nascono dal Sars-CoV-2 ma hanno caratteristiche funzionali molto diverse (come i picchi) e si evolvono in modo
assolutamente indipendente dal virus padre.
- NON SONO CONTAGIOSI (ma sono molto letali se fa freddo): lo deduciamo dal fatto che i loro
picchi non risentono ne' degli assembramenti ne' dei lockdown o zone rosse (che quindi servono solo per combattere
i contagi del Sars-CoV-2).
Quindi non sono contagiose neanche le persone portatrici solo di questo nuovo virus (senza Sars-CoV-2): il problema
sanitario e' solo loro, non della gente con cui entrano in contatto. E purtroppo sembra che per ora ci sia poco da
fare per aiutarli (stiamo parlando della maggioranza di quei 600 morti al giorno, che avevamo intorno a Natale).
Non si possono combattere in nessun modo: sono inutili mascherine, distanziamenti e chiusure (necessari
invece per il Sars-CoV-2), ma i rimedi possibili sarebbero solo quelli vaccinali e farmacologici (ancora da scoprire).
Questi nuovi virus non si accrescono per contagio ma solo per mutazione da Sars-CoV-2, dopo l'infezione che nel
95% dei casi e' quella degli asintomatici.
Da quel momento sono nell'ospite e cercano di restarci a lungo in incognito/letargo, quando fa caldo perche' quando fa
freddo invece possono attivare le loro funzioni, producendo una sindrome molto simile al Covid-19 ma molto piu'
letale. Sono i 600 decessi al giorno che abbiamo visto nei giorni prima di Natale (con solo il 4.1% di
nuovi virus), in cui il Sars-CoV-2 era al livello di fondo di pochi punti percentuali (come nel periodo estivo,
in cui questi decessi NON c'erano).
Quindi chi si infetta con il Sars-CoV-2, anche se in modo asintomatico, puo' rimanere con questo cavallo
di Troia in corpo (il virus mutato), con la probabilita' ed il tempo che possiamo stimare nel modo seguente:
dalle ampiezze dei picchi valutiamo che attualmente i nuovi virus sono presenti nel
4.1% della popolazione
italiana.
Se e' giusta la stima che gli infettati (quasi tutti asintomatici ed inconsapevoli) siano stati intorno al 70%, vuol
dire che la mutazione avviene nel 4/70 = 6% dei casi, stabile per almeno un paio di mesi (perche' e'
visibile oggi).
L'unico modo per averlo e' quindi quello di essere rimasto infettato dal Sars-CoV-2 che poi lo lascia in corpo, perche'
non si puo' prendere questo nuovo virus per contagio da un'altra persona che ce l'ha.
PROFILASSI: Per non avere in corpo il nuovo virus, bisogna fare attenzione a non infettarsi mai con il virus
Sars-CoV-2.
Riteniamo percio' che il 6% degli asintomatici, dopo la guarigione dal Sars-CoV-2, rimangano portatori di
questo nuovo virus, che li rende positivi al test molecolare periodicamente, con periodo di 7 giorni o multiplo, e che
quando fa freddo puo' sviluppare nell'ospite una sindrome molto simile al Covid-19 ma molto piu' letale,
(perche' si e' insediato nel corpo da tempo ed in profondita', e percio' attacca preferenzialmente le cellule polmonari).
E' solo un'ipotesi ma e' consistente con tutto quello che sta accadendo.
Se fosse vera, dovrebbero saperlo subito soprattutto i giovani ma non solo loro, perche' il virus conta moltissimo sulla
sottovalutazione che molti fanno dei rischi del contagio.
- Simulano falsi aumenti e diminuzioni di contagi variando la loro presenza nelle prime vie respiratorie, dove
noi umani preleviamo i tamponi. Ma loro non stanno cambiando di numero, sono degli abilissimi imbroglioni.
Anche se non sono contagiosi affatto, possono simulare di essere molto contagiosi, perche' se li abbiamo nel 6%
della popolazione (vedi stima precedente), queste persone sono positive al test quando i virus risalgono nelle prime vie
respiratorie, diciamo in 2 giorni su 7, quindi i 2/7 del 6% della popolazione, cioe' l'1.7% fornisce risposta
positiva al test un giorno su sette (il giorno del picco), che e' un dato in pieno accordo con le nostre evidenze
sperimentali (i picchi a noi risultano di ampiezza costante pari all'1.5%).
L'inganno risiede nel fatto che questi positivi non sono persone diverse che si passano il virus (cioe' nuovi contagi ma
sono sempre le stesse persone, di quel 6% che neanche sono contagiose! Cosi' vengono simulati dei nuovi contagi
inesistenti e si attribuisce al virus, che esiste e si puo' vedere, un'elevata contagiosita' che non esiste.
Chissa' se pure la variante inglese del virus e' cosi' imbrogliona; magari potrebbe mostrare anche lei i picchi settimanali.
Potrebbe essere solo frutto di fantasia, ma tutto sembra quadrare sorprendentemente bene!
- Continueranno a produrre decessi fino all'estate quando andranno in letargo (non manifesteranno in modo evidente la
loro presenza ma sempre li staranno, finche' non li facciamo fuori (potra' avvenire solo dopo aver sequenziato il loro RNA).
- Per limitare i loro contagi non servono le zone rosse (per fortuna) ma serve qualcos'altro: ELIMINARLI
in qualche modo dall'organismo di chi ce li ha addosso.
Questa sarebbe un'ipotesi che potrebbe spiegare tutte le stranezze che vediamo nei dati.
Questo nuovo virus sarebbe molto pericoloso, perche' sembra che col freddo diventi molto letale e potrebbe accrescersi
sempre piu' di numero con le successive ondate del Sars-CoV-2.
Ora dobbiamo cercarlo nei tamponi (ce ne dovrebbero essere molti, il 50% circa).
- CONTAGIOSITA': E' stato detto che la variante inglese e' molto piu' contagiosa. Vediamo di capire qualcosa
in merito per questo nuovo virus che abbiamo scoperto nei dati italiani.
Il Sars-CoV-2 produce un'ondata epidemica con un'ampiezza temporale (larghezza del picco) determinata da un tempo di guarigione
di 30 giorni. Interpretando allo stesso modo i picchi del nuovo virus ne abbiamo dedotto un tempo di guarigione 5 volte piu'
breve (6 giorni).
Se cosi' fosse l'avvicendamento dei contagiati nel corso dell'epidemia (come un turn-over) sarebbe 5 volte maggiore, che
comporterebbe una contagiosita' 5 volte maggiore (5 volte piu' contagiati a parita' di percentuale).
Non sappiamo come i colleghi inglesi siano arrivati alla loro conclusione, comunque e' molto probabile che il virus italiano
sia diverso.
Con il ragionamento fatto la contagiosita' sarebbe 5 volte maggiore di quella del Sars-CoV-2.
Esiste pero' anche un'altra possibilita' che ci porterebbe ad una conclusione opposta: se fosse un virus che permane a
lungo nell'organismo e che si manifestasse periodicamente (una volta ogni 7 giorni) nelle vie aeree superiori, dove
vengono prelevati i tamponi, allora la persistenza della positivita' nei picchi sarebbe prodotta dalla stessa persona (quindi
dallo stesso contagio) piu' volte e la contagiosita' potrebbe anche essere molto bassa.
Quello che abbiamo iniziato ad osservare quotidianamente nei dati, per ora sembra che mostri un piccolo accenno di aumento
dell'ampiezza dei picchi, ma poco.
Altrettanto importante sara' capire in che modo avviene il contagio (sembra non con i contatti personali).
Capite cosi' l'importanza di osservare i dati che arrivano con la giusta cognizione di causa. Presto potremo sapere come
stanno le cose.
Anche per questo "stay tuned"!
- MONITORAGGIO: Ora che per qualche mese l'epidemia del virus Sars-CoV-2 e' quiescente per il gran numero di persone
infettate ed ora immunizzate (per il 95% asintomatiche ed inconsapevoli) e lo rimarra' per qualche mese (secondo noi sette,
ma poi c'e' l'estatem che rimandera' per un po' la terza "ondata") e' il momento giusto per monitorare questo nuovo virus
(che non ha ancora un nome).
Siccome abbiamo gia' avuto l'epidemia degli asintomatici quiescente l'estate scorsa, possiamo imputare i ricoveri
ospedalieri ed i decessi in eccesso al nuovo virus, senza interferenze.
Dobbiamo quindi passare allo studio di questi nuovi dati, per valutare l'impatto sanitario del nuovo virus e capire come
correre ai ripari. Purtroppo la risposta di questi altri dati non e' "pronta" come quella dei dati dei contagi ma e'
ritardata da 10 a 30 giorni e cosi' saranno ritardate le nostre risposte dello studio.
________ FINE DELLO STUDIO DELLA VARIANTE ITALIANA DEL VIRUS ________
STUDIO DEI DATI DELLA REGIONE PIEMONTE: A parte la presenza dei picchi, possiamo confermare che la curva epidemica
del Sars-CoV-2 ormai si e' appiattita sulla linea verde del fondo (degli asintomatici), che a questo punto possiamo
confermare essere al livello da noi previsto di 1.5%.
Continueremo lo studio che stiamo conducendo sui dati della regione Piemonte, usata come caso pilota per una valutazione
quantitativa dei costi delle riaperture delle zone rosse, sia perche' questa regione ha riaperto prima delle altre
(domenica 28 novembre) che perche' i dati di una singola regione permettono di studiare meglio le caratteristiche
dell'epidemia, non essendo mescolati ai dati delle tante altre regioni d'Italia.
Possiamo confermare il sorprendente risultato che i costi della riapertura del Piemonta sono stati pressoche'
NULLI, almeno per ben 15 giorni dopo la riapertura (che sono molti).
Il fatto che malgrado i numerosi assembramenti per lo shopping natalizio, trasmessi anche in TV, non si siano registrati
incrementi di contagi indica una conferma che anche la nostra valutazione di un gran numero di persone immunizzate non
era poi cosi' lontana dalla realta'. E anche questa sarebbe un'altra previsione corretta, che conferma la qualita'
previsionale di questo lavoro.
Le misure di questo studio sono riportate in una
tabella
, riportata nel secondo dei 3 grafici precedenti, da cui si vede che, dopo che per ben 14 giorni gli incrementi dei contagi
sono stati nulli rispetto all'estrapolazione della curva, come sarebbe stata senza la riapertura, i dati iniziano a
crescere fino all'1.4% (per ora) con un andamento che non sembra casuale e che certamente non e' imputabile alla
riapertura delle attivita' per la zona arancione: i 14 giorni di incrementi di contagi a zero sono sufficienti per
concludere che la riapertura non ha comportato incrementi di contagi.
L'origine dei picchi di questi nuovi contagi dopo il 14.mo giorno (vedi la linea arancione) sono riconducibili ai
picchi settimanali del venerdi' sempre manifestati dal grafico del Piemonte (abbiamo indicato con una V blu i venerdi' nel
grafico).
Dopo il 14.mo giorno dalla riapertura in arancione il livello medio della curva e' arrivato ad appiattirsi sulla linea verde
del fondo degli asintomatici, Questo vuol dire che' l'epidemia del virus Sars-CoV-2 si e' conclusa e se non ci fosse
il secondo virus la curva dei contagi coinciderebbe con la linea verde (non ci sono piu' virusSars-CoV-2 che si replicano
perche' ci sono troppe persone ormai immunizzate).
Ma il secondo virus c'e' e non si riduce con il passare dei giorni, perche' il suo ciclo di 6 giorni e' troppo breve per
permettere all'organismo di creare l'immunita' naturale (i contagiati sono persone sempre diverse).
Quindi, siccome la curva del Sars-CoV-2 coincide ora con il fondo degli asintomatici, dallo scorporo per differenza rimangono
integralmente tutti i picchi del secondo virus, che sono quelli che si vedono nel grafico.
Tutti gli ultimi punti inseriti nel grafico, come si vede, non scendono ulteriormente perche' risentono della vicinanza del
livello di
fondo
dei contagi degli asintomatici, che ormai e' confermato essere all'1.5% in Piemonte e l'abbiamo disegnato in verde nel grafico.
Ci aspettiamo percio' che anche nei prossimi giorni la curva proceda lungo la linea verde degli asintomatici ed il suo
"asintoto" ci conferma la misura precisa del livello del fondo degli asintomatici, qual'e' realmente oggi in Piemonte.
Nel primo grafico abbiamo disegnato una linea rossa, che rappresenta la curva ipotetica, che avremmo avuto se la riapertura
del Piemonte non ci fosse stata.
Questa linea rossa da oggi la disegniamo tenendo conto di un livello di contagi di
fondo
dell'1.5% dovuto alla moltitudine degli asintomatici, stimato con il valore dei contagi che si avevano quando la seconda ondata
dell'epidemia non era ancora iniziata.
Questo livello di fondo e' riportato nel grafico con una linea orizzontale verde e la curva rossa ipotetica da noi disegnata
non dovra' mai scendere sotto questo livello.
Tenendo conto del fondo, il nostro calcolo fornisce dati piu' vicini al vero e piu' bassi, perche' una parte dei contagi,
trovati con i tamponi, erano quelli degli asintomatici, che non c'entrano niente con i contagi extra che ci interessano,
dovuti alla riapertura in zona arancione del Piemonte.
Nei contagi in piu', che compaiono nei punti dell'ultimo tratto, restano cosi' solo quelli dovuti alla riapertura del
Piemonte (da zona rossa ad arancione) avvenuta domenica 28 novembre (indicata con una freccia nel grafico).
Tra poco calcoleremo il loro scorporo dai dati del grafico per studiarne l'andamento temporale e soprattutto per
valutarne la massima entita' raggiunta.
I risultati sono riportati nella relativa
tabella
.
IL "FONDO" RISULTANTE DALL'EPIDEMIA DEGLI ASINTOMATICI:   (11 dicembre 2020)
Abbiamo visto nel terzo grafico che i contagi extra dovuti alla riapertura rallentano il normale andamento di decrescita,
dovuta alle guarigioni, allungandolo a 48 giorni invece di 30 (misurato 28).
Un comportamento del genere pero' e' da noi atteso, indipendentemente dalle chiusure, quando la percentuale raggiunge
il 1.5%, che era il valore stabile che avevamo a settembre in Italia, quando l'epidemia non era ancora iniziata.
Questo valore "di fondo" dell' 1.5% l'abbiamo attribuito in questo lavoro, oltre agli asintomatici cronici (che dovrebbero
essere pero' molto pochi) anche e soprattutto all'epidemia quiesciente degli
asintomatici
, presente in Italia dopo lo sviluppo dell'epidemia della primavera 2020: e' dovuta al fatto che gli asintomatici,
sono numerosi e possono diffondere cariche virali deboli (perche' non hanno la sindrome Covid-19) e cosi' la persona
eventualmente infettata ha alta probabilita' di non sviluppare la sindrome Covid-19 e talora di diventare anche lei
asintomatica.
Cosi' puo' permanere per tempi lunghi un numero di persone positive al test molecolare (per esempio il 2% della
popolazione) anche quando l'epidemia di Covid-19 non c'e' piu' (per esempio d'estate).
Il valore della percentuale di contagiati, raggiunto dall'epidemia dgli asintomatici, dipende oltre che dalla contagiosita'
attuale del virus, anche dai tempi di guarigione dell'asintomatico (cioe' dal numero di giorni che devono passare perche',
dopo il contagio, l'asintomatico torni negativo al test), che determinano il punto di equilibrio dinamico, in cui si
eguagliano il numero dei contagiati e quello dei guariti.
In Piemonte, d'estate, questa percentuale era intorno al 2%.
E' questo, secondo noi, il modo con cui il virus riesce a sopravvivere, permanendo attivo nell'ambiente a lungo anche in
assenza dell'epidemia di Covid-19.
In altre parole, dopo la prima epidemia di Covid-19, abbiamo sempre tra noi una moltitudine di persone infette ed
asintomatiche (per esempio l' 1.5% della popolazione), che inconsapevolmente "coltivano" nel loro corpo colonie
di virus Sars-CoV-2, permettendo loro di sopravvivere, perpetuando la minaccia di una nuova "ondata" epidemica.
Le
temperature
ora piu' basse rispetto a settembre, potrebbero aumentare la contagiosita' delle cariche virali emesse dagli asintomatici
(a loro insaputa) e quindi anche il livello stabile di fondo della percentuale dei contagi nel periodo invernale.
Per limitare questo fenomeno e' importante l'uso delle mascherine anche quando l'epidemia e' finita.
Abbiamo quindi ora anche il problema dello scorporo di questi due contributi ai contagi extra in Piemonte:
oltre a quello della riapertura in zona arancione anche quello invisibile dovuto all'epidemia degli asintomatici.
Per ora abbiamo assunto che il livello permanente degli asintomatici sia il 1.5% e l'abbiamo disegnato con una
linea verde nel terzo grafico (se non si vede azzerate la cache del browser).
Ci accingiamo a determinarlo piu' precisamente, esaminando i contagi misurati a settembre in Piemonte e poi potremo
essere piu' precisi in merito.
I dati del Piemonte in estate sembrano essere crescenti: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre (per inciso, questa
crescita dei contagi nel periodo estivo protrebbe essere un indizio della diminuzione dell'immunizzazione acquisita
dalla popolazione durante la prima ondata primaverile di Covid-19).
Alla luce dell'andamento dei contagi, come appare nel terzo grafico, sembra corretto assumere che il livello attuale
del fondo di contagi da asintomatici sia 1.5%.
Le percentuali dei positivi al test misurate contengono anche quelli che abbiamo chiamato i "contagi extra della
riapertura", perche' abbiamo definito livello di fondo degli asintomatici quello senza chiusure in atto.
La curva tra pochi giorni dovrebbe appiattirsi stabilmente ad un livello costante, corrispondente al livello di fondo
degli asintomatici del Piemonte, che risultera' leggermente ridotto dalle chiusure residue in zona gialla (attiva da oggi).
Questa osservazione ha conseguenze importanti sul metodo di scorporo dei contagi extra che segue, perche' nel primo grafico
la curva ipotetica rossa da noi disegnata non deve arrivare a zero ma al livello di fondo degli asintomatici (che e'
quello a cui si livellerebbe la curva in assenza di chiusure).
Nelle analisi fatte domenica 13/12 e lunedi' 14/2 abbiamo proceduto in questo modo ottenendo un abbassamento dei contagi
extra, scorporati che abbiamo riportato nel terzo grafico, pari alla percentuale del fondo degli asintomatici che abbiamo
supposto essere dell' 1.5%.
Questa conclusione e' confortata anche da una particolarita' assolutamente improbabile che sia casuale: i 4 punti del
7,8,9 e 10 dicembre si collocano tutti e quattro allo stesso livello, come se non potessero scendere sotto alla linea
verde di 1.5%, che sembra poi essere il livello di appiattimento della curva, coincidente secondo noi con il fondo dei
contagi degli asintomatici.
  CONCLUSIONE PRELIMINARE SULLA PROBABILE INUTILITA' DI ALTRE "RESTRIZIONI":  
  (15 dicembre 2020)
Durante l'
ondata epidemica
il numero di persone infettate e' salito fino al picco e poi e' sceso, perche' il numero di persone infettabili si e' ridotto
significativamente per l'immunita' acquisita da un'infezione precedente.
La discesa della curva dei contagi, nel caso del
Piemonte
, e' proseguita fino a raggiungere il livello 1.5% del
fondo
di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici (che in genere e'
tra 1% e 3%). I dati confermano che la maggior parte delle
regioni
italiane ha gia' raggiunto queste condizioni.
Quando la curva arriva a quel livello, non dovrebbe essere piu' necessario chiudere con rigore le attivita' economiche,
in quanto se la curva e' scesa fino al livello di
fondo
degli asintomatici da cui era partita. Questa discesa secondo noi puo' essere motivata solo dal fatto che molte delle
persone che i virus incontrano non sono piu' infettabili, perche' immunizzate ed il virus ha difficolta' a trovarne
altre da infettare (il virus non e' cambiato).
Certo se formiamo molti assembramenti diamo una mano al virus, facendolo venire in contatto con piu' persone e alla fine puo'
riuscire a trovarne qualcuna infettabile ma se la curva dei contagi e' scesa cosi' tanto, da raggiungere il
fondo
degli asintomatici (che e' lo zero per la curva), le persone ancora infettabili non devono essere molte e quindi la curva non
riuscira' piu' a crescere molto (cioe' rimane Rt<1).
I grafici del
Piemonte
dimostrano la correttezza di questa nostra conclusione, perche' la valutazione, che qui' ora facciamo, del numero di
contagi extra prodotti negli assembramenti dello shopping natalizio in Piemonte, fino a due settimane dalla riapertura
da zona rossa ad arancione, risulta compatibile con ZERO.
Il risultato delle differenze, tra le ordinate sulla curva vera e quella ipotetica da noi disegnata in rosso, e'
nel secondo
grafico
dove i contagi extra della riapertura del Piemonte in zona arancione dopo 14 giorni ancora NON appaiono e quindi
sono compatibili con ZERO entro le normali fluttuazioni statistiche anche dopo 15 giorni (la massima
escursione e' stata una percentuale piccola, dello 0.8%, dopo 16 giorni).
Le fluttuazioni dei punti nel secondo
grafico
dipendono dalla precisione del disegno a mano (per l'urgenza dell'esito, senza un apposito software) della curva rossa
ipotetica in assenza della riapertura. Sono pero' fluttuazioni statistiche e non sistematiche che secondo noi non incidono
sulla veridicita' del risultato, ottenuto tramite il valore medio.
Quello che possiamo dire per ora, riguardo ai contributi extra ai contagi prodotti dalla riapertura del Piemonte in zona
arancione, e' che l'eccesso di contagi, che sembrava esserci nei dati dell'ultima settimana, era solo
apparente, con grande sollievo delle attivita' che stavano per essere chiuse nel periodo natalizio in Piemonte
(altrova e' ancora da vedere, conducendo un'analisi come quella condotta per il Piemonte).
Esso non e' dovuto ai contagi extra della riapertura arancione del Piemonte ma al raggiungimento del livello di
fondo
degli asintomatici che impedisce ai dati di continuare la loro discesa verso zero e li fa livellare verso un valore costante
, che puo' essere affidabilmente ricavato dall'andamento dei dati e che per ora, in via molto preliminare, ci senbra
essere intorno all'1.5% (consistente con i dati di luglio 1%, agosto 2% e settembre 3% in Piemonte).
Durante la discesa della curva, la progressiva riduzione nella pendenza (coefficiente angolare della tangente alla curva
dei contagi) corrispondeva ad una diminuzione di contagiosita' e quindi ad una diminuzione del parametro di trasmissibilita'
Rt.
Ora che la curva si sta appiattendo sul livello di fondo, la pendenza torna ad aumentare ma questo NON
significa che "c'e' una preoccupante inversione di tendenza con Rt che non scende piu' ma risale", per cui
sarebbe necessario accentuare le restrizioni (come si sente dire in TV). Noi crediamo che a questo punto sarebbe inutile
(almeno per il Piemonte, che stiamo studiando).
L'appiattimento della curva sul livello di fondo e' un comportamento naturale e scontato, a cui non corrisponde alcun
peggioramento dell'epidemia e come la riapertura del Piemonte ha prodotto ZERO aumenti dei contagi, cosi' nuove
restrizioni produrrebbero ZERO diminuzioni di contagi, non riuscendo a portare la curva sotto al livello del fondo.
Il fondo degli asintomatici e' generalmente piccolo, solo qualche centesimo della popolazione e' infetta ed asintomatica,
in base alle misure fatte (in Piemonte e' 1.5%).
Le restrizioni delle attivita' economiche sono giustificate quando la curva dei contagi e' ben sopra al livello del fondo,
perche' cosi' possono produrre diminuzioni di contagi importanti.
Quando la curva si sta appiattendo sul livello del fondo, come ora, le restrizioni non dovrebbero essere piu' utili,
perche' c'e' poco da ridurre nei contagi.
Nel caso dei contagi di tutta Italia pero' abbiamo un
PROBLEMA
, che ci rende difficile ricondurre i dati misurati allo scenario qui' descritto, perche' il livello apparente del fondo
e' troppo alto (9.5%), mentre i due grafici del Piemonte e dell'Italia per tutto il resto hanno in tutto e
per tutto andamenti identici (sia per la posizione della curva nel tempo che per i picchi settimanali).
Noi ancora non abbiamo capito le ragioni di quel 9.5%: dovrebbe essere pari alla media pesata (con i numeri di abitanti)
dei fondi misurabili nelle varie regioni d'Italia, che sono piu' bassi (come il Piemonte). Ci stiamo studiando.
Questo
fondo degli asintomatici
non e' un'idea peregrina inventata ad hoc per spiegare il comportamento dei dati, perche' e'
sicuro che c'e' e l'abbiamo anche misurato accuratamente nei mesi prima che iniziasse l'epidemia.
Poi con l'epidemia in atto tutte queste persone asintomatiche continuano ad esistere ma sono come una popolazione a parte,
con una maggiore resistenza immunitaria acquisita, che continuano ad esistere passandosi inconsapevolmente il testimone delle
colonie di virus coltivate nei loro corpi e che appaiono come un livello di fondo costante nel tempo nelle rilevazioni dei
contagi, quando l'epidemia per qualche ragione tende a scomparire: per la prima ondata della primavera scorsa la ragione fu
l'arrivo della stagione calda, ora e' l'avvicinamento all'immunita' di gregge che, malgrado il freddo, riduce sempre piu' il
numero di persone infettabili e quindi riduce la contagiosita' apparente del virus, facendo scendere il parametro Rt sotto 1.
La stessa tendenza s'intravede nel
grafico
dei dati di tutta Italia ma ad un livello molto piu' elevato: l' 11% invece dell'1.5%.
E' questo un risultato molto preoccupante perche', alla luce di queste nostre conclusioni (molto) preliminari,
indicherebbe la formazione in qualche altra regione d'Italia di una massa di asintomatici particolarmente numerosa, che
manterra' a tempi lunghi la percentuale dei contagi intorno al 10% costante nel tempo (una persona su 10 permanentemente
infetta ed asintomatica, molte di loro in grado di trasmettere l'infezione).
Sarebbe uno scenario nuovo che richiederebbe un'immediata revisione delle strategie di lotta a questa pandemia.
Inoltre in Piemonte potrebbe essere un GRAVE ERRORE chiudere tante attivita' economiche nel periodo natalizio,
pensando che gli incrementi dei contagi che si vedono nei dati derivino dalla riapertura del Piemonte, quando invece questi
incrementi sono la manifestazione del
fondo
dei contagi degli asintomatici, che cominciano ad emergere quando i contagi reali si avvicinano a quel livello di fondo (che
e' 1.5% in Piemonte ma in altre regioni la situazione potrebbe essere molto diversa: basta eseguire pero'
questa stessa analisi sui dati regione per regione per saperlo, valutando il livello del fondo locale dell'epidemia degli
asintomatici, che potrebbe essere abbastanza diverso dall'1.5% del Piemonte).
Certo, i lockdown servono anche a ridurre l'epidemia degli asintomatici che mantiene il fondo di contagi a quel livello e
quindi ad abbassare il livello di fondo ma quando il livello e' basso non conviene piu' fare enormi sacrifici per abbassarlo
ulteriormente. Ci penseranno poi i vaccini, l'immunita' naturale acquisita e la stagione calda ad abbassarlo.
Quello che sembra nessuno abbia ancora capito, secondo noi, e' che i contagi stanno scendendo in regioni come il Piemonte
perche' ci sono sempre meno persone infettabili: sono quasi tutte immunizzate ormai. Altrimenti con le folle
viste in TV per lo shopping natalizio i contagi avrebbero dovuto impennarsi, invece per ben due settimane
NIENTE
, nessun contagio in piu' misurato (e' una nuova conferma alla nostra previsione della prossimita' in queste regioni
all'immunita' di gregge che prima o poi doveva arrivare: sembra sia arrivata!).
Salira' solo un poco il livello di fondo degli asintomatici (forse).
Sara' compito degli amministratori giudicare e decidere.
Ed i nostri governanti, sulla scia della cancelliera Merkel (che poveraccia deve chiudere tutto, perche' ha il suo popolo non
immunizzato in quanto hanno sempre avuto finora meno contagi di noi) sembra che si stiano apprestando a chiudere
ulteriormente tante altre attivita' per il Natale, spaventati dal numero alto di decessi, che pero' sono stati causati
dai contagi di 20/30 giorni fa, quando la curva era al massimo, non da quelli di oggi.
Fare analisi di questo tipo, senza alcuna aggregazione dei dati che farebbe perdere irrimediabilmente informazioni
importanti, e' secondo noi un bagaglio tecnologico molto utile per i tecnici che hanno il compito di contrastare al meglio
questa pandemia.
Certamente noi faremo la nostra parte approfondendo ulteriormente questo argomento, per le sue importanti implicazioni sulla
gestione organizzativa delle varie attivita'.
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
ANALISI DEI CONTAGI EXTRA CONSEGUENTI ALLA RIAPERTURA:   (7 dicembre 2020)
Come in tutti gli altri picchi, la discesa dal picco di venerdi' 4/12 avrebbe dovuto procedere con la velocita' di
guarigione rapida dei 6 giorni, fino a raggiungere poi il valore medio complessivo della curva di discesa delle
guarigioni a 30 giorni (linea marrone).
Invece i dati lungo la discesa dal picco settimanale di venerdi' 4/12 non procedono lungo la linea rossa perche' non
contengono solo i contagi iniziali degli infettati che stanno guarendo in 6 giorni ma contengono anche dei nuovi contagi
extra, che li fanno scendere piu' lentamente, mantenendoli sopra alla linea rossa, con un tempo di arrivo a zero
che conseguentemente sara' superiore a 6 giorni.
Potrebbero essere i contributi dei contagi extra prodotti dalla riapertura del Piemonte come zona arancione, che appaiono
rilevabili ma solo dopo 5 giorni dalla riapertura e che sembrano essere in crescita continua negli
altri 6 giorni successivi (nel grafico c'e' un punto ogni giorno).
Gli incrementi di contagi per l'apertura della zona arancione, essendo piccoli (mediamente intorno all'1%), rallentano solo
un po' la discesa dal picco con la pendenza delle guarigioni in 6 giorni, senza alterare l'andamento complessivo della curva,
che procede nella sua discesa delle guarigioni con pendenza di 30 giorni (indisturbata).
In questo piccolo livello (mediamente 1.2%) dei contagi che inizia ad apparire, dovrebbe aver giocato un ruolo importante
l'immunita' gia' acquisita dalle moltissime persone, da noi anche
conteggiate
, che nel passato inconsapevolmente sono state infettate in forma asintomatica e poi sono guarite in 6 o 30 giorni, rimanendo
immunizzate (almeno per un certo tempo).
I dati dei prossimi giorni ci permetteranno di essere piu' precisi, anche quantitativamente al riguardo.
Tra poco mostreremo come si determina
quantitativamente
il discostamento dei dati degli ultimi giorni, dal 5/12 ad oggi, dal comportamento solito della discesa prodotto dalle sole
guarigioni dei contagi in 6 giorni, come in tutti i picchi precedenti (linea rossa, interpolata a mano) e ricaveremo per
differenza l'entita' del contributo extra ai contagi giorno per giorno, trovando cosi' un valore costante fino al
+0.8% (vedi il
grafico dei contagi extra
per la riapertura), come incremento dei contagi (dovuto alla
riapertura).
Infine osserviamo che il dato del 11/12 e' cresciuto per formare l'atteso picco del venerdi', come tutti i precedenti picchi
e come da noi atteso (vedi l'
osservazione
successiva).
CALCOLO DEI CONTAGI EXTRA (dovuti alla riapertura della zona arancione):   (7 dicembre 2020)
 
Abbiamo disegnato nel primo grafico una retta marrone superiore che passa per i picchi settimanali del venerdi' ed un'altra
retta marrone inferiore che passa per i minimi raggiunti dalla curva (sempre 4 giorni dopo il picco).
L'incremento di contagi extra, dovuti alla riapertura del Piemonte in zona arancione, puo' essere calcolato esattamente
dalle differenze delle ordinate nel grafico tra i punti delle misure ed i punti su una linea (rossa) che corrisponde
all'andamento ipotetico della curva senza i contagi extra prodotti dalla riapertura della zona arancione (e' quella che
abbiamo disegnato in rosso, dopo aver segnato con delle x nere la posizione della curva ipotetica).
Questa curva ipotetica rossa non puo' scendere sotto il livello di
fondo
stabilito dagli asintomatici che abbiamo assunto
essere dell' 1.5%, come gia' discusso.
I dati delle misure dei contagi che scendono dal picco sarebbero stati tutti sulla linea rossa in assenza della riapertura,
con salite e discese dei punti tutte parallele a quelle di tutti i picchi precedenti (con pendenza a 6 giorni).
Se ora i punti sono piu' in alto della curva rossa, e' proprio per la presenza dei contagi extra in piu' e dal grafico
possiamo cosi' misurare esattamente, per differenza, quanti sono questi contagi extra, probabilmente dovuti alla riapertura
(arancione) del Piemonte.
Abbiamo fatto proprio cio', valutando le differenze tra la curva reale e quella rossa, che ci sarebbe stata senza la
riapertura cioe' con il solo andamento decrescente delle guarigioni in 6 giorni.
Quest'ultima curva rossa non ce l'avevamo ma poiche' gli andamenti dei picchi precedenti sono stati tutti molto simili
tra loro, abbiamo potuto ipotizzare quale sarebbe stato il suo andamento e graficarla, senza mai scendere pero' sotto
il livello di
fondo
dovuto agli asintomatici (stimato per ora all' 1.5% e poi direttamente ricavabile dal livello
orizzontale costante raggiunto dalla curva).
E' quello che abbiamo fatto, partendo dal picco del venerdi' precedente (27/11) e disegnando delle x nere sul tracciato
ipotizzato per la curva che ci sarebbe stata senza la riapertura (con 4 giorni in discesa con pendenza a 6 giorni e poi
la risalita, come in tutti i picchi precedenti).
Poi abbiamo unito questi punti con una linea rossa, ricavando la curva ipotetica con cui poter confrontare la curva reale
dei contagi.
A questo punto siamo stati in grado di misurare sulla carta a quadretti le distanze in centimetri tra i punti sulla curva
reale ed i punti sulla curva ipotetica (cioe' le x nere) ed i risultati sono riportati nella tabella seguente:
DATA |
DISTANZA (CM) |
PERCENTUALE |
27/11 V | 0 | 0% |
28/11 S | -0.5 | -0.25% |
29/11 D | 4 | 2% |
30/11 L | 0 | 0% |
1/12 M | 0.4 | 0.2% |
2/12 M | -0.4 | -0.2% |
3/12 G | 0.7 | 0.35% |
4/12 V | -0.2 | -0.1% |
5/12 S | -1 | -0.5% |
6/12 D | 0 | 0% |
7/12 L | 0 | 0% |
8/12 M | 0 | 0% |
9/12 M | 0 | 0% |
10/12 G | 0 | 0% |
11/12 V | 1.4 | 0.7% |
12/12 S | 0 | 0% |
13/12 D | 0 | 0% |
14/12 L | -1 | -0.5% |
15/12 M | 1.5 | 0.75% |
16/12 M | 2 | 1% |
17/12 G | 0.8 | 0.4% |
18/12 V | 2.8 | 1.4% |
19/12 S | 0.2 | 0.1% |
20/12 D | 1 | 0.5% |
21/12 L | 0.2 | 0.1% |
22/12 M | 0 | 0% |
23/12 M | 2 | 1% |
24/12 G | 3 | 1.5% |
25/12 V | 2.8 | 1.4% |
26/12 S | -0.2 | -0.1% |
27/12 D | 0 | 0% |
28/12 L | -1.0 | -0.5% |
Riportando queste percentuali di contagi extra nel
grafico dei contagi extra
, si nota che, partendo dal giorno della riapertura
del Piemonte (che e' lo zero sulle ascisse), i contagi prodotti in piu' rimangono sempre intorno a zero fluttuando
entro un'ampiezza massima dell'1%
Questi contagi extra non possono crescere a lungo e percio' riteniamo che dopo 14 giorni ormai dovremmo essere molto
vicini al valore finale costante, che per ora ci sembra essere inferiore all' 1%.
I prossimi giorni ci permetteranno di definire sempre meglio questo livello massimo raggiunto dai contagi extra
che e' un dato fondamentale per poter capire se la riapertura delle attivita' commerciali in zona arancione puo' essere
mantenuta, estesa nel periodo natalizio oppure eliminata (tornando in zona rossa).
Per capire se un incremento inferiore all'1%, per esempio di 0.8%, dei contagi e' accettabile o no, possiamo
andare a valutare le implicazioni sanitarie, confrontandolo con il 10%, che era la percentuale dei contagi in Piemonte
quand'era al massimo, ai primi di novembre (quando e' iniziata la zona rossa in Piemonte).
La misura e' stata fatta da noi manualmente per l'urgenza di ottenere i primi risultati preliminari e dipende non poco
dalla correttezza della nostra previsione nel tracciare la curva rossa ipotetica, necessaria per avere i dati senza
riapertura del Piemonte (si sarebbe potuto fare molto meglio scrivendo un apposito software di "best fit" ai dati reali).
Nei limiti di precisione di questa misura fatta manualmente, possiamo tentare di valutare le conseguenze sanitarie,
dovute alla riapertura della zona arancione, che porta un ulteriore 0.8% di incremento nella percentuale attuale
dei contagi complessiva in Piemonte, che ora e' piccola (tra 1% e 2%), grazie alle chiusure effettuate, ultima
delle quali quella arancione: quindi a meta' dicembre (tempo di sviluppo della sindrome Covid-19), i ricoveri
ed i decessi potrebbero aumentare del 40% (2%+0.8%) in conseguenza della riapertura fatta il 29/11 della zona arancione.
Non sarebbe poco. E' troppo presto per trarre conclusioni, ma per focalizzare il problema, pensate che oggi i decessi
in Piemonte sono stati 67, corrispondenti alla percentuale di contagi di circa 20 giorni fa, quando era intorno al 5%.
Pertanto in proporzione, se siamo nel giusto, un incremento di +0.8% delle persone contagiate per l'apertura
della zona arancione, potrebbe causare 20 giorni dopo un incremento di circa 10 decessi al giorno in Piemonte
(analogamente per i ricoveri ospedalieri).
Il grafico che abbiamo ottenuto finora e' compatibile con un incremento dei contagi extra vicino allo zero ed aver assunto
il 0.8% nelle valutazioni precedenti va considerato solo un utile esercizio esemplificativo.
Una volta definito meglio, qualcuno dovra' decidere se quello che ne consegue e' un fardello sostenibile, a fronte dei
benefici per tutte le centinaia di migliaia di persone e famiglie piemontesi sconvolte dalla crisi.
Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per arrivare a poter giudicare.
Sicuramente i contagi extra andranno a stabilizzarsi ad un certo livello: sara' cruciale valutare poi l'entita' di questo
livello, che sara' stato determinato dal
fondo
degli asintomatici, per giudicare se l'esperimento della riapertura ha
prodotto un numero di nuovi contagi sopportabile oppure no.
Von il metodo da noi indicato si puo' ottenere la misura dell'incremento dei contagi, dovuto alla parziale riapertura
della zona arancione in Piemonte e valutarne la compatibilita' sanitaria.
Gli errori su queste misure sono anch'essi quantificabili dalle distribuzioni di piu' misure ripetute (cosa
che pero' non facciamo per semplicita' in questo lavoro esplorativo).
I dati su cui stiamo lavorando sono in percentuale delle persone esaminate; quindi se ipotizziamo che i comportamenti delle
persone sono simili in tutta Italia, allora i risultati ottenuti dal grafico del Piemonte, che arrivano una settimana prima,
potranno essere estesi anche a tutte le altre regioni e quindi possiamo prevedere con una settimana di anticipo anche gli
incrementi di contagi che avremo nel grafico dei dati di tutta Italia nei prossimi giorni, dato che la chiusura queste altre
regioni e' iniziata il 6/12.
Possiamo cosi' prevedere che, se nella prima settimana di zona arancione nel grafico del Piemonte avessimo
avuto un incremento giornaliero dei contagi fino al +0.8% allora con 9 regioni su 20 passate da zona rossa ad arancione, nel
prossimo grafico (quello di tutta Italia) dobbiamo aspettarci intorno al 14/12 un incremento di 9/20*0.8%, cioe' la
percentuali dei contagi dovrebbe aumentare dello 0.4% circa stabilmente in tutta Italia.
L'evidenza di questi contagi extra nel Piemonte per ora e' ancora preliminare, per cui potremo trarre le nostre
conclusioni solo dopo che si saranno stabilizzati.
Dal numero di contagi finale che calcoleremo poi dai dati dei prossimi giorni, potremo anche avere una buona indicazione
se e' fondata l'ipotesi di una forte limitazione dei contagi, dovuta ad un'estesa immunizzazione della popolazione
per l'avvicinamento all'immunita' di gregge.
Questa immunizzazione della popolazione potrebbe essere il motivo per il quale oggi in Germania hanno piu' decessi di quelli
attesi: avendo avuto meno infezioni in primavera e' possibile che oggi ci siano meno persone immunizzate in Germania.
Da queste misure del numero di contagi in piu', si puo' poi arrivare a valutare ed a prevedere il costo in
numero di ricoveri e decessi, dovuto alla riapertura ed alla relativa ripresa dell'economia. Non vorrei dirlo, ma quando
a novembre i contagi erano cosi' tanti da produrre in Italia una percentuale misurata del 18%, circa venti giorni dopo i
decessi giornalieri hanno sfiorato le 1000 unita'.
Questo permette di capire l'entita' del problema: quando ci sembra che una crescita di contagi in Italia
numericamente piccola come il 0.8% sia accettabile, dobbiamo pensare anche che potrebbe comportare un incremento di 44 decessi
al giorno.
Fin dove e' lecito spingersi per salvare milioni di lavoratori e le loro famiglie dalla fame? Questo e' il problema
ineludibile per i nostri governanti.
Noi stiamo lavorando per indicare come limitare al massimo la crescita dei contagi e quindi dei decessi.
Purtroppo questo e' il Covid-19. Non ci resta che prenderne atto e gestire al meglio la crisi, finche' saremo costretti a
conviverci.
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EFFETTO DELLA RIAPERTURA DEL PIEMONTE IN ZONA ARANCIONE:   (4 dicembre 2020)
Siccome il nuovo picco settimanale si colloca lungo l'andamento discendente delle guarigioni a 30 giorni, indicato dalla
linea rossa, possiamo concludere che la vistosa risalita dei contagi, aspettata per l'1/12 o 2/12, dovuta all'effetto
della riaperture di tutti i negozi con il passaggio del Piemonte da zona rossa ad arancione il 29/11 (indicato con la
freccia nel grafico), finora non c'e' stata!
E' una buona notizia perche' CI ASPETTAVAMO UN GRANDE INCREMENTO DEI CONTAGI CON IL PASSAGGIO ALLA ZONA
ARANCIONE, dopo aver visto in TV tutti gli affollamenti per lo shopping. Solo 15 giorni fa probabilmente avrebbero
prodotto un picco molto vistoso (il picco di oggi 4/12 e' quello settimanale, che in Piemonte c'e' sempre il giovedi'
o venerdi').
Riteniano che quest'assenza di una risalita, dovuta alla "zona arancione", possa derivare DALL'IMMUNITA' ORMAI
ACQUISITA DA COSI' TANTE PERSONE, in linea con la discesa generalizzata dei contagi in tutta Italia, da noi attribuita
al prossimo raggiungimento dell'
IMMUNITA' DI GREGGE.
Il fatto che il numero dei contagi in Piemonte sembrano per ora non aver risentito della riapertura delle attivita'
commerciali, puo' essere considerato un test valido per poter pensare di avviare altre aperture delle regioni ancora chiuse?
Ancora non posso affermarlo.
Siamo certi che i contagi poi riprenderanno a scendere nei prossimi giorni, fino al prossimo venerdi', con il procedere
delle guarigioni con la discesa a 30 giorni, fino ad arrivare al 2% o meno.
EFFETTO DELLA RIAPERTURA DI ALTRE 9 REGIONI:   (5 dicembre 2020)
Il test decisivo secondo noi ci sara' domani domenica 6/12, in cui ben 9 regioni cambiano colore:
Valle d'Aosta, Toscana, Campania, Abruzzo e provincia di Bolzano passano da rossa ad arancione ed Emilia-Romagna, Friuli-Venezia
Giulia, Puglia, Umbria e Marche da arancione a gialla.
Moltissime saranno le persone che entreranno in circolazione e le attivita' commerciali che riapriranno.
I virus vedranno aumentare di molto le loro possibilita' di entrare in contatto con esseri umani che, non essendo vaccinati,
se non saranno stati immunizzati da un precedente contatto con il virus (per la grande maggioranza dei casi in forma
asintomatica), potranno infettarsi andando ad aumentare notevolmente il numero dei contagiati nel nostro grafico di
tutta Italia (non in quello del Piemonte, che e' rimasto arancione).
I risultati del test probabilmente cominceranno ad arrivare a partire da martedi' 8/12.
Abbiamo detto che lo consideriamo un test perche', dall'entita' dell'incremento dei contagi conseguente, si
potra' valutare l'ammissibilita' dell'ipotesi da noi formulata di prossimita' alla condizione dell'immunita' di gregge
in Italia.
Non ci resta che aspettare.
ALTRE NOSTRE PREVISIONI:   (7 dicembre 2020)
Cosa prevediamo noi? Un incremento dei contagi, ma non molto elevato: sara' una misura di quante persone non sono
ancora immunizzate in Italia (l'arrivo all'immunita' di gregge sara' intorno a Natale, secondo noi).
Se anche quest'altra nostra previsione sara' confermata, cioe' se i contagi NON si impennassero, chi fosse ancora
scettico sul raggiungimento dell'immunita' di gregge, oltre a dover trovare una diversa spiegazione plausibile al
continuo calo dei contagi degli ultimi 20 giorni, dovra' anche spiegare come mai la riapertura di mezza Italia non abbia
fatto impennare la curva dei contagi (cosa dovrebbe essere cambiato nel virus, rispetto ad un mese fa?).
Invece se i contagi si impennassero, dovremmo essere noi a rivedere tutte le nostre valutazioni perche' vorrebbe
dire che le persone immunizzate non sono ancora cosi' numerose e che l'immunita di gregge forse e' ancora lontana (e
dovremmo trovare anche noi una diversa spiegazione al calo dei contagi degli ultimi 20 giorni).
Per sapere quanto si sta rischiando, si tenga presente che il livello dei contagi del 18% in Italia (quello di 20 giorni
fa) ha comportato un fardello enorme, di circa 1000 decessi al giorno!
Per gennaio poi, mentre tutti gli esperti fanno previsiono molto fosche, noi riteniamo che l'epidemia possa rimanere
abbastanza quiescente, finche' dura l'effetto dell'immunita' di gregge nella popolazione, A MENO CHE
l'aumento di contagiosita'
dovuto al freddo invernale non riesca a superare la barriera immunitaria acquisita dalla popolazione.
Infatti e' come una battaglia tra i virus, contenuti in quei "pacchetti" presenti nell'ambiente, che chiamano cariche
virali, e gli anticorpi contenuti nell'organismo della persona bersaglio. Se con il freddo le cariche virali aumentano
le sorti della battaglia potrebbero capovolgersi e potrebbe non bastare piu' l'immunita' fino a quel momento acquisita.
Noi non possiamo sapere cosa succedera' e credo che in realta' nessuno lo sappia, perche' il Sars-CoV-2 e' un virus nuovo.
Staremo a vedere ma per ora secondo noi la battaglia dovrebbe essere gia' vinta (contro le previsioni
di tutti!).
QUANDO CI SARA' LA TERZA ONDATA ?   (14 dicembre 2020)
I dati del Piemonte in estate sembrano essere crescenti: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre.
Questa crescita dei contagi nel periodo estivo potrebbe essere un indizio della diminuzione dell'immunizzazione
acquisita dalla popolazione infettata durante la prima ondata primaverile di Covid-19.
Questa crescita poi, con l'arrivo del freddo, e' sfociata nella seconda ondata dell'epidemia ad ottobre, con picco a
novembre.
Se e' giusto quello che pensiamo (altrimenti cos'altro potrebbe far salire i contagi con continuita' fino a settembre?),
allora a gennaio e febbraio l'epidemia rimarra' quiescente in forma endemica, perche' molti italiani sono immunizzati e
poi potrebbe esplodere con la terza ondata otto mesi dopo novembre, cioe' a giugno.
Questo perche' sono passati sette mesi dal picco della prima ondata ad aprile 2020 ed il picco della seconda ondata a
novembre 2020.
Questo e' il nostro RISULTATO: quando un'epidemia nasce, si diffonde finche' la maggior parte della
popolazione non e' stata infettata poi i contagi si riducono per l'immunizzazione acquisita dalla popolazione gia'
infettata e arrivano a zero quando si raggiunge la condizione chiamata "immunita' di gregge".
Possono verificarsi due casi:
- Gli anticorpi NON vengono smaltiti dall'organismo, allora l'immunita' acquisita e' permanente e l'epidemia si
conclude con un solo ciclo: e' il caso della pandemia "spagnola" di un secolo fa.
- Gli anticorpi vengono smaltiti dall'organismo in un tempo di T giorni, allora l'immunita' acquisita NON e'
permanente e l'epidemia dopo la conclusione del primo ciclo, si ripete con una seconda "ondata" dopo T giorni
e cosi' all'infinito se non si interviene con la vaccinazione: e' il caso dell'influenza Covid-19, che dovrebbe avere
un tempo di replicazione delle ondate successive di circa otto mesi (secondo la Monash University di Melbourne).
Questo rende il Covid-19 una pandemia ricorrente molto peggiore della "spagnola": se fosse scoppiata un
secolo fa, avrebbe seriamente decimato l'intera popolazione mondiale nel corso degli anni.
Questo fa capire meglio cos'e' il Covid-19: non un'influenza ma una polmonite virale incurabile, letale e molto
contagiosa, in grado di costituire una minaccia globale per tutto il genere umano.
Noi saremo fortunati, perche' il caldo estivo impedira' l'inizio della terza ondata a giugno, quando l'immunizzazione
naturale delle persone, infettate nella seconda ondata e poi guarite, sara' svanita lasciandoci vulnerabili all'infezione.
La terza ondata ripartirebbe ad ottobre, come nel 2020, ma per allora contiamo di essere stati tutti
vaccinati.
Durante l'estate i contagi di
fondo
(quelli degli asintomatici) torneranno a crescere come nel 2020 in Piemonte: 1% a luglio, 2% in agosto e 3% a settembre.
Ci sarebbero percio' tutte le condizioni favorevoli per l'inizio della terza ondata ad ottobre, come nel 2020.
Ma non ci sara', perche' le Autorita' sanitarie DEVONO riuscire a vaccinare la maggior parte della
popolazione entro l'estate.
Non dobbiamo ignorare pero' una
preoccupazione
legata all'efficacia dei vari gradi di immunita' acquisita dalle persone infettate e poi guarite soprattutto nel periodo
del freddo invernale, quando l'intensita' delle cariche virali presenti nell'ambiente aumenta e cosi' i rischi d'infezione.
SORPRESA: CI SONO DUE DIVERSE COMPONENTI NELLA DISCESA DEI CONTAGI     (30 novembre 2020)
Nella regione Piemonte, chiusa in "zona rossa" fino al 28/11 compreso ed in "zona arancione" dal 29/11 in poi, la causa
principale della diminuzione dei contagi secondo noi e' da attribuire alla progressiva guarigione delle persone infette.
E' allora degna della massima attenzione la presenza di due diverse componenti nella riduzione temporale
dei contagi, che emerge dal grafico (vedi linee viola e verde):
- Una componente rapida che produce la discesa dai picchi con una velocita' di dimezzamento dei contagi di 3 giorni,
cioe' a zero in 6 giorni, come indicato dalla LINEA VIOLA (nel grafico basta contare i punti, perche'
ce n'e'uno ogni giorno). Questa e' la stessa componente presente anche nella discesa da tutti i picchi presenti nel
grafico dei contagi di tutta
Italia
(piu' avanti), con la stessa velocita' di discesa e da noi discussa
QUI'
.
- Una seconda componente piu' lenta, che continua a far decrescere la curva con una velocita' di dimezzamento dei contagi
di 15 giorni, cioe' a zero in 30 giorni, come indicato dalla LINEA VERDE (nel grafico basta contare i
punti, perche' ce n'e'uno ogni giorno).
Approfondiremo sicuramente sempre piu' questa osservazione perche' ci sembra molto importante.
Per iniziare, riteniamo di poter fornire le due spiegazioni seguenti:
- La spiegazione, su cui ci soffermeremo piu'
avanti
, per la componente rapida (tempo di guarigione di 6 giorni, vedi linea viola) dovrebbe essere relativa alla
guarigione di persone infettate da asintomatici con cariche virali deboli. Le diminuzioni dei contagi misurate le attribuiamo
sempre a guarigioni perche', per quanto ne sappiamo noi, da un giorno all'altro i contagi misurati possono diminuire
lecitamente solo per le guarigioni od i decessi, che sono pero' molti meno delle guarigioni (in prima approssimazione
possiamo trascurarli).
In questi casi e' verosimile che diventino rapidamente negative al test (in soli 6 giorni), perche' hanno gli anticorpi che
riescono a prevalere sull'infezione. Ci potrebbero essere anche infezioni di persone con anticorpi, perche' gia' infettate
e poi guarite, ma non abbiamo elementi sufficienti per poter ritenere che siano prevalenti.
- La spiegazione per la componente piu' lenta (tempo di guarigione di 30 giorni, vedi linea verde) dovrebbe
essere relativa alla guarigione di persone infettate e non dotate di anticorpi sufficienti ad impedire l'estendersi
dell'infezione. In questi casi, siccome l'infezione puo' estendersi, la guarigione e' piu' lenta.
I 30 giorni corrispondono al tempo di guarigione dei malati di Covid-19 (cioe' con sintomi), come appreso dagli ospedali ed
anche ai tempi di guarigione di personaggi famosi, come appreso dalla TV.
Quando si producono dei contagi extra (picchi), con qualche evento che comporti assembramenti di persone, possiamo
supporre che ci siano entrambi i tipi di contagi (delle due componenti), ma mentre vediamo bene nel picco il contributo
della componente a guarigione rapida non riusciamo a vedere il contributo dell'altra componente a guarigione lenta.
Infatti nell'ultimo grafico vediamo che i contributi dei picchi ad un eventuale innalzamento della LINEA ROSSA sono nulli
(scemati dopo 6 giorni) e la linea rossa continua cosi' a rimanere sempre aderente all'andamento di base della curva,
che e' quello che unisce le basi dei picchi.
E' questo un risultato prevedibile, perche' in una regione chiusa si viene in contatto solo con infetti asintomatici, che
rilasciano cariche virali meno intense, per cui chi viene infettato, se non e' immuno-depresso, si infetta e diventa
positivo al test ma poi la sua normale reazione immunitaria riesce a debellare il virus in tempi di guarigione brevi
(6 giorni).
E' cosi' naturale che nei picchi vengano a mancare le infezioni con tempo di guarigione di 30 giorni.
Per questo motivo la linea rossa disegnata nell'ultimo grafico, che dovrebbe rappresentare l'andamento della curva in
presenza della sola componente di guarigione lenta, non mostra alcun ulteriore apporto alla componente lenta
dovuto alla presenza dei picchi.
Questo dovrebbe significare, in una regione chiusa in cui le persone infette che circolano sono tutte asintomatiche,
che in occasione di questi assembramenti i contagi possibili siano solo quelli a componente di guarigione
rapida (6 giorni), essendo relativi a persone gia' parzialmente immunizzate da un precedente contagio o
perche' sono causati da cariche virali deboli, diffuse da persone asintomatiche, che risultano visibili al
test subito dopo il contagio ma che poi guariscono rapidamente per la reazione immunitaria della persona infettata,
che riesce ad avere la meglio sul virus, diventando cosi' negativa al test in 6 giorni (vedi tratto discendente del
picco).
Questa sarebbe una dimostrazione sperimentale di quella che noi abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici,
cioe' della capacita' del virus Sars-CoV-2 di mantenersi in attivita' in forma endemica ed invisibile anche quando
l'epidemia di Covid-19 si e' estinta.
La presenza della componente lenta (6 giorni) riveste una grande
importanza
anche per il suo ruolo nell'avvicinamento dell'
immunita' di gregge.
Anche se e' un fatto meno importante, ancora non capiamo quali possano essere gli eventi che provocano questi picchi di
contagi nei dati del Piemonte, che avvengano il venerdi', quando nei dati del resto d'Italia compare lo stesso andamento
con la presenza di picchi a periodicita' settimanale ma sempre di lunedi', in accordo con l'ipotesi che la causa
piu' probabile dell'incremento dei contagi possa essere la maggiore circolazione delle persone nel fine settimana.
Nel grafico e' riportato in viola, a sinistra, l'andamento originario della discesa dei contagi, dall'inizio della chiusura
del Piemonte in "zona rossa", dovuta alle guarigioni dei tanti asintomatici, che riducono il numero delle persone
infette e quindi positive al test con tampone, dopo aver fermato in gran parte la crescita dei contagi con la
chiusura (che e' stata fatta proprio per questo). Che gli asintomatici dopo un periodo di tempo, che abbiamo stimato in
6 giorni circa in media, debbano guarire e' certo altrimenti, se restassero tutti cronici, ne dovremmo trovare molti di piu'.
Durante la chiusura, ci sono tre picchi nella curva, dovuti ad un notevole incremento dei contagi, che non
avrebbe dovuto esserci (perche' la regione era chiusa). Questi contagi hanno portato in alto e di molto i punti
della curva, generando i due picchi che ora stanno diventando tre.
Ognuno di questi tre picchi, che sembrano verificarsi con cadenza settimanale ma non legata al fine settimana perche'
avvengono di venerdi', e' conseguenza di una falla nella chiusura della regione Piemonte (ci sono solo i dati di quella
regione nel grafico), che ha prodotto gli incrementi di contagi registrati nei picchi.
Se la regione rimane chiusa sono sicuramente eventi transitori, per cui la discesa della curva, che e' dovuta agli infetti
che vengono a mancare perche' guariscono, riprendera' come previsto, al termine del picco, come indica la linea viola a
destra, che mostra l'andamento imposto dalla presenza della componente rapida delle guarigioni.
Questo andamento risultera' spostato a destra nel grafico del numero di giorni, che si possono valutare contando i punti
(perche' ce n'e' uno ogni giorno), che e' il tempo perso nella chiusura del Piemonte a causa di questi contagi "clandestini",
creati certamente da molti irresponsabili e risultanti nei dati con questi tre picchi.
Questo significa che, dopo le violazioni delle prescrizioni che hanno generato tutti questi contagi documentati dai
picchi, il Piemonte dovra' restare chiuso almeno due settimane in piu', per ottenere gli stessi benefici dalla
chiusura in termini di riduzione dei contagi.
Nel seguito discuteremo questi picchi nei dati, cercando di indagare l'origine di uno di questi picchi, che abbiamo
chiamato "festaiolo", per l'importanza dei loro gravi danni creati (sanitari, economici e sociali), che crediamo
possano essere dovuti ad eventi allegri di festa in Piemonte!
Nel
grafico
della percentuale dei contagi si vede la vistosa discesa del 50% in soli 3 giorni dei contagi prodotti dai
provvedimenti di chiusura soltanto della regione Piemonte, che contribuisce con il 13% ai tamponi del grafico
seguente, relativo ai contagi di tutta l'Italia (infatti al picco del 6/11 i contagi erano 4878 in
Piemonte
e 37809 in
Italia
).
Questa decrescita sarebbe continuata come indicato dal tratto viola a sinistra, se non ci fosse stato il contributo
"festaiolo" ai contagi che ha provocato il picco ben visibile e corrispondente a moltissimi contagi e danni,
che cercheremo tra poco di calcolare dai dati nel grafico.
L'ultimo punto a destra, che e' quello di oggi, mostra assestarsi su un terzo picco di cui non conosciamo la causa.
Comunque la decrescita e' destinata a continuare
VERSO ZERO
o quasi, come indicato dall'altro tratto rosso a destra.
Il terzo picco e' piu' piccolo degli altri due, perche' sta procedendo la decrescita della componente piu' "lenta" delle
guarigioni (quella in 30 giorni). La discesa della curva e' destinata a riprendere nei prossimi giorni come indica la
linea rossa (perche' le guarigioni delle persone infette conteggiate nel grafico continuano).
Questa discesa non arrivera' a zero ma si fermera' prima perche' rimarra' il contributo degli asintomatici cronici, che
non guariscono (e che non so ancora quanti sono) e dei nuovi asintomatici (circa il 3%, come erano ai primi di ottobre)
contagiati dagli stessi asintomatici non ancora guariti.
La pendenza della curva in questa discesa e' determinata quindi dalla velocita' di guarigione degli asintomatici e percio'
dovrebbe arrivare vicino a
zero
con la pendenza di discesa indicata, se la chiusura e' rispettata.
La discesa della curva del Piemonte continuerebbe fino a
zero
(come indicato dalla linea rossa), se non ci fossero i contagi clandestini che sfuggono ai controlli ed un certo numero
(che non so ancora quantificare) di asintomatici cronici, che non guariscono e sono sempre positivi e qualche asintomatico
contagiato dagli altri asintomatici ("epidemia degli asintomatici") entro circa il 3% del totale dei piemontesi.
UNA CURIOSITA' SULLA VARIANTE INGLESE DEL VIRUS: (20-21 dicembre 2020)
La proprieta' del virus Sars-CoV-2 da noi evidenziata nei dati, di sparire dall'organismo di una persona infettata (quindi
con tampone positivo), rendendola negativa al test dopo solo 6 giorni invece di 30, puo' aumentare fino ad un fattore 5
il numero dei contagi per unita' di tempo (dipende dal miscuglio delle 2 "componenti" a 6 e 30 giorni nella popolazione virale o
nelle modalita' del contagio, piu' o meno profondo).
La curiosita' di cui vogliamo parlare risiede nel fatto che questo aumento della velocita' di contagio di un fattore 5, potrebbe
anche apparire, a chi non sa della presenza delle 2 componenti della velocita' di guarigione, come la presenza di una variante
del virus piu' contagiosa.
Una variante di questo tipo e' stata scoperta dagli scienziati britannici.
Solo per gioco, perche' sembra che a Roma si sia identificato un caso di questa variante inglese, sequenziando l'RNA
(quindi esiste veramente una variante del Sars-CoV-2), facciamo un confronto in base a quello che abbiamo appreso dalla TV.
Tanti particolari sembrano essere sorprendentemente simili (quelli della componente rapida del virus italiano noi li
abbiamo
ipotizzati il 30/11
):
VARIANTE INGLESE DEL VIRUS     COMPONENTE RAPIDA DEL VIRUS ITALIANO
Si diffonde piu' velocemente             Si diffonde 5 volte piu' velocemente: infatti e' prevalente nei
picchi del
grafico
Produce piu' contagi                           Si, ne produce 5 volte di piu':
e' all'origine dei picchi di contagi in piu' nel
grafico
Contagi piu' facili                              
L'infezione non e' profonda (spiegata
QUI'
) per cui ci sono piu' virus nel naso
E' meno letale                                    
E' meno letale perche' l'infezione non e' profonda, se la guarigione e' in 6 giorni.
Le guarigioni della componente rapida del virus italiano si vedono bene nella velocita' di discesa dai picchi (si dimezzano
in 3 giorni) presenti sia nella curva dei contagi sul
grafico del Piemonte
che sul
grafico di tutta Italia.
Tutto cio' e' uno stimolo per approfondire lo studio sul significato delle due componenti della velocita' di guarigione che
abbiamo messo in evidenza in questo lavoro.
Siccome dal nostro studio di questa componente di guarigione rapida era emerso che fosse legata ad infezioni meno profonde
caratteristiche degli asintomatici, la nostra prima impressione e' che ci si complichera' il problema degli asintomatici,
che sono quelli che assicurano la permanenza a lungo termine del virus come endemico e la ripartenza delle ondate successive
dell'epidemia.
Il nostro approccio ci sembra quello giusto: studiare come funziona il virus dalle sue manifestazioni macroscopiche, cioe'
dalle curve dei contagi nel loro dettaglio.
LA SECONDA ONDATA DELL'EPIDEMIA IN PIEMONTE   (22 dicembre 2020)
Le due curve dei contagi da noi studiate presentano sempre un picco ogni 7 giorni: nel Piemonte tutti i
venerdi'
, in Italia tutti i
lunedi'.
La salita e' molto rapida e la discesa avviene con tempo di dimezzamento di 3 giorni (in 6 giorni a zero).
Esaminando l'andamento dei contagi nel Piemonte in un arco temporale che va dal 10/9 al 20/12 si puo' vedere l'intera
seconda ondata dell'epidemia.
L'abbiamo riportata nel grafico seguente, dove abbiamo evidenziato con dei triangoli le punte dei picchi che compaiono
mantenendo sempre una periodicita' abbastanza regolare ed un'ampiezza sempre molto rilevante.
Nel grafico abbiamo anche segnato delle linee per guidare l'occhio ed evidenziare l'andamento medio della curva: verde
per il "fondo degli asintomatici", viola per la salita esponenziale della seconda ondata, rossa durante la "zona
rossa" del Piemonte (dal 5/11) e arancione durante la "zona arancione" (dal 29/11 fino al 20/12).
Quello che diciamo ora e' la nostra interpretazione dei dati, come appaiono nella curva dei contagi del Piemonte.
Sorprende a prima vista l'assenza di un sia pur minimo effetto di decrescita dei contagi, dovuto alle due chiusure, rossa ed
arancione, indicate con una freccia colorata nel grafico seguente. Sembrerebbe un'anomalia nei dati perche' le chiusure
indubbiamente sfavoriscono i contagi e dovrebbero quindi produrre un'accentuazione nella discesa della curva, ma questo
effetto non si vede.
Se i dati riportati sono reali, le due chiusure (rossa ed arancione) ben indicate nel grafico, con i loro pur
rilevanti costi, sembrano essere state INUTILI, non avendo avuto alcun effetto sull'andamento dei contagi
(si vede anche semplicemente guardando il grafico, senza bisogno di calcoli), che e' proseguito nella sua normale
decrescita, governata secondo noi dalla progressiva diminuzione del numero delle persone infettabili, perche' immunizzate
da una precedente infezione.
La spiegazione e' una sola: quando le persone contagiabili non ci sono o ce ne sono poche e' inutile chiudere
le attivita' economiche per tenere le persone distanti. L'effetto risulta trascurabile (ma i costi no).
Il risultato sarebbe stato MOLTO diverso se la chiusura fosse stata fatta quando l'epidemia era in fase crescente perche'
allora di persone infettabili ce n'erano molte ed il distanziamento prodotto dalla chiusura avrebbe impedito alla curva dei
contagi di salire cosi' tanto, risparmiando molte vite umane. Ma cosi' non e' stato purtroppo.
Probabilmente e' accaduto che, quando dopo 20 giorni dall'inizio della salita dei contagi i decessi sono cominciati a
salire troppo, i governanti si sono allarmati ed hanno imposto la zona rossa: ma ormai era troppo tardi, perche'
gli immunizzati erano diventati cosi' tanti che la curva aveva iniziato la discesa e cosi' la zona rossa non e' servita
a nulla.
Questa e' una lezione da imparare per il futuro, perche' vale sempre, per ogni regione.
Questo grafico e' utilissimo per i nostri governanti, perche' mostra loro l'evoluzione temporale standard dell'epidemia di
Covid-19.
Quando l'epidemia inizia, sale rapidamente ed e' questo il momento in cui si otterrebbe il massimo risultato dalle
restrizioni delle attivita'.
Dopo 30 giorni arriva al massimo poi non sale piu', perche' le persone infettate ed asintomatiche guariscono in 30 giorni e
quindi si accumulano sempre piu' durante la crescita della curva ed essendo ormai immunizzate, i virus hanno sempre piu'
difficolta' a trovare nuovi umani infettabili.
Conseguentemente la curva raggiunge il massimo e poi inizia a scendere.
La discesa dura per 30 giorni ed essendo motivata dalla scarsita' di persone infettabili, una chiusura, per esempio in zona
rossa, in questa fase raccoglie meno risultati che non se fosse stata fatta durante la fase di salita iniziale. A conferma di
cio' si puo' osservare nel grafico come la discesa risenta molto poco dell'inizio della zona rossa, ben
indicata con una freccia rossa nel grafico. Ovviamente risente ancora meno della zona arancione.
Secondo noi la discesa della curva e' ascrivibile al progressivo aumento delle persone non piu' infettabili perche'
IMMUNIZZATE da una precedente infezione asintomatica. Infatti la discesa della curva, indicata dalla linea viola,
era gia' chiaramente presente 10 giorni prima dell'inizio della zona rossa, indicata nel grafico con una freccia rossa.
Gli insegnamenti che se ne possono trarre sono i seguenti:
- Le chiusure o lockdown vanno fatti nella prima fase dell'epidemia, quando i contagi stanno salendo. Non bisogna attendere
che i contagi siano diventati molti: se si fanno prima il picco sara' poi piu' basso ed i decessi meno. Farle nella fase
finale, quando la curva sta scendendo, come ora, e' poco utile (ma il costo e' alto lo stesso!).
- Dopo due mesi quando l'ondata epidemica e' finita rimane un'alta percentuale di persone immunizzate: non so quantificarle,
probabilmente intorno al 70%. Credo che se ne debba tenere conto nella programmazione delle vaccinazioni: sono tutte persone
gia' ben vaccinate, perche' credo che il Sars-CoV-2 produca anticorpi molto meglio del vaccino.
Si potrebbe iniziare a fare un buon uso di queste informazioni da subito, visto che siamo in periodo di chiusure
natalizie, molto onerose sia sul piano sociale che economico. (P.S. Speriamo di esserci sbagliati, perche' la zona rossa
di Natale e' stata ormai decisa!)
Non vogliamo commentare con il senno del poi l'effetto delle chiusure delle attivita' economiche, gia' discusso dopo la
riapertura del Piemonte in zona arancione.
Un errore facile a commettersi e' quello di ordinare la chiusura in "zona rossa" quando si vede che il numero di decessi
sta crescendo molto: e' allora gia' troppo tardi. Se non si tiene conto che i decessi si riferiscono ai contagi in crescita di
circa 20 GIORNI PRIMA, si chiudono tutte le attivita' economiche quando ormai la curva e' in discesa,
com'e' accaduto nel caso del Piemonte (vedi la freccia rossa nel grafico) e si raccolgono allora scarsi risultati nella
riduzione dei contagi, come si puo' vedere nel grafico.
Ora pero' che si sa meglio come funziona l'epidemia, possiamo far capire a tutti come ottimizzare gli interventi di
contenimento, che era uno degli scopi che ci eravamo prefissi in questo lavoro.
Concludiamo con un quesito: se la nostra comprensione dell'epidemia e' corretta, i piemontesi vanno vaccinati ugualmente tutti
ed al piu' presto oppure e' meglio vaccinarli dopo? E cosi' anche per tutti gli abitanti delle altre regioni (N.B. le persone
immunizzate sono facilmente riconoscibili con un test sierologico rapido). Finora non ne sta parlando nessuno!
Parliamo ora dei picchi presenti nei grafici. Non crediamo che possano essere il risultato di anomalie nella raccolta
e gestione dei dati.
Allora cerchiamo di capire cosa puo' provocare questo strano fenomeno dei
picchi periodici
, procedendo per
tentativi.
PRIMA IPOTESI: E' quella assunta fin dall'inizio di questo lavoro: assumendo che i test con tampone siano in grado di
discriminare perfettamente le persone infette da quelle sane e che i dati dei test positivi forniti corrispondano al numero
vero di persone infette, abbiamo interpretato la salita della curva come un aumento delle persone infette e la discesa
della curva come diminuzione prodotta dalle guarigioni in corso delle persone infette. Dai picchi abbiamo cosi' dedotto
la presenza di due diverse velocita' di guarigione in 6 e 30 giorni, che ha portato a varie conseguenze.
SECONDA IPOTESI (VARIANTE INGLESE): Se fosse vero che la presenza della variante inglese del virus esiste da mesi
senza che ci sia stato mai comunicato, i picchi che vediamo nei nostri grafici potrebbero anche essere manifestazioni
della presenza di questa variante GB del virus, perche' le sue caratteristiche (sopra elencate) ci sono tutte.
Pero' dovrebbe essere stata presente in Piemonte gia' dai primi di settembre, perche' gia' allora si vedono dei picchi nel grafico
precedente (segnati con dei triangoli).
Ma potrebbe anche essere una variante italiana invece che inglese, visto che da noi non vengono ricercate.
Rimarrebbe poi ancora da spiegare il mistero della periodicita' settimanale dei picchi, ma prima o poi capiremo anche quello.
SECONDA IPOTESI (VARIANTE ITALIANA) Un'ipotesi che ci piace moltissimo e' la seguente: siccome gli italiani non
l'hanno mai cercata ancora, come esiste la variante inglese del virus, potrebbe anche esistere una variante italiana con
caratteristiche simili a quella
inglese.
Quest'altro virus sarebbe mescolato al Sars-CoV-2 ed avrebbe uno sviluppo della sua epidemia analogo e sovrapposto a quello
che appare nel
grafico completo
del Piemonte.
In questo grafico si vede che il Sars-CoV-2 (che ha un tempo di guarigione medio di 30 giorni) fa crescere la curva
dell'epidemia in 10 giorni per arrivare al picco e poi decresce a zero nei 20 giorni successivi.
Poi non ricompare in quella popolazione finche' le persone non smaltiscono gli anticorpi che hanno accumulato e che
hanno provocato la discesa della curva.
Ora supponiamo che la variante italiana del virus abbia un tempo di guarigione di 6 giorni invece di 30: cosa dobbiamo
aspettarci?
Trattandosi di due virus "cugini" sono sicuro che la sua epidemia avrebbe un decorso analogo, con parametri pero' 5 volte
inferiori (come il tempo di guarigione che e' 5 volte piu' veloce, di 6 giorni contro i 30 del Sars-CoV-2): quindi con una
salita in 2 giorni (invece di 10) per arrivare al picco ed una discesa in 4 giorni (invece di 20) per andare a zero ed una
ripartenza dopo 7 giorni, quando nella popolazione sono tutti guariti (questa variante lascerebbe un'immunita' di 6 giorni
soltanto): un picco con i giorni numerati e' stato evidenziato nel
grafico del Piemonte.
Avremmo quindi nella rivelazione dei contagi complessivi dell'epidemia, una sequenza di picchi distanziati di 7 giorni l'uno
dall'altro con salita in 2 giorni e discesa di 4 giorni, proprio esattamente, come quelli che potete vedere
con i giorni numerati evidenziato nel
grafico del Piemonte.
Cosi' abbiamo risolto anche il MISTERO dei PICCHI con PERIODICITA' SETTIMANALE, che non e' legata ad un
particolare giorno della settimana ma a quello in cui l'epidemia e' iniziata (per questo puo' essere diverso nelle varie
regioni).
Rimane solo da capire cosa faccia decrescere i contagi di questi picchi, per generare un ciclo di soli 6 giorni. Anche in
questo caso, ma in tempi 5 volte piu' brevi, dovrebbe crearsi una forma di immunita' che fa estinguere la micro-epidemia
costituita dal picco.
Questa immunita' pero' deve poi dissolversi in tempi brevi (meno di un mese), perche' altrimenti anche questo virus con
il tempo vedrebbe assottigliarsi il numero di nuove persone infettabili, mentre invece sembra che dopo due mesi sia ancora
in grado di continuare i suoi cicli di sviluppo (i picchi) con la stessa intensita'.
Questo ci sembra possibile, per cui consideriamo ammissibile questa ipotesi dell'esistenza di un nuovo virus. E' solo
un'ipotesi, affascinante come risultato della ricerca ma terrificante per le sue conseguenze possibili, se fosse vera.
Sembra tutto troppo perfetto per non essere vero. Ora pero' bisogna vederlo questo nuovo virus,
distinguendolo nei test dal Sars-CoV-2 e sequenziarne l'RNA, una volta trovato.
Non e' fantastica la ricerca deduttiva dei fisici ? ---> Prima si scopre e poi si trova il riscontro sperimentale (sapendo
cosa andare a cercare)!
TERZA IPOTESI E SIGNIFICATIVITA' DEI DATI: I picchi potrebbero anche NON essere reali, ma essere creati
indebitamente dalla limitata sensibilita' del test con il tampone.
Mi spiego meglio: gli asintomatici hanno cosi' pochi virus che talvolta possono risultare positivi al tampone, altre volte no.
Se cosi' fosse i punti dei grafici potrebbero salire di piu', anche formando picchi, quando si verifica una
condizione che aumenti i virus nel naso (magari per il freddo preso la domenica sera) e poi scendere negli altri
giorni, non perche' quella persona e' guarita ma perche' la sensibilita' del test non riesce piu' a rilevare i virus.
Cosi' i picchi potrebbero non essere reali, cioe' relativi ad infezioni e GUARIGIONI perche' le discese potrebbero
essere affette da false letture negative su persone infette (asintomatiche), dovute alla insufficiente sensibilita' del
campionamento con il tampone.
Il fenomeno potrebbe essere vistoso perche' la maggior parte delle persone esaminate sono asintomatiche (circa il 95% dei
positivi) e potrebbero restare tali per 30 giorni, che e' il tempo necessario agli anticorpi per svilupparsi ed eliminare
tutti i virus dall'organismo.
Gli asintomatici potrebbero apparire infetti in alcuni giorni della settimana (sempre gli stessi per qualche motivo da
scoprire) e falsamente sani negli altri, perche' il tampone potrebbe aver fallito nel prelevare i virus dal naso (gli
asintomatici hanno pochi virus).
Questi tamponi darebbero l'informazione che la persona e' sana mentre invece e' infetta ed asintomatica. Se cosi' fosse
sarebbe un bel guaio perche' bisognerebbe calcolare quanti sono questi casi e correggere l'intero insieme dei dati dei
tamponi misurati.
Sarebbe come se in molti asintomatici, che hanno pochi virus in corpo, ogni sette giorni (in seguito al clima o alle
abitudini settimanali della popolazione, per esempio movide con infreddatura notturna), avvenisse un'eruzione
temporanea dei virus nelle prime vie respiratorie, dove viene applicato il tampone, con successiva regressione lenta
(in 6 giorni) causata dalle difese immunitarie.
La periodicita' settimanale sarebbe cosi' degli umani e non dei virus che, in un giorno su sette, sempre lo stesso giorno
(per esempio il lunedi', dopo le ferie domenicali), affollerebbero le prime vie respiratorie per poi regredire, in seguito alla
reazione immunitaria.
Cosi', durante l'infezione, per esempio ogni lunedi', i virus sarebbero piu' numerosi nelle prime vie respiratorie (con
contagiosita' piu' alta), proprio quando viene applicato il tampone, che risulterebbe cosi' positivo; poi nei giorni
successivi i virus nel naso si ridurrebbero progressivamente di numero (in 6 giorni), scendendo sotto la soglia minima
rilevabile dal tampone e fornendo cosi' una risposta negativa all'eventuale test.
Questo processo ipotizzato simulerebbe delle guarigioni rapide in 6 giorni, che noi abbiamo sempre considerato come
vere, ma che in realta' non lo sarebbero. Per escluderlo bisognerebbe sottoporre a test ripetuti per un mese una stessa
persona che si sa essere asintomatica e validare cosi' il test.
Ci auguriamo vivamente che cosi' non sia perche', se questa ipotesi trovasse riscontro, verrebbero meno, non solo molte
conclusioni del nostro lavoro, ma anche quelle di tutti coloro che hanno usato con fiducia i dati sui contagi pubblicati
dal Ministero della Salute, credendo che fossero quello che dovevano essere: i numeri delle persone infette e non infette.
Le principali nostre conclusioni da riconsiderare sarebbero:
- La nostra interpretazione delle due componenti di guarigione a 6 e 30 giorni (perche' quella a 6 giorni non sarebbe
piu' una guarigione).
- La nostra conclusione di una quintuplicazione del numero dei contagi, perche' sarebbe sempre lo stesso asintomatico
a presentarsi come un nuovo contagiato ogni 7 giorni.
- Le nostre previsioni sul numero di persone immunizzate e sulla prossimita' all'immunita' di gregge.
A supporto di cio' potrebbe valere l'informazione che con la nuova variante del virus in Gran Gretagna i contagi sono raddoppiati
in una sola settimana (sono quindi ancora lontani dall'immunita' di gregge).
Le altre nostre conclusioni, come quella dell'assenza di incremento di contagi dopo la riapertura del Piemonte, da zona rossa ad
arancione, rimarrebbero valide (i contagi, che si sarebbero dovuti vedere, non ci sono stati).
Rimarrebbe da capire il problema della periodicita' ovvero come sia possibile che i virus dispongano di un orologio interno che li
renda capaci di funzionamenti regolari su base settimanale. Per la risposta a questo quesito forse potrebbero essere utili le
competenze dei virologi o dei un genetisti.
Francamente questa terza ipotesi ci pare molto fantasiosa e quindi poco realistica ma va considerata lo stesso
seriamente per le sue potenziali ripercussioni: si renderebbe necessario procedere ad una correzione di tutti i dati dei test
fatti con tamponi e pubblicati nei Bollettini giornalieri per la presenza di piu' "nuove infezioni" false che si
riferirebbero sempre ad una stessa persona asintomatica.
Se questo problema esistesse riguarderebbe anche chiunque abbia usato, per qualsiasi scopo, i dati dei contagi forniti dal
Ministero della Salute. Ancora una volta gli asintomatici si rivelerebbero essere un problema niente affatto trascurabile.
Noi stiamo continuando a studiare questo problema dei picchi, che potrebbe anche aiutarci a fugare definitivamente ogni sospetto
sulla reale significativita' dei dati, creata da questa nostra "terza ipotesi".
  STUDIO DELL'ANDAMENTO TEMPORALE DEI CONTAGI IN TUTTA ITALIA  
I grafici seguenti mostrano la storia della percentuale dei contagi di tutta Italia mostrati in
tabella
:
---------- CURVA DEI CONTAGI DI TUTTA ITALIA ----------
Il grafico seguente contiene un punto ogni giorno e l'ultimo a destra e' quello di oggi.
Il grafico mostra l'andamento della percentuale dei contagi di tutta Italia ad oggi, mostrati in
tabella
ed e' la somma dei grafici di tutte le regioni d'Italia, comprese le Province autonome, come da noi
controllato
.
Clic su questo link per tornare ai
grafici del Piemonte
.
Il primo grafico riporta tutti i dati dall'8/10 in poi, cosi' come sono forniti.
SCORPORO DEL NUOVO VIRUS DAI DATI:   (1 Gennaio 2021)
Il grafico seguente evidenzia il contributo del virus Sars-CoV-2 (linea viola) da quello del nuovo virus (linea rossa).
Dalle differenze tra le due linee (rossa-viola) in corrispondenza dei picchi, possiamo dedurre l'andamento
dei contagi del solo nuovo virus.
La situazione non ci era chiara ed abbiamo sospettato che il picco N.12 del
grafico di tutta Italia
che mostra un'impennata che il 27/12 ne ha raddoppiato l'ampiezza, fosse un dato errato.
Infatti eliminando quell'unico punto dai dati (l'avevamo indicato con un punto interrogativo), l'analisi che stiamo
facendo portava a concludere che fino al 30/12 le ampiezze dei picchi del nuovo virus si mantengono costanti.
I dati dei giorni successivi pero' hanno confermato incrementi imprevisti nei dati, che ci hanno indotto ad ipotizzare
una ricrescita dei contagi da Sars-CoV-2, dovuta a focolai di contagi conseguenti agli assembramenti avvenuti durante la
corsa agli acquisti natalizi di quei giorni (in zona arancione).
Allora abbiamo disegnato la curva viola a rappresentare la ricrescita dei contagi del virus Sars-CoV-2 ed abbiamo potuto
procedere allo scorporo dei dati del nuovo virus, calcolando la differenza tra la linea rossa e quella viola.
Queste differenze, che rappresentano le ampiezze dei picchi del nuovo virus, sono state riportate nel terzo
grafico, piu' piccolo, dove si puo' notare che le ampiezze dei picchi del NUOVO VIRUS sono abbastanza
COSTANTI nel tempo e che:
- non risentono della presenza dei virus Sars-CoV-2, perche' si mantengono sempre intorno
al livello di 4.1%
di media (linea rossa), sia durante il massimo della seconda ondata che alla fine, quando l'epidemia di Sars-CoV-2 si
e' esaurita;
- sembra che non risentano delle restrizioni imposte dalle zone rosse o arancioni, perche' non solo i picchi
del nuovo virus non sono aumentati dopo che si sono verificati i numerosi assembramenti per gli acquisti di
Natale (gli incrementi sono stati attribuiti a focolai del Sars-CoV-2) ma neppure in tutti i due mesi precedenti,
in cui ci sono state varie zone rosse nelle varie regioni d'Italia.
Queste conclusioni sono ancora preliminari perche' basate su pochi dati ma, se saranno confermate nei prossimi giorni,
sono destinate ad incidere sul tipo di restrizioni da imporre ai cittadini per la prevenzione, quando la minaccia alla
salute dipende prevalentemente dal nuovo virus.
Il virus Sars-CoV-2, secondo noi, dovrebbe restare quiescente per i prossimi 6 mesi per l'immunita' acquisita, a parte
l'insorgenza di eventuali focolai di Sars-CoV-2 sempre possibili per quel 30% circa di persone che non sono state
immunizzate perche' non infettate, neanche asintomaticamente, durante la seconda ondata dell'epidemia.
Clic per leggere gli altri commenti sul dato di
OGGI
.
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
Entrambe le nostre precedenti
previsioni
del 29/11 sono state confermate, a sostegno della validita' della nostra comprensione del fenomeno, che stiamo
studiando e descrivendo in questo lavoro.
Come testimonianza della capacita' previsionale del modello di epidemia che abbiamo ricavato dai dati, riportiamo qui'
una sequenza temporale dei commenti agli ultimi dati sui contagi, tra cui il commento di quello di
OGGI
(clic per andarci).
- 30 novembre: Il dato di lunedi' 30/11, ha confermato la nostra prima previsione fatta il 29/11 ed
ancora scritta qui' sotto: essendo ieri un lunedi', questo dato doveva "salire un po'" per raggiungere il picco del lunedi' e
lo ha fatto.
- 1 dicembre: Il dato di martedi' 01/12, ha confermato la nostra seconda previsione fatta il 29/11, in
base alla quale il dato di oggi sarebbe dovuto scendere, come e' accaduto in tutti i martedi' precedenti ed anche questo lo
ha fatto!
- 2-3 dicembre: I dati di mercoledi' 2/12 e giovedi' 3/12 seguono normalmente la discesa dal picco N.8, dovuta al
progredire delle guarigioni delle persone infette (positive al tampone), e ci annuncia che ormai stiamo per raggiungere
l'immunita' di gregge, come indica la linea rossa d'interpolazione della curva, che sta per raggiungere la pendenza della
curva verde: si puo' vedere confrontando tutti i grafici dei giorni precedenti, visibili sopra, ed osservando il cambiamento
di pendenza della linea rossa nel tempo, che dimostra la progressiva diminuzione della contagiosita', per la crescente
difficolta' che incontrano i virus a trovare una persona infettabile, cioe' non immune (ormai sono quasi tutte
immunizzate). La pendenza di discesa della linea rossa, che rappresenta l'andamento della curva dei contagi reale, e'
ancora rallentata dalla presenza di contagi che, quando le persone saranno tutte immunizzate, non ci saranno piu'; ora
sta andando a zero in 60 giorni, poi si ridurra' ai 30 giorni (componente di guarigione lenta) della fase finale del
raggiungimento dell'immunita' di gregge (linea verde), quando non ci sara' piu' nessun contributo crescente ai contagi.
- 4 dicembre: Il dato di venerdi' 4/12 sale un po', come avevano fatto gia' prima i dati dei due venerdi' precedenti
(3 giorni ovvero 3 punti prima dei picchi N.7 e 8, che capitano come tutti sempre di lunedi'). Ci aspettiamo che il
vero picco N.9 sia raggiunto il prossimo lunedi' 7/12.
- 5 dicembre: Il dato di sabato 5/12 e' molto vicino a quello del giorno precedente ed entrambi includono il contributo dei
nuovi contagi che erano attesi per le riaperture degli ultimi giorni e che si manifestano in una risalita fortunatamente
piccola. Insieme ai dati dei prossimi due giorni dovrebbero poi andare a formare il prossimo picco del lunedi' (tutti i
picchi comparsi finora, nessuno escluso, compaioni tutti di lunedi').
Per aiutare le persone a vivere, le riaperture possono continuare, se i contributi crescenti apportati ai contagi sono
piccoli (ora possono esserlo per la prossimita' all'immunita' di gregge, che riduce sempre piu' il numero delle persone
infettabili: non e' opinabile, secondo noi, perche' queste riaperture avrebbero avuto ben altre conseguenze un mese fa).
Naturalmente cosi' si ritarda la discesa dei contagi a zero (un esempio sono i contributi crescenti degli ultimi due
dati del 4 e 5 dicembre) e questo ha un costo in termini di ricoveri e decessi che non puo' essere ignorato e puo' essere
valutato partendo proprio dall'entita' di questi contributi ai contagi, messi in evidenza nel grafico (si deve tenere
presente che quando i contagi erano al 18% i decessi giornalieri prodotti hanno sfiorato le 1000 unita': sono tutti dati
disponibili ed analizzabili).
Con questo esempio si puo' capire come acquisire ed utilizzare quel minimo di capacita' previsionale, deducibile
dai dati e non da modelli teorici, per decidere sulle scelte di gestione dell'epidemia.
Non possiamo conoscere con certezza la causa dei picchi del lunedi', ma sembra abbastanza logico che siano
la conseguenza della maggiore liberta' di movimento delle persone nel fine settimana (favorisce i contagi).
- 6 dicembre: Il dato di oggi domenica 6/12 sale un po' per raggiungere il picco previsto per domani lunedi' 7/12 (tutti i picchi
nel grafico si sono sempre verificati di lunedi').
Crediamo di poter prevedere anche che i contagi, dopo essere saliti al picco del lunedi' 7/12, riprenderanno a scendere
allineandosi sempre piu' sulla linea verde, che segnalera' l'arrivo all'immunita' di gregge quando i contagi saranno
arrivati al 3%, come erano a settembre, prima che l'epidemia partisse.
Quindi tra pochi giorni potremo avere conferma della correttezza delle nostre deduzioni.
Prima pero' dovremo superare un esame decisivo: quello dell'effetto sulla curva dei contagi della
RIAPERTURA
di 9 regioni il 6 dicembre.
Ci sara' sicuramente un incremento dei contagi per la riapertura allo shopping natalizio dei negozi di mezza
Italia, pero', se abbiamo ragione noi, l'elevato numero di persone gia' immunizzate limitera' molto la crescita dei
contagi.
Se invece siamo ancora lontani dall'immunita' di gregge, allora non esisteranno certamente comportamenti virtuosi
sufficienti a scongiurare una rilevante crescita del numero di contagi.
Lo consideriamo un test decisivo. Non ci resta che attendere (e sperare che finisca tutto bene).
- 7 dicembre: Il dato di oggi lunedi' 7/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
sommita' del picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
Come si puo' vedere nel grafico, il picco risulta abbastanza piu' in alto, di 1.5 cm corrispondenti all' 1.2%, rispetto
alla posizione attesa sulla linea viola, che passa su tutti i picchi con la pendenza di discesa dovuta alle guarigioni in
30 giorni (linea rossa). Questo eccesso di contagi e' dovuto sicuramente alla riapertura, domenica 6/12, di 8 regioni allo
shopping natalizio (pero' anche il dato precedente sembra mostrare un piccolo incremento).
Il dato di domani dovrebbe iniziare la discesa dal picco N.9, con la pendenza caratteristica della velocita' di guarigione
rapida (6 giorni), come avvenuto in tutti gli altri picchi precedenti (tutti di lunedi').
Questa discesa dovrebbe pero' subire una riduzione della sua pendenza di discesa. Infatti ci aspettiamo delle novita'
rilevanti nei dati, da domani in poi, perche' ieri domenica 6/12 si sono riaperte le attivita' commerciali in mezza
Italia (in 8 regioni, che con l'Abruzzo diventano 9).
Se e' vera la nostra ipotesi che i picchi del lunedi' dipendono dalla maggiore liberta' di circolazione delle persone nel
fine settimana, allora dovremmo riscontrare un effetto di crescita dei contagi ancora maggiore di quello ora visto nel picco
N.9, dove i contagi sono saliti dell' 1.2% .
L'entita' di questo incremento corrisponde a quello da noi previsto in base alle valutazioni fatte
sull'incremento dei contagi registratosi nel picco del Piemonte, da cui ci saremmo dovuti aspettare da questi dati, anche
se molto preliminari, perche' basati sul solo dato di oggi, un incremento intorno all'1%, molto vicino all'1.2%
trovato (PERCIO' TUTTO SEMBRA CORRISPONDERE A QUANTO PREVISTO).
E' possibile che i piemontasi siano stati piu' virtuosi di un 20% nei loro comportamenti rispetto agli altri italiani ma ancora
e' troppo presto per trarre qualsiasi conclusione. Dobbiamo aspettare i dati dei prossimi 2 o 3 giorni per poter
valutare meglio l'impatto della riapertura delle 8 regioni (che ora sono diventate 9).
Piu' in generale, se gli assembramenti nei 2 giorni del fine settimana (la sola domenica con 9 regioni riaperte) in
tutta Italia hanno prodotto un incremento dell' 1.2% di contagi, ora che la gente potra' circolare liberamente per 7
giorni, l'incremento potrebbe arrivare anche al 2% (tenendo conto che nei giorni feriali si circola meno,
perche' si lavora).
L'incremento dell' 1.2% (e cosi' anche quello da noi atteso del 2% futuro) risulta abbastanza contenuto perche', secondo noi,
fortemente limitato dal numero ormai molto grande di persone immunizzate, perche' gia' infettate e poi guarite
(immunita' di gregge).
Non ci rimane che attendere i prossimi 2 o 3 giorni per sapere se queste nostre ulteriori previsioni saranno confermate.
Questo sarebbe un'altro buon riscontro sperimentale della capacita' previsionale del nostro modello descrittivo
dell'epidemia, che ci prefiggiamo di rendere disponibile per contribuire ad una migliore gestione delle misure di prevenzione.
- 8 dicembre: Il dato di oggi martedi' 8/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
La discesa dimostra subito di essere dovuta prevalentemente alla diminuzione dei contagi per le guarigioni veloci (in 6 giorni),
senza avere un contributo rilevante di nuovi contagi extra, dovuti alle riaperture delle 9 regioni in zona arancione.
Di conseguenza, a differenza di quello che e' accaduto nei dati del Piemonte, la cui riapertura e' avvenuta una settimana prima,
i dati si riportano subito sulla linea rossa che indica la velocita' di discesa complessiva della curva nei tempi delle
guarigioni lente (in 30 giorni).
Il contributo aggiuntivo dei contagi extra prodotti dalle riaperture delle 9 regioni in zona arancione avvenute il 6/12,
in questa curva dei contagi di tutta l'Italia ancora non si vede, mentre nel grafico dei contagi del Piemonte
si e' cominciato a vedere dopo 4 giorni ed oggi, dopo 9 giorni dalla riapertura, mostra una crescita importante (1.4%) della
percentuale dei contagi.
Pertanto, essendo le modalita' di riapertura le stesse del Piemonte, riteniamo che in questa curva dei contagi di tutta Italia
l'effetto delle riaperture possa iniziare a comparire solo dopo 4 giorni, cioe' da giovedi' 10/12 in poi.
- 9 dicembre: Il dato di oggi mercoledi' 9/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento che dovrebbe iniziare a
rendere evidenti i contributi ai contagi dovuti alla riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
Nel grafico del Piemonte questi contributi sono apparsi evidenti dopo 5 giorni dalla riapertura. In questo grafico di tutta
Italia da questo primo punto che risale sembrerebbe che l'effetto delle riaperture sui contagi appaia prima.
Non sarebbe corretto passare a delle conclusioni con un solo dato disponibile. Certamente anche su questi contributi faremo
lo stesso studio, che stiamo facendo sui dati del Piemonte, dove questo fenomeno e' gia' molto evidente, essendo il
Piemonte partito una settimana prima con la riapertura in zona arancione.
- 10 dicembre: Il dato di oggi giovedi' 10/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento che dovrebbe iniziare a
rendere evidenti i contributi ai contagi dovuti alla riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
Nel grafico del Piemonte questi contributi sono apparsi evidenti dopo 5 giorni dalla riapertura. In questo grafico di tutta
Italia da questo primo punto che risale sembrerebbe che l'effetto delle riaperture sui contagi appaia prima.
Per rendere evidenti i contributi extra ai contagi che alterano la normale discesa della curva pilotata dalle guarigioni in
30 giorni, abbiamo disegnato con una linea verde quale avrebbe dovuto essere l'andamento discendente della curva dei contagi
in assenza degli incrementi di contagi extra prodotti dalle riaperture nella varie regioni.
Confrontando la curva di tutta Italia con la linea verde si capisce che il problema con 20 regioni e' piu' complesso del
problema del solo Piemonte. E' una giusta procedura capire l'evoluzione di un fenomeno partendo dal caso piu' semplice
per poi passare al caso piu' complesso. E' quello che stiamo facendo e l'effetto che troveremo sara' piu' evidente nel caso
di tutta l'Italia perche' si sono riaperte ben 9 regioni tutte insieme (in zone arancioni) anziche' una sola.
Potremo cosi' tra qualche giorno provare a fare uno scorporo di questi contributi di contagi extra, come abbiamo fatto per
il Piemonte.
Non sarebbe corretto discutere di deduzioni con due soli dati disponibili. Certamente anche su questi contributi ai contagi
faremo uno studio analogo a quello che stiamo facendo sui dati del Piemonte, dove questo fenomeno e' gia' molto evidente,
essendo il Piemonte partito una settimana prima con la riapertura in zona arancione.
RIFLESSIONI:
- Che significato hanno i due tipi di guarigione a 6 e 30 giorni?
E' difficile rispondere solo speculando. L'idea che ci siamo fatti pero' e' che il virus sia sempre uno solo, identificato
dall'RNA che troviamo nei tamponi e che poi, dopo il contagio viene eliminato con i due diversi tempi di guarigione.
I modi di attacco nell'organismo sono due diversi: uno piu' profondo e protetto dagli attacchi degli anticorpi (polmoni ed
organi poco vascolarizzati) con tempi di guarigione lunghi (valore medio a 30 giorni), a cui va imputato l'alto numero di
decessi osservato; l'altro piu' frequente e superficiale, piu' esposto all'attacco degli anticorpi e guaribile in soli
6 giorni, che non provoca decessi. Negli assembramenti questo secondo e' il tipo di contagio di gran lunga piu' frequnte,
ma quando la persona infettata risulta, anche solo temporaneamente, immuno-depressa allora l'infezione riesce a penetrare
piu' in profondita' e si verifica il primo tipo di contagio, quello piu' rischioso. Tra gli anziani e' piu' facile trovare
persone immuno-depresse che non tra i piu' giovani. E' molto probabile che con l'arrivo del freddo i virus abbiano piu'
probabilita' di incontrare persone immuno-depresse e cosi' potrebbe nascere la temuta terza ondata dell'epidemia, peggiore
delle precedenti. Dovremo tutti indossare una maglia di lana in piu'!
- Perche' ci sono cosi' tanti decessi ora?
A parte le motivazioni cliniche, due sono le osservazioni che possiamo fare:
A) i decessi di oggi sono stati causati da infezioni avvenute circa un mese fa, quando i contagi erano al picco del 18%;
B) i decessi sono provocati dalle infezioni piu' profonde, che guarendo in un tempo piu' lungo (30 giorni) tendono ad
accumularsi nella parte finale della curva a campana, dove ci troviamo ora.
- Quando si puo' procedere ad una riapertura delle attivita'?
Siccome i contagi extra prodotti dalla riapertura sono proporzionali al numero di persone infette circolanti, meno ce ne
sono e meglio e'. Quindi bisogna indagare, come stiamo facendo noi, per stabilire una percentuale dei contagi al di sotto
della quale si puo' riaprire, avendo previsto prima il numero di contagi extra che si andranno a produrre (la scelta
sara' sempre responsabilita' degli ammnistratori).
- Perche' i contagi prima salgono e poi dopo un mese calano verso zero, se tutto rimane invariato?
I contagi iniziano a salire quando i virus presenti nell'ambiente (mantenuti nei corpi di tanti ignari asintomatici)
trovano una facilita' crescente ad infettare le persone (inizio dell'epidemia): questo accade tipicamente quando la
temperatura
si abbassa ma anche quando i comportamenti delle persone facilitano i contatti (discoteche, movidas, ecc.).
Perche' poi, dopo un mese, i contagi calano e' un po' piu' difficile da capire: certamente calano se vengono meno le
condizioni che hanno favorito l'inizio dell'epidemia (per esempio la fine del freddo per l'arrivo della stagione calda).
Ma c'e' un'altra causa possibile: la diminuzione di persone infettabili o perche' si sono vaccinate o perche' si sono
gia' infettate (vaccinazione naturale). Quando quest'ultima condizione diventa importante si parla di prossimita'
all'immunita' di gregge, che e' lo stato in cui tutta la popolazione e' stata infettata ed ha cosi' acquisito un certo
grado di immunita' naturale. Questa immunita' pero' non e' sicuro che sia permanente perche' e' legata alla permanenza
degli anticorpi nell'organismo e questa dipende dai meccanismi naturali di smaltimento di sostanze riconosciute come
estranee dall'organismo. Nel caso del Sars-CoV-2 sembra che l'immunita' possa durare solo qualche mese (per questo si
stanno registrando vari casi di reinfezione di malati gia' guariti).
L'attuale discesa del picco dei contagi dal 18% al 10% potrebbe essere dovuta a questa causa in assenza di altre cause
ambientali che possano causare una diminuzione della contagiosita' del virus. Se si attribuisce il calo dei contagi a
questa causa si puo' anche valutare la variazione del numero di persone immunizzate responsabile del calo di questo 40%
dei contagi, che va ad aggiungersi agli immunizzati dall'epidemia della primavera scorsa (il loro numero si puo' dedurre
dall'altezza del picco che non ha superato il 18%).
Nella nostra valutazione
seguente
ipotizziamo che l'immunita' di gregge in Italia potrebbe essere raggiunta gia' per Natale.
- 11 dicembre: Il dato di oggi venerdi' 11/12 rispetta perfettamente le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento di contagi, che dovrebbe
evidenziare gli effetti della riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
Infatti si vede chiaramente che tutti i punti dopo il picco N.9 (successivi al giorno di riapertura, indicato nel grafico)
sono piu' in alto rispetto alla linea rossa d'interpolazione dei punti precedenti. Nei prossimi giorni calcoleremo l'entita'
di questi incrementi di contagi per valutarne l'entita', come abbiamo fatto nel caso del Piemonte.
- 12 dicembre: Il dato di oggi sabato 12/12 rispetta le nostre previsioni andando a collocarsi sulla
discesa dal picco N.9 (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri) ma con un piccolo incremento di contagi in piu',
che dovrebbe evidenziare gli effetti della riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
Questo incremento e' mostrato anche dai dati dei due giorni precedenti (vedi il cerchio di evidenziazione arancione che li
riunisce), che per questo ritardano la discesa dal picco N.9 che dovrebbe invece procedere con i tempi di guarigione rapida
in 6 giorni (come in tutti i picchi precedenti, in cui non c'erano state riaperture).
La linea rossa mostra che la discesa complessiva della curva dei contagi che, prima della riapertura, procedeva regolarmente
in base alle guarigioni in 30 giorni, come previsto (infatti e' parallela alla linea verde).
Questi contributi di contagi extra rimangono in attesa di elaborazione, perche' tra qualche giorno saranno anche loro
oggetto di uno studio analogo a quello che stiamo facendo sui dati del Piemonte, per misurare questi contagi extra, che aveva
riaperto in zona arancione una settimana prima.
- 13 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a collocarsi sulla salita verso
il picco N.10 previsto per domani (anch'esso di lunedi', come tutti gli altri).
Tutti questi dati hanno un incremento di contagi in piu' (quindi sono piu' in alto), come atteso per effetto della
riapertura delle attivita' commerciali in 9 regioni (in zona arancione).
  ATTENZIONE:  
  (14 dicembre 2020)
In realta' gli incrementi dei contagi nel
grafico
dei contagi in tutta Italia si vedono gia' dal 4/12, due giorni prima della riapertura, e non sembrano affatto di poco conto,
perche' il loro livello, come quello di tutta la curva, si mantiene troppo alto, intorno al 10% invece del 2%
che abbiamo invece in
Piemonte
.
Se tutte le regioni fossero al 2% anche i dati di tutta l'Italia sarebbero al 2%.
Quindi non c'e' solo il problema dei contagi extra dovuti alle riaperture ma anche e soprattutto un'altro piu' grande,
dovuto al fatto che ci sono delle regioni che contribuiscono in modo ECCESSIVO ad innalzare i contagi nel
grafico di tutta Italia, mantenendolo sopra al 10%.
IL 10% E' TROPPO ALTO, se i dati usati sono
veramente
quelli dei contagi di tutta Italia.
Se nel Piemonte che e' al nord (piu' freddo), abbiamo il 2%, anche nel resto d'Italia si deve
poter scendere al 2% riducendo cosi' i decessi (20 giorni dopo) di un fattore 5 (CINQUE!), cioe' da 500 a 100
al giorno in Italia.
Questa ci sembra debba essere la massima preoccupazione del momento, piu' del colore delle chiusure o delle
folle per lo shopping natalizio o delle piste da sci, che da quanto stiamo vedendo dai dati del Piemonte difficilmente
possono arrivare a comportare aumenti dei contagi cosi' rilevanti.
Le regioni responsabili vanno individuate e MESSE IN ZONA ROSSA SUBITO ma e' compito delle Autorita', per cui
non procediamo ad individuarle (cosa peraltro semplicissima: basta confrontare i dati dei contagi giornalieri delle varie
regioni).
- 14 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a formare il picco N.10 (che e' di lunedi',
come tutti gli altri).
Restano valide tutte le osservazioni fatte sul dato del 13/12, che ha un valore quasi identico (sono entrambi sul picco N.10).
- 15 dicembre: Il dato di oggi rispetta le nostre previsioni, andando a formare l'attesa discesa dal picco N.10 (che
e' di lunedi', come tutti gli altri).
Un interessante spunto di riflessione ci viene dal grafico del Piemonte che qui' riportiamo per comodita':
Vi e' evidenziato con una linea arancione il cambiamento di pendenza, che secondo noi avviene quando i punti cominciano
a contenere una frazione importante di persone infette, facenti parte del
fondo
degli asintomatici (cioe' quel
tasso permanente, anche se lentamente variabile nel corso dei mesi e delle regioni, di persone infette mantenuto in
essere da quella che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici).
Siccome questo fondo di contagi degli asintomatici esiste (lo abbiamo anche misurato nei mesi estivi, quando l'epidemia
di Covid-19 non c'era) la curva dei contagi che stiamo misurando ora in Piemonte nella sua decrescita non tende a
zero ma al livello del fondo degli asintomatici, che abbiamo indicato con una linea verde.
Tutto questo appare molto verosimile e sara' confermato meglio dai prossimi dati.
Il grafico dei contagi di tutta Italia dovrebbe essere la sommatoria di tanti grafici come quello del Piemonte, uno
per ogni regione.
Viene naturale allora aspettarsi un comportamento della curva simile a quello del Piemonte.
Abbiamo provato a disegnarlo, anche lui con una linea arancione, del grafico seguente:
Come si puo' vedere il risultato e' plausibile e porta a considerare possibile anche in questo grafico un livello
costante, a cui la curva tenderebbe ad appiattirsi, in questo caso intorno al 9.5% che e' pero' un livello
molto piu' alto
di quello del Piemonte (1.5%) e non sappiamo perche' (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come
facciamo noi).
Entrambi i livelli li abbiamo riportati con due linee verdi nel
grafico dei contagi extra
, per confronto.
Se questo fosse vero aprirebbe uno scenario nuovo in cui l'evoluzione dell'epidemia degli asintomatici svolgerebbe
un ruolo cruciale.
Finora e' stata poco considerata perche', dicevano i responsabili della salute pubblica, non hanno sintomi e percio'
sono meno importanti perche' non gravano sul sistema sanitario.
Ora appare invece che sono importanti perche' sono la fucina che produce i contagi e le ondate successive
dell'epidemia di Covid-19. Dovrebbero percio' essere anche loro il bersaglio strategico della nostra lotta al virus.
QUALITA' DEI DATI:   (16 dicembre 2020)
Tentando di confrontare tra loro i dati di varie regioni tra loro e con i dati di tutta Italia ci siamo imbattuti con
un problema noto fin dall'inizio di questo lavoro: la qualita' dei dati su cui stiamo lavorando ed il loro controllo,
su cui ovviamente non abbiamo alcuna possibilita' di intervenire.
Per comprendere meglio il confronto tra i dati del Piemonte, che ci sembrano abbastanza significativi nel loro
comportamento, e quelli di tutta Italia siamo andati a verificare la consistenza dell'affermazione che
"il grafico dei contagi di tutta Italia e' la sommatoria di tanti grafici come quello del Piemonte, uno
per ogni regione" e ci siamo accorti subito che cosi' non e'.
Per controllo abbiamo allora sommato i dati di tutte le regioni e delle province autonome del 18/12 ed abbiamo
ottenuto i risultati seguenti:
Somma di tutti i Totali = 627.798 mentre il dato dei test totali di tutta Italia pubblicato e' 179.800
(3.5 volte inferiore).
Somma di tutti i Positivi= 17.992 identico ai positivi di tutta Italia pubblicato nel Bollettino.
La prima cosa che risulta subito evidente e' che nei dati regionali il numero di test eseguiti risulta troppo elevato:
se si sommano questi numeri per tutte le regioni si ottiene un risultato 3.5 volte maggiore di quello dei
test riportati nel grafico di tutta Italia.
Questo ha l'effetto di abbassare le percentuali dei dati regionali (perche' al denominatore c'e' un dato maggiore).
Con questi dati regionali, nel caso del Piemonte nel periodo estivo, abbiamo ricavato il livello di fondo (tra
1% e 3%) che ci e' apparso essere consistente come valore con il fondo atteso degli asintomatici.
Per questo ora il livello costante a cui sembra tendere la curva dei contagi del Piemonte, essendo dell' 1.5%,
l'abbiamo interpretato come il livello di fondo degli asintomatici e tutto l'andamento dei dati ci risulta perfettamente
comprensibile.
Non cosi' nel caso dei dati di tutta Italia che sono partiti nei nostri grafici il 8/10 dal livello del 3.5% per poi
appiattirsi, a quanto sembra finora, ad un livello del 9.5%, con un comportamento quindi
diverso
dai dati del Piemonte, pur essendo la stessa epidemia.
Noi crediamo che cio' non sia dovuto ad un fenomeno reale, che implicherebbe sviluppi diversi dell'epidemia nelle varie
regioni, ma ad una variazione nella definizione o nella composizione dei dati del totale dei test eseguiti in tutta
Italia, avvenuto successivamente all'8/10, perche' la percentuale dei contagi del 3.5% allora pubblicata ci sembra
perfettamente coerente con il livello di fondo degli asintomatici atteso dopo l'estate.
E' il livello di fondo del 9.5%, a cui sembra tendere la curva dei contagi di tutta Italia, che rende
inconciliabili i dati delle due curve, Italia e Piemonte, che invece DEVONO essere analoghe perche' relative allo stesso
fenomeno, l'epidemia Covid-19.
Ne consegue che i dati di ogni tabella (regione o Italia), pur essendo abbastanza autoconsistenti, che e' il presupposto
minimo perche' possano essere lecitamente pubblicati, non sono confrontabili con gli analoghi dati di altre regioni o con
quelli di tutta l'Italia e quindi quello che volevamo fare purtroppo non si puo' fare senza sapere quale dei due
dati e' quello giusto.
La conseguenza per le nostre conclusioni riguarda solo l'entita' del livello di fondo a cui le curve dei contagi
sembrano convergere appiattendosi, e che noi abbiamo interpretato come il livello del fondo degli asintomatici (questa
anomalia nei dati non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
Ci sembra che i dati del totale dei test eseguiti in tutta Italia pubblicati dal Ministero della Salute debbano essere
soggetti ad una revisione successivamente all'8/10, fino ad arrivare ad un fattore 3.5 in modo tale che il livello di
fondo che comincia ad apparire nel grafico dei contagi di tutta Italia (come sta apparendo contemporaneamnte anche nel
grafico dl Piemonte) scenda dal
livello del 9.5%
ad un livello piu' compatibile con il livello di fondo degli asintomatici che credo sia tra 1% e 3%.
Se questo avvenisse ovviamente andrebbero ricalcolati e graficati tutti i punti nel grafico di tutta Italia, usando il
dato corretto al denominatore nel calcolo della percentuale dei contagi.
Qyesta anomalia riscontrata nei dati e' provata anche dal fatto che, eseguendo la somma dei dati dei test positivi di tutte
le regioni, si ottiene esattamente il dato pubblicato per tutta l'Italia: quindi anche la somma dell'altro dato, il totale
dei test eseguiti, DEVE corrispondere (a noi non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
Rimaniamo in attesa di chiarimenti.
Comunque il nostro lavoro e' tutto giusto e, quando qualcuno ci dira' quale dei due e' il valore vero dei totali
dei test effettuati, sapremo quant'e' il livello vero del fondo, che sta iniziando ad essre visibile nei grafici.
Dobbiamo lasciare questo compito a chi conosce i dettagli della formazione dei dati pubblicati.
Per ora rimane in sospeso la
motivazione
dell'appiattimento al 9.5% della curva dei contagi in tutta Italia, che francamente ci sembra eccessivo per essere
il fondo degli asintomatici (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
Il livello dell'1.5% del Piemonte ci sembra invece molto piu' credibile e consistente con il livello atteso del
fondo degli asintomatici
, alla luce delle misure fatte nei mesi estivi.
Anche le altre 17 su 21 regioni d'Italia hanno percentuali tra 1% e 3% (vedi tabella seguente, che riporta i dati del 15/12).
Quindi per noi rimane questo mistero: la percentuale dei contagi di tutta Italia ci viene comunicata al 9.1%
mentre la maggior parte delle regioni d'Italia hanno percentuali tra 1% e 3%, come si vede nella tabella seguente
(con le percentuali del 15/12):
REGIONE |
PERCENTUALE |
LOMBARDIA | 3.2 % |
VENETO | 3.6 % |
PIEMONTE | 2.2 % |
CAMPANIA | 0.7 % |
EMILIA R. | 1.9 % |
LAZIO | 1.4 % |
TOSCANA | 2.0 % |
SICILIA | 3.0 % |
PUGLIA | 1.9 % |
LIGURIA | 2.5 % |
FRIULI V.G. | 5.9 % |
MARCHE | 1.9 % |
ABRUZZO | 0.7 % |
BOLZANO | 0.8 % |
SARDEGNA | 1.5 % |
UMBRIA | 3.9 % |
CALABRIA | 1.9 % |
TRENTO | 13.9 % |
BASILICATA | 1.0 % |
VALLE AOSTA | 3.8 % |
MOLISE | 1.4 % |
Detto cio', viene naturale chiedersi anche se questa particolarita' dei dati possa inficiare la validita' del
nostro lavoro nel suo complesso.
Pensiamo proprio di no: per la validita' dei nostri risultati e' sufficiente che ogni tabella di dati rimanga
consistente con se stessa nel tempo e che rifletta, in modo assoluto o relativo, l'andamento del numero di persone
infette presenti in quel territorio, cioe' che questi dati rispondano allo scopo per cui esistono e sono
forniti.
La ragione della differenza rilevata probabilmente dipende da diverse definizioni dei dati pubblicati dalle varie
regioni, dipendenti da diversi mescolamenti dei risultati di misure diverse, come i test antigenici e molecolari,
che possono essere fatti in modo diverso nelle varie regioni ma sempre in modo abbastanza stabile nella stessa
regione, se dipendente dall'organizzazione, dal numero e dal tipo di laboratori di misura (diversi da regione a
regione).
Il risultato e' un insieme di misure comunque significative ed autoconsistenti in ogni regione ma non confrontabili
tra regioni diverse e con quelle di tutta l'Italia, che certamente non provengono da una semplice sommatoria di dati
ma dopo un'attenta selezione fatta da tecnici sicuramente professionali.
Quindi e' corretto analizzare i dati, come abbiamo fatto noi in questo lavoro, purche' si lavori nell'ambito di una
stessa regione, senza pretendere di confrontare quantitativamente i dati di regioni diverse (non sarebbe corretto
per quanto detto).
Concludiamo ribadendo la fiducia nella qualita' dei dati che stiamo usando e sulla loro capacita' di riportare
abbastanza fedelmente il fenomeno osservato: l'andamento temporale dei contagi.
Il tipo ed il numero di deduzioni che ne stiamo traendo ci sembrano confortare finora questa fiducia.
- 16 dicembre: Il dato di oggi, molto simile a quello di ieri, rispetta le nostre previsioni, andando a formare l'attesa
discesa dal picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri).
Percio' abbiamo inserito questo nuovo punto nei
GRAFICI
di ieri (e' l'ultimo a destra) e pertanto si suggerisce vivamente di
leggere le stesse interessanti osservazioni fatte
IERI
.
- 17 dicembre: Il dato di oggi e' simile a quello di ieri e rispetta le nostre previsioni, perche' sarebbe sceso di
piu' per completare il picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri) ma, non potendo andare sotto al livello del
fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero al netto dal fondo), ha assunto una posizione coerente con l'appiattimento
della curva sulla linea del fondo.
E' prevedibile che anche i punti dei prossimi giorni non riusciranno a scendere sotto al livello del fondo (a parte le normali
fluttuazioni statistiche).
E' opportuno osservare che anche gli ultimi punti della curva hanno cominciato a risentire della presenza del fondo, evidente
dalla tendenza al progressivo appiattimento della curva.
Nel caso del Piemonte questo livello e' dell'1.5% circa, perfettamente compatibile con il livello atteso degli asintomatici
(in Piemonte per tutta l'estate e' stato tra 1% e 3%) e quindi non abbiamo avuto problemi a capirne l'origine.
Invece in questo caso il livello sembra essere
troppo alto
(intorno al 9.5%) e quindi dobbiamo ancora capirne l'origine: gli asintomatici ci sono di sicuro, probabilmente per il 3%, ma
e' solo un terzo dei contagi di fondo che vediamo.
Per ora stiamo cercando di capirne di piu' su questo livello di fondo troppo alto, che sembra apparire nella curva di tutta Italia,
ma non ci disturba nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi.
- 18 dicembre: Il dato di oggi e' simile a quello di ieri e rispetta le nostre previsioni, perche' dopo la discesa
dal picco N.10 (che e' di lunedi', come tutti gli altri) i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del
fondo dei contagi (linea verde, che e' lo zero per la curva al netto dal fondo).
L'andamento della curva nei prossimi giorni dovrebbe mantenere una posizione coerente con l'appiattimento della curva sulla
linea del fondo.
- 19 dicembre: Il dato di oggi si avvicina alla linea verde del fondo, collocandosi piu' basso di quello di ieri ma non
troppo perche' si prevede che i punti di domani e quello di dopodomani vadano a formare il picco N.11 (del lunedi').
Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo
zero per la curva, al netto dal fondo).
- 20 dicembre: Il dato di oggi risale dalla linea verde del fondo, perche' si avvicina al prossimo picco N.11 del lunedi',
che andra a formare con il dato di domani.
Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo
zero per la curva, al netto dal fondo), salvo i picchi del lunedi' che continuano ad esserci.
- 21 dicembre: Il dato di oggi risalendo dalla linea verde del fondo, arriva al picco N.11 del lunedi', come da noi
previsto ieri e l'altro ieri. Da domani comincera' a scendere verso la linea di fondo verde che raggiungera' tra 4 giorni.
Da ora in poi tutti i dati sono previsti rimanere sempre vicini al livello del fondo dei contagi (linea verde, che e' lo
zero per la curva, al netto dal fondo), salvo i picchi del lunedi' che continueranno ad esserci.
I contagi normali da Covid-19, quelli che guariscono e scompaiono in 30 giorni e che ci interessano perche' portano ai ricoveri
ospedalieri, non ci sono piu' perche' la curva ha raggiunto il fondo degli asintomatici e non potra' scendere sotto questa linea
(verde), a parte le normali fluttuazioni delle misure, perche' gli asintomatici ci sono, in equilibrio dinamico tra nuovi
contagiati e guariti ("epidemia degli asintomatici").
Anche questo appiattimento della curva, da noi attribuito prevalentemente all'aumento del numero di persone immunizzate da un
contagio precedente, conferma la nostra previsione.
Il fatto che le nostre previsioni trovano sempre riscontro e' la conferma che con questo lavoro abbiamo acquisito una buona
capacita' previsionale, che era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi.
La presenza dei picchi del lunedi', che non diminuiscono affatto, e' motivo di grande interesse per noi.
Stiamo cercando di capirne l'origine perche' potrebbe rivelarci altre informazioni preziose.
- 22 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, scende dal picco N.11 del lunedi', finendo addirittura un
po' sotto la linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che domani la curva risalira' un poco e da allora rimarra'
allineata sulla linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.
- 23 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, si colloca sulla discesa dal picco N.11 del lunedi',
finendo un po' sopra la linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che il punto di domani rimarra'
allineato sulla linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.
ATTENZIONE: I picchi periodici, che compaiono tutti di lunedi', secondo noi sono l'evidenza empirica della
variante italiana del Sars-CoV-2. Cliccando sul link si accede alla "dimostrazione" di questa
affermazione.
- 24 dicembre: Il dato di oggi, come abbiamo previsto ieri, si colloca dopo la discesa dal picco N.11 del lunedi',
esattamente sulla linea verde del fondo degli asintomatici. Siamo sicuri che il punto di domani rimarra' allineato sulla
linea di fondo verde, che ormai e' stata raggiunta.
- 25 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo perche'
lunedi' prossimo ci sara' il picco N.12 del
nuovo virus.
- 26 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo ancora un
po' perche' lunedi' prossimo ci sara' il picco N.12 del
nuovo virus.
Mentre nei dati del Piemonte l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' dell'1.5% sul fondo degli asintomatici che e' all'1.5%,
in questi dati di tutta Italia l'ampiezza dei picchi del nuovo virus e' del 2.5% sul fondo degli asintomatici che risulta (
stranamente
) al 9.5%, troppo alto (non ci disturba pero' nel lavoro sui dati relativi, come facciamo noi).
PREVISIONI   (25 dicembre 2020)
Dopo aver ipotizzato la presenza di una nuova variante del virus, possiamo comprendere perfettamente
l'andamento di tutti i dati e ribadire che, a meno di imprevisti che finora non ci sono stati, tutti i prossimi punti saranno
allineati sul fondo degli asintomatici (linea verde), perche' l'epidemia di Sars-CoV-2 e' terminata.
Pero' ci sara' un picco ogni 7 giorni (sempre di lunedi') di ampiezza costante pari al 2.5% da ora in poi (percio' i picchi del
nuovo virus faranno variare la curva dal minimo di 9.5% al massimo dell'12%, insensibili a tutte le restrizioni imposte,
che a questo punto riteniamo NON servano piu' a niente (salvo nelle regioni che dovessero avere dati difformi da quelli
da noi qui' studiati, forse Veneto e Molise), perche' evidentemente i contagi non avvengono attraverso i "droplets" del fiato
(perche' i picchi non calano con la zona rossa): la modalita' di contagio e' un'altra ed il distanziamento non serve
con questo nuovo virus.
ATTENZIONE: Questi picchi che resteranno stabilmente dal 9.5% al 12% potrebbero giustamente allarmare con questo saliscendi
dei contagi e sono il prossimo problema da risolvere (forse ci vorra' un altro vaccino).
Questo nuovo virus mostra di avere una diversa modalita' di diffusione che rende totalmente inefficaci le zone rosse,
come si puo' vedere nei dati, osservando le ampiezze dei picchi ricorrenti dentro e fuori dalle zone rosse (sono sempre di
circa 1.5% in Piemonte e 2.5% nei dati di tutta Italia). Anzi, durante la discesa quando ci sono ancora molti virus Sars-CoV-2 in
circolazione, i picchi sono anche maggiori, mostrando che esiste una certa correlazione nella diffusione dei i due virus.
Quindi non bisogna penalizzare ulteriormente la societa' con queste misure inutili, perche' inefficaci.
E' urgentissimo scoprire quali sono le vie di trasmissione del contagio di questo nuovo virus, per individuare al
piu' presto le giuste misure per limitarne la diffusione.
Per fare questo bisogna predisporre subito il giusto test molecolare per distinguere queste nuove infezioni da quelle
del Sars-CoV-2.
I picchi di questo nuovo virus non diminuiscono, perche' sembra che non risentano dell'immunizzazione al Sars-CoV-2 delle persone
avvenuta negli ultimi 2 mesi (quella che ha fatto scendere la curva fino al fondo di 9.5%).
Probabilmente questo
NUOVO VIRUS
, avendo un ciclo (ovvero il picco) che inizia e si conclude in sette giorni, non da tempo al sistema immunitario delle persone di
produrre gli anticorpi, che potrebbero ridurre l'ampiezza dei picchi (cosi' come e' accaduto per il Sars-CoV-2, che ha un ciclo,
cioe' il tempo di guarigione, di un mese).
Ora la parte piu' interessante dello studio riguarda questa nuova
variante italiana
del Sars-CoV-2 ed e' quello che faremo nei prossimi giorni.
- 27 dicembre: Il dato di oggi, come tutti i precedenti, rispetta le nostre previsioni, salendo ancora di
piu' perche' lunedi' prossimo (domani) ci sara' il picco N.12 del
nuovo virus.
Un fatto interessante, se anche il dato di domani sara' piu' in alto dei picchi N.10 e 11, sarebbe l'aumento
dell'ampiezza del picco N.12 che sarebbe sorprendente perche' avverrebbe proprio durante la zona rossa nazionale
di Natale.
Abbiamo gia' rilevato come questo nuovo virus fosse insensibile all'abbattimento dei distanziamenti prodotto
dalle restrizioni della zona rossa. Si vede bene anche nel
grafico del Piemonte
che i picchi non diminuiscono di ampiezza, dopo l'inizio della zona rossa.
Ma che addirittura il picco salisse invece di rimanere costante proprio non ce lo aspettavamo.
Non e' una bella notizia. Gia' il fatto che i picchi rimanessero di ampiezza costante ci preoccupava non poco. Se ora
crescessero addirittura, non sapendo ancora in che modo limitare la diffusione (perche' i lockdown non funzionano)
saremmo proprio nei guai.
Questo comportamento sarebbe una decisiva conferma che il virus responsabile dei picchi non e' il Sars-CoV-2, che non
crescerebbe durante una zona rossa nazionale, ma e' un virus diverso, come da noi ipotizzato alla luce
dei numerosi indizi finora emersi.
Sono tutte informazioni utilissime di cui faremo un buon uso.
- 28 dicembre: Il dato di oggi e' il primo che si discosta (di un giorno) dalle nostre previsioni, perche' essendo oggi
lunedi' doveva essere al picco N.12 del
nuovo virus
, mentre invece il dato di ieri era al picco e quello di oggi e' nettamente sulla discesa dal picco.
Essendo stato sempre puntuale al lunedi' questo picco, non crediamo che abbia deciso di spostarsi un giorno prima. Crediamo
invece che, a causa delle festivita' dei 3 giorni precedenti, ci siano stati dei ritardi e dei travasi di dati da un giorno
all'altro per ragioni logistiche e organizzative. Siamo sicuri che nei prossimi giorni la periodicita' dei picchi torni
esatta.
Per il resto, se ignoriamo il dato di ieri, unico particolarmente elevato, anche il picco N.12 si allinea sul livello del 12%
circa, costante in TUTTI gli ultimi 5 picchi (8,9,10,11 e 12), che e' il 2.5% superiore al livello di fondo del 9.5%.
Anche nel caso del Piemonte abbiamo una situazione simile con tutti gli ultimi picchi ad un livello del 1.5% superiore al
livello di fondo che e' all' 1.5%.
E' una situazione preoccupante perche' mostra che i picchi di questo ipotetico nuovo virus non si riducono nel tempo,
malgrado le restrizioni in corso. Speriamo che la zona rossa nazionale istituita fino all'Epifania possa ridurne l'ampiezza,
altrimenti abbiamo un problema serio da risolvere.
- 29 dicembre: Il dato di oggi di tutta Italia e' in accordo con le nostre previsioni, perche' e' sceso dal picco N.12
del lunedi' arrivando al livello del fondo.
Rimane il fatto preoccupante che il picco N.12 invece di regredire e' cresciuto ad un livello maggiore dei picchi precedenti,
cosi' come purtroppo ha fatto anche l'ultimo picco nel
grafico del Piemonte.
- 31 dicembre: Il dato di oggi di tutta Italia e' il primo che si discosta dalle nostre previsioni, fatte per un
mondo stazionario, e' segno che qualcosa sta cambiando.
Infatti, dopo la discesa dal picco N.12, la curva avrebbe dovuto iniziare lentamente la risalita verso il prossimo picco
N.13 del lunedi', mentre invece il punto di oggi, giovedi', e' gia risalito al 3%, lasciando presagire che il prossimo
picco sara' ben piu' alto del 3% sopra il fondo. E non e' una buona notizia.
Se cosi' fosse, secondo noi l'incremento dei contagi potrebbe essere dovuto, piu' che al nuovo virus, al Sars-CoV-2 che
e' molto piu' sensibile agli assembramenti degli acquisti natalizi,
L'allarme sarebbe allora per un riaccendersi di molti focolai in tutta Italia, concentrati su quel 30% di persone
non immunizzate dalla seconda ondata. L'effetto sulla curva dei contagi sarebbe la linea arancione disegnata in risalita.
Gli addetti all'esame dei dati devono allora parcellizzare l'analisi sulle varie realta' territoriali, per individuare
eventuali notevoli innalzamenti dei contagi in prossimita' dei focolai.
Da parte nostra, siccome monitoriamo anche i dati della regione Piemonte, rileviamo che anche li e' presente oggi un
incremento anomalo dei contagi (come esempio di realta' terriroriale particolare).
L'approccio da noi usato di lavorare su dati "pronti" e non ritardati, come sono ricoveri e decessi, pure
importanti per la gestione sanitaria, si dimostra vincente in questi casi: mette a disposizione una capacita'
PREVISIONALE che permette di capire in anticipo cosa sta per succedere e di poter adottare cosi'
tempestivamente i provvedimenti necessari ad impedire che i focolai si espandano troppo.
La rapidita' di intervento con chiusure e quarantene e' vitale in questi casi.
Aspettiamo di vedere i dati dei prossimi due giorni per una conferma.
- 1 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' in linea con le nostre previsioni, perche' sta
salendo per raggiungere il prossimo picco del lunedi'.
L'ampiezza media dei picchi del nuovo virus negli ultimi 2 mesi e' stata
costante al 4.1%
che sopra al fondo (linea verde) del 9.5% dovrebbe portare il picco al 13.6%, mentre ora che mancano ancora 3
giorni di salita e' gia' arrivato al 14.1%.
Quindi ora non e' piu' un presagio, ma una certezza che il livello dei contagi da Sars-CoV-2 si sta alzando,
piu' o meno come indicato dalla linea viola che abbiamo disegnato del grafico.
E' una brutta notizia confermata anche dai dati odierni del
Piemonte.
Bisogna intervenire urgentemente localizzando e contenendo i vari focolai con misure restrittive (zone rosse)
e quarantene.
Prima si interviene e meno si espandono i focolai.
SVILUPPO FOCOLAI (CON Rt BASSO):   (2 gennaio 2021)
Guardando il
grafico del Piemonte
riusciamo molto bene a capire cosa e' successo nell'ultima settimana del 2020:
- Prima del 24/12 era zona arancione e con le compere natalizie si sono prodotti dei contagi di Sars-CoV-2
e la curva viola dei contagi e' iniziata a salire.
- Poi il 24/12 ed il giorno di Natale e' stata zona rossa (i giorni in zona rossa sono evidenziati in rosso
nel grafico, gli altri sono tutti in zona arancione) per cui il dato di venerdi' 25/12 che doveva essere il
picco e' venuto un po' piu' in basso per la riduzione nella produzione di contagi conseguente ai due giorni
di zona rossa.
- Poi ci sono stati tre giorni di zona arancione, in cui la gente, che purtroppo non ha ancora capito niente
del virus (se potessero vedere questa spiegazione in TV forse capirebbero meglio i danni che fanno,
perche' cosi' continuera' la zona rossa), si e' affollata di nuovo nelle strade ed ha fatto risalire i contagi
che sono arrivati molto in alto giovedi' 31/12.
- Il giorno successivo, essendo venerdi', il dato doveva raggiungere il picco, ma essendoci stato il giorno
precedente in zona rossa e' risultato un po' piu' basso, come gia' era accaduto nel giorno di Natale (indicato
in blu nel grafico): i picchi del nuovo virus sono sempre di venerdi' anche se il punto piu' alto e' quello di
giovedi'.
Siamo quindi ancora in una situazione che, se si lascia circolare la gente (pero' erano i giorni di
assembramenti eccezionali per gli acquisti di Natale) entro un paio di giorni si vedono i contagi salire.
Pero' altrettanto rapidamente, se si attua una zona rossa la riduzione dei contagi e' quasi istantanea,
segno che il test, avvenendo nelle vie respiratorie superiori, riesce a percepire l'infezione nel giorno
stesso in cui avviene.
Possiamo cosi' considerare provate sia la crescita di contagi Sars-CoV-2 con gli assembramenti
ai negozi, che l'efficacia della zona rossa a ridurre la produzione dei contagi.
Ora pero', in caso di formazione di un focolaio, l'espansione dei contagi secondo noi procedera' piu'
lentamente perche' risentira' dell'alto numero di immunizzati prodotti dalla seconda "ondata" finita
un mese fa (abbiamo stimato che poteva essere intorno al 70%, forse ora 60%).
In un focolaio gli infetti sono cosi' numerosi che se c'e' una persona non immune, di quel 30% che e' riuscito
a farla franca alla seconda ondata, difficilmente riuscira' a farla franca anche questa volta.
E cosi' il focolaio si espande, anche se piu' lentamente, se non si interviene (subito) per contenerlo.
Come capite bene questo processo ha una soglia, perche' se di persone non immunizzate ce ne sono troppo
poche i virus non riusciranno a formare il focolaio (sarebbe la condizione dell'immunita' di gregge).
Quindi, siccome i focolai si sono formati, vuol dire che l'immunita' diffusa e' ancora sotto la soglia minima
per poter bloccare lo sviluppo dell'epidemia, come ci aspettavamo.
I dati dei prossimi giorni, fornendoci l'informazione sulla velocita' di sviluppo dei focolai, ci faranno
capire quanto siamo lontani dalla soglia e dall'immunita' di gregge.
Come vedete lo studio dei picchi del nuovo virus, avendo dei comportamenti abbastanza regolari, ci
possono essere d'aiuto anche per studiare i contagi del Sars-CoV-2 (a cui rinuncia chi studia i dati
aggregati su base settimanale).
Intanto bisogna riuscire a contenere questi focolai che si sono sviluppati. Vedremo dai dati dei prossimi
giorni se sono stati fatti gli interventi necessari in tempo utile (abbiamo dei dubbi perche' una capacita'
diffusa di prevedere in anticipo cosa sta per succedere ci sembra un po' carente).
P.S. Come sapevamo, questi dati ci confermano che sul nuovo virus, che corrisponde ai picchi, non
hanno avuto alcun effetto ne' gli assembramenti ne' le zone rosse, in quanto i loro risultati positivi al
test non sono nuovi contagi (qui' c'e' la
spiegazione
).
- 2 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia conferma i nostri peggiori timori, perche' e'
salito veramente molto per raggiungere il prossimo picco del lunedi'.
La cosa e' ancora piu' preoccupante perche avviene dopo tre giorni di zona rossa nazionale. Si tratta
dello sviluppo dei contagi dopo il tempo d'incubazione, che ci lasciano prevedere lo sviluppo di molti
casi di Covid-19 con ripercussioni nei ricoveri ospedalieri intorno all'Epifania e nei decessi tra un
mese.
Stiamo osservando le conseguenze degli affollamenti per gli acquisti per le festivita' di fine anno.
La gente dovrebbe essere informata che e' ad alto rischio passare in luoghi affollati, anche se si
rispetta il distanziamento, perche' tutta l'aria circostante puo' essersi contaminata oltre il limite
di sicurezza (per il fenomeno dell'accumulo dei virus). Credo che purtroppo nessuno lo sappia.
Quando si vede un posto affollato di gente che non e' ben ventilato (quando la gente e' troppa e' sempre
non sufficientemente ventilato), anche se e' all'aperto (in assenza di vento), NON bisogna andarci
(cambiate strada).
Il livello della curva dei contagi del Sars-CoV-2 sara' esattamente il 4.1% sotto a livello del
picco e possiamo gia' PREVEDERE, 2 GIORNI PRIMA, che sara' purtroppo un livello molto alto (il
4.1% e' l'ampiezza, costante ormai da 2 mesi, dei
picchi del nuovo virus
).
PREALLARME: Il dato di oggi e' gia' alto (17.6%) ma ci sono ancora 2 giorni di crescita per
arrivare al picco del lunedi', che potrebbe risultare anticipato di un giorno (com'e' accaduto con
il picco del venerdi' nei dati del
Piemonte
che e' anticipato a giovedi' anziche' venerdi'), ma prevediamo da questi dati che sara' comunque
molto alto (forse oltre il 20%). Di qui' il nostro allarme precoce, con anticipo di due giorni
sul picco del lunedi' per prepararsi agli interventi necessari, se possibili
Bisogna bloccare subito la ricrescita dei contagi del Sars-CoV-2, senza perdere neanche un giorno, perche'
se il numero di persone immunizzate da una precedente infezione fosse molto meno di quel 70% da noi
stimato, allora la velocita' di propagazione dei contagi potrebbe essere anche molto elevata e
la situazione potrebbe sfuggire di mano, trattandosi di focolai diffusi in tutto il Paese (chi ha fatto i
tamponi forse potrebbe avere le informazioni necessarie per rintracciare i focolai).
In tal caso, se nessuno fa niente si potrebbe anche rischiare la ripartenza di una terza ondata
dell'epidemia, in pochi giorni.
La situazione e' questa: questi contagi si sono generati, due o tre giorni fa, quando tante persone
erano assembrate insieme per gli acquisti natalizi. Queste persone contagiate, andando a casa o al lavoro,
potrebbero diffondere l'infezione. Ora crediamo che questi rischi siano molto ridotti, perche' molte persone
sono immunizzate. Se sono intorno al 70% possiamo stare tranquilli, perche' con questa densita' di immunizzati
un mese fa la curva dei contagi e' scesa a zero (che e' il livello di fondo).
Ma se gli immunizzati si fossero ridotti di numero, magari perche' quell'immunita', che nel 95% dei
casi e' stata acquisita da un'infezione asintomantica, dura poche settimane, allora potremmo essere di nuovo
nelle condizioni esplosive di un'epidemia potenzialmente dilagante in modalita' esponenziale.
Potrebbe quindi anche essere necessaria la massima attenzione ad inseguire subito queste prime infezioni,
perche' se nessuno fa niente i contagi potrebbero in quel caso diffondersi facilmente ed invisibilmente,
riproducendo la stessa situazione che si verifico' a febbraio scorso a Codogno con il paziente N.1, perche'
il virus e' sempre lo stesso!
Il rischio e' talmente grosso che sarebbe da sciagurati trattarlo con superficialita'.
Io non posso essere certo di quale sia la situazione reale (nessuno sa quanti sono gli immunizzati), ma e'
necessario usare la massima prudenza per l'entita' del rischio che si corre.
Quindi e' molto IMPORTANTE quello che sta accadendo in questi due giorni, sia per i rischi
in gioco ma anche perche', se la percentuale dei contagi ritornera' a scendere spontaneamente verso la
linea di fondo del 9.5%, avremo una conferma della presenza di una percentuale di immunizzati
sufficientemente alta per mantenere le capacita' di diffusione del Sars-CoV-2, per ora solo in condizioni
normali della zona rossa vigente (non con gli assembramenti), sotto la soglia minima di sviluppo
dell'epidemia. E questa informazione e' molto importante per decidere sulle restrizioni da attuare:
si potrebbe allora vivere tutti abbastanza normalmente, magari in zona gialla, castigando pero'
senza pieta' coloro che, non curanti delle norme, si affollassero oltre i limiti in luoghi ristretti.
Non ci resta che attendere che arrivi lunedi', per vedere a che livello arriva il picco dei contagi e
cosa succede poi, sperando che intanto le Autorita' si attivino sempre un questi casi ed intraprendano
le azioni atte ad individuare le principali localita' dei contagi, tempestivamente e senza alcun
indugio, perche' all'inizio un focolaio si puo' bloccare poi non piu'.
Ci auguriamo vivamente che questo sia un falso allarme ma bisogna essere sempre vigili al massimo con
questo tremendo virus.
- 3 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia NON conferma i nostri peggiori timori, perche' e'
sceso invece di salire ancora per raggiungere il prossimo picco del lunedi' (domani).
Sarebbe un'ottima notizia perche' indicherebbe che i contagi del virus Sars-CoV-2 non sono saliti cosi' tanto
come il dato di ieri ci aveva fatto temere.
Pero' non riteniamo giusto esprimere un giudizio ora, perche' sospettiamo che possa esserci stata qualche anomalia
nella gestione ed assemblaggio dei dati dalle varie regioni d'Italia nel giorno di Capodanno. Preferiamo
prima attendere anche il dato di domani.
- 4 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' identico a quello di ieri ed insieme ai due
precedenti NON segue l'andamento atteso, perche' il picco del nuovo virus doveva essere oggi (lunedi') ed
invece e' stato due giorni prima (sabato).
Anche nel grafico del Piemonte il picco e' venuto un giorno prima ed abbiamo avanzato dei sospetti di
anomalie, derivanti dalla raccolta dei dati a Capodanno. Staremo a vedere se nei prossimi giorni i dati
riprenderanno il loro solito comportamento periodico molto stabile (da quasi tre mesi non era mai accaduto
che il picco del nuovo virus non fosse di lunedi').
Detto cio', il fatto che ci interessava maggiormente e di cui cercavamo conferma e' l'andamento della curva
sottostante ai picchi, che e' la curva dei contagi del virus Sars-CoV-2, perche' sembra abbia iniziato a
crescere di nuovo (vedi la linea arancione nel grafico).
Prendiamo atto che gli ultimi 5 punti sono tutti sopra alla linea arancione, confermando che la pendenza da
noi disegnata tentativamente e' abbastanza corretta, a conferma che effettivamente sono nati dei focolai in
qualche parte d'Italia, che hanno contribuito in modo rilevante alla risalita della curva dei contagi da
Sars-CoV-2, sulla quale vanno a sommarsi i picchi del nuovo virus da noi studiati.
Nel grafico del Piemonte il dato di oggi segnala invece un cambiamento in meglio dell'andamento della curva
del Sars-CoV-2, assente nei dati di tutta Italia.
Questo vuol dire che ci sono delle regioni in cui i focolai potrebbero non estinguersi spontaneamente
per l'insufficiente numero di persone immuni (quelle infettate nella seconda ondata di due mesi fa.
Un minor numero di persone immunizzate e' possibile dove l'epidemia ha avuto un'estensione minore (ogni
regione o localita' e' un caso a se'). Ci auguriamo che i dati dei prossimi giorni possano confermarci una
riduzione dei contagi da Sars-CoV-2, come sta avvenendo in Piemonte.
Dobbiamo attendere e sperare che i contagi nei focolai non inizino a crescere esponenzialmente.
- 5 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia segue l'andamento atteso, perche' scende dal picco del
nuovo virus del lunedi' ma va addirittura oltre il suo dovere, arrivando quasi a zero, cioe' al livello del fondo.
Questo ci fa molto piacere perche' fuga le nostre preoccupazioni che i focolai che avevano portato cosi' in alto
i contagi, fino al 5% in piu', potessero continuare a svilupparsi. Cosi' sembra che non stia accadendo e allora e'
tutto bene quello che finisce bene.
Siccome invece nel grafico del Piemonte le cose non stanno andando cosi' bene, abbiamo discusso congiuntamente
i due casi e cosi' riportiamo anche qui' quello che abbiamo scritto per il
Piemonte.
Nel
grafico
del resto d'Italia i contagi del Sars-CoV-2 hanno subito un netto aumento, fino al 5% nel periodo tra Natale e
Capodanno (malgrado la zona rossa) pero' il dato di oggi sembra riportare i contagi verso il livello di fondo,
riducendo in modo sostanziale i nostri timori della nascita di focolai che potessero sfuggire ai controlli e quindi
anche il nostro preallarme.
Se confermata, questa riduzione dei contagi indicherebbe che i vari focolai responsabili dell'aumento dei contagi
fino al 5% si stanno smorzando e questo e' certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle persone dopo la
seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei
prossimi due giorni.
L'importanza e' enorme, perche' dall'esito si puo' stabilire se possiamo ancora contare sull'immunita'
naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no.
Il dubbio risiede nel fatto che nel 95% dei casi non si tratta di immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma
solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad
esaurirsi presto.
Quest'informazione, se acquisita con certezza, sarebbe destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi
almeno dei prossimi 2 o 3 mesi.
Tutto questo non puo' essere stabilito sulla base dei soli due dati di oggi, percio' aspettiamo con impazienza che
arrivi il prossimo venerdi' per capire meglio come si evolve la situazione di questi incrementi di contagi che sono
apparsi nei dati.
Vai ai
dati di oggi in Piemonte.
- 6 Gennaio 2021: Il dato (percentuale) di oggi di tutta Italia ed anche quello di oggi del Piemonte
sono identici ai dati di ieri, quindi il nostro commento non puo' che rimanere invariato, in attesa dei dati di
domani.
Ma attenzione: abbiamo gia' capito che con questo muovo virus nulla e' come sembra che sia. I dati sono identici
a quelli di ieri, quindi non e' cambiato niente? Neanche per sogno, perche' il dato in realta' e' la somma di
due altri dati: la percentuale dei contagi del Sars-CoV-2 e quella del nuovo virus, che non sono costanti e
quindi puo' accadere che una scende e l'altra sale in egual misura in modo che la somma rimanga costante tra ieri
ed oggi.
Vediamo com stanno le cose: il picco del lunedi' ha sempre mostrato 4 punti in discesa; oggi e' mercoledi' quindi
la curva del nuovo virus e' in discesa, per cui i contagi del Sars-CoV-2 stanno salendo, non sono costanti.
Per questo nel cruscotto iniziale abbiamo scritto "Crescita focolai in Italia" e non "Riduzione" per il
Sars-CoV-2.
Vogliamo pero' aggiungere anche la seguente osservazione interessante: negli ultimi 10 giorni, da Natale in poi,
proprio dal momento in cui il fondo del Sars-CoV-2 (linea arancione a destra) e' iniziato a salire nei contagi,
sono raddoppiate le ampiezze dei due picchi del nuovo virus (un po' meno del doppio in Piemonte ed un po'
piu' del doppio nel grafico di tutta Italia).
E' un'indicazione che con l'aumento del numero di virus Sars-CoV-2 nei contagi sono aumentate anche le mutazioni
che hanno generato i nuovi virus (facendoli raddoppiare.
E' una pessima notizia: se e' corretta l'attribuzione da noi fatta dell'elevato numero di
decessi
di questi giorni alla presenza di questi nuovi virus, rivelata dai test con tamponi, ci auguriamo con tutto il cuore
di sbagliare altrimenti tra un mese i decessi potrebbero raddoppiare, per il numero di giorni nei quali i picchi del
nuovo virus rimangono cosi' alti.
LA CAUSA DELL'ECCESSO DI DECESSI DI QUESTI GIORNI VA TROVATA AL PIU' PRESTO: un mese fa l'epidemia Sars-CoV-2 era finita
(la percentuale dei contagi era arrivata al livello del fondo di 9.5%).
Il dato di oggi di tutta Italia segue l'andamento atteso, perche' e' sceso dal picco del nuovo virus del lunedi'
ma va addirittura oltre il suo dovere, arrivando quasi a zero, cioe' al livello del fondo.
Questo ci fa molto piacere perche' fuga le nostre preoccupazioni che i focolai che avevano portato cosi' in alto
i contagi, fino al 5% in piu', potessero continuare a svilupparsi. Cosi' sembra che non stia accadendo e allora e'
tutto bene quello che finisce bene.
Siccome invece nel grafico del Piemonte le cose non stanno andando cosi' bene, abbiamo discusso congiuntamente
i due casi e cosi' riportiamo anche qui' quello che abbiamo scritto per il
Piemonte.
Nel
grafico
del resto d'Italia i contagi del Sars-CoV-2 hanno subito un netto aumento, fino al 5% nel periodo tra Natale e
Capodanno (malgrado la zona rossa) pero' il dato di oggi sembra riportare i contagi verso il livello di fondo,
riducendo in modo sostanziale i nostri timori della nascita di focolai che potessero sfuggire ai controlli e quindi
anche il nostro preallarme.
Se confermata, questa riduzione dei contagi indicherebbe che i vari focolai responsabili dell'aumento dei contagi
fino al 5% si stanno smorzando e questo e' certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle persone dopo la
seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai dati dei
prossimi due giorni.
L'importanza e' enorme, perche' dall'esito si puo' stabilire se possiamo ancora contare sull'immunita'
naturale acquisita dopo la seconda ondata dell'epidemia oppure no.
Il dubbio risiede nel fatto che nel 95% dei casi non si tratta di immunita' conseguente ad una sindrome Covid-19 ma
solo ad un'infezione senza sintomi, che potrebbe aver indotto una risposta immunitaria piu' debole, destinata ad
esaurirsi presto.
Quest'informazione, se acquisita con certezza, sarebbe destinata a condizionare tutte le scelte di profilassi
almeno dei prossimi 2 o 3 mesi.
Tutto questo non puo' essere stabilito sulla base dei soli due dati di oggi, percio' aspettiamo con impazienza che
arrivi il prossimo venerdi' per capire meglio come si evolve la situazione di questi incrementi di contagi che sono
apparsi nei dati.
- 7 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'unico giallo, a destra) e' risalito dall'11.4% al
14.9%, riportandosi al livello della
linea VIOLA
, da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita
dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
Questa salita e' normale e continuera' fino a lunedi', quando raggiungera' il picco del nuovo virus.
Dal livello raggiunto in quel momento potremo dedurre l'ampiezza del picco dl nuovo virus e conseguentemente il
livello raggiunto dai contagi del Sars-CoV-2 (per scorporo).
Siccome gia' 4 giorni prima del picco del lunedi', il dato di oggi ha superato la linea VIOLA che rappresenta
la salita dei contagi di Sars-CoV-2, non riteniamo che questi contagi siano in diminuzione. Per questo nel
"barometro" del nostro cruscotto iniziale abbiamo lasciato scritto "Crescita" dei focolai.
IMPORTANTE: Due sono i casi possibili che abbiamo di fronte, entrambi della massima importanza:
- Se nei prossimi giorni ci sara' un aumento dei contagi di Sars-CoV-2 (linea VIOLA a destra nel
grafico
), vorra' dire che i focolai del Sars-CoV-2 iniziati a Natale stanno espandendo il contagio
esponenzialmente e che non si sta facendo abbastanza per contenerli (all'INIZIO si potrebbero
ancora bloccare).
Anche per questo stiamo conducendo questo lavoro: perche' in questo campo e' molto importante accorgersi
tempestivamente di quello che sta per accadere. E noi avremo la risposta lunedi' prossimo,
tra 3 giorni (perche' se a quel punto l'epidemia e' partita non la ferma piu' nessuno)!
Se accadesse sarebbe una vera sciagura, perche' era evitabile.
Allora la curva di colore VIOLA a destra nel
grafico
continuerebbe a crescere, ripetendo la curva "a campana" di ottobre-novembre (che si vede a sinistra nel
grafico
) in modo inarrestabile per i prossimi due mesi e sarebbe la terza ondata.
Vorrebbe anche dire, purtroppo, che l'immunita' acquisita dalle persone infettate senza sintomi
durante la seconta ondata e' andata perduta gia' dopo un solo mese. Non potremmo percio' contarci in
futuro.
- Invece, se nei prossimi giorni scopriremo una riduzione dei contagi di Sars-CoV-2, vorra' dire che i
vari focolai che si sono creati a Natale, responsabili dell'aumento dei contagi fino al 5%, si stanno
smorzando spontaneamente e questo sarebbe certamente dovuto all'immunita', rimasta nelle
persone dopo la seconda ondata, che NON si sarebbe ancora ridotta dopo 2 mesi dall'infezione.
Sarebbe una notizia fantastica.
E' questa un'informazione della massima importanza, come capite bene, che dovra' essere confermata dai
dati dei prossimi 4 giorni (fino a lunedi'), perche' tutto questo non puo' essere ancora stabilito,
sulla base di pochi dati.
Aspettiamo quindi con impazienza che arrivi il prossimo lunedi' per capire meglio come si evolve la situazione
di questi incrementi di contagi (
linea VIOLA
), che sono apparsi nei dati da Natale in poi.
- 8 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo giallo, a destra) e' piu' basso rispetto
a quello di ieri ed e' sceso sotto al livello della
linea VIOLA
, da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli
assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
Essendo oggi venerdi', il dato di oggi ci lascia sperare che il picco del nuovo virus di lunedi' prossimo non
superi di molto la linea viola dei contagi del Sars-CoV-2.
Sarebbe un segnale incoraggiante che ci lascia sperare che anche i focolai di Sars-CoV-2 nati in tutta Italia
nei giorni di Natale possano diminuire, riportando la linea viola verso il livello del fondo anziche' crescere
ancora, seguendo l'andamento indicato dalla linea viola, come ha fatto finora.
Siccome anche il dato del Piemonte mostra un calo (ancora piu' significativo), vogliamo sperare che lunedi'
prossimo potremo confermare che secondo noi c'e' ancora in giro sufficiente immunita' residua, dopo le numerose
infezioni (asintomatiche) della seconda ondata, da rallentare in modo significativo la diffusione dei contagi
di Sars-CoV-2 e far smorzare spontaneamente i focolai creati dagli assembramenti eccessivi degli acquisti di
Natale.
A novembre il numero di persone infettate e quindi immunizzate (da noi stimato al 70%) era tale da far recedere
l'epidemia a zero.
Trattandosi in massima parte di infezioni asintomatiche, sussiste il dubbio che l'immunita' non resti a lungo:
di qui' l'interesse di rilevare sperimentalmente se dopo 2 mesi sussiste ancora un ostacolo immunitario
sufficiente ad impedire la diffusione incontrolata dei contagi in un focolaio e quindi la ripartenza di una
terza ondata epidemica.
I dati di oggi, sia in Piemonte che in tutta Italia, vanno in questa direzione e lasciano ben sperare.
Che ci sia un effetto delle immunita' residue secondo noi e' dimostrato dalla pendenza di crescita della
linea VIOLA
: all'inizio della seconda ondata la curva dei contagi in due settimane sali' di un fattore 4; ora la
pendenza di salita e' molto inferiore e se siamo fortunati tornera' a zero spontaneamente, in assenza di altri
assembramenti, come quelli di Natale.
Ovviamente un solo dato non puo' essere sufficiente per trarre delle conclusioni ma a questo punto cominciamo
ad essere ottimisti.
Rimaniamo in attesa dei dati di domani per una prima conferma, che sara' definitiva lunedi', quando arrivera'
il picco del nuovo virus.
Dal livello raggiunto in quel momento potremo dedurre l'ampiezza del picco dl nuovo virus e conseguentemente il
livello raggiunto dai contagi del Sars-CoV-2 (per scorporo).
Come augurio, per ora, nel "barometro" del nostro cruscotto iniziale abbiamo scritto "Stop crescita" dei
focolai.
- 9 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo arancione, a destra) e' piu' basso rispetto
a quello di ieri, che era gia' sceso sotto al livello della
linea VIOLA
, da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli
assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
Domani e dopodomani ci aspettiamo una risalita verso il picco N,14 del lunedi'.
Dall'altessa del picco potremo avere un'indicazione importante: se la linea viola del Sars-CoV-2 inizia a scendere
o continuera' a salire.
- 10 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia (l'ultimo arancione, a destra) e' un po'
piu' basso rispetto a quello di ieri, che era gia' sceso sotto al livello della
linea VIOLA
, da noi disegnata (a destra) per rappresentare la crescita dei contagi di Sars-CoV-2 conseguente agli
assembramenti avvenuti durante le festivita' di Natale.
Questi piccoli decrementi dei contagi indicano che la linea viola del Sars-CoV-2 forse non cresce piu'
e s'intravede un segnale di appiattimento, come mostra la linea viola piu' sottile tracciata
tentativamente sui picchi, l'ultimo dei quali il N.14 sara' domani, lunedi'.
Sembra che si cominci a vedere quell'inversione di tendenza che dovrebbe riportare i contagi Sars-CoV-2
al livello della linea verde del fondo, com'era a Natale, prima degli assembramenti per lo shopping.
Questo significherebbe che l'Italia ha scampato l'inizio della terza ondata, aiutata dall'immunita'
residua ancora rimasta nelle persone infettate durante la seconda ondata, che speriamo possa durare fino
all'inizio dell'estate perche' poi dovrebbe essere sostituita dalla protezione dei vaccini.
Se cosi' fosse, vorrebbe dire che per evitare la partenza della terza ondata ora non servirebbero
restrizioni particolari ed onerose: bisognerebbe solo riuscire ad impedire ad una parte della
popolazione di creare quegli assembramenti, come quelli di Natale, che a molti di loro piacciono tanto.
I guai che abbiamo avuto questi giorni e che sembra stiano ora rientrando spontaneamente, sono stati
creati dagli
assembramenti
di Natale, che dobbiamo tenere bene a mente come esempio prezioso di quello che puo' accadere con gli
assembramenti. NON DEVE PIU' ACCADERE.
Si noti che questa nostra previsione, da confermare con il dato di domani (picco del lunedi'), viene fatta oggi,
domenica 10 gennaio, quando tutti gli esperti, stampa e TV sono in allarme per l'inizio della terza ondata.
Questo allarme e' stato creato dalla comunicazione dell'elaborazione settimanale dei dati che viene presentata
con tre giorni di ritardo e con medie settimanali che scontano altri tre giorni di ritardo ulteriore per la
media.
Questi ritardi hanno importanti implicazioni per le decisioni che devono essere prese sulle restrizioni da
adottare, mentre gli eventi pandemici mostrano di poter avere variazioni significative anche da una settimana
all'altra.
Basta guardare il
grafico
per vedere come l'andamento dei contagi possa variare, per esempio dal picco N.12 in salita ripida al picco
successivo (7 giorni dopo), in cui la curva sembra tornare in discesa.
I giornalisti si sono basati sui risultati di analisi dei dati di 7 giorni prima (quando la curva era in salita
ripida) mentre noi ci stiamo basando sui dati di adesso (quando la curva sembra abbia smesso di salire).
E' ovvio che e' sempre meglio poter disporre di informazioni quanto piu' recenti possibile in
questo campo.
Per questo nel "barometro" del nostro cruscotto iniziale abbiamo lasciato scritto "Stop crescita" dei
focolai, anche se il dato di domani e' previsto in crescita, perche' e' il picco del lunedi' (che poi
ridiscendera').
UN PROBLEMA SERIO DA RISOLVERE: Qui' si spalanca un problema enorme, che puo' minare le basi
stesse della convivenza civile.
Questa famiglia di virus sembra che non ce la leveremo di torno presto, forse neanche con i vaccini se
compaiono molte varianti, per cui dobbiamo capire bene come gestire il problema che abbiamo di fronte.
Chiedere ai giovani di evitare gli assembramenti non e' cosa da poco. Si tratta di restrizioni
ben piu' gravose di quelle subite per l'AIDS, perche' riguardano non il contatto fisico ma addirittura
la vicinanza tra le persone.
Non si puo' chiedere ai giovani di vivere distanti tra loro, sostituendo i rapporti fisici con quelli
virtuali come si sta facendo con la scuola.
Eppure questa esperienza delle festivita' natalizie ci ha mostrato i rischi che corriamo, consentendo
gli assembramenti. Basta guardare il
grafico
e vedere l'andamento dei contagi.
Almeno nel medio periodo, questi rischi vanno evitati per impedire che la stessa societa' umana affondi
nella miseria, perche' i giovani sono cosi' tanto numerosi da essere molto pericolosi per i rischi di
epidemia e non possono essere controllati efficaciemente.
Anche se assembramenti come quelli di Natale possono far ripartire in pochi giorni una nuova ondata epidemica
che costerebbe molte decine di migliaia di decessi ed un ulteriore impoverimento della popolazione, possiamo
vedere che ora, se i contagi veramente scenderanno al livello del fondo, sembra sara' possibile condurre una
vita quasi normale, evitando che tutte queste sciagure accadano.
Intere categorie della popolazione soffrono molto a convivere a lungo con tali restrizioni, per ragioni legate
in modo essenziale al loro stesso modo di esistere. I giovani hanno un bisogno naturale di conoscersi e stare
insieme in gruppi numerosi. Se questo non si puo' piu' fare, si presenta un problema enorme che pero' si
puo' risolvere distinguendo socialita' da assembramenti: sono solo questi ultimi che vanno evitati.
Ci potra' sempre essere una minima diffusione del contagio tra persone ma bisogna evitare la
superdiffusione, in cui una sola persona puo' infettarne altre decine in una sola volta, come avviene negli
assembramenti.
Se le persone contagiate in circolazione sono poche, con le misure di prevenzione che bisognera' continuare
a rispettare, il contagio non si espande esponenzialmente e l'epidemia non esplode (tende a smorzarsi come
sembra stia facendo ora).
L'entita' del problema nel lungo periodo e' legata anche al successo dei vaccini che potrebbe pero' essere
messo in dubbio dalle numerose varianti di questo virus che stanno venendo fuori.
Il futuro e' incerto ma bisogna predisporre fin da ora delle soluzioni praticabili per superare il guado che
ci separa dal momento in cui il Sars-CoV-2 sparira' dalla faccia della Terra.
- 11 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa il suo dovere salendo di poco per raggiungere il
picco del lunedi', come sempre era accaduto da oltre due mesi, pero' senza salire molto, segno che i contagi del
Sars-CoV-2 si mantengono bassi.
COME ABBIAMO STIMATO I CONTAGI SARS-COV-2 (che, calcolati cosi', risultano pochi):
Per valutare la pendenza di crescita del Sars-CoV-2 abbiamo disegnato nel
grafico
una LINEA VIOLA che passa a 1.5% sotto ai picchi del lunedi' (indicati con L rosse, mentre con le
x abbiamo ndicato i punti di misura): cio' e' ragionevole perche' l'ampiezza di questi picchi si e' sempre mantenuta
costante e pari all'1.5% finora.
Cosi' abbiamo ricavato la pendenza di salita dei contagi Sars-CoV-2, che abbiamo disegnato con una linea viola, ed abbiamo
potuto rilevare che presenta inizialmente una pendenza in salita ma non ripida, segno che i focolai non si stavano
espandendo molto velocemente, poi negli ultimi 7 giorni (ogni punto e' un giorno) si e' mantenuta costante, cioe'
i focolai hanno smesso di espandersi.
La popolazione dei nuovi virus rimane costante, con picchi dell'1.5% (come risulta anche nel grafico del Piemonte) perche'
non ci sono abbastanza virus Sars-CoV-2 per alimentare in modo sostanzioso le mutazioni che generano altri nuovi virus.
I nuovi virus sono quindi ancora al livello dell'1.5% circa ma sono "maturati", perche' sono quelli prodotti per mutazione
un mese fa (quando c'erano molti virus Sars-CoV-2) e quindi crediamo che siano ora soprattutto loro a produrre i casi di
Covid-19 e decessi, piu' che il Sars-CoV-2, che e' aumentato molto poco dal livello del fondo e non ha ancora avuto il
tempo di "maturare", cioe' di diffondersi abbastanza nell'organismo dell'ospite.
CONCLUSIONI DAL DATO DI OGGI:   (11 gennaio 2021)
- Da una settimana non c'e' crescita dei contagi Sars-CoV-2 in Italia, contrariamente a quanto si sente dire in
giro, anche con un certo allarmismo: forse non si sono accorti di un paio di dati particolarmente alti (ma irrealistici),
che non andavano percio' elaborati.
- L'incremento di contagi Sars-CoV-2 finora si e' mantenuto ad un livello molto modesto (1.5%), come si vede dalla
linea viola disegnata nel
grafico
, tale da non destare alcuna preoccupazione per una possibile "terza ondata" epidemica.
- I decessi, che sono tanti (500 al mese), non sono imputabili al Sars-CoV-2 ma a "qualcos'altro"
(vedi sotto).
- Anche ricoveri e terapie intensive di questi giorni non sono imputabili al Sars-CoV-2 ma a "qualcos'altro" (vedi
sotto), perche' sono troppi per essere dovuti ai virus Sars-CoV-2 presenti.
Diciamo questo perche' essendo finita la seconda ondata da oltre un mese, non crediamo che sia giusto imputare i decessi,
ricoveri e terapie intensive di questi giorni al Sars-CoV-2 (sono troppi).
Secondo noi quel "
QUALCOS'ALTRO
" sono degli altri virus, che sono nati nei corpi delle persone infettate dal
Sars-CoV-2 per mutazione un paio di mesi fa, quando la seconda ondata era al massimo e che ora, sono maturati in forma
patogena e creano una sindrome indistinguibile dal Covid-19: il primo mese si sono accresciuti e diffusi sviluppando poi
in un altro mese la sindrome, i ricoveri, le terapie intensive ed i decessi di questi giorni.
La presenza di questi nuovi virus, secondo noi, e' evidenziata dai picchi settimanali nei grafici (che sono reali
perche' si riscontrano anche nelle curve dei decessi).
Tutti questi ricoveri e decessi, non piu' evitabili (NEANCHE CON LE ZONE ROSSE, che non servono con questi virus perche' non
si diffondono per contagio (NON SONO CONTAGIOSI), come abbiamo
spiegato
), sono prodotti da questi nuovi virus che non possono essere eliminati ma si esauriranno lentamente nel tempo dopo
aver causato il Covid-19 nelle persone che hanno avuto la sfortuna di vedersi nascere questo virus addosso durante
un'infezione asintomatica di Sars-CoV-2 (abbiamo stimato che avviene nel 6% dei casi).
E' vero che si esauriscono ma potrebbero poi ricomparire nuovamente, se avviene un'altra ondata di Sars-CoV-2 a generarne
molti altri (con mutazioni).
Capito come funziona? E' peggio del Sars-CoV-2!
Poiche' i focolai di Sars-CoV-2 sembra abbiano finito di crescere e dato che contro questo nuovo virus non possiamo fare
nulla (solo attendere che si esaurisca), nel barometro dei dati del nostro "cruscotto" abbiamo scritto "FINE" ALLARME
focolai Sars-CoV-2 in Italia. per ora.
Non dev'essere questo un messaggio di "libera tutti" ma e' senza dubbio un segnale positivo che speriamo venga confermato
dai dati dei prossimi giorni (per ora l'evidenza e' solo preliminare).
Le zone colorate (anche quelle bianche) in Italia servono, non perche' sta partendo la terza ondata, che non sembra
essere vero, ma come misure preventive predisposte per bloccare sul nascere eventuali focolai di altri virus
d'importazione, molto piu' contagiosi dei nostri, che stanno circolando moltissimo all'estero (come si puo' vedere nelle
immagini che seguono).
Pero' per questo e' molto importante che il monitoraggio della situazione in Italia funzioni bene e che sia anche
"pronto" negli interventi, cioe' che non abbia ritardi intrinsici nelle procedure, burocratiche o tecniche, perche' i
prossimi focolai potrebbero avere una velocita' di diffusione piu' elevata del Sars-CoV-2, perche' i virus sono piu'
contagiosi.
ATTENZIONE percio', il fatto che le zone rosse non servono contro questa mutazione italiana del Sars-CoV-2 non
significa che possiamo abbassare la guardia con tutte "zone bianche", perche' le varianti di questo dannato virus sono
tantissime, molte delle quali sono molto contagiose.
Come esempio guardate cosa sta accadendo in Irlanda in questi giorni:
Nel picco alto a destra ci sembra di vedere, quando i Sars-CoV-2 sono al massimo, i picchi settimanali che diventano sempre
piu' ampi, evidenziando cosi' l'aumento della presenza di varianti del Sars-CoV-2, che sta producendo tanti nuovi virus
per mutazione: e' cosi' che nascono e qui' il fenomeno sembra si possa vedere pure ad occhio nudo.
Non sono strane fluttuazioni dei dati, che non creano problemi se si fanno le medie settimanali; i problemi li creano, e
come, un mese dopo, procurando decine di migliaia di ricoveri per Covid-19 e centinaia di decessi al giorno senza che ci
si possa fare nulla, perche' i virus si sono gia' insediati nell'ospite che ormai e' condannato, anche se e' asintomatico.
Sembrerebbe, alla luce del dato di oggi, che a noi invece ci e' andata bene: dovremmo aver scampato per ora il rischio
della terza ondata, che abbiamo corso per lasciar fare gli acquisti di Natale.
Per farvi capire meglio di cosa stiamo parlando vi faccio vedere cos'e' la terza ondata, con il grafico di un Paese
dov'e' in corso, gli Stati Uniti:
L'esplosione attuale in USA, che si vede a destra, e' dovuta al freddo per una concorrenza di 2 fattori: da una parte i
virus rimangono attivi piu' a lungo cosi' le cariche virali aumentano per accumulo, dall'altra le difese immunitarie si
riducono con le infreddature. Cosi' si ammalano molte piu' persone e la curva sale.
Si vede pero' che anche d'estate puo' svilupparsi l'epidemia, anche se di meno, dopo 4 mesi dal primo picco, quando gli
anticorpi creati nella prima ondata in tante persone (asintomatiche) sono svaniti.
Il primo picco USA si attenua, non perche' i virus sono sazi o stanchi, ma perche cominciano a non trovare piu' persone
infettabili, perche' stanno diventando quasi tutte immuni dopo essere state imfettate (il grafico mostra i ricoveri ma
le persone infettate ed asintomatiche, poi immuni, sono molto piu' numerose).
La nascita della seconda ondata e' stata facilitata dal livello dei contagi, che dopo la prima ondata e' rimasto troppo alto.
I ricoveri nel grafico USA avrebbero dovuto ridursi di piu', segno che la popolazione, in carenza di restrizioni specifiche
imposte dalle Autorita', ha ignorato le giuste norme di prevenzione e cosi' ha dovuto poi pagare e sta ancora
pagando un prezzo salatissimo.
In Irlanda, come pure in Italia, in cui si sono applicate le giuste misure di prevenzione, si e' potuta evitare l'ondata
estiva (che non e' partita per niente, non e' riuscita ad innescarsi). Cosa importantissima!
Ora siamo im una situazione analoga con l'aggravante pero' che siamo in inverno.
Come vedete non e' una cosa che puo' essere sottovalutata: stiamo in guardia sempre e teniamoci pure qualche zona
colorata, che e' meglio, perche' dobbiamo aspettarci che le altre varianti, molto contagiose, prima o poi arrivino
anche da noi (purtroppo servono le zone colorate, perche' non tutti gli italiani hanno coscienza di dover badare a
se stessi, oltre che agli altri).
- 12 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa piu' del suo dovere scendendo dal picco del lunedi', come
sempre era accaduto da oltre due mesi, raggiungendo quasi il livello di fondo degli asintomatici, segno che i contagi del
Sars-CoV-2 stanno scendendo a zero, perche' dopo o picchi del lunedi' seguino dempre ben 4 punti in discesa di cui quello
di oggi e' il primo.
E' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagia sul livello
di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata puo' dirsi scongiurato.
Tutto questo e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita' che sono risultate idonee ad impedire
il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
Qualche focolaio limitato nello spazio puo' sempre verificarsi, come forse e' ora in Piemonte, ma dovremo convivere ancora
per tutto il 2021 con questo rischio che risulta pero' controllabile con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
Il massimo livello di allerta dev'essere riservato all'eventuale arrivo di quelle varianti del virus estremamente contagiose
che stanno diffondendosi sempre di piu' nel resto del mondo. In tal caso il livello e la tempestivita' dell'intervento
devono essere massimi.
Essendo elevato il rischio di importazione di questi virus "stranieri", dotati di un'alta contagiosita', che ne rende molto
veloce la diffusione, crediamo sarebbe opportuno organizzare delle apposite squadre di pronto intervento nelle aree
interessate da focolai di questi virus (mettendosi anche in grado di riconoscerli). Il pericolo che incombe e' enorme.
Per questo ottimo risultato di oggi nel barometro dei dati del nostro "cruscotto" abbiamo scritto "CESSATO" ALLARME
focolai in Italia, per ora.
- 13 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia fa il suo dovere continuando la discesa dal picco del lunedi',
come sempre era accaduto da oltre due mesi (i punti in discesa dal picco sono sempre stati 4 per cui sono attesi in discesa
anche i prossimo 2 punti, avvicinando cosi' il livello del fondo al 9.5%, a conferma che i contagi del Sars-CoV-2 non stanno
salendo ma scendono al livello a cui erano prima degli assembramenti di Natale.
E' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagia sul livello
di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata puo' dirsi per ora scongiurato.
Tutto questo e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita' che sono risultate idonee ad impedire
il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
Siamo pero' personalmente convinti che, se non ci fosse l'immunita' residua rimasta a tutti i contagiati senza sintomi
della seconda ondata a limitare i contagi, la nuova ondata epidemica sarebbe iniziata lo stesso.
CHIUSURA INDAGINI: Per questo, se nei prossimi giorni verra' confermato il calo dei contagi del Sars-CoV-2 (linea viola), considereremo
chiuse le due indagini indicate nel cruscotto iniziale:
- La curva viola (Sars-CoV-2) continuera' a salire ?     Risposta = NO
- Sono ancora tanti gli immunizzati dalla seconda ondata? Risposta = SI
E' necessario un chiarimento sul punto 2 (che non c'entra con l'immunita' di gregge): la seconda ondata si e' ridotta
non perche' i virus si sono attenuati ma perche' sono diminuiti avendo avuto sempre piu' difficolta' ad infettare, in
quanto tante persone avevano sviluppato una forma di immunita', che pero' dura poco, tant'e' vero che dopo 4 mesi
l'epidemia puo' iniziare di nuovo, com'e' accaduto negli
USA
.
Gli anticorpi della seconda ondata di novembre percio' non ci saranno piu' 4 mesi dopo, cioe' a marzo.
La nostra indagine era mirata ad osservare se a dicembre e gennaio ci fosse ancora questo tipo di protezione naturale dal
virus e riteniamo che la risposta sia affernativa altrimenti crediamo che i contagi attuali non si sarebbero ridotti
spontaneamente.
Qualche focolaio limitato nello spazio puo' sempre verificarsi, come forse e' ora in Piemonte, ma dovremo convivere ancora
per tutto il 2021 con questo rischio che risulta pero' controllabile con un adeguato monitoraggio come quello attuale.
Il massimo livello di allerta dev'essere riservato all'eventuale arrivo di quelle
altre varianti
del virus estremamente contagiose che si stanno diffondendo sempre di piu' nel resto del mondo.
In tal caso il livello e la tempestivita' dell'intervento dovranno essere massimi.
- 14 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia e' risalito un po' pur rimanendo vicino al livello del fondo e
sotto alla linea viola prevista per il Sars-CoV-2.
La salita verso il prossimo picco del lunedi' dovrebbe avvenire due giorni prima, cioe' sabato e domenica, per cui il
livello raggiunto con il dato di oggi ci sembra compatibile con una risalita che dovrebbe portare il picco del prossimo
lunedi' allo stesso livello dei precedenti due (cioe' circa 13.5% indicati con una L rossa nel grafico), a conferma
che i contagi del Sars-CoV-2 non stanno salendo ma, almeno per ora, rimangono costanti ad un livello abbastanza contenuto,
intorno all'11%, come indicato dalla nostra linea viola. Staremo a vedere.
E' percio' tutto confermato quello che abbiamo scritto ieri (vedi sopra) e se nei prossimi 3 giorni la curva si adagiasse
sul livello di fondo al 9.5% il pericolo della partenza della terza ondata potrebbe dirsi per ora scongiurato.
Il fatto che i focolai non si stiano allargando e' certamente dovuto alle misure adottate finora dalla Autorita'
che sono risultate idonee ad impedire il diffondersi dell'infezione ed ai comportamenti piu' attenti dei cittadini.
Siamo pero' personalmente convinti che, se non ci fosse l'immunita' residua rimasta a tutti i contagiati senza sintomi
della seconda ondata a limitare i contagi, la nuova ondata epidemica sarebbe iniziata lo stesso.
Grazie a quest'altro buon risultato (quello di oggi) nel barometro dei dati del nostro "cruscotto" possiamo lasciare scritto
ancora "CESSATO" ALLARME focolai in Italia, per ora.
INDAGINE SUL FONDO DEL 9.5%   (15 dicmbre 2021)
Siccome i picchi del nuovo virus non sembrano risentire delle zone rosse (restano sempre della stessa ampiezza), ci siamo
posti il quesito se pure i contagi prodotti quando c'e' solo il fondo hanno lo stesso comportamento (che ne identifica
l'origine).
Per questo abbiamo disegnato nel
grafico
una linea rossa che unisce tutti i punti dopo la discesa dal picco, che rappresentano i contagi al netto del contributo
dei picchi.
Trovandoci in prossimita' del livello del fondo la linea rossa rappresenta abbastanza bene l'andamento del fondo.
Da essa possiamo rilevare che in corrispondenza alla "zona rossa" di Natale la linea rossa scende sotto alla linea verde
del 9.5%, segnalando che i patogeni contenuti nel fondo risentono della presenza della zona rossa e quindi del
distanziamento: ne deduciamo che quasi sicuramente sono virus Sars-CoV-2.
Si pone allora un altro problema: perche' non si riesce a ridurre la loro presenza sotto al 9.5% ?
Il nostro primo sospetto a caldo e' che potrebbe essersi instaurato un processo analogo a quello che abbiamo chiamato
"epidemia degli asintomatici"
e che in estate manteneva un livello di fondo dei contagi intorno al 3%.
Il livello potrebbe essere cresciuto al 9.5% in conseguenza della seconda ondata che ha lasciato una popolazione virale
diffusa in una moltitudine di persone infette ed asintomatiche (pari al 9.5% della popolazione) in un equilibrio stabile
anche se dinamico (tanti guariscono quanti restano infettati).
La differenza con l'"epidemia degli asintomatici" che abbiamo conosciuto nel periodo estivo e' che allora le infezioni
erano tutte asintomatiche mentre ora, a causa del freddo che permette un migliore accrescimento delle cariche virali per
accumulo, essendo il tempo di attivita' dei virus piu' lungo, una parte maggiore degli infettati svilippa la sindrome
Covid-19.
Con cio' possiamo considerare conclusa l'indagine, almeno per ora.
- 15 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia, come pure tutti i successivi, non e' piu' confrontabile con
quelli precedenti, perche' nel totale dei test, fatti da oggi in poi, saranno inclusi anche i test antigenici, senza
alcuna selezione sul tipo.
Il dato risulta piu' basso, segno che l'efficienza media dei nuovi test non e' elevata ed essendo aumentato il denominatore
della frazione con cui si ottiene la percentuale, i dati sono tecnicamente piu' bassi e non confrontabili con i precedenti.
Saranno confrontabili tra loro, anche se con una precisione inferiore, tutti i dati da oggi in poi.
Per questo abbiamo disegnato una linea verticale blu che separa il primo insieme dei dati, quelli fino a ieri, dal secondo
insieme di dati, quelli da oggi in poi.
Le conclusioni che possiamo trarre sul primo insieme di dati sono le seguenti:
- La crescita di contagi dai focolai creati dallo shopping natalizio e' ben rappresentato dalla linea viola da
noi prevista per il Sars-CoV-2 e disegnata scorporando l'andamento dei picchi del lunedi': si vede cosi' che i contagi
sono cresciuti per una settimana per poi stabilizzarsi per le successive due settimane. Per questo nel nostro "barometro"
abbiamo scritto cessato allarme.
- I picchi del "nuovo virus" sono sempre rimasti della stessa ampiezza, confermando ancora una volta di essere poco
sensibili alle restrizioni sul distanziamento.
- Sono altresi' confermate tutte le nostre osservazioni sul
dato di ieri
ivi comprese quelle sull'immunita' residua delle persone e sulla natura del fondo a 9.5%.
Vai alle
CONCLUSIONI
oppure ai
dati di oggi in Piemonte.
- 16 Gennaio 2021: Il dato di oggi di tutta Italia, come pure tutti i successivi, non e' piu' confrontabile con
quelli precedenti, perche' nel totale dei test, fatti da oggi in poi, saranno inclusi anche i test antigenici, senza
alcuna selezione sul tipo.
Il dato e' praticamemte uguale a quello di ieri per cui valgono gli stessi
commenti.
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
COME RIAPRIRE I RISTORANTI, SCUOLE (ED ALTRE ATTIVITA':   (16 gennaio 2021)
Abbiamo visto dai nostri dati (la linea viola a destra nel
grafico
) che la risposta del sistema di monitoraggio su larga scala puo' essere cosi' pronta da dare una risposta in meno di una
settimana.
Infatti, guardando dov'e' la freccia di Natale, in cui ci sono stati gli assembramenti, si nota che il sistema e' in grado
di segnalare entro un paio di giorni l'inizio della risalita dei contagi (linea viola crescente), che poi si possono
arrestare in una settimana con la zona arancione (linea viola orizzontale).
Chiunque puo' fare quello che facciamo noi qui' e se sono le Autorita' a farlo, fanno anche prima perche' loro entrano in
possesso dei dati che servono almeno un giorno prima di noi.
Questo e' uno strumento potentissimo, perche' e' abbastanza "pronto" nella risposta, che e' disponibile (se non si perdono
giorni per attendere di fare la media settimanale, cosi' scompare il problema delle fluttuazioni dei dati dovute ai picchi)
e che potrebbe consentire di riaprire scuole, ristoranti ed altre attivita' nel modo seguente:
- Si selezionano le citta' in cui i contagi sono stabili (con la curva viola orizzontale).
- Citta' per citta', si aprono tutti i ristoranti comunicando loro che, qualora i contagi dovessero salire, si
procederebbe ad una nuova chiusura non breve (cioe' si rendono responsabili i gestori del loro futuro).
- Si controlla dopo la riapertura e se la curva dei contagi sale si chiudono prontamente, altrimenti si continua a
lasciarli aperti.
Lo stesso metodo potrebbe essere poi usato per scuole, bar e per tante altre attivita' commerciali (una per volta)
per arrivare ad individuare tutte quelle compatibili con l'attuale situazione epidemiologica, con grandi benefici per
l'economia e la collettivita'.
Personalmente riteniamo che la situazione sia cosi' grave da giustificare anche qualche rischio, se cantenuto in limiti
accettabili.
Bisogna farlo perche' questa situazione purtroppo durera' a lungo.
QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI AL 1/1:   (16 gennaio 2021)
Autorevoli medici in TV hanno detto che chi e' stato infettato dal Sars-CoV-2 non deve vaccinarsi perche' e' gia' protetto
dall'immunita' naturale.
Abbiamo gia' condotto una delle nostre piccole indagini al riguardo ed abbiamo concluso che questo tipo di immunita'
xxx
e' ancora in atto
ed e' proprio quella che secondo noi ci sta aiutando a non far partire la terza ondata dell'epidemia.
Siccome sembra possa verificarsi una carenza di vaccini, ci chiediamo allora quante siano queste persone immuni,
identificabili con un test rapido, che potrebbero anche non vaccinarsi.
Se si guarda il
grafico
della seconda ondata in Italia si vede che la curva e' corrispondente (come area) ad un rettangolo di altezza pari al
10% e base dal 1/10 al 31/12 (tre mesi).
Possiamo cosi dedurre che le persone infettate (per il 95% in forma asintomatica) sono state il 30% della popolazione,
avendo assunto che il tempo di guarigione medio sia di 30 giorni, come risulta dai dati clinici.
Quindi un italiano su tre potrebbe non essere vaccinato!
RAGGIUNGIMENTO DELL'IMMUNITA' DI GREGGE:   (2 dicembre 2020)
Il raggiungimento dell'immunita' di gregge, un fenomeno per l'autore totalmente nuovo che sta scoprendo ora, dovrebbe essere
ormai intorno a Natale (la stima e' fatta estrapolando i dati della
curva
verso lo zero: sta scendendo del 5% in 10 giorni, cioe' 10 punti nel grafico, quindi arrivera' a zero in 20 giorni), quando
la curva dei contagi arrivera' al 3%, che dovrebbe essere secondo noi il livello di equilibrio della residua epidemia degli
asintomatici (era il livello di fine settembre).
Allora la
maggior parte
della popolazione italiana sara' stata infettata (in modo asintomatico) e risultera' immunizzata (cioe' "vaccinata" dal
virus Sars-CoV-2 non attenuato).
Credo sia quello che e' accaduto in Cina, dove questa seconda ondata non e' neanche iniziata.
In piu' parti di questo lavoro avevamo lodato i cinesi, dando fiducia alla loro affermazione di avere "zero contagi".
Pensavamo che fossero stati piu' bravi di noi. Neanche per sogno. Ora credo che per non danneggiare l'economia,
non abbiano fatto quelle chiusure delle attivita' economiche che da noi hanno limitato e rallentato la crescita
dei contagi e dei decessi, e siano arrivati cosi' in tempi piu' brevi all'immunita' di gregge: ora da loro nessuno si
contagia piu' perche' si e' gia' contagiato prima.
Quindi credo che ora tutta la popolazione di Wuhan abbia acquisito un'immunita' (non permanente) al Sars-CoV-2, pero'
al costo di danni permanenti piu' o meno gravi agli organi interni. Inoltre ritengo che che tutta l'area interessata
dall'epidemia vada controllata a lungo per evitare la diffusione dei contagi da quell'area, ormai endemica. Cio' per
spiegare che questa non dev'essere la soluzione.
Infatti l'immunita' da contagio non e' affatto come una vaccinazione in quanto, anche se modesta, un'infezione arreca
sempre dei danni agli organi interni, perche' i virus distruggono le cellule che usano per replicarsi e tanto
piu' e' estesa l'infezione, tanto maggiore e' il danno arrecato. Il vaccino invece produce gli anticorpi senza arrecare
danni all'organismo.
Gli anziani e gli immuno-depressi, che non sono stati ancora infettati, devono rimanere sempre protetti e poi vaccinarsi.
Allora le VACANZE di Natale potrebbero anche essere salvate con grandi benefici economici (sicuramente il
turismo sciistico, che non credo interessi gli anziani e gli immuno-depressi). Quei pochi che sono riusciti a non infettarsi
fino a quel momento, credo che siano perfettamente in grado di proteggersi da soli, senza bisogno di apposite ordinanze.
E' tutto scritto nei dati, basta saperli leggere.
L'unica ipotesi necessaria e' che la maggior parte degli asintomatici infettati abbiano sviluppato una dose di anticorpi
sufficiente ad immunizzarli dopo la guarigione: a noi sembra una cosa ovvia e la perfetta aderenza dei dati alla nostra
descrizione del fenomeno ci conforta nel ritenere corretta la nostra ipotesi.
Nei grafici stiamo sempre riportando la linea di discesa verde, a cui potrebbe tendere la linea rossa d'interpolazione
dell'ultimo tratto della curva, di cui ne rappresenta l'andamento medio.
Se nei grafici precedenti, tutti qui' disponibi li, si osserva la variazione nel tempo della pendenza della linea
rossa, si puo' rilevare come si abbassi sempre di piu' con il passare dei giorni, tendendo ad assumere la stessa
pendenza della linea verde, che porta i contagi a zero con l'arrivo dell'immunita' di gregge.
In effetti con il passare dei giorni e' aumentato sempre piu' il numero di persone contagiate e poi guarite, che risultano
cosi' immunizzate.
Il grafico ci dice che in Italia siamo arrivati al 18% di tutta la popolazione contagiata, che poi guarisce in tempi tra 6
e 30 giorni: non ci vuole molto cosi' a raggiungere il 100% (cioe' tutti gli italiani contagiati), se si contano anche tutti
i contagi precedenti avvenuti da marzo in poi.
Soprattutto la componente di guarigione rapida (di
6 giorni
) da noi scoperta, potrebbe avere un ruolo molto importante, perche'
contribuisce
a far crescere piu' rapidamente il numero di persone immunizzate e cosi' a farci arrivare prima al momento
dell'immunita' di gregge.
Per capire perche' cio' accade, consideriamo la curva dei contagi quando e' piu' o meno costante al 18%. Se gli infetti
guariscono in 6 giorni anziche' in 30, l'avvicendamento degli infetti deve procedere 5 volte piu' rapidamente per
mantenere i contagi al 18%, cioe' devono infettarsi 5 volte piu' persone (perche' guariscono "troppo" presto) e questo
aumenta il numero di persone immunizzate a parita' di tempo (vedi anche l'
approfondimento
e l'
annuncio
dell'arrivo dell'immunita' di gregge).
IL MIRACOLO FORSE MANCATO DEI VACCINI:   (5 dicembre 2020)
Si potrebbe anche correre il rischio di avere una popolazione gia' "vaccinata" dall'immunita' di gregge, prima
dell'inizio delle vaccinazioni acquistate dalle industrie farmaceutiche (che comunque potrebbero servire, senza urgenza,
per i richiami successivi, perche', dalle prime informazioni che trapelano, sembrerebbe che l'immunita' al Sars-CoV-2
sia solo temporanea e che quindi siano sempre necessari i richiami (dopo alcuni mesi).
E' il rischio che sta correndo la Gran Bretagna che ha iniziato a vaccinare la popolazione il 8/12; purtroppo pero' ci
vorra' molto tempo per vaccinare tutti ed i contagi intanto continueranno, anche se attenuati dalla crescente immunita'
acquisita dalle persone gia' infettate in passato.
Se il tempo di guarigione di un asintomatico infettato e' di
6 giorni
, il "turn over" degli infetti e' tale che quando
i tamponi registrano sempre il 9% di persone positive vuol dire che ogni 6 giorni le persone infette guariscono e vengono
sostituite da altrettante persone che sono state infettate. Un nuovo 9% della popolazione ogni 6 giorni significa il 45%
in 30 giorni, cioe' in un tempo molto breve, ovvero se la percentuale dei contagi rimanesse sempre al 9%, il 45%
della popolazione sarebbe contagiata (quasi tutti in forma asintomatica con il Sars-CoV-2) e quindi immunizzata in un mese.
In Italia a novembre la percentuale media e' stata proprio intorno al 9% (il picco ha raggiunto il 18%) e quindi si
sono immunizzati (per un tempo che viene stimato tra 3 e 5 mesi) il 45% degli italiani. Considerando anche gli immunizzati
dei mesi precedenti, si capisce a cosa sia dovuta la diminuzione dei contagi degli ultimi 20 giorni di novembre.
Paradossalmente la componente a 6 giorni delle guarigioni, annunciata in questo lavoro e ben visibile nei grafici,
accelera cosi' tanto la progressione dei contagi che la conseguente immunizzazione da contagio arriva prima
delle vaccinazioni ed interessa cosi' tante persone da costituire una vera protezione totale (immunita' di gregge).
Cio' e' vero anche se le vaccinazioni iniziano cosi' precocemente come quelle ora avviate dal governo del Regno Unito.
Di conseguenza, a quel punto discendente della curva dei contagi, in larga misura quelle vaccinazioni non sono piu'
cosi' urgenti per tutti ma solo per chi non e' ancora dotato di anticorpi, per gli anziani e gli immuno-depressi
(gli altri possono essere vaccinati con piu' bassa priorita') e le dosi acquistate in eccesso saranno forse utili poi, come
richiamo per tutti, se conservabili per almeno 6 mesi.
Questo stesso scenario potrebbe presentarsi anche in Europa tra un mese, quando dovrebbero iniziare le vaccinazioni.
L'entita' del problema e' legata alla durata dell'immunita' acquisita dopo un'infezione, che va accertata sperimentalmente
con maggiore certezza al piu' presto. Dalle prime informazioni acquisite sembra che sia solo di qualche mese; infatti si
sono registrati numerosi casi di ricadute di malati gia' guariti.
IMPORTANZA DELLA COMPONENTE DI GUARIGIONE IN 6 GIORNI:   (2 dicembre 2020)
Abbiamo appena visto come l'esistenza di questa componente veloce nelle guarigioni possa aumentare di un fattore 5
l'avvicendamento delle persone che passano da sane ad infettate.
A parita' del numero di contagi nel tempo questo fatto implica che l'infezione possa riguardare un numero 5 volte maggiore
di persone a parita' di tempo. I virus cosi', oltre ad infettare un numero 5 volte maggiore di persone (avvicinando
l'immunita' di gregge), hanno anche 5 volte piu' opportunita' di trovare e colpire persone con deficienze immunitarie e
queste persone, una volta infettate invece di guarire in 6 giorni, sviluppano la sindrome Covid-19, potendo anche morire.
Abbiamo cosi' scoperto un'altra proprieta' infame del Sars-CoV-2, che ne esalta la nocivita' aumentando di 5 volte sia
il numero dei ricoveri che quello dei decessi.
Come riferimento, oggi 3/12, 20 giorni circa dopo il picco della curva dei contagi al 17.9%, si sono registrati in Italia
quasi 1000 morti (993). Se non ci fosse stata la componente di guarigione veloce in 6 giorni, i morti sarebbero stati solo
200!
Non e' necessaria nessun'altra verifica di tutto cio' con appositi test, perche' la verifica e' gia' nei numeri e
nelle misure gia' fatte sui tamponi e riportate nel grafico: basta solo un po' di aritmetica per convincersi che il
momento dell'immunita' di gregge (100% degli italiani infettati) non e' piu' cosi' lontano.
SECONDO NOI E' ORMAI SICURO CHE LA DISCESA DEI CONTAGI CHE VEDIAMO NEL GRAFICO E' DOVUTA ALL'IMMUNITA' DI GREGGE,
CHE ORMAI E' MOLTO VICINA (poco prima di Natale).
Quindi la riduzione dei contagi in atto, che non e' piu' causata solo dai provvedimenti di chiusura (anzi ora si stanno
riaprendo molte attivita', con sempre meno regioni in "zona rossa" e malgrado cio' la curva continua a calare), ma e'
dovuta proprio al raggiungimento imminente dell'immunita' di gregge, che comporta la presenza di un elevato
numero di persone non piu' contagiabili perche' immunizzate. E questo abbassa il parametro Rt e quindi la pendenza della
linea rossa nel grafico, portandola gradualmente a coincidere con la linea verde, quando si raggiunge
l'immunita' di gregge.
Tutte le nostre previsioni ci sembrano finora confermate e questo secondo noi e' una buon indizio della correttezza della
nostra comprensione complessiva del fenomeno epidemico, compresa quest'ultima previsione dell'immunita' di gregge.
UNA PREOCCUPAZIONE: All'immunita' di gregge i contagi calano, perche' la presenza di cosi' tante persone immunizzate
riduce le possibilita' di infettare del virus e quindi la sua contagiosita'.
Nel periodo invernale pero' le basse temperature aumentano le cariche virali circolanti che rimarranno anche attive piu' a
lungo nell'ambiente, aumentando ancora di piu' il rischio di contagio (anche per il fenomeno di accumulo negli ambienti
chiusi).
Non sappiamo se questo aumento di contagiosita' riuscira' a prevalere sulla riduzione di contagiosita' raggiunta con la
protezione dell'immunita' di gregge.
In altre parole gli anticorpi creati con l'immunita' di gregge potrebbero non essere piu' sufficienti a proteggere dalle
cariche virali particolarmente piu' intense del periodo invernale.
Il problema e' facile da capire: nella lotta tra anticorpi e virus, quando la carica virale e' molto alta i virus potrebbero
essere troppi e gli anticorpi potrebbero non riuscire piu' a neutralizzarli tutti.
Questo ragionamento fa capire anche che possono esistere diversi gradi di immunita' raggiunti, in funzione della quantita'
di anticorpi disponibili.
In questa seconda "ondata", durante l'autunno, la quantita' di anticorpi creatasi e' sufficiente a prevalere sulle cariche
virali circolanti con le temperature autunnali (lo vediamo nel calo dei contagi).
Siccome pero' in inverno le cariche virali crescono, allora la copertura dell'immunita' di gregge potrebbe non essere piu'
sufficiente e potrebbe partire una nuova "ondata" epidemica..
Non abbiamo modo di valutarlo ora con i dati che abbiamo. Dovremo vedere cosa succede nei mesi invernali, percio' non ci
resta che attendere, incrociando le dita.
SI PUO' RIAPRIRE TUTTO ? (2 dicembre 2020)
Se quanto da noi affermato venisse riconosciuto allora ci dovrebbero essere notevoli conseguenze,
anche immediate, sul modo di gestire la crisi e sulle possibilita' di riportare in tempi brevi il Paese sulla via di una
vigorosa ripresa economica.
Cio' perche' il grado di copertura immunitaria della popolazione e' cresciuto, abbassando cosi' la contagiosita' del virus,
come mostra la riduzione di pendenza della linea rossa, e quindi anche il numero dei contagi complessivi.
Il messaggio che deve passare non potra' essere pero' di un "libera tutti", perche' bisognera' sempre tenere presente che
l'immunita' e' stata acquisita da molti, ma non da tutti (fino alla vaccinazione) e che, essendo ormai sempre
tra noi in forma endemica, il virus sara' sempre pronto a colpire ancora, non appena gliene daremo la possibilita', sia
chi ancora non e' immunizzato che chiunque altro abbia basse difese immunitarie (con infreddature, con
l'eta', malattie, ecc.).
E' convinzione dell'autore (se convalidata dal parere di almeno un autorevole medico virologo) che si potrebbe anche
permettere alla gente di andare in discoteca o a sciare, ma solo dopo che un test idoneo e certificato ha accertato
che dispongono della protezione dei giusti anticorpi ALTRIMENTI ASSOLUTAMENTE NO.
Questi test sembra siano veloci, poco costosi e di validita' durevole, perche' gli anticorpi restano abbastanza a lungo.
Si potrebbe istituire un patentino, per esempio, che attesti una sufficiente presenza di anticorpi.
Essendo gia' tantissimi gli immunizzati, e' chiaro che si potrebbe allora anche RIAPRIRE TUTTO, se si riuscisse
pero' a neutralizzare i tanti irresponsabili incoscienti che pur di andare ballare, se ne infischiano delle prescrizioni,
mettendo cosi' a repentaglio la propria e l'altrui salute e facendo un grande favore ai virus, che possono moltiplicarsi.
Questo e' il grosso primo problema da risolvere in qualche modo, magari anche bypassando la privacy ed usando gli
smartphone.
Infatti non e' assolutamente accettabile che la societa' e l'economia debbano restare chiuse per colpa di una
minoranza di indisciplinati "menefreghisti"!
Esisterebbe pero' un secondo problema (che non so come risolvere): siccome gli ammessi in discoteca o a sciare
sarebbero i positivi al test (che hanno gli anticorpi perche' sono stati gia' infettati) si corre il rischio che molti
giovani sani si adoperino per infettarsi al piu' presto, per potersi cosi' immunizzare (con il nocivo Sars-CoV-2 anziche'
con il vaccino) e questa non sarebbe certo una buona cosa!
Se nei prossimi giorni la decrescita dei contagi proseguira', come ci aspettiamo, con la linea rossa che si allinea sempre
piu' con la linea verde, riterremo che questo scenario potrebbe essere valido addirittura PER LE PROSSIME FESTIVITA'
NATALIZIE (e sarebbe un bel sollievo per l'economia), ma prima bisognerebbe trovare il modo per impedire
di nuocere a se' ed agli altri ai numerosi indisciplinati, NON ancora immunizzati. Trovare la soluzione e' compito delle
Autorita'.
Concludiamo ribadendo che sarebbe stato un delitto intellettuale lavorare sui dati aggregati, come sostengono anche prestigiosi
colleghi: i dati originali sono costati un lavoro immenso e sono una miniera di informazioni preziose, che noi stiamo
estraendo per imparare quanto piu' possibile su questa pandemia.
BENE, PER ORA CI SEMBRA CHE TUTTO STIA ANDANDO PROPRIO COME CORRETTAMENTE PREVISTO IN QUESTO LAVORO.
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Molto rimane ancora da fare nei prossimi giorni per l'arrivo dell'immunita' di gregge:
- Valutare l'entita' della protezione raggiunta e delle precauzioni necessarie con riferimento ai rischi sanitari
ed economici;
- Capire se e' possibile che parta una terza ondata dell'epidemia e di quale entita';
- Importanza e ruolo dei vaccini in questo nuovo scenario;
- Altro.
Iniziamo:
1) VERIFICA DI CONSISTENZA DELL'IPOTESI "IMMUNITA' DI GREGGE":   (3 dicembre 2020)
Per un controllo, cercheremo ora di stimare dai dati qual'e' il numero di persone infettate e poi guarite (immunizzate),
ma prima lasciatemi fare una riflessione sui dati dei contagi che stiamo analizzando e sul loro andamento temporale in
questa seconda "ondata" dell'epidemia.
Una ragione ci deve pur essere, se dalla rapida salita di un mese e mezzo fa della curva dei contagi, quando i contagi si
triplicavano in 17 giorni (dal 4.8 del 14/10 al 16.3% del 1/11, come si vede nella
tabella
), si e' arrivati alla decisa discesa di questi giorni, che ha visto quasi dimezzarsi i contagi in 17 giorni (da 17.9%
del 16/11 al 10.0 del 2/12), discesa che sta ancora continuando, malgrado la gente circoli di piu' in molte regioni, che
non sono piu' "rosse".
Non credo che il virus si sia stancato, perdendo virulenza spontaneamente, o sia mutato in un mese e mezzo.
E' un dato di fatto inoppugnabile che la sua contagiosita' sia diminuita in questo mese e mezzo e questo proprio mentre si
sta avvicinando l'inverno.
Tutto questo e' molto strano: una spiegazione ci deve pur essere.
Noi siamo riusciti a trovarne una: l'aumento del numero di persone immunizzate perche' gia' infettate in forma asintomatica,
e poi guarite. Il fenomeno esiste ed e' ben noto: e' quello che porta all'immunita' di gregge, quando coinvolge la totalita'
della popolazione.
STIMA DI QUANTI SONO GLI IMMUNIZZATI: Per verificare la consistenza dell'ipotesi ci basta poter stimare quante
siano le persone gia' immunizzate.
Trattandosi solo di una stima possiamo procedere cosi': tralasciamo per ora di calcolare l'eredita' di immunizzati della
prima "ondata" dell'epidemia e concentriamoci solo sulla seconda "ondata" che negli ultimi due mesi ha prodotto i contagi
visibili nel
grafico
, dove in due mesi i contagi hanno percorso una curva a campana che ha raggiunto il 18%. Siccome il numero di persone
coinvolte e' legato all'area di questa curva, per semplificare il calcolo possiamo sostituirla con una funzione costante
a meta' altezza, cioe' al 9%. Quindi il calcolo e' semplice: e' come se per due mesi avessimo avuto in Italia sempre il
9% di contagi.
Se il tempo di guarigione fosse sempre di un mese allora nei due mesi dovremmo conteggiare il doppio dei contagiati,
cioe' il 18% sarebbe il numero degli italiani trovati positivi e quindi infetti.
Sarebbero troppo pochi per spiegare il crollo attuale della curva dei contagi.
Pero' nel nostro lavoro abbiamo scoperto che molte delle persone infettate guariscono in
6 giorni
anziche' in 30 giorni.
Se il tempo di guarigione fosse sempre di 6 giorni allora nei due mesi dovremmo conteggiare non il doppio dei contagiati,
ma dieci volte il numero dei contagiati che si avvicendano nell'arco dei due mesi per mantenere il livello dei contagi al 9%
cioe' sarebbe 90% il numero degli italiani trovati positivi e quindi infetti.
Se vogliamo sapere quanti sono gli infetti che guariscono in 6 giorni e quanti invece guariscono in 30 giorni dobbiamo
riferirci al
grafico
del Piemonte, dove stimiamo che la grande maggioranza dei contagi di un picco guarisce in 6 giorni perche' quelli che guariscono
in 30 giorni, se presenti, dovrebbero innalzare la base del picco che invece rimane sempre allo stesso livello, come dimostra
la linea rossa d'interpolazione che passa su tutte le basi dei picchi, tutte allo stesso livello.
Lasciamo a medici e virologi lo studio dei due tipi di infezione che guariscono in 6 o 30 giorni (forse 6 giorni e' per gli
asintomatici e 40 giorni per le infezioni un po' piu' estese).
A noi interessa la conclusione, in base alla quale e' corretto usare nel calcolo il tempo di guarigione prevalente di 6 giorni,
che porta la stima del numero di persone infettate e poi guarite (quindi immunizzate) negli ultimi due mesi, al valore del
90% pienamente adeguato a spiegare l'attuale crollo del numero dei contagi con l'immunita' acquisita da cosi'
tante persone (immunita' di gregge).
In realta' credo che siano piu' del 90%, anche se quelle qui' calcolate sono un po' meno del 90% per la presenza delle
guarigioni in 30 giorni, perche' ci sono le immunizzazioni rimaste dopo la prima "ondata", che credo siano numerose.
2) CI SARA' LA TERZA ONDATA ?   (3 dicembre 2020)
C'e' poco da dire. Se la seconda "ondata" della pandemia terminera' con l'immunita' di gregge, allora non potranno esserci
altre "ondate" almeno finche' dura l'immunita' acquisita dalla popolazione (che sembra duri qualche mese) e nelle more di
una nostra importante
preoccupazione
.
Quindi questo inverno avremo il virus presente in forma endemica (ospitato nei corpi di una moltitudine di asintomatici)
ma NON ci dovrebbe essere una terza "ondata", cosi' possono stare tranquilli QUASI TUTTI, tranne coloro che non hanno
ancora mai avuto contatti con il virus, che non sono immunizzati e gli immuno-depressi (tra cui gli anziani).
Costoro dovranno essere tra i primi ad essere vaccinati, appena possibile.
3) IMPORTANZA DEI VACCINI:   (3 dicembre 2020)
Purtroppo non siamo riusciti ad evitare, con comportamenti piu' virtuosi, l'arrivo dell'immunita di gregge, che non e' una
bella cosa perche' vuol dire che si sono infettati tutti gli italiani (e l'infezione comporta dei danni all'organismo), prima
dell'arrivo dei vaccini, che pure sono stati prodotti in tempi da record.
Credo che questo sia accaduto per la contagiosita' estremamemte elevata di questo virus.
Il vaccino e' ancora necessario, anche se un po' meno di prima, perche' devono essere vaccinate al piu' presto
le persone gia' citate, cioe' quelle che non hanno ancora mai avuto contatti con il virus e che percio' non sono immunizzate
e gli immuno-depressi, tra cui consideriamo anche gli anziani.
Sull'opportunita' di vaccinare le persone gia' infettate e poi guarite non ci pronunciamo, lasciando il parere al personale
medico. Se la risposta fosse negativa allora di vaccini ne potrebbero servire molti di meno.
Le persone, infettate e poi guarite, dispongono di anticorpi naturali e quindi non dovrebbero vaccinarsi.
Pero' siccome sembra che alcune di loro si siano poi reinfettate nuovamente, ne deduciamo che gli anticorpi di questo virus
non sono in grado di permanere a lungo nel corpo umano e quindi i vaccini (conservabili) sono necessari anche perche'
in questo caso le vaccinazioni andranno ripetute.
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PREVISIONE: (del 29 novembre 2020)     N.B. Se avremo successo dovrebbe cambiare tutto per
Natale! (lo speriamo).
Lasciatemi spingere oltre a fare le seguenti due previsioni che, se verificate, supporterebbero la correttezza della nostra
comprensione del fenomeno che stiamo osservando:
- Il dato di domani 30/11 salira' un po' (perche' domani e' lunedi' e si completera' cosi' il picco settimanale N.8, che
avra' gli ultimi sette punti giornalieri piu' bassi del 3.2% rispetto al picco precedente N.7 ma per il resto i punti del
picco N.8 saranno esattamente uguali, come una fotocopia, ai precedenti sette punti che avevano formato il picco N.7
- Poi prevedo che con il punto di martedi' 1/12 la curva inizi a scendere decisamente (almeno di un altro 3.2%),
come indica la linea verde nel grafico, annunciando cosi' l'arrivo dell'immunita' di gregge, che ora stiamo per spiegare.
Purtroppo prevedo pure che non tutto corrispondera' esattamente a queste due previsioni, perche' proprio oggi, domenica
29/11, molte regioni sono state parzialmente riaperte, passando da rosse ad arancioni con la riapertura di decine di
migliaia di negozi con molti assembramenti per lo shopping in tutta Italia, e questo dovrebbe causare un vistoso
incremento del numero dei contagi, che potrebbe coprire l'evoluzione da noi prevista, pur presente nei dati, in modo
difficilmente scorporabile.
Pero' potremmo gia' essere al punto in cui, piu' contagi arrivano e piu' presto si raggiunge l'immunita' di gregge, che
dovrebbe risultare senpre piu' rilevabile nei dati dei contagi dei prossimi giorni, se siamo nel giusto.
Aspettiamo percio' con impazienza l'arrivo di questi dati dei prossimi 2 giorni, che ci potrebbero permettere di
fare questi importanti passi avanti nella comprensione del fenomeno epidemico, perche' se dovessero prendere un deciso
andamento discendente, sarebbero a nostro avviso una buona CONFERMA dell'
arrivo
dell'immunita' di gregge in Italia, con una conseguente minore esigenza di ricorrere ad altri DPCM di chiusura e si
potrebbero anche allentare tante restrizioni con grandi benefici per l'economia e la societa' civile.
Cio' perche', in tal caso, l'ulteriore abbassamento del numero dei contagi non sarebbe piu' legato esclusivamente ai
provvedimenti governativi di chiusura ma all'accresciuto livello di immunita' ormai raggiunto dalla popolazione.
Se questa immunita' fosse permanente il Covid-19 sarebbe destinato a scomparire, come accadde un secolo fa per la famigerata
Spagnola. Purtroppo pero' sembra, da vari indizi, che l'immunita' al Sars-CoV-2 non sia permanente, per cui ora avremmo
risolto il problema delle ferie natalizie ma poi dovremmo ricorrere ai vaccini per mantenere un buon livello d'immunita'
nel tempo, perche' il virus ormai e' endemico, essendo ospitato da una grande moltitudine di persone infettate in modo
asintomatico.
UN'OSSERVAZIONE IMPORTANTE: (27 novembre 2020)
Ci siamo accorti che i dati dei contagi pubblicati dal Ministero della Salute fino ad oggi (vedi
tabella
) mostrano una sorprendente periodicita': tutti i 7 picchi, che compaiono nel corso di quasi 2 mesi avvengono
sempre di lunedi', come indicato dai caratteri "L" riportati in nero nel grafico.
Un aspetto analogo ma meno significativo, perche' riferito ad un lasso di tempo minore, mostra anche la precedente
curva del Piemonte, dove in 3 settimane ci sono 3 picchi, sempre di venerdi'.
Il fenomeno e' cosi' marcato che merita la massima attenzione, perche' potrebbe essere foriero di
informazioni importanti sull'epidemia che stiamo studiando.
La prima idea induce a sospettare della correttezza dei dati forniti, che potrebbero essere affetti da errori
sistematici/logistico/organizzativi, dato che gli errori statistici sono trascurabili (sempre inferiori all'1%).
In effetti la qualita' dei dati e' scarsa, perche' mancano le informazioni necessarie per poterla valutare ed
eventualmente correggere ma l'andamento della curva che vediamo e' a nostro avviso la manifestazione di fenomeni
che potrebbero essere importanti e che percio' vanno studiati.
Riflettendoci meglio, ci siamo accorti che piu' che picchi sono dei gradini discendenti, nei quali i contagi
diminuiscono per due giorni (lunedi' e martedi') nei gradini N.1 e 2, e sempre di tre giorni (lunedi',
martedi' e mercoledi') in tutti i gradini successivi, dal N.3 in poi.
Questo fenomeno di incremento e discesa dei contagi, ripetendosi con frequenza settimanale ed in modo stabile,
certamente non casuale, dovrebbe essere legato alla maggiore liberta' di circolazione di cui godono le persone
durante il fine settimana, in una chiusura non totale ma solo in "zona rossa".
La successiva diminuzione di contagi avviene come se ci fossero delle infezioni, verificatesi nel fine settimana,
che sono rilevabili al tampone il lunedi' e che poi guariscono rapidamente, in soli due giorni ad ottobre ed in
tre giorni a novembre (discesa del gradino), rendendo negativo il risultato del tampone.
A questo punto dovrebbero venirci in aiuto virologi ed epidemiologi per confermare che possono esistere delle
infezioni piu' "leggere", magari subite da chi era gia' stato infettato e poi guarito, che danno risultato positivo
al test ma che poi in 2 o 3 giorni si negativizzano, magari perche' si trovano in un organismo che dispone gia' di
un certo tasso di anticorpi.
Passando un mese, da ottobre a novembre, potrebbe essere aumentato il numero delle persone che dispongono di anticorpi
e cosi' la discesa del gradino potrebbe essere piu' marcata ed estendersi da 2 a 3 giorni.
Guardando il
grafico
si nota in effetti che il salto verso il basso del gradino diventa sempre piu' accentuato nel tempo.
L'IPOTESI: Sembrerebbe che esista un diverso modo di infettarsi per le persone.
L'ipotesi e' che oltre alle infezioni "normali", che poi guariscono in 30 giorni, ci siano anche delle altre infezioni piu'
"leggere" o provocate da cariche virali deboli diffuse da persone infette ma asintomatiche, o che riguardano persone che
dovrebbero essere immuni perche' gia' infettate e poi guarite. In realta' queste persone potrebbero non essere immuni a
reinfettarsi e percio', dopo il fine settimana in cui sono entrate in contatto con il virus, potrebbero risultare positive
al test ma, avendo anticorpi validi, che non consentono al virus di insediarsi e moltiplicarsi nel loro organismo, nel giro
di 6 giorni si negativizzano (componente di guarigione "lenta").
I dati inoltre sembrerebbero indicare, con l'aumento dell'area dei picchi, che il numero di queste persone e' aumentato
sensibilmente da ottobre a novembre e questa conclusione sarebbe compatibile con l'altra indicazione, che ci forniscono
i dati, di un
avvicinamento
all'immunita di gregge, che metteremo in evidenza tra poco.
Se questo potesse accadere, sarebbe la spiegazione di tutto quello che vediamo nei dati.
Un tale comportamento di questo virus ne favorirebbe la diffusione invisibile tra una grande moltitudine di asintomatici
e puo' quindi accelerare il raggiungimento dell'
immunita' di gregge
.
Piu' che le chiusure con le zone rosse, che hanno avuto il merito di aver limitato la salita della curva
(ed i decessi connessi), l'immunita' di gregge potrebbe essere allora la vera causa della discesa
del parametro Rt e quindi della diminuzione di pendenza della linea rossa di "crescita raffreddata" nel
grafico
(ben visibile nella sequenza temporale dei grafici) oltre che dall'ampiezza sempre maggiore dei tratti discendenti dei
gradini N.4, 5, 6, e 7 nella curva.
Nella discussione che segue arriveremo ad ipotizzare quella che sarebbe una importante
SCOPERTA
: l'arrivo dell'immunita' di gregge in Italia.
CONCLUSIONE: Secondo questa spiegazione i gradini che compaiono nella curva potrebbero essere dovuti quindi
a supplementi di contagi prodotti nei fine settimana, quando la gente gode di una maggiore liberta': in altre parole
i contagi prodotti dalla gente che circola non sono distribuiti uniformemente nel corso della settimana ma si
concentrano soprattutto nei fine settimana e risultano poi rivelabili nei test il lunedi', dopo un minimo di incubazione.
Anche in questo caso si potrebbe fare una valutazione degli ingenti danni sanitari ed economici prodotti dalla
presenza di questi picchi, imputabili ai comportamenti delle persone che non rispettano le raccomandazioni
anticontagio.
Questa produzione di contagi non continua dopo il fine settimana, a causa della minore liberta' di circolazione nei
giorni feriali.
Anche i gradini 1, 2, 3 e 4, di cui finora non avevamo saputo dare una spiegazione, sono certamente di questo tipo.
La curva dei contagi dopo il gradino prosegue la sua salita con la sua pendenza indisturbata, mentre
dopo i gradini 5 e 6, che coincidono con le chiusure in zona rossa di Piemonte e Campania, la curva riprendee a salire
ma con una pendenza ridotta, fino poi quasi ad appiattirsi come indicato dalla linea rossa "raffreddata" (effetto
delle chiusure).
Continueremo lo studio per capire sempre meglio il significato di tutte queste particolarita' dei dati.
DESCRIZIONE DEL GRAFICO: Nel grafico sono riportati in rosso i numeri dei gradini discendenti, che sono
descritti
QUI'
.
A differenza del
grafico
del Piemonte, in cui compaiono tre picchi ascendenti, dovuti ad incrementi inattesi
dei contagi, avvenuti dopo la chiusura in "zona rossa", in questo
grafico
dei contagi di tutta Italia compaiono sette picchi con relativi gradini discendenti.
Nei gradini 5 e 6 sono indicate le regioni la cui chiusura in zona rossa ha prodotto la discesa dei contagi visibile
nel relativo gradino.
Sono poi indicati:
- con una linea rossa l'andamento della curva "raffreddata" dalle varie chiusure (gradini discendenti);
- con una linea blu l'andamento previsto in assenza di altre chiusure (in salita per il contributo della altre regioni
non chiuse, in cui l'epidemia non e' stata raffreddata), la cui pendenza ci ricorda il pericolo che incombe su di noi;
- con una linea verde l'andamento ipotizzato nel caso fossimo vicini all'immunita' di gregge, discussa piu' avanti.
Osserviamo che se si facesse lo stesso esercizio di interpolazione dei dati, fatto con la linea rossa della crescita
"raffreddata", anche questa linea verde si posiziona come una buona interpolazione dei punti sull'ultimo tratto discendente
della curva. Quindi questi ultimi punti NON escludono l'ipotesi di prossimita' all'immunita' di gregge, che discuteremo
tra poco.
Rispetto ai dati del Piemonte, che abbiamo riportato nel
grafico
precedente, questo
grafico
contiene i contagi di tutta l'Italia (in cui non tutte le regioni sono chiuse) e quindi la discesa del contributo delle
regioni chiuse (zone "rosse") appare ridotta.
Le diminuzioni repentine di contagi finora sono sempre avvenute dopo il fine settimana, quando con la riduzione della
circolazione delle persone nei giorni feriali, viene ridotta anche la produzione di nuovi contagi.
Questa diminuzione avviene tutta insieme in forma di gradino perche' tutti i contagi che potevano essere rimossi poi non
ci sono piu' e quindi non diminuisce ulteriormente.
Poi la curva riprende a salire per il contributo dei contagi prodotti dal resto d'Italia, come indica la linea blu.
ATTENZIONE: (27 novembre 2020)
Da questi dati stiamo per formulare l'ipotesi dell'arrivo dell'immunita' di gregge in Italia (a sorpresa).
Non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di disegnare, in verde, l'andamento da noi ipotizzato della discesa della curva
in questo caso, seguendo quanto suggerito dalla curva precedente (del Piemonte).
In attesa del completamento del settimo gradino, vogliamo sottolineare che ci sono ben sette punti precedenti tutti
allo stesso livello e, se questo dovesse ripetersi nei prossimi giorni, siamo indotti a pensare a tre cause
possibili (che si stanno tutte verificando, anche se probabilmente in misura ancora troppo piccola):
- La prima causa che puo' contribuire a ridurre la contagiosita' e quindi ridurre progressivamente la pendenza della
curva dei contagi e' l'aumento del numero delle persone immuni con l'avvicinarsi dell'
immunita' di gregge
.
STIMA POPOLAZIONE IMMUNE: Quanti sono gli infettati, poi guariti e quindi immunizzati, nell'ultimo mese
(cioe' quanto siamo lontani dall'immunita' di gregge)?
Le persone infette nell'ultimo mese sono state sempre intorno al 15% come si puo' vedere nel
grafico
o nella
tabella
.
Il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, va dai 6 ai 30 giorni in base
alla presenza relativa delle due
componenti
di infettati.
Se il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, fosse di
6 giorni
, allora nell'ultimo mese avremmo avuto il 75% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito un certo
grado di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 6 giorni, per un totale del 75% in un mese, che si va a
sommare agli altri immunizzati del passato).
Se invece il tempo medio di guarigione di queste persone infette fosse quello della seconda
componente
(30 giorni) allora nell'ultimo mese avremmo avuto il 15% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito
un certo grado di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 30 giorni, per un totale del 15% in un mese, che
si va a sommare agli altri immunizzati del passato).
ROBUSTEZZA DELLA STIMA: Questi immunizzati si potrebbero trovare, con i test di rivelazione degli anticorpi,
perche' gli infettati ci sono stati (li abbiamo trovati con i tamponi e
calcolati
dai dati nel grafico) poi sono guariti in
6 giorni
, come ci indica la velocita' di discesa dei contagi nelle curve e gli anticorpi devono restare, almeno per un mese.
Se non si trovassero bisognerebbe capire dove sono finiti.
Questa presenza di cosi' tante persone immunizzate diminuisce la contagiosita' ovvero le occasioni che
hanno oggi i virus di infettare le persone che incontrano.
Conseguentemente la curva dei contagi tenderebbe a scendere sempre di piu' ed il "raffreddamento" della crescita,
indicato dalla linea rossa nel
grafico
, imputabile soprattutto a questa causa, e la linea rossa tenderebbe ad identificarsi sempre piu' con la linea
verde, che rappresenta l'andamento all'immunita' di gregge.
Avevamo sempre scritto che il tempo medio di guarigione (finora sconosciuto) di un asintomatico fosse sempre di un
mese; cio' in base ai tempi di guarigione appresi dagli ospedali, che si riferivano pero' non a pazienti asintomatici
ma a pazienti con sindrome Covid-19 e dai tempi di guarigione dei calciatori comunicati di tanto in tanto dalla stampa.
La conoscenza del tempo medio di guarigione degli asintomatici e' necessario per
calcolare
il tempo di avvicendamento
delle persone nel "parco" degli infetti di una regione chiusa e quindi il numero atteso delle persone immuni, che certamente
ci sono e che stanno contribuendo all'appiattimento della curva.
La discesa odierna della
curva
cosi' in basso, con il gradino N.7, potrebbe essere un indizio che il tempo medio di guarigione delle
persone infette ed asintomatiche sia molto meno di un mese e che per questo la diminuzione dei contagi per
immunita' ora descritta e' gia' in atto.
L'
immunita' di gregge
allora non sarebbe piu' cosi' lontana.
Sarebbe un'ottima notizia ed un bel regalo sia per le vacanze di Natale che per salvare la stagione
sciistica.
Questa possibilita' ci e' suggerita da ben DUE indizi sperimentali: la tendenza apparente all'appiattimento della curva
dei contagi in
Italia
(ben visibile confrontando la pendenza delle linea rossa delle "crescita raffreddata" del 28/11
con quelli precedenti) e la ripida discesa della curva dei contagi del
Piemonte
.
Merita percio' di essere approfondita al piu' presto.
CALCOLO DEL TEMPO MEDIO DI GUARIGIONE DI UN ASINTOMATICO
GIA' IMMUNE
: Cominciamo osservando che nella
curva
dei
contagi del solo Piemonte (che non e' inquinata dai dati del resto d'Italia) si nota una pendenza di discesa molto ripida,
non compatibile con tempi di guarigione degli asintomatici di 1 mese.
Se questa discesa secondo noi e' dovuta al venir meno dei contagi degli asintomatici che stanno guarendo (non rimpiazzati
da nuovi contagi che non ci sono dopo la chiusura), allora osservo dalla
tabella
che la
curva
parte il 6/11 da 10.2% per dimezzarsi il 9/11 a 5.1%, per cui la curva tende ad arrivare a zero
in 6 giorni.
Quindi solo di 6 GIORNI risulta essere il tempo medio di guarigione di un asintomatico infettato da cariche
virali deboli o gia' immune (non un mese come i contagiati normali, non immuni, e come abbiamo sempre scritto, basandoci
sui tempi di guarigione appresi dagli ospedali per i malati di Covid-19).
Abbiamo scoperto poi (il 30/11) che esistono due
componenti
nelle persone infettate, con due tempi di guarigione rapidi (6 giorni) e lenti (30 giorni) ed e' ovvio che qui' stiamo
esaminando solo il contributo della componente rapida.
Per noi questa delle guarigioni e' l'unica spiegazione che siamo riusciti a trovare per la discesa della curva dei contagi
dopo la chiusura.
Ragioniamoci un attimo: da quando hanno chiuso il Piemonte (zona rossa) i contagi hanno sempre avuto per oltre due
settimane un andamento discendente sempre con la stessa pendenza calcolata sopra (a zero in
6 giorni
).
C'e' qualcos'altro, che puo' produrre questa riduzione di contagi, oltre alla guarigione dei piemontesi che erano positivi
al momento della chiusura? Sappiamo che di asintomatici ce n'erano molti (con una percentuale intorno al 10% al momento
della chiusura, se i piemontesi sono 1/20 dei 60 milioni di italiani, vuol dire che sono 3 milioni ed il 10% positivi vuol
dire che ci sono 300.000 asintomatici (gli altri sono pochi), che iniziano a guarire smettendo cosi' di essere positivi.
La rapida diminuzione dei contagi nel Piemonte, che si rileva nei giorni successivi alla chiusura, puo' essere solo la
riduzione delle due
componenti
degli asintomatici positivi (sappiamo che i positivi sono quasi tutti asintomatici): o guariscono nei tempi
naturali o emigrano in massa (50.000 al giorno)!
Non sono virologo e percio' devo essere umile in questo campo ma io altre possibilita' non ne vedo.
Assumiamo percio' questa ipotesi: che le diminuzioni dei contagi siano ascrivibili alle guarigioni degli asintomatici, che percio' hanno un tempo medio di guarigione di 6 giorni.
E' un po' la nostra terza scommessa: le prime due le abbiamo vinte, questa volta sara' piu' dura perche' con tutti i test che
si fanno se ne dovrebbero gia' essere accorti, ma vale la pena comunque indagare in questa direzione perche' quella decrescita
cosi' rapida dei contagi e quantitativamente importante, che si vede nel grafico, esiste veramente ed accelera guarigioni ed
immunizzazioni.
Questa ipotetica SCOPERTA, appena spiegata, avrebbe notevoli conseguenze sulle nostre previsioni, che
andrebbero tutte riviste (si ricordi che stiamo imparando a conoscere le caratteristiche di un fenomeno totalmente nuovo,
utilizzando la sola curva dei contagi):
- La linea blu a destra nel
grafico
, che indica la crescita tendenziale non avrebbe piu' ragione di esserci, perche'
l'andamento tendenziale vero diventerebbe la linea rossa della "crescita raffreddata" o meglio un "best fit" dei dati
precedenti.
- L'
immunita' di gregge
sarebbe molto piu' vicina di quanto pensavamo, essendoci gia' tra il 15% ed il 75% di persone immuni, la cui immunita'
pero' per molti di loro non sembra possa durare a lungo (solo qualche mese); inoltre sembra che rimangano sempre
reinfettabili e risultare positivi, anche se solo per 2 o 3 giorni.
- Se cosi' fosse, i vaccini servirebbero ma meno di quanto si pensava, perche' molti sarebbero gia'
immunizzati e si aprirebbe il problema di valutarne l'efficacia su cosi' tante persone gia' con anticorpi nel loro organismo,
essendo asintomatici guariti.
- L'emanazione dei provvedimenti di chiusura che si stanno per prendere (per la stagione sciistica, per il Natale,
per la scuola, ecc.) andrebbero subordinati all'esito della conferma di questa eventuale importante scoperta, che
preluderebbe alla riduzione in tempi brevi (grazie al tempo di guarigione molto spesso di soli
6 giorni
invece di 30) di molti contagi per l'imminente arrivo dell'immunita' di gregge in Italia (dove tra il 15% ed
il 75% delle persone dovrebbero essere gia' immuni, eccetto coloro che non sono ancora mai entrati in contatto con il virus,
tra cui gli ANZIANI).
La via maestra di CONFERMA e' controllare su un'indagine fatta adesso, a campione e su un numero limitato di
test (almeno mille per regione), se e' vero che ci sono cosi' tanti positivi alla ricerca degli anticorpi (e se no,
cercheremo di capire dove abbiamo sbagliato).
- La seconda causa che potrebbe ridurre la pendenza della curva potrebbe essere dovuta alle diminuzioni dei contagi per
le guarigioni dei positivi asintomatici rimasti nelle ormai numerose "zone rosse", che proseguono ancora per un mese e poi
finiranno quando saranno tutti guariti (a parte i cronici che non guariscono). Questa diminuzione (temporanea), con le
ultime chiusure, potrebbe essere arrivata al punto da compensare esattamente la spinta alla crescita dei contagi
delle regioni non chiuse in "zona rossa".
Questa diminuzione dei contagi, dovuta alle guarigioni nelle zone rosse, dovrebbe durare circa un mese e quindi terminare
irrimediabilmente proprio intorno a Natale. Allora dovrebbe rimanere solo la crescita dei contagi prodotta nelle
altre regioni, che continua la sua salita se non viene frenata da comportamenti individuali piu' virtuosi, e la curva
dovrebbe riprendere purtroppo a salire con la pendenza indicata dalla linea blu.
- Nella terza causa che potrebbe ridurre la pendenza della curva e che e' anche un auspicio, vorremmo tanto
che la riduzione della crescita, da noi attesa in questi sette giorni, fosse stata ritardata grazie ai comportamenti piu'
virtuosi di tante persone. Se fosse vero e se continuassero con questi comportamenti virtuosi, la curva non salirebbe piu',
perche' la riduzione di contagiosita' (cioe' la pendenza della curva) da essi prodotta sarebbe andata a neutralizzare
l'aumento di contagiosita' prodotto dal freddo invernale.
In effetti una moltitudine di persone sta distruggendo tutto e facendo morire migliaia di persone solo per voler fare quello
che gli pare. E' una follia: tutti devono comportarsi come si deve, perche' siamo tutti in guerra contro questo virus !
Ribadiamo che seguire comportamenti piu' virtuosi da parte di molte persone, primo tra tutti un uso corretto delle
mascherine che impedisce ai virus di diffondersi nell'ambiente, ha l'effetto di ridurre non solo i contagi ma
anche la contagiosita' e quindi la pendenza della curva, riducendo il valore di Rt anche sotto a 1.
Sembra che nel Lazio Rt sia sceso a 0.9, cioe' sotto a 1, che significa una regressione dei contagi e
dell'epidemia: quindi sarebbe possibile anche una riapertura, invece di ulteriori chiusure, oltre a meno decessi
e ricoveri (ma arrivano anche i pazienti dalla Campania che vanno accettati).
E questo sembra non sia un auspicio ma una realta'. Nel Lazio forse hanno imparato come si fa (speriamo).
I comportamenti delle persone possono veramente bloccare l'epidemia diminuendo la contagiosita', cioe' la facilita'
che il virus incontra nel trasmettere il contagio. Comportamenti virtuosi delle persone, in primis l'uso corretto delle
mascherine, oltre a salvare la salute, possono anche permettere di ridurre la pendenza della curva e far regredire l'epidemia.
Ripetiamolo: ci troviamo in questi guai perche' l'inverno ha aumentato la contagiosita' del virus ma noi disponiamo di
un'arma molto potente che puo' ridurne la contagiosita': i comportamenti responsabili e virtuosi delle persone.
Diamoci tutti da fare, perche' per rendere orizzontale la curva dei contagi bisogna essere proprio in tanti!
Se la diminuzione dei contagi dovuta alle guarigioni non fosse ancora cosi' elevata e senza comportamenti virtuosi, a causa
dei contagi prodotti nelle regioni d'Italia non chiuse, la curva dei contagi non resterebbe costante ma dovrebbe
CONTINUARE A CRESCERE (linea blu) senza soluzione di continuita' e sempre con la stessa pendenza di salita,
caratteristica del livello di contagiosita' del virus Sars-CoV-2, che rimane alta per i comportamenti poco prudenti degli
Italiani, ma un po' attenuata, solo temporaneamente, dal contributo di decrescita, dovuto alle guarigioni in corso (ancora
per un mese) degli asintomatici nelle regioni chiuse (zone rosse).
Prima che cresca troppo pero', possiamo chiudere (zona rossa) un'altra regione e questo fatto, inserendo la decrescita di
un nuovo gradino, abbassa la curva annullando la crescita dei 4 giorni precedenti.
La chiusura delle regioni con Rt alto sono piu' convenienti, perche' introducono nella curva un gradino di decrescita piu'
alto.
Cosi' facendo possiamo mantenere la curva sulla pendenza "raffreddata" (in rosso sul
grafico
) o dire che il fattore Rt
si mantiene basso, a 1.18 (e' legato alla pendenza della curva, quando e' orizzontale e' Rt=1) o dire che la curva "si sta
appiattendo" ma questo fa vedere che non si e' capita bene l'evoluzione dell'epidemia.
E' chiaro che e' un inganno, perche' non possiamo continuare a chiudere molte altre regioni per aggiungere altre
discese a gradino e, non appena terminiamo di fare altre chiusure, non ci saranno piu' altri gradini a frenare la crescita
della curva che procedera' senza piu' freni (vedi tratto blu nel grafico).
Vediamo ora cosa accade quando, nel tentativo di contenere la crescita della curva, arriviamo a mettere tutte le regioni
d'Italia in "zona rossa": la curva potrebbe allora anche essere scesa un poco (dipende da quanto sono state ravvicinate
nel tempo le varie chiusure) ma, non essendo un lockdown generale, ci sono sempre insiemi di persone che rimangono esposte
all'infezione, cosicche' questa potra' continuare ad espandersi con la sua solita crescita esponenziale, partendo da
percentuali piu' basse, se calcolate rispetto a tutt'Italia.
Anche se le persone sono poche, con la sua crescita esponenziale il virus tenderebbe ad infettare potenzialmente tutta
l'Italia, se gli italiani glielo consentissero, lasciando la pendenza della curva cosi' ripida.
Non riuscirebbe a farlo se gli italiani fossero tutti chiusi dentro casa con un lockdown generale, che NON
e' la stessa cosa della chiusura dell'Italia con TUTTE "zone rosse": il lockdown generale puo' spegnere completamente
l'incendio dell'epidemia, mentre con tutte "zone rosse" rimarrebbero molti focolai che farebbero continuare la
propagazione incontrollata e veloce dell'incendio.
Con un lockdown generale la contagiosita' effettiva del virus (cioe' la sua capacita' di espandersi, infettando
ogni umano che gli capita a tiro), sarebbe fortemente ridotta e conseguentemente la pendenza di crescita della curva dei
contagi sarebbe sempre decrescente fino al limite inferiore, che e' stabilito dal numero di persone infette ed
asintomatiche croniche, cioe' che non guariscono spontaneamente entro un mese.
Inoltre si deve tenere in conto che i decrementi, dovuti ai gradini, di abbassamento della curva permangono finche' dura
la chiusura della regione ma non appena si riapre (perche' la zona rossa non puo' durare in eterno) si ricreano subito
quei nuovi contagi che erano scomparsi al momento della chiusura, perche' le persone, che creavano i nuovi contagi prima
della chiusura, ricominceranno a farlo anche dopo la riapertura (perche' la zona rossa non gli avra' insegnato niente).
E cosi' scompaiono i benefici creati dal gradino verso il basso al momento della chiusura, con un gradino verso l'alto
di pari ampiezza (stesso numero di nuovi contagi). L'unico beneficio che rimane, ma finche' non si reinfettano, e' il
numero di asintomatici guariti durante la chiusura, che alla riapertura non sono piu' positivi (ma lo saranno poi, di
nuovo se si reinfettano).
La salita, indicata dal tratto disegnato in blu, e' destinata a continuare finche' ci saranno persone da infettare,
Poi rimarrebbe costante, quando dovesse arrivare al limite dell'
IMMUNITA' DI GREGGE
.
Con il tasso di crescita attuale ci si potrebbe arrivare abbastanza presto (vedi tratto disegnato in blu). Le
alternative
possibili sono discusse poco piu' avanti.
PENSIERO DELL'AUTORE: Mi sembra che formalismi teorici statistici ed epidemiologici complessi impediscano, anche a
molte persone esperte, di vedere la vera natura, pur elementare, di questo fenomeno (e' nuovo il virus, non il fenomeno).
E' un atteggiamento intellettualmente rinunciatario che, di fronte alle apparenti numerose fluttuazioni incomprese della
curva, si rifugia nel degrado della risoluzione dei dati, andando ad analizzare le medie settimanali per far sparire quelle
fluttuazioni, che invece come dimostra questo lavoro, contengono informazioni preziose da capire.
Cosi' dicono in modo ingannevole che "l'epidemia rallenta" o che "la curva si sta appiattendo" e che "la crescita si e'
raffreddata" (perche ragionano in pratica sulla retta rossa nel
grafico
anziche' sulla curva reale), dando adito a speranze
ancora incerte di decrescita imminente e di poter riaprire molte attivita', sia pure con prudenza, per le prossime festivita'
natalizie.
Cio' non e' corretto, come ha capito bene ogni attento lettore di questo lavoro. Va bene non spaventare la gente ma
cosa si direbbe loro poi se la curva continuasse a salire e l'unica alternativa che resta (avendo gia' chiuso tutto
quello che si poteva chiudere) fosse il lockdown totale proprio durante le feste di Natale?
La comprensione completa dell'evoluzione del fenomeno e le capacita' predittive sono prerequisiti essenziali
ed indispensabili per poter progettare bene le strategie d'intervento.
Fornire queste conoscenze e' il compito che ci siamo prefissi in questo lavoro.
ECCO LA NOSTRA PREVISIONE (al 23/11): Una volta sottratti nella curva (con la discesa del gradino N.6) tutti i
contagi che erano prodotti dalle ultime zone rosse chiuse (Campania, ecc.), l'ulteriore descrescita e' pilotata dalle
guarigioni degli asintomatici di queste zone rosse, che procedono per 6 giorni (od un mese?); ma sembra che ancora siano
di piu' i nuovi contagi prodotti dalle altre regioni non chiuse del resto d'Italia, per cui la curva ha ripreso a
salire completando il gradino N.6 e dovrebbe poi continueare con la solita pendenza della crescita esponenziale
(vedi trattino blu nel
grafico
),
caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2 nel periodo autunnale (a maggio sara' piu' bassa), eventualmente mitigata
da un auspicabile aumento dei comportamenti virtuosi delle persone, che poco per volta dovrebbero imparare.
Quindi la curva dovrebbe continuare a crescere, purtroppo, e non ci dovrebbe essere ne' un picco finale ne' tanto meno la
discesa tanto auspicata.
La persistenza del "raffreddamento" della crescita e' ora strettamente legato all'attivazione continua di tante zone rosse
che introducono ognuna un nuovo gradino nella curva (ma le regioni sono solo 20, poi non ce ne sono piu').
CURVA PIATTA: Se si sono attivate tante chiusure la crescita "raffreddata" (retta rossa) potrebbe anche diventare
temporaneamente orizzontale.
In questo caso la decrescita provocata dai nuovi contagi venuti meno (gradini) con la chiusura e l'altra decrescita dovuta
al progredire delle guarigioni degli asintomatici nelle regioni chiuse (che smettono cosi' di essere positivi) eguaglia la
crescita dei contagi prodotta dagli italiani non "chiusi" di tutta Italia: tanti nuovi contagi si creano altrettanti
vengono meno a causa delle "zone rosse".
Siamo in presenza di queste due spinte contrapposte, una alla crescita della curva e l'altra alla decrescita.
La cosa spiacevole e' che la spinta in discesa delle guarigioni degli asintomatici (che sono tanti) e' destinata a
terminare quando saranno tutti guariti (credo ci voglia un mese). Da quel momento in poi rimane solo la spinta alla
crescita e la curva purtroppo riprendera' a salire in base alla contagiosita' del Sars-CoV-2, che pero' gli italiani possono
diminuire di molto con comportamenti virtuosi e responsabili (se fossero tutti cosi' bravi da non infettarsi mai i virus
sarebbero battuti, la contagiosita' (secondo la nostra definizione) sarebbe azzerata, sarebbe Rt=0 e l'epidemia si
estinguerebbe SENZA LOCKDOWN e tutti vivrebbero per sempre felici e contenti.
Scherzi a parte, l'importanza dei comportamenti individuali e' cosi' grandee che stiamo facendo morire
centinaia di migliaia di persone e distruggendo le economie solo perche' la gente non ha ancora imparato a convivere con
questo virus. Basterebbe che imparassero in un buon numero, non tutti, per avere subito risultati significativi.
E' assurdo quello che sta accadendo!
IMPORTANZA DEI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI: I comportamenti individuali incidono sulla facilita' che trova il virus ad
infettare le persone e quindi sul livello della sua contagiosita', che nello sviluppo dell'epidemia e' un parametro che
nella formula sta all'esponente (cioe' altera la pendenza della curva dei contagi).
Questo dovrebbe far capire a tutti che stiamo parlando di un parametro fondamentale dell'epidemia, che puo' alterare in modo
significativo la crescita esponenziale dei contagi. Per questo tutti dovrebbero contribuire allo sforzo comune contro questo
virus seguendo scrupolosamente tutte le indicazioni di prevenzione anche se costano rinunce e sacrifici personali.
Regioni con molti abitanti, che seguono comportamenti piu' virtuosi, hanno il fattore Rt piu' basso e contribuiscono meno
sia ai contagi nazionali che alla pendenza della curva dei contagi e cosi' possono pure restare in "zona gialla" e
VIVERE MEGLIO grazie anche allo scrupoloso impegno ed intelligenza dei loro abitanti.
Lasciatemi fare una riflessione: il Lazio e' attualmente zona gialla e bar e ristoranti sono aperti mentre nelle zone rosse
no. Se queste attivita' vengono chiuse vuol dire che contribuiscono in modo significativo ai contagi.
Ma ristoratori e baristi lavorano nello stesso modo nelle diverse regioni, allora la colpa della loro chiusura dev'essere
degli avventori e questo e' un esempio che fa vedere gli effetti delle responsabilita' individuali delle persone.
Pubblicizzare che quella regione e' ancora in zona gialla e si prepara a riaprire, non perche' e' fortunata ad avere tanti
posti negli ospedali, ma perche' ha un fattore Rt molto basso (se e' vero) e questo e' anche merito dei suoi abitanti,
che mostrano di essere cosi' intelligenti da capire bene, o meglio di altri, cosa devono fare per evitare i contagi.
Questo potrebbe essere un buon esempio per spingere tutti su percorsi piu' virtuosi, assolutamente necessari in questo
momento storico.
Se si riapre una regione (per esempio per il Natale), si reintroduce immediatamente la creazione di tutti i contagi che la
chiusura aveva eliminato con il gradino discendente nel grafico, e cosi' compare un nuovo gradino, ma crescente che
fa risalire la curva eliminando i benefici acquisiti con la chiusura.
E' triste dirlo ma continuera' cosi' fino a maggio. Non vediamo nessuna ragione, per cui il virus debba
cambiare comportamento.
Se si volesse fare il NATALE senza chiusure allora bisognerebbe tenere chiuso il piu' possibile fino al 20/12 poi si
dovrebbe aprire per il Natale, sapendo che si ritornera' a percentuali di contagi tra il 20% ed il 25% in una settimana circa.
Non oso fare il calcolo dei decessi in piu' che questa scelta comporterebbe. Mi spiace dire queste cose e spero
sinceramente di sbagliarmi ma non e' giusto volerle ignorare (con la tecnica dello struzzo), perche' le conseguenze
potrebbero essere molto gravi.
COME EVITARE TUTTE LE CHIUSURE (ED AVERE SOLO ZONE GIALLE): Bisogna pero' gridare forte a tutti che con
comportamenti virtuosi di tutte le persone e rispettando tutte le prescrizioni, queste chiusure non sarebbero piu'
necessarie (in certi casi necessita' DEVE fare virtu').
E' il comportamento della gente a determinare la facilita' che ha il virus a trovare un umano da infettare e piu' gli
risulta difficile trovarlo e piu' diminuisce la pendenza della curva dei contagi (per cui non servirebbero piu' le
chiusure e le zone rosse).
Esempio che spiega come comportamenti virtuosi potrebbero far regredire l'epidemia (curva dei contagi in
discesa): in un convento, in cui i frati avessero imparato a non farsi contagiare da alcune persone infette ospitate
nel convento, ci sarebbe una curva dei contagi decrescente verso lo
zero
e non appena tutti gli ospiti non risultassero
piu' contagiosi (perche' guariti o morti), l'epidemia nel convento non esisterebbe piu' (si sarebbe estinta).
Anche su scala piu' grande l'epidemia e' sempre la stessa e funzionerebbe nello stesso modo.
Quello che ci obbliga a chiudere tutto ed impoverirci per fermare i contagi e' solo l'incapacita' della gente
che non ha imparato a non farsi contagiare (come i frati nell'esempio).
E cosi' dovremo andare avanti, di chiusura in chiusura, fino a maggio con le zone rosse, facendo morire
decine di migliaia di persone che erano sane e mettendo sul lastrico gran parte degli italiani, chissa' per quanti anni.
E' mai possibile? Sembra proprio di si, anche se e' una colossale follia!
In conclusione ecco le tre alternative che ci puo' riservare il futuro (sta a noi scegliere):
- Con troppa gente incapace di evitare i contagi (com'e' oggi): vivere quasi sempre in zona rossa, chiusi
dentro casa ed impoverire progressivamente sempre di piu', mancando una strategia sostenibile di medio o lungo
periodo: tutti sembrano preoccuparsi soprattutto del Natale, ignorando che questa situazione durera' altri 5 mesi e non si
puo' restare chiusi in casa fino a maggio (il vaccino non arrivera' prima in quantita' sufficiente)!
- Con quasi tutti responsabilmente rispettosi dei propri doveri con il massimo scrupolo (come dei bravi soldati
in guerra): sempre aperti con zone gialle.
Questa risalita, che abbiamo indicato con il trattino blu nel
grafico
, caratterizza la curva dei contagi di tutta
Italia rispetto a quella del solo
Piemonte
, che invece avevamo previsto debba andare verso lo zero (o quasi), se la
chiusura e' rispettata, perche' riferita al solo Piemonte dove sono stati chiusi in casa TUTTI gli abitanti (non c'e'
in questo caso il contributo del resto d'Italia a far crescere la curva).
La curva potrebbe anche decrescere verso lo
zero
, come indicato dall'altra linea nel
grafico
, se non ci fosse il
contributo importante alla crescita delle zone d'Italia non chiuse (come le zone rosse).
La pendenza di decrescita sarebbe quella imposta dal tempo di guarigione degli asintomatici; non
sarebbe come la pendenza della salita, che invece e' stata imposta dal livello di contagiosita' del Sars-CoV-2.
Se tutta Italia fosse chiusa bene (lockdown generale) allora NON ci sarebbe piu' produzione significativa di nuovi contagi
e con i tempi necessari per far guarire tutti gli infetti esistenti (principalmente asintomatici) la curva scenderebbe
verso zero contagi (salvo quelli degli asintomatici cronici, che continueranno ad essere sempre positivi al tampone,
ma non dovrebbero essere molti.
PERCENTUALE MINIMA POSSIBILE DEI CONTAGI: Chiariamo cosa accade quando in una regione "chiusa" la curva dei contagi
diminuisce a causa delle guarigioni degli asintomatici presenti in quella regione.
Se la chiusura e' fatta bene, la regione non contribuisce piu' con i suoi nuovi contagi alla curva dei contagi e l'effetto
e' lo scalino che compare nel grafico. Cio' perche' le persone sono mantenute sempre distanti in modo che non possano piu'
contagiarsi.
Anche gli asintomatici presenti nella regione, che sono positivi, non possono piu' contribuire ai contagi perche' stanno
chiusi in casa.
Quindi i tamponi positivi in quella regione diminuiscono sempre piu' con il progredire delle guarigioni (in un mese di tempo)
e diventerebbero quasi zero, se la chiusura durasse abbastanza, se fosse trascurabile il numero degli
asintomatici cronici (quelli che non guariscono) e se la chiusura non presentasse falle (cosa molto difficile).
In assenza di "chiusura" invece il livello minimo non sarebbe zero, perche' essendo possibili i contagi prodotti dagli
asintomatici (pochi), che sono liberi di circolare, verrebbe determinato dall'equilibrio dinamico stabilito nell'epidemia
degli asintomatici, in cui tanti guariscono (smettendo di essere infetti), quanti sani vengono infettati dagli asintomatici
in circolazione. Questo fenomeno e' ben osservabile quando non c'e' in atto un'epidemia Covid-19 (per esempio in estate).
___________________________ SPIEGAZIONI SUL GRAFICO _____________________________
A) DESCRIZIONE DELLA CURVA: I sei gradini che appaiono nella curva sono le riduzioni dei contagi avvenute ed
attribuibili secondo noi, rispettivamente da sinistra verso destra, ai provvedimenti governativi che hanno prescritto:
- L'uso delle mascherine anche all'aperto, che hanno bloccato le cariche virali degli asintomatici (prima dell'inizio
dell'epidemia di Covid-19).
- L'uso delle mascherine anche all'aperto, che hanno bloccato le cariche virali dei contagiati con sintomi di Covid-19.
- Chiusura delle cosiddette citta'-focolaio.
- Chiusura anticipata alle 18 in tutta Italia dei locali di ritrovo pubblici. Se cosi' fosse si ha un riscontro del
contributo ai contagi fornito da questi locali.
- Chiusura come zona rossa di 4 regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria)
- Chiusura come zona rossa di altre regioni (Campania, Toscana, Alto Adige). Questo gradino per ora e' solo presunto in
quanto non e' ancora comparso, perche' le relative chiusure sono appena iniziate.
Nel
grafico
si distinguono oltre ai 6 gradini anche i 6 tratti di curva immediatamente precedenti, che
appaiono rettilinei nei pochi giorni rappresentati ma che in realta' sono tratti esponenziali (quindi di pendenza
lentamente crescente).
Abbiamo inserito anche l'estrapolazione del secondo tratto di curva crescente con la pendenza stabilita dal livello di
contagiosita' della sindrome Covid-19. Serve per confrontare i livelli di contagi raggiunti dalla curva rispetto a quelli
che si sarebbero avuti senza alcun provvedimento di contenimento dell'epidemia (bisogna fare la differenza tra le due
ordinate corrispondenti allo stesso giorno, che e'in ascissa).
- Il primo tratto rettilineo a sinistra ha una pendenza minore dei successivi 3 tratti perche' l'epidemia Covid-19 (quella
dei sintomatici) non era ancora iniziata e quindi la crescita dei contagi era alimentata dagli asintomatici che disperdono
cariche virali piu' deboli, con un minore livello di contagiosita' rispetto ai malati con sintomi e per questo e' minore la
pendenza della curva dei contagi, che dipende direttamente dalla
contagiosita'
.
- Il secondo tratto parte dal momento in cui appare un calo dei contagi dovuto all'entrata in vigore dell'obbligo di usare
sempre le mascherine (primo gradino) che, bloccando sia pure parzialmente la causa dei contagi (i virus) all'origine, hanno
prodotto la riduzione dei contagi corrispondente al primo gradino. Da quel momento, avendo la frequenza dei contagi superato
il valore di soglia (Rt>1) e' iniziata l'epidemia Covid-19 (dei sintomatici, con cariche virali piu' intense) e questo ha
aumentato la pendenza della curva, caratteristiva dell'alta
contagiosita'
delle cariche virali diffuse dai malati di Covid-19.
- Anche il terzo tratto parte con la riduzione, per l'uso delle mascherine, dei contagi prodotti dai malati che
sviluppano sintomi (il secondo gradino, che ha con un ritardo dovuto al relativo tempo d'incubazione) e procede poi nel modo
esponenziale, anche se appare rettilineo, caratteristico dell'epidemia dei sintomatici.
- Il quarto tratto parte dal terzo gradino, corrispondente alla riduzione dei contagi prodotta dal provvedimento
governativo di lockdown delle citta'-focolaio. La pendenza di crescita appare essere ancora quella attesa, caratteristica
dell'epidemia dei sintomatici (per il contributo ai contagi del resto d'Italia).
- Il quinto tratto, una volta scesi i contagi per aver tolto il contributo delle citta'-focolaio, riprende la crescita
esponenziale per l'apporto dei contagi del resto d'Italia, fino al picco dove inizia un'ulteriore discesa dovuta alla
chiusura delle prime 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta e Calabria).
- Il sesto tratto, una volta scesi i contagi per aver tolto il contributo delle prime 4 regioni rosse, riprende la
crescita esponenziale per l'apporto dei contagi del resto d'Italia, fino al picco dove sta per iniziare un'ulteriore
discesa dovuta alla chiusura di altre 3 regioni (Campania, Toscana, Alto Agige).
B) PENDENZA DELLA CURVA: Se si bloccano, con provvedimenti mirati, in tutta Italia le cause dei contagi (riducendo gli
assembramenti, facilitando i distanziamenti, riducendo le cariche virali con igiene, ventilazione, ecc.), alllora si riduce
la facilita' che trova il virus a contagiare e ne consegue una riduzione della sua
contagiosita'
che e' quella che determina la pendenza della curva.
Quando la primavera scorsa con il lockdown generale bloccammo praticamente tutte le cause dei contagi la pendenza della
curva si ridusse rapidamente verso
zero
e poi sarebbe diminuita sempre di piu', con la velocita' di guarigione degli infetti,
fino al limite minimo (piatto), corrispondente al numero degli asintomatici cronici esistenti (che non guariscono).
Al termine del lockdown accadde che la curva non riprese a crescere con la pendenza di un mese prima perche' intanto la
contagiosita' era diminuita per l'arrivo del caldo.
Se il caldo non arrivasse al termine del lockdown (come accadrebbe adesso) la contagiosita' tornerebbe ad essere
quella di prima e se la frequenza dei contagi supera la soglia d'innesco dell'epidemia (Rt>1) allora la curva riprenderebbe
a crescere esponenzialmente con la pendenza dipendente dal livello di contagiosita'.
Esiste pero' anche il caso in cui la frequenza dei contagi, che si e' ridotta, risulta essere sotto la soglia
d'innesco dell'epidemia (Rt<1 ) allora l'epidemia Covid-19 NON riparte.
Ora attendiamo di vedere quale sara' l'andamento futuro della curva, in cui al termine del provvedimento DPCM
precedente (chiusure light) ci attendiamo un ulteriore gradino ma in risalita, mentre le mascherine continuano
invece ad essere usate e quindi il calo dei contagi da loro prodotto risulta permanente a differenza di quello prodotto dai
lockdown-light, che poi terminano.
Sara' importante vedere se questa previsione di risalita della curva al termine del lockdown-light si verifichera'
veramente, perche' su questa previsione e' basato il nostro giudizio di scarsa utilita' dei lockdown parziali.
C) PERCHE COMPARE UN GRADINO NELLA CURVA QUANDO INIZIA UNA CHIUSURA ? Quando chiudiamo una regione (tutta o anche
solo in parte) smette subito di produrre un certo numero di nuovi contagi e quindi dalla curva dei contagi di tutta Italia
viene tolto, tutto insieme e subito, questo numero di contagi fisso, che era una parte dell'apporto ai nuovi contagi
giornalieri di quella regione.
Nella curva questo produce una diminuzione verticale di una percentuale fissa in tutti i giorni dall'inizio della chiusura
in poi, che appare come un gradino.
Se l'effetto fosse solo questo la curva dopo il gradino riprenderebbe a salire con la stessa pendenza di prima.
Ma c'e' un altro effetto della chiusura: il numero delle persone infette di quella regione (cioe' dei tamponi risultati
positivi) comincia a diminuire, perche' guariscono sia pur lentamente (in un mese di tempo).
Questo fatto porta un altro contributo alla curva dei contagi di tutta Italia, che e' anch'esso decrescente ma non di
colpo, come quello che ha prodotto il gradino, ma un contributo decrescente progressivo nel tempo che ha come effetto un
"raffreddamento della crescita" della curva, che dura per un mese circa, finche' in quella regione chiusa non sono tutti
guariti.
Se di chiusure ne vengono fatte altre tutti questi contributi decrescenti progressiivi si sommano insieme accentuando il
raffreddamento della curva ma sono tutti contributi che terminano quando i relativi asintomatici sono tutti guariti.
Poi la curva riprende la sua salita esponenziale con la pendenza caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2 (almeno
finche' ci sono aree non chiuse che producono nuovi contagi e finche' non si e' raggiunto il limite dell'immunita' di gregge).
Quindi il secondo effetto della chiusura di una regione sulla curva dei contagi di tutta Italia e' quello di contribuire ad
un raffreddamento (temporaneo, per un mese circa) della sua crescita, che appare chiaramente guardando la curva
(quello che abbiamo indicato con una
linea VIOLA
e' il risultato del cumulo dei contributi di tutti i gradini precedenti).
Si tenga ben presente che questo raffreddamento della crescita della curva e' solo temporaneo, finche' tutti
gli asintomatici infetti di tutte le regioni chiuse non sono tutti guariti, dopo di che la curva riprende la sua salita
esponenziale con la solita pendenza caratteristica della contagiosita' del Sars-CoV-2, almeno finche' ci sono aree non
chiuse che producono nuovi contagi (lockdown parziale, non totale) e finche' non si e' raggiunto il limite dell'immunita'
di gregge.
D) E' GIUSTO ASPETTARSI CHE LA CURVA DEI CONTAGI ARRIVI AL PICCO E POI DISCENDA ? Assolutamente no, mi dispiace
deludere cosi' tante persone che si lasciano guidare dall'intuito, ma non questo non accadra', almeno finche' non ci
si avvicina all'immunita' di gregge.
Dev'essere ben chiaro a tutti che, come abbiamo spiegato in questo lavoro, senza lockdown generale e senza il caldo
dell'estate, la curva dei contagi puo' avere solo delle brevi discese (gradini) conseguenti alle varie chiusure (zone
rosse), ma solo temporanee perche' il suo andamento sara' SEMPRE CRESCENTE e per di piu' con la massima
pendenza, che e' quella caratteristica del livello di contagiosita' del virus Sars-CoV-2 (potrebbe pero' calare
in seguito a comportamenti piu' consapevoli e responsabili delle persone).
In assenza dell'immunita' di gregge, le decrescite ottenute della curva sono strettamente connesse alle chiusure che le
hanno determinate e conseguentemente appena viene interrotta la chiusura di una regione il suo apporto alla curva
dei contagi riprende subito a salire con la massima pendenza, che e' quella caratteristica del livello di
contagiosita' del virus Sars-CoV-2 (la pendenza della risalita potrebbe pero' essere ridotta da comportamenti piu'
consapevoli e responsabili delle persone).
E) LE "ONDATE" SUCCESSIVE DEI CONTAGI: Anche qui' mi dispiace deludere cosi' tante persone, ma non ci sono varie
"ondate" dell'epidemia: ce n'e' sempre una sola all'anno che inizia ad ottobre e termina a maggio (se l'epidemia non si
estingue in seguito ad un lockdown generale o per il raggiungimento dell'immunita' di gregge).
La curva dei contagi sale sempre, anche se puo' essere rallentata con le chiusura parziali, che fanno apparire dei gradini
nella curva (che conseguentemente si "raffredda", come mostra la linea d'interpolazione dei dati che abbiamo disegnato
nel grafico).
Puo' anche scendere verso
zero
, in un mese di tempo, ma solo con un lockdown generale (se rispettato con scrupolo)
ma se si termina il lockdown prima che la percentuale dei contagi scenda sotto al 2%, la crescita riprende con la stessa
pendenza ripida, tipica del livello di contagiosita' del Covid-19, ed in 20 giorni si torna al punto di partenza (quindi
se si vuole restare aperti a Natale non si devono terminare i lockdown parziali prima del 15 dicembre).
Leggendo questo lavoro ci si puo' rendere conto che il fenomeno epidemico e' abbastanza SEMPLICE da capire e da
spiegare (anche ai non esperti) ed il fatto che noi siamo quasi sempre in grado di prevederne l'evoluzione
lo conferma (non riusciamo a prevedere fenomeni strani come il "picco festaiolo", pure cosi' importante).
Che e' un virus nuovo poco importa. La sua legge di crescita esponenziale e' quella solita di tutte le epidemie e la
conosciamo bene.
Questa comprensione cosi' completa del fenomeno dell'epidemia, una volta acquisita, dovrebbe guidare chi combatte questa
guerra sul campo a fare le scelte migliori ed a proporre i provvedimenti piu' efficaci.
E' tutto scritto in questo lavoro: basta fare la
scelta
del provvedimento da adottare e si puo' sapere con ragionevole certezza dove si va a parare.
F) ANDAMENTO COMPLESSIVO DELLA CURVA: Come si capisce dalle descrizioni fornite, l'andamento dei contagi in Italia e'
dovuto ai contributi degli abitanti di tutte le varie aree d'Italia. Quando un provvedimento governativo elimina un
contributo, la curva scende di un numero di contagi pari al contributo eliminato, ma poi riprende a crescere per tutti i
contributi delle altre aree, dove l'epidemia e' attiva e produce nuovi contagi.
Procedendo con ulteriori provvedimenti di chiusura, la frazione d'Italia rimasta aperta si riduce sempre piu' e cosi' il
relativo apporto di nuovi contagi, che nella curva sara' rappresentato sempre piu' in basso (percentuali piccole) ma
sempre crescenti con la stessa ripida pendenza, stabilita dal livello di contagiosita' della sindrome Covid-19.
Solo per curiosita', chiariamo che questa crescita residua, pur molto ripida, non puo' arrivare a produrre un numero
infinito di contagi quando l'area interessata e' piccola per il fenomeno della saturazione: cioe' in quella sola piccola
area si raggiungerebbe l'immunita' di gregge, che blocca l'ulteriore espansione dei contagi, bloccando la crescita
della curva che diviene allora piatta.
G) LIMITE MASSIMO DELLA CURVA: La curva dei contagi mantiene sempre la sua crescita esponenziale, ma non all'infinito, bensi'
fino al raggiungimento di un
livello massimo COSTANTE, quando il numero dei nuovi contagi EGUAGLIA la somma dei guariti e dei decessi
(cioe' tanti s'infettano quanti guariscono ed il numero degli infetti ovvero dei positivi al test rimane costante).
Questo e' vero finche' ci sono persone infettabili, cioe' non ancora immunizzate da una precedente infezione poi guarite o vaccinate
(al raggiungimento dell'immunita' di gregge non e' piu' vero).
Se con un provvedimento durevole si abbassa il numero dei nuovi contagi in modo da soddisfare la condizione appena enunciata
la curva dei contagi puo' arrivare in plateau prima del tempo (con un livello di contagi piu' basso e che non cresce piu', cioe'
costante). Si potrebbero cosi' contenere le conseguenze dell'epidemia (numero di decessi, costi, ecc.).
Gli sforzi e le risorse andrebbero concentrati percio' NON su inutili provvedimenti di lockdown (che non funzioneranno come da
noi la primavera scorsa, perche' ora siamo in autunno/inverno e credo che per questo raccolgano benefici effimeri, come in una
lotta contro i mulini a vento, rappresentati dall'inesorabile crescita esponenziale della curva) ma invece in provvedimenti che
possano abbassare il livello di plateau della curva dei contagi (ne abbiamo gia' discusso in precedenza).
Si tenga anche conto che sarebbe un errore tragico, per ovvi motivi, fare un costosissimo lockdown per diminuire i contagi
quando si e' vicini al limite massimo (plateau).
ANNOTAZIONE FINALE: queste conclusioni non potevano applicarsi al lockdown fatto in Italia la primavera scorsa. Allora
al termine del lockdown la salita esponenziale si e' bloccata per l'arrivo del caldo. Ora arrivera' tra 6 mesi!.
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EFFICACIA DELLE CHIUSURE (ZONE ROSSE): (16 novembre 2020)
Il Sars-CoV-2 non ci regala niente: la curva scende solo quel tanto che corrisponde alla frazione di
popolazione che abbiamo chiuso in casa (perche' se escono si infettano, non avendo ancora imparato come evitarlo).
La popolazione NON chiusa in casa (per farla andare a lavorare), continuera' ad infettarsi finche' non si saranno infettati
tutti ed a quel punto l'epidemia si ferma per il raggungimento dell'immunita' di gregge (magari per abbastanza poche
persone, se abbiamo chiuso quasi tutto).
Epidemia ferma non significa che non c'e' piu' ma solo che il numero di contagiati smette di crescere e si stabilizza.
A quel punto s'instaura stabilmente un equilibrio dinamico in cui tanti smettono di essere infetti perche' guariscono,
quanti s'infettano nuovamente, anche se gia' guariti, perche' non immuni. Cosi' continuano i ricoveri ospedalieri per quelle
persone che subiscono la sindrome Covid-19 perche' immuno-depresse.
Il Sars-CoV-2 resterebbe permanentemente ENDEMICO in quello Stato.
Si puo' continuare, di provvedimento in provvedimento, a chiudere in casa sempre piu' italiani con le ZONE ROSSE per
aggiungere tanti altri gradini alla nostra curva, che cosi' si raffreddera' sempre di piu'
(come indica il tratto rosso nel grafico), rimanendo pero' sempre attiva la crescita esponenziale dovuta alle aree NON
chiuse (il contributo al raffreddamento prodotto da ogni chiusura pero' si estingue entro un mese, quando le
guarigioni di tutti i suoi asintomatici sono finite).
E' tutto molto facile da capire: la curva che si vorrebbe far decrescere rappresenta la somma dei contagiati
di tutte le regioni italiane. I contagiati di ogni regione crescono se le persone circolano (no se stanno chiuse a casa)
e decrescono per le guarigioni che si susseguono. Se chiudiamo una regione, viene a mancare il suo contributo alla crescita
ma non quello alla decrescita (perche' gli infetti continuano a guarire anche dopo la chiusura). Quindi ogni regione chiusa
contribuisce solo alla decrescita della curva dei contagi in Italia. Ma se le regioni chiuse sono poche, allora sara'
prevalente la spinta alla crescita della curva prodotta dalle regioni non chiuse. La curva complessiva puo' decrescere solo
se ho cosi' tante regioni chiuse da rendere prevalente la loro spinta alla descrescita rispetto alla spinta alla crescita
delle regioni non chiuse.
Si tenga ben presente pero' che la riduzione dei contagi prodotta da una chiusura (zona rossa) e conquistata con tanti
sacrifici durera' al massimo un mese (il tempo di guarigione degli asintomatici) e solo finche' si mantiene
la chiusura, perche' se si riapre, per esempio per il Natale, non essendo l'epidemia estinta, tutto riprendera'
a crescere esponenzialmente ed in pochi giorni (10 o 15, perche' la ricrescita e' con la pendenza piu' ripida del
grafico) si ritorna al punto di partenza.
E' molto strano sentire che cosi' tanta gente attende una decrescita imminente della curva dei contagi e che nessuno diffonda
informazioni su questo scenario cosi' importante e comprensibile del fenomeno epidemico, perche' questa situazione durera'
fino a maggio!
Altri, anche tra i governanti, si aspettano che arrivi il picco dei contagi, che secondo noi non ci sara' mai, e
nessuno glielo spiega.
La curva dei contagi puo' solo
- Rallentare la crescita (creando tanti gradini) se ci sono poche chiusure in atto (potrebbero essere anche
chiusure settimanali (per esempio il lunedi') fatte per ridurre il numero di contagi prodotti che continuano a crescere
esponenzialmente (se si riducono i contagi poi, una o due settimane dopo, si riducono i ricoveri ospedalieri)
- Decrescere, anche vicino zero, ma solo temporaneamente, con tante chiusure (se non e' un lockdown generale
rimangono sempre persone libere che continuano ad alimentare la ripresa della crescita dei contagi, con Rt>1 )
- Decrescere, fino quasi a
zero
e definitivamente, dopo il tempo di guarigione degli asintomatici che possono
guarire (i cronici no), ma e' possibile solo con la chiusura di TUTTO (lockdown generale)
- Attendere che la curva vada in plateau (costante nel tempo): e' possibile ma solo per saturazione, quando si raggiunge
l'immunita' di gregge, che ora e' ancora molto lontana ed andrebbe evitata (le chiusure con le zone rosse hanno
fortunatamente l'effetto di allontanarla nel tempo).
Dopo che si e' raggiunta l'immunita' di gregge i contagi invece di decrescere rimangono costanti ad un livello basso,
quello di equilibrio dell'epidemia degli asintomatici, vicino a zero perche' rimangono attivi per sempre (endemici).
- sia i contagi degli asintomatici cronici (che dovrebbero essere come gli infetti dall'herpes, che possono
rimanere infetti ed anche contagiosi per tutta la vita)
- che quelli rimanenti dall'epidemia degli asintomatici che raggiunge l'equilibrio quando il numero delle loro
guarigioni eguaglia il numero dei nuovo contagi per reinfezione di asintomatici guariti (che non sono immuni).
Bisogna capire che non si puo' uscire da questo dilemma: o si chiude tutto per un mese (o piu' se la chiusura non e'
fatta bene) oppure si fa una sequenza di tante chiusure parziali ripetute fino a maggio che, producendo tanti
gradini nella curva dei contagi le impediscono di crescere troppo (nell'
analogia del fiume
sarebbe come continuare a remare contro corrente per sei mesi, per rimanere sempre allo stesso punto e non farsi portare a
valle, dove c'e' l'immunita' di gregge).
Ritengo che sia necessario adottare al piu' presto provvedimenti che riducano la
contagiosita'
e quindi possano ABBASSARE LA PENDENZA della curva dei contagi.
Il metodo piu' conveniente e' strettamente legato ai comportamenti ed alle reponsabilita' individuali delle persone. Piu'
avanti ne discutiamo piu' in dettaglio.
L'ARRIVO DEI VACCINI dovrebbe segnare un importante passo avanti nella riduzione della contagiosita', ma non
risolutivo per far sparire il Covid-19 a nostro modesto avviso per i seguenti motivi:
- Essendo ormai asintomatica una parte cosi' importante della popolazione, potrebbe in molti casi risultare insufficiente
lo stimolo del vaccino su un sistema immunitario gia' cosi' tanto sollecitato dall'infezione.
- Studi recenti sembrano indicare che gli anticorpi specifici del Sars-CoV-2 vengano eliminati dall'organismo in tempi
abbastanza brevi (pochi mesi), riducendo cosi' progressivamente l'immunita' della persone.
- Se si dovesse programmare la ripetizione periodica della vaccinazione di cosi' tanti milioni di persone insorgerebbero
difficolta' logistiche che andrebbero ad aggiungersi alla non obbligatorieta' della vaccinazione per ridurre le garanzie
di copertura totale della popolazione.
Tutto cio' non fa ben sperare in una soluzione definitiva del problema Covid-19 all'arrivo dei vaccini ma rimarra' comunque
importantissimo l'effetto di una riduzione della facilita' delle cariche virali a produrre contagi e quindi la corrispondente
riduzione di contagiosita', che si manifestera' in una sostanziale riduzione di pendenza della curva dei
contagi e di tutti i problemi che essa comporta per noi.
CONTROLLARE L'EPIDEMIA: Diverso e' il caso dei provvedimenti, anche differenziati per ogni regione come quelli del
DPCM del 5/11, che valgono in modo uniforme per tutto il territorio nazionale.
Nei lockdown delle citta'-focolaio, l'effetto del provvedimento non si estende al di fuori di quelle citta', per cui
permane invariata la crescita esponenziale dell'epidemia per il contributo del resto d'Italia.
Invece se il provedimento riguarda in maniera uniforme tutta l'Italia, come l'ultimo DPCM, allora ovunque
i virus trovano piu' difficolta' ad infettare le persone e questo comporta una riduzione della contagiosita'.
Cosi' oltre ad un calo dei contagi (cioe' la comparsa di un gradino nella curva), si dovrebbe ottenere anche una
diminuzione della pendenza della curva, che e' proprio l'effetto positivo che serve per far regredire
in modo permanente l'evoluzione dell'epidemia (almeno finche' i provvedimenti permangono).
Come si puo' vedere, la curva dei contagi e' molto utile anche per valutare con maggiore "prontezza", non 14 giorni
dopo come accade guardando i dati ospedalieri, l'efficacia dei vari provvedimenti di contenimento dell'epidemia, anche
in modo quantitativo ed e' cosi' che la stiamo usando in questo lavoro. "Prontezza" in questo caso significa quei pochi
giorni che intercorrono tra il prelievo dei tamponi e la data di comunicazione dei risultati (che pensiamo sia di circa
3 giorni).
Dalla visione d'insieme del
grafico
si capisce l'effetto sui contagi dei vari provvedimenti governativi di
contenimento dell'epidemia: ognuno dei provvedimenti adottati finora ha prodotto un abbassanento della curva dei contagi
che si e' manifestato con un gradino.
Dal gradino in poi la curva ha continuato a crescere sempre con la stessa pendenza esponenziale (alimentata dai contagi
che avvenivano nel resto d'Italia non interessato dal provvedimeto) ma spostata piu' in basso (con il numero dei
contagi ridotto del 3% circa ogni volta).
La risposta della curva ai vari provvedimenti e' pronta nel senso che il gradino, che mostra anche quantitativamente
l'effetto del provvedimento, appare poco tempo dopo (il tempo tecnico del test).
Quindi, finche' rimane efficace l'effetto di un provvedimento, si ha un abbassamento della curva ed il grafico che stiamo
vedendo mostra una riduzione apprezzabile dei contagi in una curva che comunque tende a salire inesorabilmente fino
all'arrivo del caldo (cioe' a maggio). Il caldo, abbattendo la
contagiosita'
, riduce poi la pendenza della curva dei contagi.
Il tratto che vediamo nel grafico riporta l'andamento degli ultimi 25 giorni solamente e purtroppo maggio e'
ancora maledettamente lontano!
La situazione e' critica e nel seguito discutiamo le possibili vie di uscita.
EFFETTO DEI PROVVEDIMENTI DI LOCKDOWN nelle citta'-focolaio: (30-31 ottobre 2020)
Come si puo' vedere nel grafico, la riduzione della percentuale dei contagi dopo essere aumentata ora
si e' stabilizzata intorno al valore finale di 3.6%
Il dato di 16.4% e' poco distante dal precedente ed il corrispondente numero di contagi veri visibile nella
tabella
e' di 0.1%. E' meglio se questo dato non salga nei prossimi giorni, altrimenti sarebbe un brutto segnale perche' ci
indicherebbe che il limite orizzontale della crescita della curva e' ancora lontano, ma speriamo di no.
Il valore un po' piu' basso del dato del 2/11 apre un filo di speranza che la pendenza della curva stia
iniziando a diminuire. Sarebbe un'ottima notizia, se confermata dai dati dei prossimi giorni.
Tutto questo e' il feed-back dei dati reali, senza congetture in mezzo, che ci indica chiaramente gli effetti
sull'epidemia degli ultimi provvedimenti di chiusura, perche' sono univocamente attribuibili all'ultimo provvedimento,
cosa che non sara' piu' possibile con i prossimi decreti, in cui sembra si adotteranno tanti diversi provvedimenti tutti
insieme.
Cosi' possiamo avere una misura diretta dell'efficacia dei singoli provvedimenti di chiusura adottati: il 3.5% che risulta un
po' maggiore della riduzione dei contagi ottenuta con il provvedimento delle mascherine, di cui ai due precedenti gradini della
curva.
La differenza sostanziale tra i due provvedimenti e' che mentre la riduzione dovuta alle mascherine e' permanente perche'
si continuano ad usare, i lockdown dovranno necessariamente terminare ed allora,
questa riduzione del 3.5%, nei giorni successivi verra' lentamente riassorbita e
vedremo la curva risalire per ritornare come se il lockdown non ci fosse stato.
Cioe' questo beneficio di un calo dei contagi del 3.5% e' effimero perche' permane finche' dura il costoso lockdown ma
poi sparira'.
Perche' sparisce? Semplicemente perche' viene meno il distanziamento che aveva impedito i contagi ed inoltre non e' arrivato
nel frattempo l'innalzamento stagionale della temperatura ad abbassare la contagiosita' (come accadde la primavera
scorsa e come sta accadendo ora in Australia che ha zero contagi perche' per loro l'estate e' ormai vicina), che anzi
tendera' ad aumentare con l'arrivo imminente dell'inverno da noi.
Piu' oltre discutiamo piu' estesamente questa inefficacia dei provvedimenti di chiusura parziale ma anche totale,
perche' anche in quel caso si applicano gli stessi argomenti; anche se va trattato a parte il lockdown nazionale
(vedi discussione ad hoc piu' oltre).
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo)
l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.
Quindi finora sembra che tutto stia andando come da noi previsto, cioe' si sta stabilizzando il valore totale dei contagi, che
il lockdown e' riuscito ad eliminare, il 3.5% (che e' l'integrale della gaussiana che abbiamo gia' discusso, determinata dai
diversi tempi d'incubazione; volendo si puo' ricavare anche la stessa gaussiana facendo la derivata).
In conseguenza di queste riduzioni per ora confermiamo la nostra previsione che la curva dei contagi sara' traslata in basso
della percentuale totale del 3.5% ma CONTINUERA' LA SUA SALITA ESPONENZIALE PER IL CONTRIBUTO DOVUTO AL RESTO D'ITALIA,
NON COINVOLTO DAI LOCKDOWN (che c'e' anche adesso, perche' i lockdown locali non hanno interessato il resto d'Italia).
L'andamento dei dati delle riduzioni risultanti in tabella sembra sia gia' diventato costante e questo significa che la
curva nel grafico continuera' poi a salire con la stessa pendenza di prima ma spostata piu' in basso.
Siccome sembra proprio che i dati stiano confermeranno questo, il risultato di aver bloccato i contagi nelle
citta'-focolaio sara' solo un modesto ritardo nella produzione dei contagi (con la crescita attuale questo ritardo
e' di soli 5-6 giorni, come si puo' valutare dal grafico), che finche' durera' il lockdown continueranno la loro crescita
con la stessa pendenza di prima, fino a raggiungere l'asintoto orizzontale, che abbiamo gia' discusso (vedi ANDAMENTO A
LUNGO TERMINE) e che pero' ancora non sappiamo quanto sia lontano nel tempo (speriamo poco).
Questo pur modesto risultato che stiamo ottenendo con i lockdown pero' e' destinato a sparire del tutto ed in pochi
giorni, quando terminera' il lockdown, perche' la curva dei contagi ovviamente risalira' (i lockdown non possono
durare molto a lungo perche' sono molto costosi).
Percio' se questa curva dei contagi confermera', come sembra, la sua crescita esponenziale con la stessa pendenza di prima,
come abbiamo gia' previsto tentativamente disegnando la relativa retta nel nostro grafico (e lo dovra' fare per il motivo
spiegato prima in maiuscole), vuol dire che non solo questi lockdown ma anche tutti gli altri, compreso quello
NAZIONALE che e' appena partito in Francia, possiamo ritenerli provvedimenti inutili e sciocchi, perche'
dilapidano la ricchezza nazionale senza produrre risultati apprezzabili e durevoli.
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo)
l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.
Certe conclusioni, quando derivano direttamente dall'osservazione dei dati reali, mi sembra che debbano essere
considerate seriamente e non solo come frutto di congetture.
I francesi hanno dichiarato che chiudono 1 mese per far scendere i contagi da 40.000 a 5.000. Possono pure arrivare a 5.000
ma poi, essendo arrivati a dicembre ci saranno le temperature invernali e non possono pensare che i contagi restino fermi a
5.000 per un qualche intervento divino. Certamente riprenderanno a salire alla fine del lockdown ed a gennaio i contagi saranno
verosimilmente di nuovo a 40.000 (si puo' anche calcolare esattamente, perche' le curve di questa crescita esponenziale
ormai sono ben note sul suolo francese).
Che faranno allora: ripeteranno il lockdown nazionale a mesi alterni? Costa troppo. Non sembra proprio una strada percorribile
anche se ormai l'hanno imboccata, purtroppo per loro.
I francesi stanno sbagliando perche' non hanno tenuto nel debito conto l'incremento stagionale della contagiosita' (da noi
abbondantemente discusso in precedenza). Pensano che il lockdown funzionera' come ha funzionato in Italia in aprile, ma ora
siamo a novembre e poi verra' l'inverno, non l'estate (che e' lontana di ben 6 mesi). Credo che questo fara' molta
differenza e che dopo il lockdown la loro curva dei contagi riprendera' a crescere velocemente. Il rapporto costi/benefici si
sarebbe dovuto valutare pubblicamente, alla luce di queste considerazioni, prima e non dopo, perche' poi non si puo' piu'
tornare indietro.
EFFETTO DEL CALDO SULL'EPIDEMIA: E' un fenomeno che noi conosciamo bene con la malattia influenzale che chiamiamo
stagionale perche' d'inverno trova le condizioni ambientali che ne favoriscono la diffusione, raggiungendo cosi' un potere di
contagiosita' con Rt superiore a 1, che fa sviluppare l'epidemia influenzale.
D'estate invece la maggiore temperatura ambientale produce danni ai virus mediante le vibrazioni e rotazioni termiche
delle molecole che li circondano e cosi' riduce il tempo di permanenza del virus attivo nell'ambiente e conseguentemente
il tempo di esposizione della popolazione ai virus: come risultato il fattore Rt scende sotto al valore di 1 (senza bisogno di
"lockdown" della popolazione) e l'epidemia influenzale prima si attenua e poi scompare non essendo piu' sufficientemente
alimentata dai nuovi contagi
E' questo un fenomeno che riduce NON solo il numero di contagi ma la contagiosita' e quindi la pendenza della curva dei contagi.
Per questo, finche' quella temperatura permane, si riduce la propagazione del virus fino ad azzersi (Rt<1) se la temperatura e'
sufficientemente alta (d'estate).
PROPRIETA' SORPRENDENTI DEL VIRUS SARS-COV-2: (25 novembre 2020)
Dobbiamo pero' spiegare come mai il Sars-CoV-2 sia riuscito a passare l'estate indenne, senza estinguersi, rimanendo
nascosto nei corpi di oltre un milione di italiani, ed arrivare ai primi di ottobre con una densita' di persone infette
ed asintomatiche pari al 3% della popolazione, come si puo' vedere nella
tabella
delle percentuali dei contagiati.
Siccome riteniamo che non potevano essere tutti asintomatici cronici (il 3% di 60 milioni di italiani sono 1.800.000 persone
infette) vuol dire che s'era instaurato un equilibrio, in cui il numero di asintomatici che guarivano (dopo 1 mese circa) era
uguale al numero di nuove infezioni (un asintomatico infetto, emettendo cariche virali deboli, se infettava una persona sana
che era entrata in stretto contatto con lui, questa non mostrava la sindrome Covid-19, perche' la carica virale infettante
era debole ma diventava anch'essa asintomatica.
In questo modo durante l'estate gli asintomatici, infettando persone sane, hanno prodotto altri asintomatici (e' quella che
in questo lavoro abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici), per tutta l'estate fino ad ottobre.
Ai primi di ottobre, quando abbiamo iniziato a registrare i dati in questo lavoro, l'epidemia di Covid-19 non era ancora
iniziata.
L'inizio e' stato segnalato dal cambiamento di pendenza della curva dei contagi, che e' diventata piu' ripida, perche' sono
iniziati i contagi dei malati di Covid-19 (con sintomi), che rilasciavano cariche virali piu' intense e quindi con un livello
di contagiosita' maggiore.
Ma in base a quanto detto prima, durante l'estate l'epidemia con Rt<1 avrebbe dovuto estinguersi e cosi' il virus Sars-CoV-2.
Cos'e' successo allora che ha permesso al virus di arrivare cosi' virulento fino ad ottobre?
Il nostro intuito, non la Scienza, ci spinge a pensare che questo virus nuovo ha una discreta capacita' di entrare nel corpo
umano, insediandosi in parti poco vascolarizzate (come le terminazioni nervose) e di piu' difficile accesso agli anticorpi.
Credo che sia una proprieta' comune anche ad altri virus, come l'herpes, che riesce a rimanere attivo per molto tempo
parassitando l'essere umano che lo ospita.
E' un meccanismo indispensabile al virus perche' credo di aver capito che altrimenti entro pochi giorni si estinguerebbe (cioe'
ha sempre bisogno di essere in contatto con cellule umane per potersi replicare in continuazione e gli asintomatici
inconsciamente glielo consentono).
Questo credo sia successo durante l'estate scorsa, formando una moltitudine di persone infette ed un po' contagiose, che
si e' autoalimentata in quella che abbiamo chiamato l'epidemia degli asintomatici.
Poi il 12/10 si e' avviata l'epidemia di Covid-19. Qual'e' stata la causa scatenante?
Siccome la curva era in crescita, come si puo' vedere nella
tabella
delle percentuali dei contagiati, la prima idea e' stata che si trattasse di un fenomeno a soglia, funzione della
percentuale dei contagiati, che stava aumentando.
Ma l'avvio della curva dei contagi Covid-19 dev'essere legato alla contagiosita' del virus e non al numero di persone infette
che contagiano, perche' la contagiosita' non dipende dal loro numero; ma dalla temperatura (autunnale) si.
Dovrebbe essere stata quindi la temperatura piu' bassa ad aver aumentato la contagiosita' del virus, portando ad essere Rt>1
(sopra la soglia).
Ci fermiamo qui, per ora, riservandoci ulteriori commenti man mano che impariamo a conoscere meglio questo virus Sars-CoV-2.
ANALOGIA: Nella lotta al Covid-19 e' come se volessimo remare controcorrente per risalire la corrente di un fiume che
ci spinge sempre piu' in basso dove noi non vogliamo andare (perche' i contagi aumenterebbero). Allora spendiamo molte
energie e risaliamo la corrente ma come smettiamo di remare inesorabilmente la corrente ci riporta in basso.
D'estate la corrente smette perche' il fiume diventa un lago e non ci spinge piu' verso il basso.
In inverno incontriamo le rapide e dobbiamo spendere molte energie a remare contro corrente, se no veniamo spinti in basso
velocemente.
La primavera scorsa l'Italia alla fine del lockdown s'e' trovata nel lago ed ha smesso di scendere senza piu'
bisogno di remare al termine del lockdown.
Ora, a novembre, la Francia sta andando incontro alle rapide invernali e remera' per un mese, risalendo la
corrente, ma al termine del lockdown crediamo che verra' spinta rapidamente in basso dalla corrente, e tornera'
inesorabilmente al punto di partenza.
LOTTA AL VIRUS: (30 ottobre 2020)
- Riduzione dei contagi: Come fanno i lockdown, ma non funziona perche' fa scendere la curva che pero' resta esponenziale e
poi recupera rapidamente tutti i contagi da noi ridotti. Anche il fatto che in Italia siamo stati piu' bravi e cosi' siamo partiti
con meno positivi ai test degli altri Paesi, produce come beneficio solo un ritardo nella crescita del virus ma poi anche l'Italia
inesorabilmente raggiungera' gli stessi livelli d'infezione degli altri Paesi che sono partiti con piu' contagiati di noi.
- Riduzione della
contagiosita'
: Questo funziona perche' diminuisce la velocita' di crescita dei contagi (la pendenza
della curva esponenziale). Anche la temperatura agisce in questo modo e d'estate fa estinguere l'epidemia portando Rt<1.
Come si fa? Bisogna ridurre le cariche virali cioe' diluire i virus o ridurne il numero. Per esempio se d'inverno, quando restano
attivi piu' a lungo accadesse che si accumulano in strada, legandosi al particolato volatile esistente potrebbe essere inalato in
caso di una giornata ventosa. Allora un'autobotte che annaffi le strade avrebbe un effetto di fissaggio che potrebbe ridurre le
cariche virali inalate dai passanti (d'estate non occorre perche' i virus campano poco e non hanno il tempo di accumularsi formando
cariche virali contagiose).
Siccome ormai non si riesce piu' a tracciare i positivi al test (perche' sono troppi) e' del tutto inutile fare cosi' tanti test.
Se se ne facessero di meno (poche decine di migliaia in tutta Italia) si potrebbe avere una risposta piu' pronta dei risultati e
questo potrebbe permettere di valutare sperimentalmente i vari accorgimenti che si potrebbero adottare per ridurre la contagiosita',
come l'esempio delle autobotti che annaffiano le strade: si potrebbero confrontare i dati di un paese in giorni asciutti, senza ne'
irrigazione ne' pioggia, con i dati nei giorni bagnati (anche solo dalla pioggia). Se la risposta del numero di contagi arriva il
giorno dopo va benissimo e si puo' valutare l'efficacia dell'irrigazione.
E cosi' si potrebbe fare anche per altri accorgimenti possibili di diluizione delle cariche virali.
E' questo uno studio specifico che si puo' condurre velocemente, ma che non possiamo trattare in questa sede.
- Il metodo: Abbassare non la curva dei contagi ma la sua pendenza di crescita, cioe' la contagiosita' (e' quello
che fa il caldo dell'estate) produce l'effetto di un valore asintotico costante piu' basso della curva dei contagi.
E piu' siamo bravi e piu' questo livello massimo costante si abbassa (e si abbassano cosi' anche i contagi ed i decessi).
Come abbiamo gia' detto in precedenza un metodo valido a questo fine e' quello di ridurre invece delle cariche virali il numero
di persone facilmente contagiabili e questo si puo' ottenere non solo aumentando il livello d'immunita' con un vaccino ma anche
addestrando bene le persone a vivere normalmente ma riducendo il proprio grado di esposizione al virus come avviene durante i
lockdown.
Non e' ne' facile ne' rapido da ottenere ma c'e' il tempo perche' purtroppo sembra che con questo virus dovremo conviverci a lungo.
Come NAVIGARE
: clic per andare all'INIZIO e poi sul tasto Back del browser per tornare indietro.
LOCKDOWN NAZIONALE: (attualmente seriamente considerato anche in Italia - 30 ottobre 2020)
Abbiamo spiegato perche' con i lockdown non e' possibile ottenere risultati apprezzabili e durevoli, concludendo che
tutti i lockdown sono inutili anzi dannosi, se terminano durante l'inverno, quando la contagiosita' e' al
massimo.
Bisogna sempre tenere presente pero' che un lockdown regionale potrebbe risultare inevitabile per ridurre (ma 15 giorni dopo)
l'afflusso dei troppi pazienti Covid negli ospedali di quella regione.
CHIARIMENTO NECESSARIO: (31 ottobre 2020) (si puo' saltare se non nutrite simpatia per la natematica)
Come spiegato bene all'inizio di questo lavoro, quello che viene messo in evidenza con i dati del Ministero della Salute non
sono i contagi avvenuti un giorno prima cioe' i nuovi contagi) ma contagi che possono anche essere avvenuti molti giorni prima
(10, 20 o anche molti di piu' se si tratta di asintomatici cronici che sicuramente esistono e sono tanti, milioni).
Ogni giorno il vero numero dei nuovi contagi, al netto dei guariti, in realta' e' la variazione del numero che viene fornito
rispetto a quello del giorno prima, quando questo numero aumenta, perche' in tal caso aumenta il numero di persone infette
esistenti in Italia, in seguito ad un contagio avvenuto 1 o 2 giorni prima (sono i nuovi contagi veri), quelli che
mediamente intercorrono tra il momento del contagio ed il momento in cui la persona comincia a risultare positiva al test.
Percio' i nuovi contagi giornalieri sono rappresentati da una funzione di cui giorno per giorno misuriamo il cumulo (integrale):
la differenza tra due giorni consecutivi (derivata) fornisce il vero numero dei nuovi contagi. Se in due giorni consecutivi
ho la stessa misura, anche se il numero e' grande, allora ho zero nuovi contagi (perche' il numero degli infettati in
Italia resta costante).
Percio' i dati nella curva che riportiamo nel nostro grafico sono le percentuali dell'integrale dei nuovi contagi veri sul totale
dei test effettuati, che varia di giorno in giorno.
L'andamento dei nuovi contagi veri non e' la curva che vedete ma la sua derivata, i cui dati si ottengono per differenza tra due
giorni successivi e sono riportati nella tabella.
Ora viene la curiosita' interessante: se una funzione ha un andamento esponenziale nel tempo anche la sua derivata e'
esponenziale. Quindi sono curve con andamento esponenziale sia quella che vedete nel grafico (percentuale dell'integrale)
che quella derivata (nuovi contagi veri).
Per capire il significato dell'integrale tenete presente che se la curva e' in alto ma e' orizzontale allora i nuovi contagi
sono zero. I nuovi contagi veri sono legati alla pendenza della curva e non alla sua altezza.
Quindi se la curva sale ma sempre con la stessa pendenza, come in prima approssimazione appare nel grafico, vuol dire che
ogni giorno il numero di nuovi contagi veri e' lo stesso ed il numero totale di nuovi contagiati sale linearmente.
In realta' sappiamo che la curva nel grafico non e' lineare, cioe' non ha sempre la stessa pendenza, perche' sappiamo che
l'epidemia ha un andamento esponenziale, ma nei pochi giorni a cui si riferisce il grafico non si vede.
Quindi non e' cosi' semplice come la gente crede comprendere il significato di questi dati.
OSSERVAZIONE SULLA PRESENZA DI DATI NEGATIVI: (1 novembre 2020)
Una osservazione particolare meritano quei pochi dati negativi, che significano una riduzione di contagi veri:
vedremo qui' che e' normale che ci siano.
Noi ci troviamo di fronte ad un'epidemia che ogni giorno produce un certo numero di nuovi contagi veri, pero' in un giorno
particolare per qualche motivo la produzione di contagi veri si riduce considerevolmente, al punto che il numero dei
contagi veri del giorno ci appare addirittura negativo.
I test positivi che vengono trovati crescono per i nuovi contagi veri e decrescono per le
guarigioni dei tantissimi asintomatici che cosi' riducono il numero dei positivi al test. Quando la curva e'
crescente normalmente sono piu' numerosi i contagi che non le guarigioni.
Ma se un provvedimento governativo riduce la produzione di nuovi contagi veri, le guarigioni possono anche avere il
sopravvento ed il dato risultante dei nuovi contagi veri al netto delle guarigioni conseguentemente risulterebbe negativo.
Questo accade quando la riduzione dei contagi veri ottenuta e' superiore al numero di guarigioni giornaliero degli
asintomatici infetti (che smettono di essere positivi), presenti nella popolazione.
Cosi' e' possibile che i contagi veri rilevati siano diminuiti, diventando addirittura negativi nel giorno di entrata in
vigore del lockdown locale.
PREVISIONE SANITARIA: Come si puo' osservare dai dati degli altri giorni la percentuale di contagi veri oscilla intorno
allo 1% su 200.000 test in media, e corrisponde a circa 2.000 contagi veri al giorno, dei quali il 4% da
ospedalizzare tra un paio di settimane.
Questo dato corrisponderebbe a 80 ricoveri giorno, ma il dato risultante dalla curva e' al netto delle numerose guarigioni
degli asintomatici, per cui i nuovi contagi veri al lordo di queste guarigioni sono molti di piu'.
Confrontando il nostro risultato di 80 ricoveri al giorno con quelli effettivi degli ospedali possiamo ricavare una stima
del numero di guarigioni giornaliere degli asintomatici esistenti in Italia.
La conoscenza di questo dato insieme alla conoscenza della crescita del numero di asintomatici potrebbe esserci utile per
ricavare dai dati della nostra tabella una previsione precoce del carico sugli ospedali dei nuovi contagi veri, corretti
per le guarigioni degli asintomatici.
Ma non procediamo oltre, perche' riteniamo che l'approfondimento di questo argomento esula dagli scopi attuali di questo
lavoro.
ACCUMULO CONTAGI VERI: Giornalisti e governanti commettono spesso due errori e NON DOVREBBERO (potrebbero
esserci gravi conseguenze per stime ERRATE):
1) Trattano il "numero dei contagi", che dipende da quanti tamponi si analizzano, e non la sua percentuale rispetto al totale dei
tamponi analizzati (quella da noi riportata nei grafici).
2) Non guardano alla pendenza della curva ma alla sua altezza: ora spieghiamo meglio dov'e' l'errore.
La cosa importante di tutto questo discorso e' che, mentre giornalisti e governanti non guardano alla pendenza della curva ma
alla sua altezza e si allarmano, perche' la vedono crescere sempre di piu', pensando che l'altezza della curva che vedono
crescere siano i nuovi contagi, mentre in realta' i nuovi contagi, essendo la derivata di quella curva, sono sempre gli stessi
ogni giorno che passa, perche' la pendenza della curva non cambia (in prima approssimazione), pero' si accumulano giorno
dopo giorno in modo lineare e non esponenziale (sempre in prima approssimazione), facendo aumentare il numero totale dei
contagiati al netto delle guarigioni, perche' nelle misure sono comprese anche quelle.
Nella
tabella
abbiamo riportato anche, nell'ultima colonna a destra, questo "ACCUMULO CONTAGI" veri.
Dai dati in
tabella
si puo' ricavare che in 26 giorni, dall'8/10 al 2/11, la crescita della curva ha prodotto il 12.9% di
nuovi contagi: possiamo allora valutare che la riduzione del 3.5% dei contagi prodotta dall'ultimo provvedimento, e' stata
recuperata dalla crescita esponenziale della curva in 12.9/3.5 = 3.7 giorni. E' questo il ritardo nella crescita dei contagi
prodotto dal lockdown locale (corrispondente al gradino nella curva).
Questo accumulo (lineare, non esponenziale) fa crescere la popolazione degli infetti e quindi poi i ricoveri ed i decessi.
Essendo l'andamento del fenomeno epidemico esponenziale, siccome la derivata di un esponenziale e' ancora un esponenziale e
cosi' pure l'integrale di un esponenziale e' ancora un esponenziale, fare confusione tra i due tipi di dati non cambia gli
andamenti e per questo poi le argomentazioni sui comportamenti fatte sulla curva degli integrali (che e' quella nel grafico)
portano ugualmente a conclusioni corrette.
Ritengo pero' sia stato necessario fare chiarezza su questo punto di principio.
Seguendo l'abitudine che mi sembra sia molto diffusa, per non creare ambiguita') continueremo a chiamare la nostra curva come
"curva dei contagi" che, avendo un andamento rettilineo nel breve intervallo di tempo mostrato nel grafico (anche se in realta'
e' esponenziale) bene si presta a rappresentare una crescita lineare per accumulo di un numero praticamente costante di nuovi
contagi veri.
EVOLUZIONE FINALE DELL'EPIDEMIA: (31 ottobre 2020)
La nostra curva dei contagi crescera' in modo esponenziale, ma diminuendo poi progressivamente la sua pendenza, per la diminuzione
del numero di persone contaggiabili.
Infatti il numero di infetti, soprattutto asintomatici, cresce sempre piu' e quindi nel numero costante di persone esistenti in
Italia diminuiscono sempre piu' le persone contagiabili e questo fatto, modifica i parametri di crescita della curva esponenziale,
diminuendone progressivamente la pendenza fino a renderla orizzontale.
A quel punto l'epidemia e' ancora in atto ma con un numero stazionario di infetti, perche' per tanti nuovi contagiati
ci saranno altrettanti che guariscono o muoiono (pochi).
Tutte le riduzioni di contagi ottenute con i vari provvedimenti (non temporanei ma permanenti) a questo punto pagano, perche'
provocano un anticipo del momento in cui la curva dei contagi smette di crescere e non c'e' piu' aumento di persone infette.
A questo anticipo corrisponde anche un livello piu' basso del plateau (e quindi di ricoveri e decessi).
Tutti i lockdown fatti e poi terminati invece non risulteranno aver prodotto alcun effetto su questa evoluzione finale dell'epidemia.
E' questo descritto il momento finale di crescita dell'epidemia, tanto desiderato, che poi, con l'arrivo del caldo, scemera' con un
abbassamento graduale e progressivo del suo livello, che rappresenta il numero totale di asintomatici infetti presenti in Italia.
QUANDO LA CURVA DEI CONTAGI ARRIVERA' AL CULMINE? (31 ottobre 2020)
Sarebbe importante riuscire a valutare quanto siamo lontani oggi da questo appiattimento della curva dei contagi, perche' se ci
fossimo vicini non converrebbe fare grossi per abbassare la curva dei contagi del 2% o 3%.
Potremmo anche stimare quale sarebbe la ricettivita' ospedaliera necessaria allora.
Per vedere se si puo' fare, cominciamo ad inquadrare il problema.
A quel punto l'epidemia e' ancora in atto ma con un numero stazionario di infetti, perche' per tanti nuovi contagiati,
ci saranno altrettanti che guariscono o muoiono. Si tratta di prevedere nell'evoluzione dell'epidemia questo numero stazionario di
infetti a partire dall'andamento della curva dei contagi e dalla diminuzione della popolazione ancora contagiabile.
Il livello massimo raggiungibile dalla curva dei contagi e' il valore di plateau, in cui il numero dei nuovi contagiati e' uguale
al numero dei guariti e dei decessi e la popolazione infetta non cresce piu'.
Bisogna allora conoscere questi tre numeri:
1) il numero dei nuovi contagiati: lo possiamo ottenere estrapolando i dati dei contagi misurati su tutti i 60 milioni di italiani.
2) il numero dei guariti: possiamo stimarlo, perche' non sono solo quelli ospedalizzati che sono molti pochi, ma anche tutti gli
asintomatici guariti (possiamo assumere che guariscano dopo 20 giorni, come e' stato per Ronaldo).
3) il numero dei decessi: ce l'abbiamo (ma sono pochi).
Come spiegato all'inizio di questo articolo, il numero dei nuovi contagiati si ottiene dalla differenza dei numeri di contagi di
due giorni successivi, che attualmente e' intorno a circa 1% dei 200.000 test (come si puo' vedere nella
tabella
in cui abbiamo
riportato anche le percentuali dei contagi veri) cioe' 2.000 nuovi contagi veri al giorno, che, essendo preso dalle
misure fatte, include anche le guarigioni ed i decessi (il dato risultante dalla curva e' al netto delle numerose guarigioni
degli asintomatici, per cui i nuovi contagi veri al lordo di queste guarigioni sono molti di piu').
Finche' la curva ha un andamento esponenziale crescente questi nuovi contagi veri sono destinati a crescere di numero, poi quando
il numero di persone contagiabili diminuisce sensiibilmente, diminuira' la pendenza della curva ed anche questo numero di nuovi
contagi veri diminuira' (essendo la derivata della curva si abbassera' quando diminuira' la pendenza).
Per valutare quanto siamo lontani dal top della curva dobbiamo monitorare questo numero, difficile da prevedere, che ancora
sembra in rapida crescita.
Possiamo pero' osservarne l'andamento, perche' e' da noi appositamente riportato a destra della
tabella
.
Essendo la derivata della curva e' rappresentato dalla sua pendenza. Quindi diminuira' quando la curva inizia ad appiattirsi
per la diminuzion delle persone infettabili. Questo fatto segnalera' l'avvicinamento della curva al suo culmine.
Sara' il segnale che ci stiamo avvicinando all'immunita' di gregge degli asintomatici, che fara' diminuire la pendenza della
curva ed i contagi (perche' staranno diminuendo le persone contagiabili).
Al limite questo andamento culmina con una curva dei contagi orizzontale, con zero nuovi contagi netti al giorno.
Questo non vorra' dire che una volta arrivati al top l'epidemia e' finita, ma solo che non cresce piu': continueranno ad esserci
contagi ma il totale dei nuovi contagi eguaglia la somma di guarigioni e decessi.
GLI ASINTOMATICI: (1 novembre 2020)
Se troviamo il 10% di test positivi su 200.000 tamponi, vuol dire che oggi il 5% della popolazione italiana (cioe' 3 milioni
di persone) e' infetta e sappiamo che sono quasi tutti asintomatici (il 96% circa).
Ritengo che alcuni rimangano positivi a lungo (i cronici), diffondendo inconsapevolmente il virus, ma tutti gli altri guariscono
in un tempo medio, diciamo di 1 mese (so che per il calciatore Ronaldo ci sono voluti 20 giorni).
Quindi ogni mese ci sono 3 milioni di guarigioni, cioe' 100.000 al giorno (prontamente rimpiazzate da altrettanti nuovi contagi).
Siccome i nuovi contagi che troviamo con i test (2.000 al giorno) sono quelli che risultano dai nuovi contagi totali (TOT) meno
i positivi sottratti dalle guarigioni (100.000), ne consegue che TOT = 102.000 contagi al giorno sono i contagi veri che oggi
l'epidemia sta producendo in Italia.
Su questi 102.000 infettati al giorno si puo' calcolare il carico ospedaliero previsto: solo il 4% (per esempio) sviluppano
sintomi, cioe' 4.000 persone ed il 20% di queste richiedono cure ospedaliere, cioe' 800 persone al giorno.
Il calcolo puo' essere ripetuto automaticamente con una calcolatrice per ricavare, subito dopo la diffusione del dato da parte
del Ministero, una previsione precoce (con circa 15 giorni di anticipo tra incubazione e sviluppo completo dei sintomi) dei
ricoveri ospedalieri (fa comodo).
Il dato non dipende tanto dal numero netto dei contagi veri ma dalla percentuale di tutti i contagi che da una misura del
numero di tutti gli asintomatici esistenti (che essendo un numero grande ha molta influenza).
ASINTOMATICI CRONICI: La presenza degli asintomatici cronici potrebbe rivestire un'importanza particolare se fossero
molti.
Questo potrebbe accadere con un'epidemia numerosa e molto prolungata nel tempo, in cui si susseguono i vari contagi che
guariscono quasi tutti ma talora accade che in alcune persone i virus si insediano nell'organismo in posti difficilmente
raggiungibili dagli anticorpi e cosi' vi permangono molto a lungo, senza sviluppare la sindrome Covid-19 e creando cosi'
un caso di asintomatico cronico, cioe' che non guarisce.
LA CONTAGIOSITA', PARAMETRO FONDAMENTALE DELL'EPIDEMIA: (2 novembre 2020)
Con questo termine noi indichiamo la facilita' che incontra il virus ad entrare nel corpo di una persona e ad infettarlo.
Si capisce allora che dipende non solo dall'entita' ed attivita' delle cariche virali circolanti, che aumentano nella
stagione piu' fredda e quando sono emesse da una persona infetta con sintomi del Covid-19 (meno se sono emesse dagli
asintomatici).
Ma dipende anche dalle condizioni ambientali e dai COMPORTAMENTI DELLE PERSONE che possono facilitare la
trasmissibilita' del virus (quindi se le persone imparassero a comportarsi meglio, oltre a beneficiarne loro e la
loro salute, contribuirebbero anche ad abbassare la contagiosita' e quindi la pendenza della curva dei contagi,
la velocita' di diffusione dell'epidemia ed i problemi che questa comporta per tutti).
E' incredibile ma vero: basterebbe che ognuno rispettasse seriamente la disciplina imposta dalla profilassi
(mascherine con il naso coperto per non diffondere i virus nell'ambiente, distanziamento, ecc.) per evitare di dover
subire i lockdown, come dimostra anche il nostro grafico.
Ma sembra non ci sia modo di convincere la maggior parte delle persone a farlo ed allora purtroppo l'unico modo di
riuscire a contenere i contagi e' l'obbligo di farle restare chiuse dentro casa con il provvedimento di LOCKDOWN
(che altrimenti si potrebbe evitare).
La conseguenza di un aumento della contagiosita' e' l'aumento della pendenza della curva dei contagi, che e' quella che
determina la pericolosita' dell'epidemia e la sua velocita' di diffusione.
Abbiamo spiegato in precedenza come provvedimenti parziali che riducono i contagi su scala locale non producono effetti
durevoli, perche' la curva nazionale mantiene la stessa pendenza determinata dal resto d'Italia ed al termine del lockdown
parziale la curva ritorna alla traiettoria precedente.
Diverso e' il caso quando si riporta nel grafico la curva dei soli contagi interni all'area chiusa (quindi anche di tutta
Italia, nel caso di un lockdown nazionale).
Allora la contagiosita' a cui sono esposte le persone e' notevolmente ridotta dal distanziamento imposto dal lockdown e
questo abbassa la pendenza della curva dei contagi, come abbiamo potuto riscontrare nel lockdown generale della
primavera scorsa (la curva dei contagi si era appiattita, non saliva piu').
Il problema che abbiamo ora e' che un nuovo lockdown nazionale dovrebbe terminare necessariamente all'inizio
dell'inverno, quando la temperatura accentua la contagiosita' del virus e quindi incombe al termine del lockdown
il rischio concreto della ripartenza dell'inarrestabile crescita esponenziale della curva dei contagi, vanificando
tutti gli sforzi fatti durante il lockdown (questo non accadde nel precedente lockdown che termino', per fortuna nostra,
all'inizio della stagione calda che ci aiuto' a mantenere bassa la contagiosita' e quindi la pendenza della curva che cosi'
non risali' piu').
IMMUNITA' DI GREGGE: (7 novembre 2020)
In questo lavoro definiamo "immunita' di gregge" la situazione di equilibrio che s'instaura dopo che tutta la popolazione
si e' infettata (per questo non pensiamo che il raggiungimento dell'immunita' di gregge possa essere una soluzione moralmente
accettabile, a meno che non ci si finisca inevitabilmente).
La popolazione puo' essere quella di uno Stato, di una regione o anche di un'isola, basta che si possa controllare ed
eventualmente impedire il passaggio delle persone in ingresso nell'area in cui vive la popolazione che stiamo considerando.
Siccome potremmo trovarci noi in questa condizione, se fallissero tutti i nostri tentativi di bloccare l'evoluzione
dell'epidemia, e' bene non ignorarne le conseguenze.
Cerchiamo allora di capire cosa potrebbe accadere raggiungendo l'immunita' di gregge in Italia, ed in particolare
cerchiamo di stimare il costo in vite umane del raggiungimento di questa condizione.
Decessi all'equilibrio dell'immunita' di gregge: dopo che tutta la popolazione e' stata infettata ed ha
cosi' acquisito l'immunita' di gregge, potrebbero anche non esserci piu' ne' malati ne' decessi ma non abbiamo i
dati per poter fare una previsione esatta. I virologi certamente hanno studiato il fenomeno dell'immunita' di
gregge ma non ancora per il Sars-CoV-2 che e' un virus nuovo.
Due sono i dati importanti per questo:
- La velocita' di propagazione dell'infezione, cioe' la contagiosita' del virus, che determina la pendenza di crescita
della curva dei contagi. Questa e' influenzata dal tempo di guarigione delle persone infette (in massima parte
asintomatiche) perche' se e' breve diminuisce la presenza di persone infette e quindi tende ad appiattire la curva dei
contagi facendo crescere piu' velocemente il numero di persone infettate e poi guarite e quindi verosimilmente immuni,
almeno per un certo tempo dopo la guarigione.
Dalla
curva
dei contagi del solo Piemonte, in cui si nota una discesa molto ripida che dovrebbe essere dovuta al venir
meno dei contagi degli asintomatici che stanno guarendo, possiamo ora ricavare il tempo di guarigione:
Dai
dati
si vede che la curva parte il 6/11 da 10.2% per dimezzarsi il 9/11 a 5.1%, per cui la curva tende ad arrivare
a zero in 6 giorni.
Quindi solo di 6 GIORNI risulta essere il tempo medio di guarigione di un asintomatico (non un mese come
abbiamo sempre scritto, basandoci sui tempi di guarigione appresi dagli ospedali per i malati di Covid-19).
Le persone infette nell'ultimo mese in tutta Italia sono state a meta' novembre intorno al 15% come si puo' vedere nel
grafico
o nella
tabella
.
Se il tempo medio di guarigione di queste persone infette, che sono quasi tutte asintomatiche, fosse sempre di
6 giorni
allora nell'ultimo mese avremmo almeno il 75% della popolazione infettata, che avrebbe acquisito un certo grado
di IMMUNITA' (15% infettati e guariti ogni 6 giorni, per un totale del 75% in un mese, che si va a sommare agli
altri immunizzati del passato), e questo diminuirebbe la contagiosita' e la pendenza della curva dei contagi, perche'
diminuiscono le opportunita' che hanno oggi i virus di infettare le persone che incontrano.
Da queste stime fatte sui
dati
del Piemonte al 25/11 ci risulta per la
componente
rapida dei contagiati un tempo medio di guarigione di soli
6 giorni
, che porta a piu' del 75% il numero di persone infettate e poi guarite, quindi portatrici di anticorpi
immunizzanti.
- Un altro dato importante e' la persistenza dell'immunita' acquisita dalle persone, perche' sembra dalle prime
informazioni pubblicate che per il Sars-CoV-2 le persone guarite hanno una certa probabilita' di infettarsi nuovamente,
che dovrebbe accadere se gli anticorpi vengono percepiti dal sistema immunitario come corpi estranei e vengono cosi'
smaltiti, anche se lentamente, facendo venire meno l'immunita'.
Se questo accadesse, allora durante l'immunita' di gregge i contagiati non sarebbero zero ma una percentuale
derivante dall'equilibrio dinamico, in cui tanti si reinfettano quanti guariscono e la percentuale dei contagi rimane
costante nel tempo (curva piatta), ad un valore basso, che senza i dati sui livelli d'immunita' raggiunti non sappiamo
pero' calcolare.
Questa percentuale di contagi stazionaria comporterebbe anch'essa un costo mensile in vite umane che non sarebbe zero.
Prima di arrivare all'immunita' di gregge una stima dei decessi possiamo invece farla, a titolo esemplificativo e per
difetto (dato che la percentuale dei contagi tende ad aumentare), sul numero medio di persone che si infettano in un mese.
Decessi in funzione dei contagi: sappiamo che in Italia questa pandemia in 8 mesi ha causato finora
40.000 decessi e ad oggi ne provoca 450 al giorno (come riferimento, in Italia per l'uso delle
automobili si tollerano 3.000 morti all'anno per incidenti stradali che, abolendo le automobili,
non ci sarebbero).
Supponiamo che i 450 decessi al giorno di oggi siano di persone infettate circa 1 mese fa, quando la percentuale
dei contagi era all' 8%: quindi una percentuale dei contagi dell'8% produce, 1 mese dopo, 450 decessi al giorno
(in crescita se l'epidemia si espande).
Assumendo che la maggior parte di questo 8% d'infetti trovati nei test con tampone (che sui 60 milioni di italiani
corrisponde a 4.800.000 persone infette, quasi tutte asintomatiche) guarisca in 1 mese, il loro apporto al numero
dei decessi e' di 450 x 30 giorni = 13.500 decessi in un mese su 4.800.000 persone contagiate, pari allo
0.28%, che e' cosi' la percentuale dei decessi al mese sul numero di contagiati (in ogni mese,
perche' il virus circola ed il mese successivo ci potranno essere altre 4.800.000 diverse persone infettate delle
quali un altro 0.28% morira').
Le attuali 4.800.000 persone infette dopo un mese saranno percio' tutte guarite, salvo lo 0.28% che e' deceduto.
Per arrivare all'immunita' di gregge si paga un costo mensile di decessi variabile con la percentuale dei contagi che
dall'8% da noi usato varia nei mesi per assestarsi ad un valore costante.
In realta' con il passare dei mesi sia i decessi giornalieri che le persone infette aumentano se l'epidemia si espande
ma la percentuale dei decessi dovrebbe rimanere sempre allo 0.28%.
Applicando questo risultato al momento di un'ipotetica immunita' di gregge, le persone infettate saranno tutti i
60 milioni di italiani, ripartiti in tre gruppi:
- Persone infettate ma guarite ed immuni (sono la maggior parte);
- Persone ancora infette in attesa di guarigione (che tendono a zero);
- Persone asintomatiche croniche (infette che non guariscono, almeno in tempi brevi).
Potrebbero contribuire ai decessi in questa fase dell'epidemia solo le persone del secondo gruppo ma non siamo in
grado di valutare quanti possano essere e comunque possiamo ignorarle, se tendono a zero all'equilibrio.
Quindi all'equilibrio, se non ci fossero piu' decessi, il costo totale in termini di vite umane si potrebbe ottenere
sommando i decessi di tutti i mesi, fino al raggiungimento dell'immunita' di gregge.
Abbiamo visto che oggi abbiamo 450 decessi su 4.800.000 persone infette, con una percentuale di decessi dello 0.28%.
Se assumiamo costante questa percentuale di 0.28% dei decessi sui 60.000.000 di italiani infettati, al raggiungimento
dell'immunita' di gregge il numero di decessi dovrebbe essere il 0.28% dei 60 milioni di persone che si sono infettate
(una sola volta ed in tempi diversi) e quindi circa 170.000 di decessi dovrebbe essere il costo del
raggiungimento dell'immunita' di gregge, in cui per ipotesi non ci sarebbero piu' ne' malati (a parte gli
asintomatici cronici) ne' decessi.
IMMUNITA' DI GREGGE CON Sars-CoV-2 ENDEMICO: Quest'ultima ipotesi potrebbe non essere vera.
Cerchiamo allora di capire se ci saranno persone infette ed infettabili dopo il raggiungimento dell'immunita' di gregge
(cioe' quando si saranno gia' infettati tutti).
Se facciamo un'altra ipotesi verosimile, che in ogni momento tra i 60 milioni di italiani, infettati e poi guariti, ce
ne siano alcuni che sono reinfettabili (l'immunita' al virus non credo sia assoluta per tutti, perche' gli anticorpi
potrebbero essere smaltiti sia pur lentamente dall'organismo), allora potrebbe essere un bel guaio perche' potremmo
avere moltissimi infetti asintomatici il cui numero si mantiene elevato con quel meccanismo che abbiamo chiamato
l'epidemia degli asintomatici, variando l'equilibrio con le stagioni per effetto della temperatura (numero piu'
alto d'inverno e piu' basso d'estate).
Questa epidemia di asintomatici potrebbe non arrestarsi ma procedere, raggiungendo uno stato, in cui di mese in mese si
rinnova l'insieme delle persone che sono infette (positive), in un'equilibrio dinamico, in cui tanti si
reinfettano quanti guariscono e la percentuale dei contagi rimane costante nel tempo (curva piatta), ad un valore basso
ma non zero, che non sappiamo calcolare (il virus rimarrebbe endemico per sempre in quella popolazione, almeno
finche' non si vaccinano quasi tutti).
Questo valore determinerebbe un ulteriore apporto di decessi permanente nel tempo, che andra' valutato e
sommato ai 170.000 decessi necessari per raggiungere l'immunita' di gregge.
Quindi con il Covid-19, nel caso in cui tutti gli italiani si fossero infettati, perche' arrivati all'immunita' di gregge,
il costo finale da pagare in vite umane partirebbe dagli attuali 13.500 decessi per ogni mese (un po' decrescente nel corso
dei mesi per l'aumentare del numero di persone divenute immuni, perche' infettate, ma anche molto crescente per
l'aumento esponenziale del numero dei contagi).
L'andamento della crescita dei decessi mensili poi tendera' verso zero al raggiungimento dell'immunita' di gregge con un costo
finale per ora stimato in 170.000 decessi (se la nostra stima e' giusta).
Ogni soluzione che risulti efficace ad abbassare la pendenza della curva dei contagi contribuisce a salvare
una parte o tutte queste 170.000 vite umane.
Non va sottovalutata un'informazione secondo la quale la permanenza degli anticorpi specifici del Sars-CoV-2 risulta
abbastanza breve (alcuni mesi). Le numerose notizie di reinfezione di persone guarite sembrerebbero confermare questa notizia.
Se cosi' fosse, allora i meccanismi immunitari, che hanno bloccato l'epidemia della famigerata "Spagnola" un secolo
fa, potrebbero non essere altrettanto efficaci con il Covid-19.
In questo caso sarebbe estremamente pericoloso se il Covid-19 diventasse endemico, in assenza di idonei specifici
rimedi antivirali, perche' molti vaccini potrebbero assicurare una protezione solo temporanea ed il Sars-CoV-2 allora potrebbe
non sparire come il virus della Spagnola.
ESTINZIONE DELL'EPIDEMIA: (25 novembre 2020)
Durante il raggiungimento dell'immunita' di gregge il numero di persone immunizzate aumenta e di conseguenza diminuisce
il numero di persone infettabili.
Questo fatto riduce la contagiosita' dei virus, come da noi definita, perche' hanno piu' difficolta' a trovate una persona
sana da infettare e questo fatto diminuisce la pendenza della curva dei contagi, rallentando progressivamente
l'espansione dell'epidemia.
I vaccini possono giocare un ruolo molto importate in questo, riducendo il numero di persone infettabili.
Quindi mentre in un'isola abitata da tutte persone non immuni basta un solo malato di Covid-19 per scatenare l'epidemia
(com'e' accaduto nel 2020 in Italia ed in tutti gli altri Paesi), in un'isola con la maggior parte degli abitanti immuni
(essendo vicini all'immunita' di gregge) quel malato di Covid-19 avrebbe molta difficolta' ad infettare altre persone e
dopo la guarigione potrebbe anche non aver infettato nessuno ed allora l'epidemia si estinguerebbe.
Questo caso estremo ci fa capire che, crescendo la percentuale di popolazione immune (magari anche perche' si e'
vaccinata), la pendenza della curva dei contagi si abbassa sempre piu' (e cosi' anche il parametro di
trasmissibilita' Rt) e l'epidemia puo' anche estinguersi, quando diventa Rt minore di 1.
Perche' questo avvenga non e' percio' necessario che sia immune il 100% della popolazione (forse basta il 60% o poco piu').
Dipende dal tipo di virus e dalla sua capacita' di infettare (R0) e quindi andra' determinata sperimentalmente.
Un'ultima osservazione:
Nell'ultimo mese, dall' 8/10 al 6/11 (30 giorni), al netto dei benefici dei provvedimenti adottati (che hanno prodotto i
4 gradini nella curva) la percentuale dei contagi e' passata dal 3.5% al 16.1% cioe' e' cresciuta del 12.6%.
Se la pendenza rimanesse costante (mentre invece aumenta perche' la crescita e' esponenziale) allora la percentuale sarebbe:
- 28.7% al 6 dicembre
- 41.3% al 5 gennaio
- 53.9% al 4 febbraio
- 66.5% al 6 marzo
- 79.1% al 5 aprile
- 91.7% al 5 maggio
Se tutti i provvedimenti in atto NON dovessero riuscire nell'intento di ridurre la pendenza della curva dei
contagi e questa proseguisse la sua salita esponenziale, solo un piu' in basso, allora si potrebbe stimare un
appiattimento della curva, per il raggiungimento dell'immunita' di gregge, che con questa crescita dei contagi
pensiamo possa avvenire entro 3 o 4 mesi da ora, cioe' a fine marzo.
Questa in realta' e' solo una stima grossolana, perche' la curva tende a crescere di piu' perche' e' esponenziale e non
lineare ed anche perche' in inverno aumenta la contagiosita', ma anche di meno perche', proseguendo l'infezione di massa,
diminuisce la contagiosita' in quanto diminuisce il numero delle persone infettabili.
Al limite la curva non cresce piu', si appiattisce naturalmente quando tutti si sono infettati, ma non e' come d'estate
quando l'epidemia finisce perche' la contagiosita' scende molto ed anche la percentuale di infetti scende.
Con l'immunita' di gregge ad aprile, la percentuale dei contagi resta molto alta e quindi l'epidemia di Sars-CoV-2 e' ancora
in atto, con un equilibrio dinamico tra il numero di infettati (in massima parte asintomatici) che guariscono dopo 1 mese
circa ed il numero dei nuovi contagi che prosegue, lasciando pero' il numero totale delle persone infettate costante nel
tempo (in equilibrio).
Quando si raggiunge quel limite, la pericolosita' dell'epidemia ed i danni che comporta sarebbero pero' fortemente
ridimensionati.
I provvedimenti presi finora, che hanno solo abbassato la curva senza ridurne la pendenza, avendo solo posticipato
la sua crescita, potrebbero aver conseguito un
risultato controproducente
: quello di spostare in avanti l'inizio dell'immunita' di gregge, prolungando la durata dell'epidemia.
In altre parole, siccome stiamo andando incontro a 6 mesi di freddo e quindi di alta contagiosita' del virus, potrebbe anche
accadere (speriamo di no) che tutti i nostri tentativi di controllare l'epidemia falliscano.
Allora, se non si e' riusciti a ridurre la pendenza della curva, l'inesorabile crescita esponenziale dei contagi arriverebbe
in pochi mesi a farci infettare tutti, per il 96% inconsapevolmente ed in forma asintomatica (che comporta comunque dei danni
permanenti). Si configurerebbe allora lo scenario dell'
immunita' di gregge
.
In tal caso, dopo aver provato in tutti i modi a ridurre la pendenza della curva per poter salvare piu' vite umane possibile,
poi potremmo dover accettare inevitabilmente questo scenario nostro malgrado. Se il futuro dovesse riservarci proprio questo
allora potremmo pensare che prima accadra' e prima finira' l'epidemia ed i ritardi non sarebbero stati di giovamento.
LE FABBRICHE DI PAZIENTI COVID: (12 novembre 2020)
Si vedono in TV scene sconcertanti di Pronti Soccorso con numerosi pazienti in attesa in ampie sale, non idonee per ospitare
pazienti potenzialmente portatori di un virus altamente contagioso come il Sars-CoV-2, dove sostano per molto
tempo in attesa dei risultati dei tamponi, per poter essere poi smistati in reparti Covid o Non Covid.
Anche se verrebbero subito i giornalisti con le telecamere a riprendere la scena, sarebbe sicuramente preferibile per la
prevenzione dei contagi far attendere i pazienti nelle loro auto private con tutto il supporto medico necessario.
Invece quello che accade nelle condizioni descritte e' che non solo si contagiano dei pazienti arrivati per altre patologie,
ma questi risultando negativi al test con il tampone pur essendosi ormai infettati, vengono inseriti in
percorsi puliti (non Covid) ed hanno piu' giorni di tempo per infettare tante altre persone sane, sia famigliari
(propri e di altri pazienti) che altri pazienti dell'ospedale, molti dei quali immuno-depressi.
E' un'assurdita': gli stessi Pronto Soccorso di questi ospedali diventano efficientissime fabbriche di pazienti
Covid-19, favorendo la diffusione nascosta ed inconsapevole del virus tra una moltitudine di persone.
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APPENDICE: COME RIDURRE IL RISCHIO DEI CONTAGI: (11 maggio 2020)
L'elenco seguente e' esemplificativo e non esaustivo (per esempio non citiamo l'utilissimo metodo del "contact tracing" con
gli smartphone).
- Con il distanziamento sociale: Si deve rimanere a distanza da una persona che puo' essere infetta (cioe' da tutti).
La distanza e' molto variabile: se camminate avanti ad una persona in fila indiana, e' piccola (a meno che il vento non
soffi dalla persona infetta verso di voi). Se invece state fermi e non state sottovento, basta stare a 1.5 metri di distanza.
Se pero' state in un locale chiuso la distanza deve aumentare perche' il volume dell'aria infetta tende ad aumentare intorno
a voi, soprattutto se si sta parlando.
- Balneazione: non si ritiene che questo virus sia in grado di permanere a lungo attivo in acqua per cui il
rischio di infezione anche in questo caso e' solo la vicinanza con un'altra persona infetta, che, non potendo avere la mascherina
se sta in acqua, immette virus inalabili in aria ed anche in acqua dove i virus a breve termine potrebbero entrare in contatto
con gli occhi. Quindi riteniamo che ci si possa bagnare in sicurezza la prossima estate se si resta sempre almeno ad
un paio di metri di distanza da tutti gli altri bagnanti, non solo in spiaggia ma anche in acqua (magari con gli occhialini da
nuoto se si sta in acqua insieme ad altre persone). Il vento ha un effetto favorevole comportando un continuo ricambio dell'aria
che si respira.
- Aerazione dei locali: Il ricambio dell'aria e' sempre auspicabile, tanto piu' nei locali piccoli, anche se avete
un condizionatore d'aria.
- Addestramento: Per abbassare di molto il livello dei contagi e' importantissimo l'ADDESTRAMENTO della popolazione a
convivere con il virus (fino al vaccino, che poi lo fara' sparire, come e' successo con il vaiolo). E' facile da ottenere una volta
che la gente ha capito come il contagio avviene. Purtroppo ancora non si fa abbastanza e per questo abbiamo scritto questo articolo.
- Nessun famigliare infetto deve restare a casa con altri membri della famiglia perche' contribuisce a propagare il contagio.
Questi pazienti devono rimanere per circa un mese in un ambiente gestito da personale competente (anche in appositi hotel, per
esempio).
- Automobile: una conseguenza del punto precedente e' che si puo' andare in automobile da soli o con i famigliari
(perche' e' difficilmente evitabile che se in famiglia uno si prende il virus poi non lo passi a tutti gli altri) perche' non
si puo' rispettare il limite di distanza. E' quindi sempre possibile e preferibile andare al lavoro in auto o moto ma
da soli non con altri colleghi (trasporti individuali, da favorire con ingressi al lavoro scaglionati).
- Autobus e treni: Si possono usare solo con distanziamento e se c'e' circolazione naturale di aria dai finestrini
(con bel tempo); MAI con finestrini chiusi e con ventilazione da condizionatori con filtri, che accumulano contaminazione
senza bloccare i virus. Le maniglie di autobus e treni, come tutti gli altri oggetti toccati da molte persone (ad esempio i
tastierini del POS o Bancomat) meglio toccarli, con guanti "usa e getta" se avete la mano lesionata, o con un pezzo di carta
o plastica che poi si butta.
- Bar, ristoranti ed altri locali pubblici: A nostro avviso possono lavorare all'aperto con tavoli/sedie a distanza
in accordo con il punto 1 (quindi tenendo conto anche della direzione di un eventuale vento leggero per l'inalazione).
- Posti di lavoro: se si rispettano le condizioni sicure per il trasporto casa-lavoro (vedi punti 2 e 3), senza strette di
mano o abbracci, a nostro avviso e' possibile lavorare in sicurezza se tutti gli ambienti sono grandi abbastanza, aerati
(non con condizionatori ma con ricambio dell'aria) ed il numero di persone con cui si viene in contatto e' basso (i colleghi devono poter diventare
come un'estensione dell'ambiente famigliare) e organizzato in piu' turni di lavoro per evitare assembramenti, anche nei trasporti.
Ovviamente datore di lavoro e sindacati devono essere chiamati a monitorare giornalmente, soprattutto all'ingresso, la salute
del personale con i vari strumenti praticabili. Qualche raro contagio e' sempre possibile (ed accettabile, come in strada),
ma la frequenza deve essere sufficientemente bassa e comunque sotto controllo sicuro e responsabile.
- Mascherine: Quelle poco costose (chirurgiche) vanno usate negli ambienti chiusi frequentati da altre persone e in ambienti
aperti se affollati (coprendo anche il naso oltre alla bocca). Servono per limitare il numero di virus dispersi nell'ambiente
con il fiato da una persona infetta.
Possono essere non usate all'aperto in strade poco affollate, tanto piu' se c'e' vento. In queste condizioni si possono non
usare perche' la "ricettivita' ambientale" (cioe' la capacita' che ha l'ambiente di diluire le concentrazioni di virus a valori
non piu' pericolosi) a nostro avviso lo consente (ricordiamoci sempre che tutti possiamo essere infetti anche senza saperlo).
- Pulizia di mascherine e filtri dei condizionatori: Una cosa poco nota e' che attraverso i filtri passa molta aria e loro,
facendo il loro mestiere trattengono tutte le impurita', tra cui le particelle con i virus, che vi si accumulano. Quindi nel
togliervi la mascherina non toccate il filtro con le mani nude (potrebbe anche essere pericoloso). Dovete prenderla per i
tiranti e poi smaltirla richiudendola in una busta di plastica, tanto dopo qualche giorno i virus diventano inoffensivi.
- Smaltimento di mascherine e guanti: MAI gettare via mascherine e guanti usati nell'ambiente, a mare o in un fiume se non
sono biodegradabili. Chiudetele invece in una buste di plastica che dopo una settimana di riposo puo' essere smaltita
nell'indifferenziata.
Stesse precauzioni vanno rispettate nella pulizia e ricambio dei filtri dell'aria (per esempio quelli dei condizionatori).
- Test sierologici: se si viene in contatto con una carica virale molto modesta questa viene rilevata dal sistema immunitario
che da inizio ad una reazione con produzione di anticorpi. Se questa e' adeguatamente vigorosa (varia da persona a persona),
puo' anche avere la meglio sui pochi virus che stanno tentando di moltiplicarsi nell'organismo e puo' riuscire ad annientarli
tutti. La persona allora rimane sana ed avendo generato gli anticorpi nel sangue ha acquisito un certo grado di immunita' nel
senso che ulteriori virus che venissero poi inalati potrebbero non riuscire a moltiplicarsi per questa presenza degli anticorpi,
che permangono per un certo tempo nel suo sangue (non sappiamo ancora per quanto tempo).
Ovviamente gli anticorpi nel sangue ci sono anche in quelle persone che non essendo riuscite ad avere la meglio sul virus si
sono ammalate: in questi casi gli anticorpi gli restano nel sangue anche dopo la guarigione.
Quindi un test sulla ricerca degli anticorpi nel sangue non e' valido per diagnosticare se una persona e' infetta perche' puo'
essere malata per un'infezione in atto (anche senza sintomi) ma puo' anche essere sana (perche' infettata e poi guarita).
Il test, se valido, attesta la presenza di anticorpi nel sangue e quindi che il soggetto e' venuto in contatto con il virus
ottenendo un certo grado di immunita' (ma non sappiamo ancora quanto efficace e quanto a lungo).
INFORMAZIONI UTILI:
Materiali in cui il virus, pur disattivandosi gradualmente, resta attivo in superficie a 22 gradi (ISS):
- Mascherine (esterno): oltre 7 giorni
- Acciaio e plastica: 3 giorni
- Vetro e banconote: 2 giorni
- Legno, tessuti e cartone: 1 giorno
- Rame: 4 ore
Disattivazione del virus: Con candeggina, amuchina o alcol al 75%: in 5 minuti.
Con la temperatura, pur disattivandosi gradualmente, il virus resta attivo sulle superfici per:
- 5 minuti a 70 gradi centigradi
- 30 minuti a 56 gradi
- 2 giorni a 37 gradi
- 14 giorni a 4 gradi.
Raggi UV: sembra che funzionino ma sono pericolosi perche' sono invisibili e nocivi.
Infine non ci stancheremo mai di ripetere che il successo nella limitazione dei contagi dipende soprattutto dalla conoscenza
che ciascuno di noi deve aver acquisito su come accade che ci si contagi, cioe' da quello che noi abbiamo qui' chiamato
l'ADDESTRAMENTO delle persone.
Il contributo alla diffusione di queste conoscenze, cioe' l'addestramento, e' stata la motivazione principale di questo nostro
contributo.
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